Pillole di Mercato
- Federico Caligiuri

- 1 giorno fa
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(46° settimana - anno 2025)

Citazione del giorno:
Cesare Pavese: “Non so di preciso cosa sia la magia, ma so che inizia sempre quando non te ne vuoi più andare. Dai luoghi, dai pensieri, dalle persone”
Le Borse asiatiche hanno frenato dopo quattro sedute consecutive di rialzi, penalizzate dall’incertezza sui tagli dei tassi della Federal Reserve e da valutazioni tirate del comparto tecnologico, mentre le criptovalute hanno arretrato. L’MSCI Asia Pacific è sceso dell’1,4%, con i titoli tech, tra cui SK Hynix, tra i principali perdenti, dopo commenti di esponenti della Fed che hanno smorzato le attese di un allentamento a dicembre; la correzione ha chiuso una settimana inizialmente sostenuta dall’ottimismo per la riapertura del governo USA e il conseguente ritorno dei dati macro chiave. I contratti sull’S&P 500 e sul Nasdaq 100 hanno oscillato dopo il calo degli indici nella seduta di giovedì, mentre per l’Europa si prospettava un avvio in ribasso. Sul fronte delle materie prime, il Brent è balzato fino al 3% per i crescenti rischi sull’offerta russa legati a incursioni militari ucraine e sanzioni statunitensi; la sterlina ha ceduto terreno contro tutte le valute del G10 dopo le indiscrezioni secondo cui il Cancelliere britannico Rachel Reeves starebbe valutando di accantonare l’aumento delle aliquote nominali dell’imposta sul reddito nella prossima manovra. Questi movimenti hanno inflitto un nuovo colpo al sentiment di rischio, evidenziato dalle vendite sui grandi nomi tecnologici in scia a timori di valutazioni eccessive, mentre sotto la superficie alcuni investitori hanno indicato una rotazione verso settori più difensivi; con l’effetto riapertura del governo USA ormai in gran parte scontato, l’attenzione torna all’ondata di dati in arrivo, con le probabilità di un taglio Fed a dicembre scese sotto il 50%. “I mercati sembrano spaventati in larga misura dai timori di eccessi sull’AI”, ha dichiarato Vishnu Varathan, responsabile macro per l’Asia ex Giappone di Mizuho Bank a Singapore, aggiungendo che una Fed più incline ad aspettare piuttosto che correre non crea condizioni favorevoli a un rimbalzo del tech, tipicamente più sensibile all’allentamento. Il presidente USA Donald Trump sta preparando sostanziali tagli tariffari per affrontare l’aumento dei prezzi alimentari insieme a una serie di nuovi accordi commerciali, nel tentativo di rispondere alle preoccupazioni degli elettori sul caro-vita. Con il peggioramento del sentiment, Bitcoin è sceso sotto 98.000 dollari ed è in calo di oltre il 20% dall’inizio di ottobre; i listini cinesi hanno mantenuto le perdite dopo dati deboli, un indice dei tecnologici asiatici ha ceduto il 2,8% avviandosi alla seconda settimana consecutiva di flessione e il Kospi sudcoreano, simbolo del boom legato all’intelligenza artificiale, è arretrato del 3,5%. Secondo gli strategist di Bloomberg, un fattore scatenante di questo contesto ansioso è l’idea che i cicli di taglio siano prossimi alla fine nelle principali economie sviluppate, con le banche centrali più concentrate sull’inflazione che sul sostegno alla crescita, complice anche una tenuta macro migliore del previsto. I titoli tecnologici sono sotto pressione mentre si bilancia l’ottimismo sui progressi dell’AI con i dubbi su valutazioni tirate; anche diversi CEO a Wall Street hanno adottato un tono più prudente, dato che il rialzo da aprile si è concentrato su un numero sempre più ristretto di nomi, alimentando l’allerta su possibili “eccessi” nel settore AI. A breve quelle valutazioni saranno messe alla prova: Nvidia, prima società al mondo per capitalizzazione a 4,5 trilioni di dollari, pubblicherà i conti la prossima settimana dopo un +39% da inizio anno, avanti sia all’S&P 500 sia al Nasdaq 100; “ci sono molti altri rischi destinati a influenzare i mercati fino a fine anno, con gli utili di Nvidia come focus fondamentale la prossima settimana”, ha scritto Chris Weston di Pepperstone, ipotizzando che ciò possa spingere “i trader a ridurre il rischio, consolidare le performance e attendere che il nastro giri e torni l’appetito per il rischio verso fine anno”. Con la firma di Trump che mette fine allo shutdown più lungo della storia USA, l’attenzione degli investitori si sposta ora sul flusso di dati in arrivo, sebbene il report sul lavoro di ottobre salterà il tasso di disoccupazione poiché il sondaggio alle famiglie non è stato condotto, come ha detto a Fox News il consigliere economico Kevin Hassett; alcuni operatori temono che l’assenza di dati chiave possa rafforzare la tesi di una pausa della Fed e, al momento, i prezzi di mercato indicano una probabilità sostanzialmente pari tra mantenimento e taglio a dicembre. Il presidente Jerome Powell ha