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Pillole di Mercato

(20° settimana - anno 2023)

Citazione del giorno:

Daniel Kahneman “Ci concentriamo troppo su quello che conosciamo e ignoriamo quello che non conosciamo, affidandoci troppo alle nostre convinzioni.”


La situazione di stallo sul tetto del debito e i commenti aggressivi di alcuni funzionari della Fed hanno mantenuto le azioni in un intervallo ristretto questa settimana. I dati statunitensi hanno mostrato che le richieste iniziali di disoccupazione hanno raggiunto il massimo da ottobre 2021, mentre i prezzi al consumo e alla produzione sono aumentati meno di quanto previsto dagli economisti, alimentando le speranze che la politica possa finalmente avere un effetto. L'S&P 500 ha chiuso la settimana in ribasso dello 0,3%, mentre il Nasdaq 100 è riuscito a guadagnare lo 0,6%. Un sondaggio preliminare sul sentiment dell'Università del Michigan ha mostrato che i consumatori si aspettano che i prezzi aumentino a un tasso annuo del 3,2% nei prossimi 5-10 anni, il massimo in 12 anni. I trader di swap stanno scontando una possibilità su 10 che ci sarà un altro aumento dei tassi di interesse alla prossima riunione della Fed a giugno, dopo che le probabilità erano a favore di una pausa all'inizio della settimana. La rinnovata richiesta di aumentare il limite del debito da parte del segretario al Tesoro Janet Yellen si è aggiunta alla costernazione degli investitori venerdì. "Se il Congresso non riuscirà a farlo, il nostro rating creditizio sarà compromesso", ha detto in un'intervista. "Dovremo essere inadempienti su alcuni obblighi, che si tratti di buoni del Tesoro o pagamenti ai beneficiari della previdenza sociale". Nonostante la debolezza delle azioni, anche le obbligazioni sono state vendute. Il rendimento a 2 anni è salito di nuovo al 4%. Per quanto riguarda la crisi bancaria regionale, l'utilizzo della struttura di sostegno della Fed è aumentato, secondo gli ultimi dati disponibili. PacWest ha ammesso che il 10% dei suoi depositi ha abbandonato la banca la scorsa settimana, facendo crollare le sue azioni. L’indice delle banche regionali non è mai stato così basso in termini relativi. Questo ci induce a pensare che il problema è ancora presente sul piatto delle diverse incertezze del mercato. Il dollaro ha segnato il suo guadagno settimanale più grande da febbraio. Bitcoin è tornato sotto i $ 27.000 nella peggiore settimana da novembre 2022. L'oro ha chiuso in ribasso e il petrolio è sceso per la quarta settimana consecutiva. I prezzi al consumo negli Stati Uniti sono aumentati solo del 4,9% nei 12 mesi fino ad aprile, in calo rispetto al 5,0% del mese precedente, mentre l'indice “core”, che esclude cibo e energia, è sceso dal 5,6% al 5,5%. Di conseguenza, le probabilità di una pausa dei rialzi dei tassi di interesse il mese prossimo sono ora diventate quasi certe per il mercato. Non c'è nulla nei numeri di aprile che induca la Federal Reserve a dover aumentare ulteriormente i costi dei prestiti, anche perchè i tassi sono superiori al livello dell'inflazione. Allo stesso tempo, ci sono anche pochi motivi per pensare che la Fed dovrebbe iniziare a tagliare i tassi a breve, ma il mercato sta ancora scommettendo che ciò accadrà. Quando l'economia è sotto stress, tutti i tipi di dati iniziano a contare. Lunedì è stata la volta del Senior Lending Officers Opinion Survey, un sondaggio condotto trimestralmente dalla Fed sulle condizioni del credito statunitense. Le condizioni finanziarie si stanno effettivamente irrigidendo ma non c’è nulla nei dati che suggerisca che qualcosa di estremo sia accaduto di recente alle banche statunitensi. Delle 63 banche di grandi e medie dimensioni nel sondaggio, più della metà ritiene che le condizioni del credito siano rimaste invariate durante il trimestre. Solo il 3,2% pensa che si siano strette notevolmente. I numeri più preoccupanti sono venuti dalla domanda di credito piuttosto che dall’offerta. La domanda di prestiti da parte di aziende grandi e piccole è vicina ai minimi del 2001 e della crisi finanziaria globale. Detto questo, il mercato del credito societario non si sta restringendo nello stesso modo. Ciò fa sì che il settore aziendale goda ancora di buona salute. Complessivamente, l'indagine ha comunque calmato i timori che il sistema finanziario sia diretto verso un grave crisi. Ma l’ansia per le banche è molta e le persone continuano a credere al peggio. L’agenda macroeconomica che va dal 15 al 19 maggio 2023 sarà caratterizzata dalla pubblicazione di alcune misurazioni importanti per le principali economie europee e per gli Stati Uniti. A catalizzare l’attenzione degli operatori dei mercati finanziari saranno i dati dell’inflazione e del PIL dell’Eurozona, ma non solo. Per l’area euro si attendono inoltre le misurazioni della produzione industriale e l’indice ZEW. Guardando ai singoli Paesi del blocco europeo segnaliamo per la Germania i prezzi all’ingrosso, indizi ZEW e prezzi alla produzione, mentre per l’Italia l’inflazione e la bilancia commerciale. Guardando alla Gran Bretagna gli investitori monitoreranno i dati del mercato del lavoro: focus sulle rilevazioni dei salari medi, richieste di sussidi di disoccupazione e sul tasso di disoccupazione. Dati importanti in arrivo anche da Cina e Giappone. Per la prima si attendono le misurazioni della produzione industriale, vendite al dettaglio, indice dei prezzi delle case e il tasso disoccupazione. Per il Giappone focus invece sul PIL del primo trimestre del 2023, inflazione, produzione industriale e bilancia commerciale. Infine, per quanto riguarda gli Stati Uniti, gli operatori attenderanno i dati del NY Empire State Manufacturing Index, vendite al dettaglio, produzione industriale, indice NAHB (misura le aspettative dei costruttori edili riguardo alla domanda presente nel mercato delle case unifamiliari negli Stati Uniti), permessi di costruzione rilasciati, scorte e produzione di greggio, indice manifatturiero della Fed di Philadelphia, nuove richieste settimanali sussidi disoccupazione, vendite di case esistenti e l’indice predittivo del Conference Board.


