Pillole di Mercato
- Federico Caligiuri

- 31 ott
- Tempo di lettura: 5 min
(44° settimana - anno 2025)

Citazione del giorno:
Fedor Dostoevskij “Arriverà un tempo in cui le persone intelligenti non potranno più fare una riflessione per non offendere gli imbecilli”
I future americani hanno aperto in rialzo, sostenuti dai risultati brillanti di Amazon e Apple che hanno ridato slancio al sentiment globale dopo la breve pausa del rally azionario. I contratti sull’S&P 500 sono saliti dello 0,6%, mentre quelli sul Nasdaq 100 hanno guadagnato l’1,1%, in un rimbalzo che segue la flessione di giovedì legata alle prese di profitto nel comparto tecnologico. Apple è avanzata nel dopo mercato grazie a ricavi superiori alle attese e a previsioni positive per il trimestre natalizio, mentre Amazon è balzata del 13% dopo aver registrato la crescita più rapida della divisione cloud degli ultimi tre anni. Nvidia, da parte sua, ha annunciato nuovi accordi sull’intelligenza artificiale con le principali aziende sudcoreane, confermando il suo ruolo di fulcro nell’ecosistema tecnologico globale. In Asia, le borse hanno annullato i guadagni iniziali, oscillando attorno ai massimi storici. Il Nikkei 225 ha toccato un nuovo record assoluto con un balzo del 2%, mentre gli indici di Shanghai e Hong Kong hanno perso circa l’1%. I future europei segnalano un avvio debole. Sul fronte macro, l’oro ha perso lo 0,5%, registrando la quarta flessione in cinque sedute, mentre i rendimenti dei Treasury e il dollaro sono rimasti stabili. Lo yen si è rafforzato dopo che l’inflazione di Tokyo è risultata superiore alle attese e il governo ha ribadito che sta monitorando la valuta “con forte senso d’urgenza.” I forti rialzi di Apple e Amazon hanno portato una boccata d’ossigeno dopo la difficile giornata di giovedì, dominata dai dubbi sulla sostenibilità degli ingenti investimenti in AI da parte delle Big Tech. L’attenzione si è concentrata anche su Meta Platforms, che ha collocato con successo un’emissione obbligazionaria da 30 miliardi di dollari registrando una domanda record, segnale che gli investitori continuano a scommettere sulla forza del settore nonostante la volatilità. Come ha sottolineato Matt Maley di Miller Tabak, “non significa che la bolla dell’intelligenza artificiale stia per scoppiare, ma aumenta la probabilità di una correzione a breve termine.” Le ultime sedute hanno mostrato chiaramente le fragilità del comparto tecnologico. Microsoft ha deluso con risultati sotto le attese, mentre Nvidia ha perso terreno dopo che Donald Trump ha dichiarato di non aver discusso con Xi Jinping l’autorizzazione alla vendita dei chip Blackwell in Cina. Il paradosso è che le stesse aziende che alimentano la crescita globale con l’AI stanno ora affrontando il peso dei costi di questa corsa: centri dati sempre più costosi e margini compressi mettono alla prova la pazienza di Wall Street. “La vera domanda,” osserva David Trainer di New Constructs, “è quale di queste società riuscirà a monetizzare per prima gli investimenti sull’AI. Nessuna potrà sostenere a lungo spese così elevate.” Nonostante ciò, il tema dell’intelligenza artificiale continua a dominare i mercati. Secondo gli analisti di Bloomberg, le recenti trimestrali hanno allontanato per ora i timori di una bolla imminente, con il boom tecnologico che si sta estendendo ben oltre i confini degli Stati Uniti. L’Asia resta il baricentro di questo entusiasmo: il Giappone e la Corea del Sud sono i principali beneficiari, ma il rischio di eccessiva concentrazione cresce. Sul fronte macroeconomico, la Cina ha registrato un nuovo calo dell’attività manifatturiera a ottobre, il più lungo degli ultimi nove anni, confermando il rallentamento dell’economia nella parte finale dell’anno. Tuttavia, il clima politico appare più disteso dopo il vertice tra Donald Trump e Xi Jinping. L’incontro, tenutosi in Corea del Sud, ha portato a una tregua commerciale di un anno, con l’impegno a ridurre dazi, allentare controlli sulle esportazioni e riaprire alcuni canali di scambio. Trump ha annunciato la riduzione immediata dei dazi legati al fentanyl e nuovi accordi sulle terre rare, mentre Xi ha ammonito contro il rischio di “rompere le catene di approvvigionamento globali.” Nei giorni successivi al vertice, Pechino ha acquistato