Pillole di Mercato
- Federico Caligiuri

- 18 ore fa
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(48° settimana - anno 2025)

Citazione del giorno:
Antoine de Saint-Exupéry: “Amare non è guardarsi l’un l’altro, ma guardare nella stessa direzione”
Le Borse globali sono tornate a un passo dall’azzerare le perdite di novembre, mentre il riaccendersi delle scommesse su tagli dei tassi da parte della Federal Reserve ha ridato fiato ai listini dopo la correzione innescata dai timori su valutazioni eccessive nell’AI. L’MSCI All Country World Index ha messo a segno la quinta seduta consecutiva di rialzo giovedì, riducendo il calo mensile allo 0,5% dopo sette mesi di guadagni consecutivi; in Asia gli indici, anch’essi reduci da una serie positiva simile, sono saliti dello 0,5% limando le perdite di novembre al 2%. I future segnalavano un’apertura tiepida per l’Europa, mentre gli Stati Uniti sono chiusi per il Thanksgiving; mercoledì, intanto, l’azionario europeo aveva chiuso in territorio positivo sull’onda di aspettative crescenti per un taglio Fed a dicembre. Lo Stoxx 600 dell’area europea ha terminato la seduta con un progresso vicino all’1,1%, con la maggior parte dei settori e delle principali piazze in verde. Gli indici regionali hanno seguito Wall Street e l’Asia-Pacifico in scia alla convinzione che la Fed possa tagliare il 9-10 dicembre: il CME FedWatch indica quasi l’85% di probabilità per un quarto di punto e il presidente della Fed di New York John Williams venerdì ha ribadito che c’è spazio per ridurre i tassi “nel breve termine”. I mercati hanno trovato ulteriore supporto dopo che il Segretario al Tesoro USA Scott Bessent ha dichiarato a CNBC che c’è “un’ottima possibilità” che Trump nomini il nuovo presidente della Fed prima di Natale; le aspettative si stanno orientando verso Kevin Hassett, direttore del National Economic Council, indicato da Bloomberg come frontrunner e percepito come favorevole a tassi più bassi. Nel Regno Unito i riflettori sono stati puntati sull’Autumn Budget di mercoledì: la Cancelliera dello Scacchiere Rachel Reeves ha presentato un pacchetto di spesa e imposte in un contesto di vincoli autoimposti su deficit e debito e di un “buco” fiscale da colmare; l’Office for Budget Responsibility ha pubblicato in anticipo le sue previsioni macro-fiscali, innescando oscillazioni sui gilt. Il decennale britannico è salito dopo un iniziale calo di 4 pb, salvo invertire rapidamente la rotta ed essere visto a fine seduta 2 pb più in basso; analogo il movimento sulla parte corta. Le banche UK hanno vissuto un andamento a fisarmonica, inizialmente in rialzo sull’aspettativa di scampare a nuove imposte, poi in calo dopo la pubblicazione anticipata dei dettagli di bilancio e infine in ripresa a fine giornata: Barclays ha chiuso a +3%, NatWest circa +2% e Lloyds +3,4%. Reeves ha confermato l’introduzione di una council tax sulle proprietà oltre 2 milioni di sterline; tra i titoli immobiliari e costruzioni, Persimmon ha perso quasi lo 0,2%, Taylor Wimpey l’1,7%, The Berkeley Group quasi il 3%, mentre Barratt Redrow è rientrata in positivo per poi chiudere a –0,4%; la sterlina è salita dello 0,5% a 1,323 dollari. Gli investitori europei hanno seguito anche gli sviluppi dei negoziati guidati dagli USA su un possibile accordo di pace per l’Ucraina: martedì il presidente Donald Trump ha parlato di un’intesa “molto vicina”, indicando incontri del suo inviato speciale Steve Witkoff con Vladimir Putin a Mosca e del Segretario dell’Esercito Dan Driscoll con la parte ucraina; secondo indiscrezioni, Kyiv avrebbe accettato i termini rielaborati del piano. I titoli della difesa europea si sono mossi al rialzo, con la tedesca Rheinmetall in chiusura a +1,9%. Altrove, Novo Nordisk è salita del 4,7% dopo che i Centers for Medicare & Medicaid Services hanno annunciato il prezzo negoziato dal 2027 per Ozempic e Wegovy a 274 dollari per i pazienti Medicare, pari a uno sconto del 71% rispetto al listino attuale. In Cina l’attenzione era sul comparto immobiliare dopo che China Vanke ha proposto il rinvio del rimborso di un bond domestico, spingendo alcune sue obbligazioni ai minimi storici; Bitcoin ha trattato sopra 91.000 dollari e un indice Bloomberg del dollaro ha segnato il terzo calo consecutivo. I movimenti riflettono aspettative più salde su un allentamento Fed: i money market prezzano circa l’85% di probabilità per un taglio di un quarto di punto il mese prossimo e tre ulteriori interventi entro fine 2026; una settimana fa gli operatori si attendevano in totale solo tre tagli. Il quadro cross-asset segnala un cauto ottimismo dopo che, a inizio mese, le preoccupazioni sulle valutazioni tech avevano colpito le azioni; contribuisce anche la prospettiva di un presidente Fed percepito come favorevole a tagli. “Sembra che l’ottimismo sui tagli Fed abbia per ora compensato i timori di bolla AI”, ha detto Charu Chanana (Saxo Markets), aggiungendo che un dollaro più debole offre un ulteriore sostegno all’Asia. Il Beige Book della Fed ha evidenziato un lieve calo dell’occupazione e un aumento moderato dei prezzi sulla base dei contatti regionali; la spesa è calata