Pillole di Mercato
- Federico Caligiuri

- 3 giorni fa
- Tempo di lettura: 5 min
(47° settimana - anno 2025)

Citazione del giorno:
Frase popolare: “Se un’amicizia dura più di 5 anni, allora non è un’amicizia: siete una famiglia”
Le azioni sono state vendute e Bitcoin ha toccato il minimo di sette mesi mentre gli investitori hanno ridotto l’esposizione agli asset più rischiosi in vista di una settimana cruciale con i conti di Nvidia e un rapporto chiave sul lavoro negli Stati Uniti. Un indicatore delle Borse globali è sceso vicino ai minimi di un mese; in Asia i listini hanno perso il 2,1%, scivolando sotto la media mobile a 50 giorni per la prima volta da aprile, un segnale che alcuni interpretano come ribassista, mentre il sentiment è peggiorato con Bitcoin sotto 90.000 dollari. I futures su S&P 500, Nasdaq 100 e sull’azionario europeo hanno indicato ulteriori cali, a fronte di un movimento di “de-risking” che ha sostenuto i bond: il rendimento del Treasury decennale è sceso di tre punti base al 4,11%. Come ha osservato Thomas Bureau di Societe Generale, gli indici azionari stanno scendendo nervosamente e Bitcoin, spesso visto come proxy di rischio ad alta beta, sta rispecchiando questi movimenti quasi “tick-for-tick”, una correlazione che aggiunge stress perché la debolezza cripto rafforza la percezione di liquidità più scarsa e di avversione al rischio. Le mosse riflettono l’incertezza persistente su tassi e utili tech, con il report di Nvidia di mercoledì chiamato a testare i nervi su valutazioni elevate nel settore dell’intelligenza artificiale; l’attenzione passerà poi al rapporto sul lavoro di settembre, slittato a giovedì, che offrirà indicazioni sulle prossime mosse della Fed. Intanto aumentano i segnali tecnici d’allarme: la brusca flessione dell’S&P 500 di lunedì ha esteso il calo dal record del 28 ottobre al 3,2% e l’indice ha chiuso sotto la media a 50 giorni per la prima volta in 139 sedute, interrompendo la seconda striscia più lunga del secolo sopra quella trendline; anche il Nasdaq Composite lancia segnali “brutti”, con più titoli ai minimi a 52 settimane che ai massimi, segno di debolezza interna che rende improbabile un rally sostenuto, secondo John Roque di 22V Research. Come nota Nick Twidale di AT Global Markets, è stato un anno complessivamente positivo, ma i nervi stanno aumentando verso fine anno e nelle prossime settimane, con l’avvicinarsi del periodo natalizio, la volatilità potrebbe restare elevata. Per gli strategist di Bloomberg, l’appetito per il rischio si è prosciugato tra timori di surriscaldamento dell’AI e lo shock di un possibile rinvio di un taglio dei tassi di 25 punti base da parte della Fed; tuttavia, se l’economia statunitense resterà resiliente e la banca centrale si dirà pronta ad allentare in caso contrario, è probabile che l’azionario USA e globale riesca a riprendersi da questa fase. Sul valutario, un indice del dollaro ha mantenuto i guadagni della vigilia; l’oro ha registrato la quarta seduta di ribassi e tratta poco sopra 4.000 dollari l’oncia, movimento sostenuto dall’attenuarsi delle aspettative di un taglio Fed il mese prossimo, visto che tassi più bassi di solito favoriscono il metallo privo di cedola. Tra i catalizzatori micro, le azioni Nvidia sono scese a Wall Street dopo che una comunicazione ha mostrato la vendita della partecipazione da parte dell’hedge fund di Peter Thiel nel terzo trimestre; la discesa di Bitcoin ha prolungato una correzione mensile che ha cancellato i guadagni del 2025 e ha colpito il sentiment sull’intero universo digital asset, in un contesto appesantito da venti contrari macro, rinnovate preoccupazioni sulla politica dei tassi e valutazioni tese nei segmenti più speculativi. Come ha sottolineato Homin Lee di Lombard Odier, la volatilità cripto sta contagiando altri asset rischiosi e la ricalibrazione della probabilità di un taglio Fed a dicembre contribuisce ai timori; la tensione potrebbe allentarsi con un dato occupazionale più debole o con utili di Nvidia nettamente sopra le attese. Il percorso dei tagli resta l’altro grande tema: il vicepresidente della Fed Philip Jefferson vede rischi sul mercato del lavoro sbilanciati al ribasso e invita alla prudenza, mentre il governatore Christopher Waller sostiene un taglio a dicembre richiamandosi