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Pillole di Mercato

(49° settimana - anno 2025)

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Citazione del giorno:

Jim Rohn: “La disciplina ti porterà in luoghi dove la motivazione non può”

 

Gli asset giapponesi sono finiti sotto i riflettori in Asia: le azioni del Paese hanno guidato i rialzi nella regione dopo che i dati statunitensi hanno rafforzato le probabilità di un taglio dei tassi da parte della Federal Reserve la prossima settimana, mentre un collocamento di titoli di Stato trentennali ha registrato la domanda più forte dal 2019. Topix e Nikkei 225 sono saliti entrambi di oltre il 1,7% contro un progresso dello 0,5% dell’indice più ampio di MSCI sui mercati asiatici; gli indici di Corea del Sud e Taiwan hanno interrotto una striscia di due sedute positive. I future sui listini USA sono rimasti stabili dopo il +0,3% dello S&P 500 della seduta precedente, mentre Bitcoin si è mosso intorno a 93.000 dollari dopo un rally di due giorni. I dati di mercoledì hanno mostrato che a novembre le aziende statunitensi hanno ridotto i salariati al ritmo più intenso dall’inizio del 2023, alimentando i timori di un indebolimento più marcato del mercato del lavoro. La struttura a termine sui derivati indicava un aumento delle attese per un taglio a dicembre, con i trader che assegnavano oltre il 90% di probabilità a una riduzione di 25 punti base. A differenza di altri mercati asiatici, il Giappone è più sensibile alle dinamiche sulle attese di allentamento della Fed, anche perché la banca centrale statunitense può dettare il ritmo alla Bank of Japan attraverso il canale del cambio: una convinzione più solida sui tagli della Fed, allentando la pressione sullo yen, potrebbe consentire alla BoJ di restare accomodante più a lungo. I titoli di Stato giapponesi a 30 anni sono saliti di prezzo dopo l’esito dell’asta, che ha fatto seguito a un collocamento di decennali all’inizio della settimana anch’esso ben assorbito. Insieme, i risultati hanno dato sollievo a un mercato che ha visto i rendimenti impennarsi tra rinnovate preoccupazioni fiscali e scommesse su un possibile rialzo dei tassi nella riunione BoJ del 19 dicembre. Secondo gli strateghi di Bloomberg, gli investitori sui JGB sembrano aver trovato il livello di rendimento “preferito” sulla scadenza trentennale, con un rapporto di copertura delle offerte pari a 4,04, il più alto dal 2019, e un prezzo di aggiudicazione superiore alle attese della vigilia: segnali che di solito indicano il ritorno di acquirenti di lungo periodo. In Australia, all’opposto, i rendimenti sono saliti ai massimi dell’anno complice la crescente speculazione che la banca centrale possa tornare ad aumentare i tassi per frenare l’inflazione. Sul fronte valutario, un indicatore del dollaro è rimasto stabile dopo il calo dello 0,4% della seduta precedente, quando i Treasury sono saliti lungo l’intera curva e il rendimento biennale è sceso intorno al 3,48%. La rupia indiana è scivolata a un nuovo minimo storico contro il dollaro mentre persistono i ritardi nel definire un accordo commerciale con gli Stati Uniti. Separatamente, la Cina ha fissato il fixing giornaliero dello yuan a un livello significativamente più debole delle stime, segnale che la banca centrale punta a limitare i rialzi di una valuta gestita che si avvicina alla soglia psicologica di 7 per dollaro. All’interno dell’MSCI Asia Pacific, i titoli ciclici come industriali e finanziari sono stati tra i maggiori contributori alla seduta positiva; nonostante movimenti contenuti nel corso della settimana, l’indice regionale si avvia alla terza giornata consecutiva di rialzo dopo il +2,7% messo a segno la scorsa ottava, il più ampio da inizio ottobre. Il miglioramento del sentiment è legato al dato ADP di novembre e alle crescenti speranze di un taglio della Fed già la prossima settimana. Sulle materie prime, l’argento ha ritracciato pur restando vicino ai massimi storici sostenuto dalle scommesse su un allentamento monetario negli USA, l’oro è sceso leggermente e il petrolio ha mantenuto un modesto rialzo mentre gli investitori valutano la prospettiva di un cessate il fuoco in Ucraina e gli effetti delle tensioni tra Stati Uniti e Venezuela. Sul fronte geopolitico e commerciale, Emmanuel Macron e Xi Jinping si sono incontrati a Pechino per discutere legami economici, tensioni commerciali, Taiwan e la guerra in Ucraina; secondo il segretario al Commercio Howard Lutnick, Washington si attende un importante impegno d’investimento da parte di Taiwan nei colloqui commerciali. Quanto all’outlook Fed, nonostante la fiducia apparente dei mercati i policymaker restano divisi sull’opportunità di un terzo taglio consecutivo, cercando un equilibrio tra il rallentamento del lavoro e un’inflazione ancora elevata. Sempre mercoledì, l’attività dei servizi negli USA è cresciuta a un ritmo leggermente più rapido