Pillole di Mercato
- Federico Caligiuri

- 3 giorni fa
- Tempo di lettura: 5 min
(51° settimana - anno 2025)

Citazione del giorno:
Alan Watts: “Spesso non capiamo il valore del buio finché non è passato, ma è solo l’assenza di luce che possiamo imparare noi stessi a diventare luce”
Le azioni sono scese e il dollaro è rimasto vicino ai minimi di due mesi mentre gli investitori riducevano il rischio in vista di dati economici statunitensi cruciali che potrebbero indicare la direzione dei tassi d’interesse. I listini asiatici hanno perso l’1,5% e i future indicano una terza giornata di ribassi per l’S&P 500, con gli operatori prudenti in attesa del report occupazionale USA di novembre di martedì, atteso debole. In Cina i titoli sono scivolati verso livelli tecnici ribassisti chiave, complice il venir meno del momentum dei tecnologici e il riemergere dei timori sulla crescita, mentre in Europa si preannuncia un avvio fiacco. Bitcoin ha recuperato gran parte delle perdite iniziali attestandosi intorno a 86.000 dollari; il petrolio è rimasto vicino ai minimi dal 2021 mentre il mercato valuta le prospettive di un cessate il fuoco in Ucraina; l’oro ha ripiegato dopo cinque sedute di rialzi. Questi movimenti riflettono un crescente atteggiamento di cautela nelle ultime settimane di un anno segnato dai minimi di aprile, quando dazi statunitensi ai massimi del secolo hanno scosso i mercati, seguiti dal rimbalzo trainato dall’AI e dall’allentamento della Federal Reserve. Con una raffica di dati chiave in agenda questa settimana, gli investitori avranno un quadro più chiaro sulla tenuta di questa narrativa. In Asia l’attenzione è andata anche alle valute: lo yen si è rafforzato sotto 155 contro il dollaro in vista di una mossa della Bank of Japan che dovrebbe portare il tasso di riferimento al massimo dal 1995, venerdì; la rupia indiana è scesa su nuovi minimi storici e un numero crescente di funzionari sostiene la necessità di uno yuan più forte per riequilibrare l’economia cinese. I titoli tecnologici restano sotto osservazione, con le società legate all’intelligenza artificiale ancora sotto pressione: un indice MSCI dei tech asiatici è sceso per la seconda seduta di fila, avvicinandosi ai livelli più bassi da inizio dicembre, mentre alcuni investitori ruotano verso comparti rimasti finora all’ombra dei big tech. Altrove, Nasdaq Inc., il secondo mercato USA, cerca l’approvazione regolamentare per estendere gli orari di negoziazione a 23 ore nei giorni lavorativi. Negli Stati Uniti, il report occupazionale di novembre sarà decisivo per valutare il percorso dei tassi; includerà anche una stima dei payrolls di ottobre, rinviata per lo shutdown federale, mentre il CPI di novembre è atteso giovedì. I rendimenti dei Treasury decennali sono rimasti stabili intorno al 4,17% dopo il calo di lunedì, con il mercato che sconta due tagli dei tassi il prossimo anno a supporto dell’occupazione nonostante segnali di inflazione vischiosa. Gli strategist di Bloomberg notano come i trader sui tassi siano tornati a puntare su un 2026 con più rialzi che tagli, con rendimenti in lenta risalita a fungere da ostacolo per le azioni e un contesto meno favorevole anche per le obbligazioni. In un quadro in cui la Fed appare più focalizzata sulla debolezza del lavoro che sull’inflazione, il report occupazionale potrebbe confermare uno schema “bad news is good”, come osserva Chris Larkin (E*Trade di Morgan Stanley): dati deboli ma non disastrosi potrebbero alimentare aspettative più dovish. Tra i membri della Fed emergono sfumature diverse: il governatore Stephen Miran giudica la postura eccessivamente restrittiva; John Williams (New York) ritiene la politica ben posizionata per il prossimo anno dopo il recente taglio; Susan Collins (Boston) ha definito “al fotofinish” la decisione, preoccupata per l’inflazione ancora alta. Sul fronte societario, Mitsubishi UFJ è vicina a rilevare una partecipazione di minoranza nella indiana Shriram Finance; PayPal ha fatto domanda per diventare banca negli USA, sfruttando l’apertura dell’amministrazione Trump all’ingresso delle fintech nel sistema bancario; Ford contabilizzerà 19,5 miliardi di dollari di oneri legati al profondo riassetto del business EV, dopo anni di fatiche nel raggiungere