VENERDI’

I mercati asiatici hanno chiuso in negativo con poche eccezioni. Nei singoli paesi lo Shanghai -0,61%, China A50 -0,51%, Hang Seng -0,20%, il Nikkei ha chiuso a +0,88%, l’Australia +0,01%, Taiwan +0,16%, la Corea del Sud Kospi -0,88%, l’indice Indiano Sensex ha chiuso -0,20%. Il nostro FTSEMib +0,92%, Dax +0,50%, Ftse100 +0,31%, Cac40 +0,45%, Zurigo +0,36%. Il Nasdaq -0,35%, S&P500 -0,16%, il Russell2000 -0,44%. L’oro ha chiuso a 2.015,90 dollari l’oncia, mentre il petrolio ha scambiato a 70,09$ per il wti e 74,17$ per il brent inglese. Il prezzo del Natural Gas quotato sul mercato di Amsterdam è di € 32,767. Lo spread BTP/BUND ha chiuso a 189,990. L’indice VIX (il termometro dei mercati cioè la volatilità) chiude a 17,03%. Nel periodo pre-covid si attestava tra il 20% e l’11% e sono i due livelli che contraddistinguono la tranquillità dei mercati finanziari.


PRE-APERTURE

I listini dell’Asia si avviano a chiudere la settimana misti. Nei singoli paesi lo Shanghai -0,83%, China A50 -0,34%, Hang Seng +0,16%, il Nikkei ha chiuso a +0,62%, l’Australia +0,04%, Taiwan -0,22%, la Corea del Sud Kospi -0,28%, l’indice Indiano Sensex ha chiuso +0,44%. Al momento in cui scrivo i mercati europei hanno una previsione di apertura interlocutoria così come l’America. L’oro si attesta a 2.018,95 dollari l’oncia, mentre il petrolio chiude intorno ai valori di 69,44$ per il greggio e 73,52$ per il brent. Infine il Bitcoin quota 27.242 e l’Ethereum 1.828.


Buona giornata e buona settimana.



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