ricordato il mese scorso che una riduzione “non è scontata” e dipenderà dalle informazioni in arrivo; Alberto Musalem (Fed di St. Louis) ha invitato alla cautela con un’inflazione ancora sopra target, Beth Hammack (Cleveland) ha osservato che la politica dovrebbe restare “moderatamente restrittiva” e Neel Kashkari (Minneapolis) ha precisato di non aver sostenuto l’ultimo taglio e di essere indeciso su dicembre. Nel comparto delle commodity, oro e argento hanno proseguito al rialzo puntando a robusti guadagni settimanali, sostenuti anche dalle attese che la Fed possa ridurre i tassi di nuovo il mese prossimo: l’oro è rimasto vicino a 4.200 dollari l’oncia, in progresso di circa il 5% nella settimana, mentre l’argento ha segnato oltre +10% in cinque sedute. Sul fronte societario, Verizon starebbe preparando l’annuncio di tagli occupazionali già la prossima settimana fino al 20% dell’organico; Kioxia è crollata del 23% dopo una guidance trimestrale deludente in un momento in cui a livello globale gli investitori stanno alleggerendo l’esposizione ai titoli tech più valutati; Merck sarebbe vicina ad acquisire Cidara Therapeutics, biotech impegnata nello sviluppo di un trattamento per l’influenza, secondo il Financial Times. In Europa, le Borse hanno chiuso in calo giovedì riducendo i progressi precedenti nonostante la fine dello shutdown USA: lo Stoxx 600 ha perso lo 0,6% con la maggior parte dei settori e dei listini in rosso; il FTSE 100 e il DAX hanno ceduto rispettivamente l’1,05% e l’1,39%, il CAC 40 lo 0,11% e il FTSE MIB quasi lo 0,1%, mentre l’Ibex 35 ha chiuso a -0,23%. Tra i singoli titoli, bene il farmaceutico con ALK e Zealand Pharma in rialzo dell’11,5% e del 5,2% dopo l’aumento della guidance di ALK; Burberry è arrivata a guadagnare fino al 7% grazie al primo aumento delle vendite comparabili in due anni, salvo poi chiudere in ribasso di oltre il 2%, con un +2% nel secondo trimestre rispetto al precedente e spinte del 3% nelle Americhe e in Cina; Siemens Healthineers ha perso il 3,4% dopo le indiscrezioni che la capogruppo Siemens cederà agli azionisti il 30% della partecipazione nella controllata. L’energia ha oscillato dopo un report dell’Agenzia Internazionale dell’Energia che ha alzato le stime sull’offerta: Equinor in lieve calo, Shell -0,5%, BP -1,7%, Eni +0,2% circa e TotalEnergies +1,6%, con il rapporto IEA che suggerisce un “peak oil” più lontano del previsto mentre è in corso il vertice COP30 in Brasile. In parallelo il mercato ha digerito le trimestrali di Siemens, Deutsche Telekom, Enel, Merck, Aviva e Alstom; sul fronte dati, il PIL del Regno Unito è cresciuto dello 0,1% nel terzo trimestre secondo le stime preliminari dell’ONS, uno degli ultimi aggiornamenti prima dell’Autumn Budget, con Deutsche Bank che definisce “deludente” l’estate 2025 e prevede scarsa accelerazione a fine anno per via di inflazione e disoccupazione in risalita, mentre l’incertezza di bilancio potrebbe frenare la spesa tra ottobre e novembre e rinviare decisioni di investimento e assunzioni al nuovo anno; nel complesso la banca stima per il 2025 un PIL a +1,4%, con rischi al ribasso già in formazione per il 2026. I market movers di oggi sono: produzione industriale e tasso di disoccupazione in Cina, PIL (3° trimestre) nell’Eurozona.
IERI
I listini dell’Asia hanno chiuso positivi con poche eccezioni. Nei singoli paesi lo Shanghai composite +0,56%, China A50 +0,75%, Hang Seng ha chiuso -0,04%, il Nikkei +0,35%, l’Australia -0,52%, Taiwan -0,16%, la Corea del Sud Kospi +0,56%, l’indice Indiano Sensex +0,35%. Il nostro FTSEMib -0,08%, Dax chiuso -0,30%, Ftse100 -1,05%, Cac40 -0,11%, Zurigo -0,25%. Lo S&P500 -1,66%, il Nasdaq chiuso -2,29%, il Russell2000 -2,78%. L’oro ha chiuso a 4.170,67 dollari l’oncia, mentre il petrolio ha scambiato a 58,70$ per il wti e 63,02$ per il brent inglese. Il prezzo del Natural Gas (TTF) quotato sul mercato di Amsterdam è di € 30,540. Lo spread BTP/BUND 73,420. L’indice VIX (il termometro dei mercati cioè la volatilità) chiude a 20,00%. Nel periodo pre-covid si attestava tra il 20% e l’11% e sono i due livelli entro cui vi è tranquillità nei mercati finanziari.
PRE-APERTURE
I listini dell’Asia si avviano a chiudere negativi. Nei singoli paesi lo Shanghai composite -0,36%, China A50 -0,63%, Hang Seng ha chiuso -1,47%, il Nikkei -1,83%, l’Australia -1,36%, Taiwan -1,81%, la Corea del Sud Kospi -3,59%, l’indice Indiano Sensex -0,30%. Al momento in cui scrivo, i mercati europei hanno una previsione di apertura sotto la pari così come gli Stati Uniti. L’oro si attesta a 4.192,26 dollari l’oncia, mentre il petrolio chiude intorno ai valori di 59,72$ per il greggio e 64,03$ per il brent. Infine, il Bitcoin quota 97.190 e l’Ethereum 3.178.
Buona giornata e buon fine settimana.
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