Pillole di Mercato
- Federico Caligiuri

- 12 minuti fa
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(51° settimana - anno 2025)

Citazione del giorno:
Erich Fromm: “Il compito principale nella vita di un uomo è di dare alla luce sé stesso, trasformandosi in tutto ciò che è in grado di essere. Il risultato di tali sforzi sarà la sua personalità”
Il dollaro è salito e i Treasury hanno ridotto parte dei recenti guadagni dopo che dati del lavoro USA inferiori alle attese non hanno rafforzato in modo decisivo il caso per ulteriori tagli dei tassi da parte della Federal Reserve. Il biglietto verde si è apprezzato contro tutte le valute del G10, con il rialzo più marcato contro lo yen. I Treasury sono scesi lungo tutta la curva, con il rendimento del decennale in aumento di oltre due punti base al 4,17%. I movimenti sono stati più pronunciati sul mercato delle materie prime: il greggio è salito dell’1,5% dopo che il presidente Donald Trump ha ordinato il blocco delle petroliere in entrata e in uscita dal Venezuela, alimentando timori sull’offerta dal membro OPEC. L’argento è balzato a un nuovo massimo storico oltre 66 dollari l’oncia, mentre l’oro si è avvicinato ai massimi assoluti. Il platino ha toccato il livello più alto dal 2008. In Asia, gli indici azionari sono avanzati dello 0,3%, mentre i futures sugli indici USA ed europei sono rimasti invariati. I tecnologici hanno recuperato in Asia dopo due giornate di vendite e il produttore cinese di chip MetaX Integrated Circuits Shanghai Co. è schizzato fino al +755% al debutto. Gli ultimi dati sul lavoro statunitense segnalano un mercato dell’occupazione in raffreddamento, ma non in rapido deterioramento, inducendo i trader a non incrementare le scommesse su tagli imminenti: dopo il report di martedì, i mercati prezzano circa il 20% di probabilità di una riduzione a gennaio. L’attenzione si sposta ora ai numeri sull’inflazione di giovedì per capire se la narrativa potrà cambiare nell’ultima settimana piena di scambi dell’anno. Le buste paga non agricole sono aumentate di 64.000 unità a novembre dopo il calo di 105.000 in ottobre, complice la contrazione dell’occupazione federale; il tasso di disoccupazione è salito al 4,6% dal 4,4% di settembre, il livello più alto dal 2021. In Asia i riflettori erano anche sulla rupia indiana, balzata dell’1% dopo l’intervento della banca centrale a sostegno della valuta; il Bitcoin ha ceduto l’1,3% circa a 86.600 dollari, avviandosi al quarto calo annuale della sua storia. Nel frattempo, l’amministrazione Trump ha minacciato ritorsioni contro l’Unione Europea in risposta ai tentativi di tassare le big tech statunitensi, indicando aziende come Accenture, Siemens e Spotify tra i potenziali obiettivi di nuove restrizioni o commissioni. Il presidente ha anche aumentato la pressione sul Venezuela, spingendo in alto il petrolio dopo i minimi dal 2021: la mossa rappresenta un’escalation e segue il sequestro, la scorsa settimana, di una petroliera statunitense al largo del Paese sudamericano. Le tensioni nell’area hanno spinto l’oro sopra 4.330 dollari l’oncia, rimbalzando dal lieve calo della seduta precedente che aveva interrotto una striscia positiva di cinque giorni; il metallo è poco distante dal record oltre 4.381 dollari segnato in ottobre, con un rally di circa due terzi dall’inizio dell’anno e sulla buona strada per la miglior performance annuale dal 1979, sostenuto dagli acquisti delle banche centrali e da un più ampio disimpegno da debito governativo e valute chiave, mentre le tensioni geopolitiche ne rafforzano l’appeal difensivo. Il contrasto tra l’andamento delle azioni USA e quello delle commodity in dicembre sta accrescendo l’attrattiva di queste ultime, osserva Ahmad Assiri di Pepperstone, notando come la divergenza stia influenzando le scelte di asset allocation e come i metalli preziosi stiano emergendo come destinazione alternativa del capitale, rafforzando un momentum ormai consolidato. Sul fronte societario: le vendite di Tesla in California rischiano la sospensione per 30 giorni se non cambieranno pratiche di marketing ritenute fuorvianti sull’assistenza alla