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Pillole di Mercato

(45° settimana - anno 2025)

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Citazione del giorno:

Emile Zola: “Siamo come dei libri. La maggior parte delle persone vede solo la copertina, la minoranza legge solo l’introduzione, molti credono alle critiche. Pochi conosceranno il nostro contenuto”

 

I mercati hanno iniziato la settimana con un tono più cauto. I future americani sono scesi, trascinando con sé le borse asiatiche, mentre l’incertezza sulla politica monetaria della Federal Reserve e i conti deludenti di Palantir hanno raffreddato il sentiment. I contratti sull’S&P 500 hanno perso lo 0,5% e quelli sul Nasdaq 100 lo 0,7%, dopo che l’indice principale aveva chiuso la seduta precedente in leggero rialzo nonostante oltre 300 titoli fossero finiti in rosso. Palantir ha lasciato sul terreno più del 4% nel dopo mercato: un dato che non racconta tanto i fondamentali quanto l’eccesso di aspettative costruito attorno all’intelligenza artificiale. In Europa, i future segnalano un’apertura in calo, mentre in Asia gli indici hanno ceduto lo 0,6%, con la Corea del Sud protagonista di un episodio raro: l’autorità di vigilanza ha emesso un “avviso di cautela” sull’azione SK Hynix dopo un rally del 240% da inizio anno. Anche sul fronte valutario la direzione è chiara. Il dollaro ha proseguito la sua corsa per il quinto giorno consecutivo, rafforzandosi contro la maggior parte delle valute del G10 e tornando sui livelli di agosto. Un movimento alimentato dalle dichiarazioni contrastanti dei membri della Fed, che hanno aumentato la confusione sulle prossime mosse. Powell, la scorsa settimana, aveva raffreddato le aspettative di un nuovo taglio a dicembre, e le sue parole continuano a pesare. Il presidente della Fed di Chicago, Austan Goolsbee, ha dichiarato di essere più preoccupato per l’inflazione che per il mercato del lavoro, mentre Lisa Cook ha invitato a “mantenere la flessibilità” e ricordato che “ogni meeting, incluso quello di dicembre, resta un meeting aperto”. Mary Daly, da San Francisco, ha ribadito la necessità di “tenere la mente aperta”, mentre il governatore Miran ha ricordato che la politica resta “ancora restrittiva”. Un coro dissonante che fotografa una banca centrale spaccata tra la prudenza e il timore di muoversi troppo presto. Intanto i dati non aiutano a fare chiarezza. L’indice manifatturiero ISM è sceso a 48,7, confermando la contrazione per l’ottavo mese consecutivo. Le letture sotto 50 indicano una fase di rallentamento dell’attività produttiva, eppure i mercati globali restano vicino ai massimi storici, sostenuti dal comparto tecnologico e dalla convinzione che la liquidità resterà ampia. “Dopo un rally guidato dall’AI, le azioni sono diventate estremamente sensibili a ogni segnale macro o cambio di tono della Fed,” ha spiegato Charu Chanana di Saxo Markets. “Il mercato sta tornando a concentrarsi sulla politica monetaria dopo i commenti divergenti dei funzionari.” Con lo shutdown ancora in corso e i dati ufficiali pubblici limitati, economisti e policymaker si affidano a report privati come l’ISM per avere indicazioni sull’economia e sull’occupazione. Anche il rapporto sull’occupazione previsto per venerdì rischia di essere rinviato. In questo scenario, gli investitori stanno riducendo le posizioni di rischio, come nota Billy Leung di Global X Management: “Con dati in indebolimento e la Fed che mantiene aperte tutte le opzioni, il mercato preferisce ricalibrare le posizioni piuttosto che inseguire i rialzi.” Sul fronte delle materie prime, l’oro ha perso terreno per la terza seduta consecutiva, i rendimenti dei Treasury si sono stabilizzati e il petrolio è arretrato dopo la decisione dell’OPEC+ di sospendere gli aumenti di produzione. In Asia-Pacifico, la banca centrale australiana ha lasciato i tassi invariati, spingendo il dollaro australiano in ribasso, mentre la rupia indiana ha recuperato terreno dopo un probabile intervento della banca centrale di Mumbai. Il caso Palantir resta emblematico del momento che vivono i mercati. L’azienda ha battuto le attese sui ricavi e alzato la guidance annuale a 4,4 miliardi di dollari, ma non è bastato. Dopo un rialzo del 150% da inizio anno e un prezzo per azione sopra i 200 dollari, gli investitori si aspettavano di più: una visione chiara sul 2026, non solo sul trimestre in corso. Con un price-to-sales di 85 - il più alto dell’S&P 500 - Palantir rappresenta perfettamente la tensione tra narrativa e realtà. “La reazione del mercato mostra quanto siano tirate le aspettative nel settore AI,” ha commentato ancora Chanana. “Un piccolo calo dopo i conti racconta più delle aspettative che dei fondamentali.” Sul fronte corporate, Starbucks ha annunciato la vendita della maggioranza della sua divisione cinese al fondo Boyu Capital per 4 miliardi di dollari, mentre Grab Holdings ha alzato le stime di utile grazie alla domanda robusta per i servizi di consegna e ride-hailing nel Sud-Est asiatico. Netflix, invece, sta valutando l’acquisto dei diritti di distribuzione di podcast video di iHeartMedia per competere direttamente con YouTube, e Saudi Aramco ha sorpreso positivamente con utili superiori alle attese, grazie all’aumento della produzione che ha compensato i prezzi più bassi del greggio. In Europa, le borse hanno chiuso la prima seduta del mese in leggero rialzo, con il DAX tedesco su dello 0,6% e il FTSE MIB in progresso dello 0,1%, mentre Parigi e Londra hanno limato parte dei guadagni. A trainare sono stati i titoli legati a viaggi e auto: Ryanair ha toccato un nuovo massimo a 52 settimane con utili semestrali in crescita del 42%, Renault ha guadagnato oltre il 2% dopo l’annuncio di nuove partnership industriali, e il comparto automobilistico europeo ha chiuso complessivamente in positivo. La settimana si preannuncia densa: attese le decisioni di Riksbank e Bank of England, con gli analisti divisi tra chi prevede un taglio e chi una pausa. Sul fronte societario, in arrivo i conti di Ferrari, Aramco, BMW, Vestas e AstraZeneca, mentre in Germania la Bundesbank pubblicherà il nuovo rapporto sulla stabilità finanziaria. Nel frattempo, gli occhi restano puntati su Washington e sulla Fed. Le parole di Powell, ancora una volta, pesano più dei numeri. I mercati cercano un nuovo catalizzatore per alimentare la fiducia, ma il dubbio resta: dopo una corsa alimentata da AI e liquidità, basta un soffio di incertezza per far tremare le fondamenta di un rally che, per ora, sembra vivere più di aspettative che di realtà. I market movers di oggi sono: decisione sui tassi di interesse da parte della RBA in Australia (attuali 3,60% - aspettative 3,60%), saldo della bilancia commerciale e nuove offerte di lavoro JOLTS negli Stati Uniti.