a dati occupazionali deboli; i trader prezzano circa il 40% di probabilità di allentamento il mese prossimo. Per Dilin Wu di Pepperstone, i funzionari insistono su un’inflazione appiccicosa e un “vuoto informativo” che rende difficile leggere l’effettivo slancio dell’economia. Sul fronte societario europeo, Akzo Nobel sarebbe in trattative avanzate per combinarsi con Axalta; le azioni di Pinkfong, creatore di Baby Shark, sono balzate fino al 62% al debutto sostenute da una piccola IPO molto richiesta; Amazon ha collocato 15 miliardi di dollari nel suo primo bond in USD da tre anni, proseguendo la serie di maxi emissioni tech; Gina Rinehart è diventata la maggiore azionista della statunitense MP Materials, rafforzando la scommessa sui minerali strategici; Apple ha visto le vendite di smartphone in Cina salire del 37% su base mensile grazie alla serie iPhone 17. In Europa, lunedì le Borse hanno chiuso in calo, cancellando i progressi iniziali: lo Stoxx 600 preliminare a -0,53% con la maggior parte dei settori e dei listini in territorio negativo; tra i singoli, Saab ha ridotto i guadagni intraday dopo l’annuncio del contratto da 3,6 miliardi di dollari con la Colombia per 17 Gripen, chiudendo comunque a +2,6%; Airbus ha segnato un lieve rialzo attorno allo 0,4% tra indiscrezioni di un ordine vicino a 100 aerei per flydubai; WPP è balzata dell’11% sulla scia di interessi da parte di private equity e di un competitor, mentre il sentiment resta fragile dopo una settimana pesante per l’azionario europeo, zavorrato da timori di bolla AI e debolezza macro globale. Negli USA, i listini sono rimasti misti in attesa dei conti Nvidia e del jobs report di settembre; in parallelo, in Asia-Pacifico i mercati hanno trattato in modo contrastato mentre gli investitori valutavano l’inasprirsi delle frizioni tra Giappone e Cina dopo l’avvertimento di Pechino sui viaggi e i programmi di studio in Giappone. In chiusura, l’immagine che emerge è quella di un mercato che tira il freno davanti a tre prove ravvicinate: valutazioni elevate nel comparto AI, traiettoria dei tassi ancora ambigua e dati occupazionali pronti a rimettere in discussione la narrativa. La fuga dal rischio ha spinto in alto i bond e messo sotto pressione gli asset più ciclici e speculativi, con la volatilità delle cripto a fare da cassa di risonanza. Se i dati sul lavoro dovessero raffreddarsi e Nvidia confermasse una crescita all’altezza delle aspettative, la fiducia potrebbe riaccendersi; in caso contrario, il mercato resterà difensivo, in attesa di un segnale più chiaro dalla Fed per capire se questa frenata è solo un inciampo di fine anno o l’inizio di una correzione più profonda. I market movers di oggi sono: verbali della riunione della RBA in Australia, produzione industriale negli Stati Uniti.
IERI
I listini dell’Asia hanno chiuso misti. Nei singoli paesi lo Shanghai composite -0,50%, China A50 -1,15%, Hang Seng ha chiuso -1,0,2%, il Nikkei -0,08%, l’Australia +0,02%, Taiwan +0,18%, la Corea del Sud Kospi +1,92%, l’indice Indiano Sensex +0,14%. Il nostro FTSEMib -0,52%, Dax chiuso -1,24%, Ftse100 -0,24%, Cac40 -0,63%, Zurigo -0,39%. Lo S&P500 -0,92%, il Nasdaq chiuso -0,84%, il Russell2000 -2,03%. L’oro ha chiuso a 4.074,50 dollari l’oncia, mentre il petrolio ha scambiato a 59,86$ per il wti e 64,20$ per il brent inglese. Il prezzo del Natural Gas (TTF) quotato sul mercato di Amsterdam è di € 31,490. Lo spread BTP/BUND 73,700. L’indice VIX (il termometro dei mercati cioè la volatilità) chiude a 22,38%. Nel periodo pre-covid si attestava tra il 20% e l’11% e sono i due livelli entro cui vi è tranquillità nei mercati finanziari.
PRE-APERTURE
I listini dell’Asia si avviano a chiudere negativi. Nei singoli paesi lo Shanghai composite -1,07%, China A50 -0,30%, Hang Seng ha chiuso -2,12%, il Nikkei -2,91%, l’Australia -1,94%, Taiwan -2,52%, la Corea del Sud Kospi -3,15%, l’indice Indiano Sensex -0,21%. Al momento in cui scrivo, i mercati europei hanno una previsione di apertura negativa così come gli Stati Uniti. L’oro si attesta a 4.015,41 dollari l’oncia, mentre il petrolio chiude intorno ai valori di 59,43$ per il greggio e 63,77$ per il brent. Infine, il Bitcoin quota 89.890,47 e l’Ethereum 3.003,7.
Buona giornata.
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