guida; Warner Bros. Discovery è orientata a respingere l’offerta ostile di Paramount Skydance per dubbi su finanziamento e termini; OpenAI è in trattative iniziali per raccogliere almeno 10 miliardi da Amazon e utilizzare i suoi chip, potenziale vittoria per il colosso e-commerce nella corsa all’AI; Waymo (Alphabet) mira a raccogliere oltre 15 miliardi a una valutazione vicina ai 100 miliardi in un round guidato dalla capogruppo; Luckin Coffee valuta un’offerta per Blue Bottle Coffee di Nestlé per spingere nel segmento premium; SBI Shinsei Bank è balzata fino al +16% al debutto a Tokyo dopo un’IPO da 322 miliardi di yen, la seconda più grande dell’anno in Giappone; China Vanke incontrerà a Shenzhen alcune assicurazioni e banche commerciali mentre resta al centro della crisi immobiliare; la banca digitale indonesiana PT Super Bank Indonesia è salita del 24% al debutto, toccando il limite giornaliero, dopo la seconda IPO più grande dell’anno a Jakarta. In Europa, i listini sono attesi poco mossi in apertura mentre gli investitori guardano alle decisioni delle banche centrali: la BCE si riunisce giovedì e dovrebbe lasciare i tassi al 2%, con Christine Lagarde che ha segnalato un probabile rialzo delle previsioni di crescita dell’area euro (a settembre erano state portate all’1,2% annuo). Questa settimana sono attesi anche gli ultimi meeting del 2025 di Bank of England, Riksbank e Norges Bank: per la BoE i nove membri del comitato sono visti tagliare di 25 punti base al 3,75%, sullo sfondo di crescita fiacca e segnali di disoccupazione in aumento. I policymaker britannici monitoreranno da vicino l’inflazione di novembre in uscita mercoledì per verificare la prosecuzione della disinflazione: un sondaggio Reuters indica il 3,5%, poco sotto il 3,6% dei dodici mesi a ottobre. Il quadro resta di “atterraggio morbido ma non scontato”: i dati sul lavoro raffreddano senza cedere; quindi, la Fed non ha urgenza di accelerare i tagli; il dollaro ritrova tono, i rendimenti risalgono di qualche bp e la narrativa “bad news = good news” perde un po’ di trazione in attesa dell’inflazione di giovedì. Sul cross-asset, la forza dei preziosi (argento a nuovi massimi, oro vicino ai record) segnala domanda di copertura e momentum più che puro timore ciclico, mentre il balzo del petrolio è guidato da geopolitica (Venezuela) più che da fondamentali. In pratica: fase tattica, non direzionale. I market movers di oggi sono: saldo della bilancia commerciale in Giappone, CPI (Inflazione) in Gran Bretagna, indice IFO della fiducia delle aziende in Germania, CPI nell’Eurozona, discorsi sui tassi di alcuni membri del FOMC negli Stati Uniti.
IERI
I listini dell’Asia hanno chiuso negativi. Nei singoli paesi lo Shanghai composite -1,15%, China A50 -1,01%, Hang Seng ha chiuso -2,07%, il Nikkei -1,35%, l’Australia -0,42%, Taiwan -1,19%, la Corea del Sud Kospi -2,16%, l’indice Indiano Sensex -0,59%. Il nostro FTSEMib -0,29%, Dax chiuso -0,63%, Ftse100 -0,68%, Cac40 -0,23%, Zurigo +0,10%. Lo S&P500 -0,24%, il Nasdaq +0,23%, il Russell2000 -0,45%. L’oro ha chiuso a 4.332,30 dollari l’oncia, mentre il petrolio ha scambiato a 55,13$ per il wti e 58,92$ per il brent inglese. Il prezzo del Natural Gas (TTF) quotato sul mercato di Amsterdam è di € 27,045. Lo spread BTP/BUND 67,540. L’indice VIX (il termometro dei mercati cioè la volatilità) chiude a 16,48%. Nel periodo pre-covid si attestava tra il 20% e l’11% e sono i due livelli entro cui vi è tranquillità nei mercati finanziari.
PRE-APERTURE
I listini dell’Asia si avviano a chiudere positivi. Nei singoli paesi lo Shanghai composite +1,18%, China A50 +1,67%, Hang Seng ha chiuso +0,73%, il Nikkei +0,43%, l’Australia -0,16%, Taiwan -0,04%, la Corea del Sud Kospi +1,43%, l’indice Indiano Sensex -0,17%. Al momento in cui scrivo, i mercati europei hanno una previsione di apertura positiva così come gli Stati Uniti. L’oro si attesta a 4.362,35 dollari l’oncia, mentre il petrolio chiude intorno ai valori di 55,95$ per il greggio e 59,76$ per il brent. Infine, il Bitcoin quota 86.900 e l’Ethereum 2.943.
Buona giornata.
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