ulteriormente, salvo che nella fascia alta, mentre le nuove richieste di sussidio sono scese lievemente contro attese di aumento. La striscia di quattro sedute di rally dei Treasury si è interrotta mercoledì, con il decennale al 4%, dopo dati sul lavoro migliori delle attese: per Ian Lyngen (BMO) i report confermano “incroci di tendenze” e una performance reale mista, ma non tale da deviare la Fed da un taglio di 25 pb il 10 dicembre. Secondo Bloomberg Economics, la novità più rilevante del Beige Book è il calo, seppur lieve, dell’occupazione in quasi metà dei distretti, elemento che potrebbe spostare l’ago della bilancia verso un taglio di 25 pb al prossimo FOMC del 9-10 dicembre. Le attese di allentamento sono aumentate anche dopo l’indicazione di Kevin Hassett come principale candidato alla guida della Fed, scelta in linea con la spinta di Trump per tassi più bassi. Gli operatori guardano anche al dollaro, con il Bloomberg Dollar Spot Index in calo per la terza seduta: per Kaitlyn Buhariwalla (Westpac) i rischi maggiori per il biglietto verde sono l’indebolimento del mercato del lavoro e rinnovati timori per l’indipendenza della Fed. Nel real estate cinese, oltre a Vanke, i segnali di tensione si sono propagati ad altri emittenti non ancora in default, con il bond in dollari 2028 di Longfor Group in discesa; a Hong Kong, New World Development ha ottenuto ulteriore sostegno dei bondholder al piano di scambio del debito. Tra le materie prime, il petrolio è scivolato leggermente mentre gli investitori seguono gli sforzi guidati dagli USA per porre fine alla guerra in Ucraina e guardano al meeting OPEC+ del fine settimana. Sul fronte societario, Anta Sports sarebbe tra i gruppi che esplorano un possibile takeover di Puma; il Pentagono ha concluso che Alibaba, Baidu e BYD dovrebbero essere aggiunte alla lista di società che supportano l’esercito cinese, secondo una lettera al Congresso inviata circa tre settimane prima della tregua commerciale tra Trump e Xi; Asahi Group ha previsto un ritardo oltre 50 giorni nella pubblicazione dei risultati dopo un grave cyberattacco; un indicatore di rischio sul debito Oracle ha toccato il massimo triennale a novembre e, secondo Morgan Stanley, la traiettoria peggiorerà nel 2026 se il gruppo non rassicurerà sugli investimenti massicci in AI; i CDS di SoftBank sono saliti al livello più alto da aprile, con gli investitori più cauti sulla crescita alimentata dal debito in un contesto di competizione globale in intensificazione. In conclusione, il filo della seduta è un ritorno di fiducia alimentato da tre fattori che si auto rafforzano - probabilità elevate di un taglio Fed a dicembre, dollar softness e segnali di alleggerimento delle tensioni geopolitiche - che bastano a neutralizzare, per ora, i timori di eccessi valutativi nell’AI. La traiettoria resta però condizionata da due variabili: la qualità dei prossimi dati USA, soprattutto lavoro e spesa, e la governance della politica monetaria nei mesi in cui si definirà la nuova leadership della Fed. Se il Beige Book anticipa un raffreddamento “ordinato” dell’occupazione e l’indipendenza della banca centrale non viene messa in discussione, il mercato può trasformare questo rimbalzo in un’estensione più strutturale; in caso contrario, riemergeranno volatilità e selettività, con premi al rischio riallineati verso bilanci solidi, visibilità sugli utili e minore leva. I market movers di oggi sono: rapporto della GfK sulla fiducia dei consumatori in Germania, permessi di costruzioni rilasciati negli Stati Uniti. I mercati a stelle e strisce sono chiusi per il “Thanksgiving”
IERI
I listini dell’Asia hanno chiuso in positivo. Nei singoli paesi lo Shanghai composite -0,16%, China A50 +0,87%, Hang Seng ha chiuso +0,21%, il Nikkei +1,88%, l’Australia +0,81%, Taiwan +1,85%, la Corea del Sud Kospi +2,47%, l’indice Indiano Sensex +0,90%. Il nostro FTSEMib +1,01%, Dax chiuso +1,11%, Ftse100 +0,85%, Cac40 +0,88%, Zurigo +0,48%. Lo S&P500 +0,69%, il Nasdaq chiuso +0,82%, il Russell2000 +0,91%. L’oro ha chiuso a 4.196,30 dollari l’oncia, mentre il petrolio ha scambiato a 58,56$ per il wti e 62,44$ per il brent inglese. Il prezzo del Natural Gas (TTF) quotato sul mercato di Amsterdam è di € 29,180. Lo spread BTP/BUND 72,170. L’indice VIX (il termometro dei mercati cioè la volatilità) chiude a 17,19%. Nel periodo pre-covid si attestava tra il 20% e l’11% e sono i due livelli entro cui vi è tranquillità nei mercati finanziari.
PRE-APERTURE
I listini dell’Asia si avviano a chiudere in positivo. Nei singoli paesi lo Shanghai composite +0,45%, China A50 +0,45%, Hang Seng ha chiuso +0,40%, il Nikkei +1,24%, l’Australia +0,13%, Taiwan +0,53%, la Corea del Sud Kospi +0,61%, l’indice Indiano Sensex +0,41%. Al momento in cui scrivo, i mercati europei hanno una previsione di apertura poca sopra la parità mentre gli Stati Uniti sono chiusi per festività. L’oro si attesta a 4.185,15 dollari l’oncia, mentre il petrolio chiude intorno ai valori di 58,40$ per il greggio e 62,19$ per il brent. Infine, il Bitcoin quota 91.055 e l’Ethereum 3.027.
Buona giornata.
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