e la componente dei prezzi pagati è scesa ai minimi di sette mesi. Prima dell’ultimo meeting dell’anno, i funzionari riceveranno una lettura arretrata dell’indicatore d’inflazione preferito: venerdì è atteso il rapporto sui redditi e consumi di settembre, pubblicazione rinviata dallo shutdown, che includerà l’indice PCE e la misura core al netto di alimentari ed energia; i consensus indicano un terzo aumento consecutivo dello 0,2% sul core, tale da mantenere il dato tendenziale poco sotto il 3%, segnale di pressioni sui prezzi stabili ma persistenti. In questo contesto, per alcuni analisti i dati giustificano ulteriori tagli del tasso sui fed funds: la domanda di lavoro è debole, la spesa delle famiglie mostra segnali iniziali di raffreddamento e i rischi di rialzo sull’inflazione stanno svanendo. Sul fronte corporate, Paramount Skydance ha più che raddoppiato la break-up fee nella proposta per acquisire Warner Bros. Discovery portandola a 5 miliardi di dollari per rendere l’offerta più attrattiva; la borsa di Singapore valuta l’acquisto dell’unità australiana di Cboe Global Markets secondo l’Australian Financial Review; durante uno dei suoi frequenti viaggi in Australia, Larry Fink di BlackRock ha messo nel mirino una boutique finanziaria guidata da un ex campione olimpico, preludio a un investimento da 25 milioni di dollari australiani per entrare con decisione in uno dei sistemi pensionistici più ricchi al mondo; a Hong Kong, New World Development non ha ottenuto il pieno supporto dei creditori nel piano di scambio obbligazionario che prevedeva tagli al valore dei titoli; Microsoft è scesa del 2,5% su indiscrezioni di domanda più debole per alcuni strumenti di intelligenza artificiale, sebbene la società abbia ribadito di non aver ridotto le quote di vendita aggregate per i prodotti AI. In Europa, le borse hanno chiuso in lieve progresso: lo Stoxx 600 è avanzato di quasi lo 0,1% con un quadro misto tra settori e listini. A Wall Street, S&P 500 e Dow Jones sono rimasti in territorio positivo, mentre qualche debolezza nel comparto tecnologico ha appesantito il Nasdaq. Gli investitori valutano la possibilità di un rally di fine anno, sostenuti dalla stagionalità favorevole di dicembre e dal fatto che novembre è stato un mese debole per alcune big cap reduci da prese di profitto. Tra i singoli titoli europei, Inditex ha riportato risultati solidi sui nove mesi con vendite in valuta costante in aumento del 10,6% tra il 1° novembre e il 1° dicembre rispetto allo stesso periodo del 2024, spingendo il titolo fino a +10%; il gruppo ha evidenziato collezioni autunno-inverno ben accolte e un’espansione del margine lordo. Hugo Boss ha aggiornato la guidance nell’ambito di un riassetto strategico per “spianare la strada a una crescita redditizia”, prevedendo per il 2026 un EBIT tra 300 e 350 milioni di euro e un calo delle vendite nel breve periodo, con il titolo in flessione di quasi il 10%. Smiths Group ha annunciato la vendita della divisione di screening bagagli Smiths Detection a CVC per 2 miliardi di sterline, proseguendo dopo la recente cessione dell’unità di componentistica elettronica; il titolo ha chiuso in lieve rialzo. Drax Group è salita del 4,4% grazie all’avanzamento del buyback annunciato a luglio. Airbus ha guadagnato il 4% a Francoforte dopo aver ridotto il target di consegne a 790 aeromobili a causa di un problema di qualità su pannelli di fusoliera della famiglia A320; Stellantis è balzata del 7,7% dopo l’upgrade di UBS a Buy, con la banca d’affari che scommette su un “comeback americano” favorito da standard emissivi USA più morbidi e misure di efficienza interne. Gli investitori globali guardano alla decisione Fed del 10 dicembre, con i mercati che prezzano una probabilità intorno all’89% di un taglio, ben superiore ai livelli di metà novembre secondo il CME FedWatch Tool. In sintesi, la seduta racconta un’Asia che trova slancio soprattutto in Giappone, sospinta da un mix di aspettative su un taglio Fed imminente e segnali di domanda solida sui JGB a lunga. Il filo conduttore resta la stessa triade: dati USA “datati” ma in progressiva debolezza, inflazione che si normalizza a scatti, banche centrali divise sul passo successivo. In questo contesto l’azionario rimbalza a ondate, il dollaro respira, i rendimenti oscillano: non è un cambio di regime netto, ma una fase in cui il mercato prova a scontare un atterraggio morbido con un altro taglio “di gestione del rischio”. Per me, l’approccio resta operativo ma disciplinato: partecipare al recupero dove la traiettoria macro lo consente (Giappone ciclico, qualità in USA), tenendo la coperta corta sul rischio tasso e ricordando che ogni ripresa senza conferme nei dati sarà facile preda di volatilità. I market movers di oggi sono: saldo della bilancia commerciale in Australia, vendite al dettaglio nell’Eurozona, richieste dei sussidi alla disoccupazione negli Stati Uniti.

