Pillole di Mercato
- Federico Caligiuri

- 2 giorni fa
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(47° settimana - anno 2025)

Citazione del giorno:
Proverbio Arabo: “A differenza dello stomaco, il cervello non ti avverte quando è vuoto”
Le azioni sono scivolate in attesa dei conti di Nvidia, un test cruciale per la stabilità dei mercati, dopo che i timori su valutazioni troppo elevate hanno innescato una correzione che ha bruciato circa 1,6 trilioni di dollari di capitalizzazione globale. In Asia i listini hanno ceduto lo 0,3%, estendendo le perdite alla quarta seduta consecutiva; i futures sull’S&P 500 sono arretrati dello 0,2% e quelli sul Nasdaq 100 dello 0,3%, mentre i contratti segnalavano un avvio più debole anche per l’Europa. Martedì il Bloomberg World Exchange Market Capitalization Index ha ridotto il valore complessivo a 144,7 trilioni di dollari, con cali concentrati tra Stati Uniti ed Europa. Bitcoin ha perso ulteriore terreno e tratta intorno a 90.000 dollari. Le Borse globali oscillano sui minimi di un mese mentre Wall Street mette in discussione l’effettivo ritorno degli ingenti investimenti in AI; il focus è ora su Nvidia, i cui risultati di mercoledì testeranno il sentiment nel cuore del boom dell’intelligenza artificiale e potrebbero impostare la direzione del mercato dopo il rally iniziato ad aprile. “Gli investitori sono ancora nervosi”, ha spiegato Vey-Sern Ling di Union Bancaire Privée, ricordando che le valutazioni restano elevate, il mercato del lavoro USA e i tassi della Fed sono incerti e molti preferiscono ridurre il rischio in vista di fine anno. L’S&P 500 è sceso per la quarta seduta di fila, la serie negativa più lunga da fine agosto, ed è in calo di oltre il 3% nel mese; la volatilità è tornata a farsi sentire, con il VIX oltre 24, sopra la soglia-attenzione di 20 e sui massimi da un mese. Secondo Bob Diamond, già CEO di Barclays e oggi alla guida di Atlas Merchant Capital, il recente tumulto assomiglia a una “correzione sana” legata alla difficoltà di prezzare la trasformazione tecnologica e non a un avvio di mercato orso; altri investitori, come Davide Serra (Algebris), avvertono però del rischio di una correzione significativa sulle big dell’AI. La debolezza che attraversa i listini sta raggiungendo anche il credito, con gli spread dai corporate investment grade ai junk bond vicini ai massimi di settimane. Intanto gli operatori soppesano la probabilità di un taglio dei tassi a dicembre: la fiducia è scesa sotto il 50% e diversi policymaker hanno invitato alla cautela per il rischio inflazione, sebbene il governatore Christopher Waller abbia ribadito la preferenza per un nuovo allentamento. Sul primario USA i Treasury sono rimasti poco mossi, con il decennale al 4,12% dopo tre punti base di calo martedì; in Giappone i governativi hanno parzialmente ridotto le perdite dopo un’asta a 20 anni che ha mostrato investitori prudenti sull’offerta extra in vista del primo pacchetto economico del premier Sanae Takaichi. Nel comparto delle commodity, il petrolio è sceso complice il report sulle scorte USA in aumento, che ha bilanciato i timori per l’impatto delle sanzioni occidentali sulla Russia; l’oro è rimasto stabile. Un indice Bloomberg del dollaro ha tratto sostegno e si è mantenuto tonico, mentre secondo Lim Chow Kiat (GIC) e Jenny Johnson (Franklin Templeton) i dubbi sul ruolo del biglietto verde come valuta dominante della finanza globale appaiono esagerati. Tornando a Nvidia, la società pesa ormai più dei tre settori energia, materiali e real estate messi insieme e, a giorni alterni, supera perfino l’aggregato includendo anche le utility; è inoltre più grande dell’intero settore industriale, ha ricordato Ryan Grabinski (Strategas), sottolineando come l’esito dei conti possa propagarsi a mercati USA e internazionali: le aspettative sull’AI si sono raffreddate, ma un risultato forte potrebbe riaccendere l’ottimismo, con l’asticella tuttavia molto alta. Sul fronte corporate, Microsoft e Nvidia si sono impegnate fino a 15 miliardi di dollari complessivi su Anthropic, legando