Pillole di Mercato
- Federico Caligiuri

- 5 nov
- Tempo di lettura: 5 min
(45° settimana - anno 2025)

Citazione del giorno:
Richard Feynman: “Se no riesci a spiegare qualcosa in modo semplice, significa che non l’hai ancora capita fino in fondo”
Le borse mondiali hanno esteso le perdite dopo la flessione più brusca registrata da quasi un mese, mentre cresce l’inquietudine per le valutazioni sempre più elevate dei listini. Gli investitori hanno mostrato un ritorno alla prudenza, spostandosi verso asset rifugio come Treasury e yen, che si è rafforzato contro il dollaro. I future americani segnalano un ulteriore arretramento per S&P 500 e Nasdaq 100, dopo la debole chiusura di lunedì, appesantita dai tecnologici. In Asia il tono è stato incerto fin dall’inizio, complice il crollo di Super Micro Computer nel dopo mercato e le previsioni poco brillanti di AMD, che non sono bastate a sostenere l’entusiasmo sull’intelligenza artificiale. Gli indici asiatici hanno perso in media l’1,3%, con il Kospi sudcoreano e il Nikkei giapponese in calo di circa il 3%, pur riducendo le perdite verso fine seduta. Anche per l’Europa i contratti indicano un’apertura debole. Intanto, il rendimento del Treasury decennale è sceso di due punti base al 4,07%, l’oro ha rimbalzato dopo la maggiore correzione della settimana precedente e il biglietto verde ha proseguito la sua corsa, segnando il quinto giorno consecutivo di rialzo. “Dopo un rialzo così sostenuto nei titoli tech, una pausa era inevitabile”, ha spiegato Charu Chanana, strategist di Saxo Markets a Singapore. “Il dollaro forte, la debolezza delle criptovalute e le valutazioni elevate dei Big Tech stanno pesando sul sentiment di mercato.” La correzione arriva dopo un rally poderoso, alimentato dall’euforia sull’AI e dalle attese di ulteriori tagli dei tassi da parte della Fed, che aveva spinto l’S&P 500 a guadagnare quasi il 40% dai minimi di aprile. Tuttavia, quel rialzo era stato sempre più concentrato su un numero ristretto di titoli, segnale di un mercato surriscaldato. Le avvertenze sul rischio di sopravvalutazione si moltiplicano e molti analisti parlano di una fisiologica “presa di fiato” più che di un vero cambio di tendenza. Solo tra martedì e mercoledì, la pressione in vendita ha bruciato circa 500 miliardi di dollari di capitalizzazione combinata nel settore dei semiconduttori, dal Philadelphia Semiconductor Index all’indice asiatico dei chip monitorato da Bloomberg. “C’è preoccupazione per le valutazioni eccessive e per la corsa all’AI, ma non credo che siamo già alla fine della bolla: ci sarà ancora spazio per chi cerca occasioni sui ribassi,” ha commentato Xin-Yao Ng di Aberdeen Investments. In Asia, le vendite si sono concentrate sui tecnologici: Disco Corp. ha perso il 9%, Samsung Electronics quasi il 4%. In Corea del Sud, il crollo dei future sul Kospi 200 oltre la soglia del 5% ha fatto scattare automaticamente il “sidecar”, una sospensione temporanea delle vendite programmate, la prima dal mese di aprile. Sul fronte macro, l’umore dei mercati è rimasto fragile anche per via del contesto politico americano: lo shutdown federale ha superato i 36 giorni, diventando il più lungo della storia, segno di una paralisi istituzionale che alimenta incertezza. Nel frattempo, il governo cinese ha contribuito a limitare le perdite con l’annuncio del prolungamento di un anno della sospensione dei dazi al 24% su alcuni prodotti americani, lasciando in vigore quelli al 10%. Una decisione letta come un gesto distensivo in un momento in cui le tensioni commerciali restano elevate. Sui mercati valutari, il dollaro australiano è balzato ai massimi da 12 anni contro il dollaro neozelandese dopo il forte aumento del tasso di disoccupazione in Nuova Zelanda, mentre il Brent si è stabilizzato intorno ai 64 dollari al barile e i metalli industriali, rame e minerale di ferro, hanno chiuso la