la redditività. In Europa, le borse hanno chiuso in rialzo all’inizio di una settimana intensa per le banche centrali: lo Stoxx 600 ha guadagnato lo 0,8% con la maggior parte dei settori in verde. Giovedì la BCE terrà l’ultima riunione dell’anno, attesa sui tassi fermi al 2%; Christine Lagarde ha anticipato al FT la probabilità di un nuovo aumento delle stime di crescita a dicembre, dopo il ritocco a +1,2% di settembre. Nella settimana deliberano anche Bank of England, Riksbank e Norges Bank: per la BoE il taglio è possibile ma incerto; mercoledì sono attesi i dati sull’inflazione di area euro e Regno Unito. Sul fronte geopolitico, i leader UE discuteranno a Bruxelles il finanziamento all’Ucraina, incluso l’uso di asset russi congelati a garanzia di un prestito da 210 miliardi di euro. Alcuni titoli della difesa hanno ceduto terreno dopo che Volodymyr Zelenskyy ha offerto di rinunciare all’obiettivo di lungo termine di entrare nella NATO: Rheinmetall -2,6%, Renk -0,9%, Hensoldt -1%, Saab -0,2%. La neoquotata Magnum Ice Cream Company (spin-off di Unilever) ha chiuso a +6,6%. Argenx ha perso il 3,9% dopo lo stop a uno studio di fase 3 su una terapia per l’oftalmopatia tiroidea; Sanofi -3,3% dopo che il farmaco per la sclerosi multipla tolebrutinib non ha centrato l’endpoint principale e la FDA ha rinviato la decisione; Hikma -0,9% dopo le dimissioni dell’AD, mentre GSK ha guadagnato lo 0,5% grazie al parere positivo dell’EMA su depemokimab per asma grave e rinosinusite cronica. In conclusione, il quadro resta di “cautela costruttiva”: i prossimi dati USA (lavoro, CPI) possono spostare rapidamente la narrativa su tagli Fed e crescita, ma al momento siamo in un regime in cui la liquidità non manca del tutto e la volatilità è parte integrante del percorso. In pratica: evitare inseguimenti tattici sui temi già tirati (AI in primis), privilegiare qualità e resilienza (utile/ flussi di cassa, bilanci solidi), tenere una duration equilibrata con approccio a “barbell” (breve + medio), aumentare selettivamente credito investment grade e solo tatticamente il rischio, mantenere coperture su cambio e tasso (yen e curva USA in watchlist), usare le debolezze per ribilanciare piuttosto che per stravolgere il portafoglio. È il momento di far lavorare il processo: disciplina, gestione del rischio e pazienza pagano più di qualunque scommessa direzionale basata sul “dato del giorno”. I market movers di oggi sono: tasso di disoccupazione in Gran Bretagna, indice PMI del settore manifatturiero nell’Eurozona, indice ZEW delle condizioni economiche in Germania, variazione dell’occupazione non agricola elaborato NFP, salario orario medio, tasso di disoccupazione, vendite al dettaglio e indice PMI del settore manifatturiero negli Stati Uniti.
IERI
I listini dell’Asia hanno chiuso negativi. Nei singoli paesi lo Shanghai composite -0,34%, China A50 -0,37%, Hang Seng ha chiuso -1,29%, il Nikkei -1,24%, l’Australia -0,72%, Taiwan -1,17%, la Corea del Sud Kospi -1,44%, l’indice Indiano Sensex -0,28%. Il nostro FTSEMib +1,39%, Dax chiuso +0,18%, Ftse100 +1,06%, Cac40 +0,70%, Zurigo +1,12%. Lo S&P500 -0,16%, il Nasdaq -0,59%, il Russell2000 -0,81%. L’oro ha chiuso a 4.335,20 dollari l’oncia, mentre il petrolio ha scambiato a 56,67$ per il wti e 60,56$ per il brent inglese. Il prezzo del Natural Gas (TTF) quotato sul mercato di Amsterdam è di € 27,045. Lo spread BTP/BUND 67,540. L’indice VIX (il termometro dei mercati cioè la volatilità) chiude a 16,50%. Nel periodo pre-covid si attestava tra il 20% e l’11% e sono i due livelli entro cui vi è tranquillità nei mercati finanziari.
PRE-APERTURE
I listini dell’Asia si avviano a chiudere negativi. Nei singoli paesi lo Shanghai composite -1,15%, China A50 -1,01%, Hang Seng ha chiuso -2,07%, il Nikkei -1,35%, l’Australia -0,42%, Taiwan -1,19%, la Corea del Sud Kospi -2,16%, l’indice Indiano Sensex -0,59%. Al momento in cui scrivo, i mercati europei hanno una previsione di apertura negativa così come gli Stati Uniti. L’oro si attesta a 4.315,15 dollari l’oncia, mentre il petrolio chiude intorno ai valori di 56,26$ per il greggio e 60,16$ per il brent. Infine, il Bitcoin quota 86.411 e l’Ethereum 2.942.
Buona giornata.
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