lo sviluppatore AI a due dei principali sostenitori di OpenAI; Xiaomi è scivolata ai minimi sei mesi dopo l’allerta su margini 2026 compressi da costi chip in rialzo e minori agevolazioni fiscali EV; Meta Platforms ha ottenuto una sentenza favorevole che esclude violazioni antitrust nelle acquisizioni di Instagram e WhatsApp. In Europa, martedì le Borse hanno chiuso in netto calo seguendo la correzione globale innescata dalle perdite tech a Wall Street: lo Stoxx 600 provvisorio a -1,8% sui minimi di un mese con tutti i principali listini e settori in rosso; il FTSE MIB ha perso il 2,12%, il FTSE 100 l’1,27%, mentre il DAX e il CAC 40 hanno segnato una seduta debole. Tra i singoli, Intermediate Capital Group è salita del 4,4% dopo l’annuncio di Amundi di una quota vicina al 10% nella società, mentre il titolo Amundi è arretrato del 3,6%; Akzo Nobel ha ceduto il 2,9% dopo l’annuncio di una fusione con Axalta; Roche è balzata del 6,8% grazie ai risultati positivi della Fase III sul nuovo farmaco orale per il tumore al seno; Novo Nordisk ha perso il 2,5% dopo l’anticipo del taglio del prezzo mensile di Wegovy negli USA a 349 dollari da 499 in accordo con la Casa Bianca. Negli Stati Uniti i listini hanno proseguito deboli in attesa dei dati sul lavoro, ritardati, e della trimestrale di Nvidia, al centro del dibattito su ampiezza del mercato, multipli elevati e fondamentali dell’AI, con la discussione che tocca anche il boom di emissioni di debito delle big tech e la rapida obsolescenza dei chip AI. In chiusura, il filo narrativo è quello di un mercato che ribilancia aspettative e realtà: valutazioni tese nell’AI, volatilità in ripresa e credito più nervoso convivono con un contesto macro ancora ambiguo e una Fed che potrebbe non affrettare ulteriori tagli. Nvidia diventa il crocevia emotivo e tecnico del mercato: se i conti confermassero ritorni convincenti sugli investimenti in AI, il rischio è che la barra resti comunque alta e la selettività aumenti; se invece deludessero, la correzione potrebbe estendersi, specie dove i multipli sono più fragili. Fino a nuove prove, prevale il “risk management”: meno esposizione ai segmenti più sensibili, attenzione al credito e all’andamento dei rendimenti, con l’idea che, più che una inversione di ciclo, questa possa rivelarsi una pausa di ri-prezzamento prima del prossimo movimento. I market movers di oggi sono: CPI (inflazione) in Gran Bretagna e Eurozona, permessi di costruzioni rilasciati, saldo della bilancia commerciale e verbali della riunione del FOMC negli Stati Uniti.
IERI
I listini dell’Asia hanno chiuso chiudere negativi. Nei singoli paesi lo Shanghai composite -1,07%, China A50 -0,30%, Hang Seng ha chiuso -2,12%, il Nikkei -2,91%, l’Australia -1,94%, Taiwan -2,52%, la Corea del Sud Kospi -3,15%, l’indice Indiano Sensex -0,21%. Il nostro FTSEMib -2,20%, Dax chiuso -1,80%, Ftse100 -1,53%, Cac40 -2,02%, Zurigo -0,89%. Lo S&P500 -0,82%, il Nasdaq chiuso -1,21%, il Russell2000 +0,21%. L’oro ha chiuso a 4.066,50 dollari l’oncia, mentre il petrolio ha scambiato a 60,67$ per il wti e 64,89$ per il brent inglese. Il prezzo del Natural Gas (TTF) quotato sul mercato di Amsterdam è di € 31,435. Lo spread BTP/BUND 75,470. L’indice VIX (il termometro dei mercati cioè la volatilità) chiude a 24,67%. Nel periodo pre-covid si attestava tra il 20% e l’11% e sono i due livelli entro cui vi è tranquillità nei mercati finanziari.
PRE-APERTURE
I listini dell’Asia si avviano a chiudere per lo più negativi. Nei singoli paesi lo Shanghai composite +0,40%, China A50 +0,96%, Hang Seng ha chiuso -0,45%, il Nikkei -0,33%, l’Australia -0,12%, Taiwan -0,66%, la Corea del Sud Kospi -0,61%, l’indice Indiano Sensex +0,28%. Al momento in cui scrivo, i mercati europei hanno una previsione di apertura negativa così come gli Stati Uniti. L’oro si attesta a 4.094,64 dollari l’oncia, mentre il petrolio chiude intorno ai valori di 60,55$ per il greggio e 64,78$ per il brent. Infine, il Bitcoin quota 90.690 e l’Ethereum 3.028.
Buona giornata.
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