seduta in lieve rialzo. “È un mare di rosso sui mercati globali, che riflette un sentiment di rischio cupo e diffuso,” ha scritto Chris Weston di Pepperstone in una nota ai clienti. Sul fronte aziendale, AMD ha deluso con le sue previsioni sui ricavi, mentre Super Micro Computer ha perso terreno dopo aver mancato gli obiettivi del trimestre e fornito un outlook inferiore alle attese. Apple, invece, ha annunciato l’ingresso nel segmento dei laptop economici, con l’obiettivo di contendere spazio ai Chromebook e ai PC di fascia entry-level, mentre Nintendo ha guadagnato oltre il 6% grazie all’ottimismo sul successo della prossima Switch 2. Toyota ha alzato le stime di profitto annuo dopo l’accordo commerciale con gli Stati Uniti, che ha evitato nuovi dazi sulle auto giapponesi. In Europa, la giornata si è chiusa in rosso: lo Stoxx 600 ha perso circa lo 0,4%, con il DAX tedesco in calo dello 0,8% e un arretramento diffuso tra i principali indici. Il rendimento del gilt britannico a 10 anni è sceso al 4,42% dopo le parole del ministro del Tesoro Rachel Reeves, che ha promesso “scelte difficili” in vista della legge di bilancio del 26 novembre. Tra i titoli in evidenza, BP è salita dell’1,3% dopo utili trimestrali superiori alle attese, Philips ha guadagnato oltre il 3% grazie ai risultati solidi, mentre Orsted ha ceduto quasi il 2% dopo la vendita di una quota del parco eolico Hornsea 3 al fondo Apollo per 6 miliardi di dollari. Novo Nordisk, infine, è rimasta invariata nonostante l’aumento dell’offerta per la biotech americana Metsera, in una serrata sfida con Pfizer. Dopo mesi di corsa ininterrotta, il mercato globale sembra finalmente prendersi una pausa. Non è una fuga dal rischio, ma una pausa di riflessione: i listini restano cari, le aspettative sull’AI altissime e le banche centrali divise. In un contesto così fragile, basta un segnale di incertezza per ricordare a tutti che anche nei cicli di euforia arriva sempre un momento in cui conviene respirare. I market movers di oggi sono: verbali della riunione di politica monetaria da parte della BOJ in Giappone, ordini delle fabbriche in Germania, indice del settore dei servizi nell’Eurozona, vendite al dettaglio in Italia, variazione dell’occupazione non agricola elaborato dall’ADP, nuove offerte di lavoro JOLTS e indice del settore dei servizi negli Stati Uniti.
IERI
I listini dell’Asia hanno chiuso negativi. Nei singoli paesi lo Shanghai composite -0,83%, China A50 -0,39%, Hang Seng ha chiuso -0,85%, il Nikkei -1,49%, l’Australia -0,41%, Taiwan -0,77%, la Corea del Sud Kospi -2,27%, l’indice Indiano Sensex -0,37%. Il nostro FTSEMib +0,09%, Dax chiuso -0,76%, Ftse100 +0,14%, Cac40 -0,52%, Zurigo +0,44%. Lo S&P500 -1,17%, il Nasdaq chiuso -2,04%, il Russell2000 -1,78%. L’oro ha chiuso a 3.960,50 dollari l’oncia, mentre il petrolio ha scambiato a 60,56$ per il wti e 64,44$ per il brent inglese. Il prezzo del Natural Gas (TTF) quotato sul mercato di Amsterdam è di € 32,420. Lo spread BTP/BUND 74,730. L’indice VIX (il termometro dei mercati cioè la volatilità) chiude a 19,00%. Nel periodo pre-covid si attestava tra il 20% e l’11% e sono i due livelli entro cui vi è tranquillità nei mercati finanziari.
PRE-APERTURE
I listini dell’Asia si avviano a chiudere negativi ad eccezion fatta per la Cina. Nei singoli paesi lo Shanghai composite +0,45%, China A50 +0,20%, Hang Seng ha chiuso +0,06%, il Nikkei -2,46%, l’Australia -0,13%, Taiwan -1,42%, la Corea del Sud Kospi -2,92%, l’indice Indiano Sensex chiuso per festività. Al momento in cui scrivo, i mercati europei hanno una previsione di apertura debole così come gli Stati Uniti. L’oro si attesta a 3.975,90 dollari l’oncia, mentre il petrolio chiude intorno ai valori di 60,65$ per il greggio e 64,55$ per il brent. Infine, il Bitcoin quota 101.792 e l’Ethereum 3.320.
Buona giornata.
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