quattro nuove partite di soia americana, segnale di distensione dopo mesi di tensione. Paul Christopher del Wells Fargo Investment Institute ha spiegato che “l’accordo dimostra la volontà di entrambe le parti di fermare l’escalation, ma non di rinunciare alla competizione strategica di lungo periodo.” Parallelamente, il segretario al Tesoro USA Scott Bessent ha dichiarato che “gli Stati Uniti torneranno al tavolo delle trattative con la Cina entro un anno,” confermando che il dialogo rimane aperto. Sul fronte societario, Intel ha avviato colloqui preliminari per l’acquisizione della startup di chip AI SambaNova Systems. Netflix, secondo indiscrezioni Reuters, starebbe valutando un’offerta per Warner Bros Discovery e ha approvato uno split azionario 10 a 1. In Asia, BYD è scesa dopo utili trimestrali inferiori alle attese, mentre Hitachi è balzata del 12% grazie ai risultati record legati al business AI. Nissan ha invece toccato i minimi da due mesi dopo aver previsto una perdita operativa di 1,8 miliardi di dollari, mentre Ford ha annunciato un nuovo investimento da 370 milioni in India. In Europa, i listini hanno chiuso in leggero calo: lo Stoxx 600 ha perso lo 0,1% con Parigi in flessione dello 0,5% e Milano in lieve ribasso (-0,1%), mentre Londra e Francoforte hanno mostrato maggiore tenuta. Sul fronte societario, Airbus ha registrato risultati migliori delle attese con ricavi in crescita del 14% e utile operativo in aumento del 42%, beneficiando del boom della difesa. Shell ha annunciato utili per 5,4 miliardi di dollari e un nuovo piano di buyback da 3,5 miliardi, mentre ING (+5,7%) e Standard Chartered (+3,6%) hanno superato le stime grazie al contesto di tassi favorevoli. Sul piano macroeconomico, l’Eurozona ha sorpreso con una crescita trimestrale dello 0,2%, il doppio delle attese, mentre la BCE ha confermato i tassi invariati al 2% per la terza volta consecutiva, in una decisione considerata “di routine” dagli analisti. Nel complesso, la narrativa resta quella di un mercato sospeso tra due forze: da un lato, l’entusiasmo per l’intelligenza artificiale e la prospettiva di un dialogo commerciale più disteso tra Washington e Pechino; dall’altro, la crescente consapevolezza che la liquidità in eccesso, le valutazioni elevate e i costi dell’innovazione stanno creando un equilibrio sempre più precario. Per ora, i listini continuano a salire, alimentati da utili solidi e promesse di crescita, ma sotto la superficie si avverte un crescente senso di cautela. I market movers di oggi sono: produzione industriale in Giappone, PPI (producer price index) prezzi alla produzione in Australia, indice PMI del settore manifatturiero in Cina, vendite al dettaglio in Germania, CPI (inflazione) in Italia e nell’Eurozona.
IERI
I listini dell’Asia hanno chiuso deboli. Nei singoli paesi lo Shanghai composite -0,41%, China A50 -0,35%, Hang Seng ha chiuso -0,50%, il Nikkei -0,06%, l’Australia -0,46%, Taiwan -0,03%, la Corea del Sud Kospi +0,11%, l’indice Indiano Sensex -0,43%. Il nostro FTSEMib -0,09%, Dax chiuso -0,02%, Ftse100 +0,04%, Cac40 -0,53%, Zurigo -0,10%. Lo S&P500 -0,99%, il Nasdaq chiuso -1,57%, il Russell2000 -0,81%. L’oro ha chiuso a 4.015,9 dollari l’oncia, mentre il petrolio ha scambiato a 60,48$ per il wti e 64,32$ per il brent inglese. Il prezzo del Natural Gas (TTF) quotato sul mercato di Amsterdam è di € 31,090. Lo spread BTP/BUND 75,57. L’indice VIX (il termometro dei mercati cioè la volatilità) chiude a 16,91%. Nel periodo pre-covid si attestava tra il 20% e l’11% e sono i due livelli entro cui vi è tranquillità nei mercati finanziari.
PRE-APERTURE
I listini dell’Asia si avviano a chiudere per lo più deboli. Nei singoli paesi lo Shanghai composite -0,77%, China A50 -1,53%, Hang Seng ha chiuso -1,10%, il Nikkei +2,25%, l’Australia -0,04%, Taiwan -0,19%, la Corea del Sud Kospi +0,50%, l’indice Indiano Sensex -0,18%. Al momento in cui scrivo, i mercati europei hanno una previsione di apertura debole mentre gli Stati Uniti sono positivi. L’oro si attesta a 4.022,35 dollari l’oncia, mentre il petrolio chiude intorno ai valori di 60,57$ per il greggio e 64,37$ per il brent. Infine, il Bitcoin quota 109.530 e l’Ethereum 3.824.
Buona giornata e buon fine settimana.
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