 

IERI

I listini dell’Asia hanno chiuso positivi. Nei singoli paesi lo Shanghai composite +0,48%, China A50 +0,38%, Hang Seng ha chiuso +1,00%, il Nikkei chiuso per festività, l’Australia +0,15%%, Taiwan +0,36%, la Corea del Sud Kospi +2,64%, l’indice Indiano Sensex +0,06%. Il nostro FTSEMib +0,11%, Dax chiuso +0,73%, Ftse100 -0,16%, Cac40 -0,14%, Zurigo +0,07%. Lo S&P500 +0,17%, il Nasdaq chiuso +0,46%, il Russell2000 -0,33%. L’oro ha chiuso a 4.014,00 dollari l’oncia, mentre il petrolio ha scambiato a 61,05$ per il wti e 64,89$ per il brent inglese.  Il prezzo del Natural Gas (TTF) quotato sul mercato di Amsterdam è di € 31,870. Lo spread BTP/BUND 74,280. L’indice VIX (il termometro dei mercati cioè la volatilità) chiude a 17,17%. Nel periodo pre-covid si attestava tra il 20% e l’11% e sono i due livelli entro cui vi è tranquillità nei mercati finanziari.

 

PRE-APERTURE

I listini dell’Asia si avviano a chiudere negativi. Nei singoli paesi lo Shanghai composite -0,83%, China A50 -0,39%, Hang Seng ha chiuso -0,85%, il Nikkei -1,49%, l’Australia -0,41%, Taiwan -0,77%, la Corea del Sud Kospi -2,27%, l’indice Indiano Sensex -0,37%. Al momento in cui scrivo, i mercati europei hanno una previsione di apertura negativa così come gli Stati Uniti. L’oro si attesta a 3.983,15 dollari l’oncia, mentre il petrolio chiude intorno ai valori di 60,87$ per il greggio e 64,69$ per il brent. Infine, il Bitcoin quota 104.780 e l’Ethereum 3.528.

 

Buona giornata.


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