 

IERI

I listini dell’Asia hanno chiuso misti. Nei singoli paesi lo Shanghai composite -0,64%, China A50 -0,70%, Hang Seng ha chiuso -1,31%, il Nikkei +1,18%, l’Australia +0,18%, Taiwan +0,83%, la Corea del Sud Kospi +1,10%, l’indice Indiano Sensex -0,29%. Il nostro FTSEMib +0,06%, Dax chiuso -0,12%, Ftse100 -0,10%, Cac40 +0,16%, Zurigo -0,27%. Lo S&P500 +0,25%, il Nasdaq +0,59%, il Russell2000 -0,17%. L’oro ha chiuso a 4.241,65 dollari l’oncia, mentre il petrolio ha scambiato a 59,06$ per il wti e 62,75$ per il brent inglese.  Il prezzo del Natural Gas (TTF) quotato sul mercato di Amsterdam è di € 28.075. Lo spread BTP/BUND 69,770. L’indice VIX (il termometro dei mercati cioè la volatilità) chiude a 16,59%. Nel periodo pre-covid si attestava tra il 20% e l’11% e sono i due livelli entro cui vi è tranquillità nei mercati finanziari.

 

PRE-APERTURE

I listini dell’Asia si avviano a chiudere positivi. Nei singoli paesi lo Shanghai composite -0,10%, China A50 +0,12%, Hang Seng ha chiuso +0,02%, il Nikkei +2,18%, l’Australia +0,27%, Taiwan +0,01%, la Corea del Sud Kospi -0,42%, l’indice Indiano Sensex +0,30%. Al momento in cui scrivo, i mercati europei hanno una previsione di apertura positiva così come gli Stati Uniti. L’oro si attesta a 4.212,80 dollari l’oncia, mentre il petrolio chiude intorno ai valori di 59,32$ per il greggio e 62,98$ per il brent. Infine, il Bitcoin quota 93.083 e l’Ethereum 3.187.

 

Buona giornata.

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