Pillole di Mercato
- Federico Caligiuri
- 14 minuti fa
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(42° settimana - anno 2025)

Citazione del giorno:
Vincent Van Gogh: “Sei un girasole in un campo di rose e laddove gli altri vedono una stranezza, io vedo una rarità”
Wall Street ha vissuto una seduta di forte volatilità, segnata da repentini cambi di direzione e da un clima di incertezza alimentato dalle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina. Gli indici azionari americani hanno aperto in rialzo, perso terreno a metà seduta, per poi recuperare verso la chiusura, sostenuti dall’ottimismo sui risultati societari e dalle attese di ulteriori tagli dei tassi da parte della Federal Reserve. Dopo uno dei migliori semestri per le borse dal dopoguerra, il mercato sembra attraversare una fase di fisiologico consolidamento: un “reset salutare”, come lo hanno definito molti analisti, dopo il rally che da aprile ha aggiunto oltre 15.000 miliardi di dollari di capitalizzazione allo S&P 500. Le prese di profitto restano contenute, segno che la fiducia nella solidità della corporate America rimane alta. Lo S&P 500, salito fino all’1,2% nelle prime ore di contrattazione, ha virato in negativo intorno all’una del pomeriggio, per poi tornare in territorio positivo mezz’ora più tardi. A sostenere l’umore degli operatori sono arrivate le prime trimestrali: Morgan Stanley e Bank of America hanno battuto le attese, con il primo che ha registrato una crescita dei ricavi da trading superiore a quella di tutti i principali concorrenti, mentre ASML Holding ha spinto in alto i titoli dei semiconduttori grazie a dichiarazioni ottimistiche sulla domanda di chip legata all’intelligenza artificiale. Anche United Airlines ha superato le stime con un outlook incoraggiante.
“Gli investitori continuano a comprare sui ribassi, mantenendo il sentiment positivo nonostante alcuni segnali di surriscaldamento tecnico,” ha commentato Mark Hackett di Nationwide. I Treasury si sono stabilizzati dopo il recente rally che aveva spinto i rendimenti a due anni sui minimi dal 2022, mentre l’oro ha toccato nuovi massimi oltre 4.200 dollari l’oncia, sostenuto dal calo del dollaro e dalla crescente domanda di asset rifugio. Le tensioni commerciali, tuttavia, restano un tema dominante. Washington e Pechino hanno riacceso il confronto dopo l’annuncio di nuove restrizioni reciproche: il segretario al Tesoro Scott Bessent ha proposto una sospensione temporanea dei dazi americani in cambio del rinvio, da parte cinese, delle limitazioni sulle esportazioni di terre rare. Bessent ha confermato che è in preparazione un incontro tra Donald Trump e Xi Jinping entro fine mese, mentre il governatore Fed Stephen Miran ha sottolineato che l’incertezza geopolitica rappresenta un “nuovo rischio di coda” per la crescita e giustifica un allentamento monetario più rapido. Secondo Max Kettner di HSBC, i fondamentali restano solidi nonostante il rumore di fondo: “La prospettiva per la crescita americana a breve termine è ancora favorevole. Il rischio al ribasso per l’azionario USA appare limitato.” Anche Stephen Kates di Bankrate ritiene che la stagione degli utili possa essere un punto di forza: “Le trimestrali contano, ma le guidance future contano di più. Una comunicazione positiva può alimentare un circolo virtuoso tra Wall Street e Main Street.” Sam Stovall di CFRA prevede che il mercato possa attraversare un’ulteriore fase di consolidamento, ma invita a cogliere eventuali ribassi come opportunità d’acquisto: “Dal secondo dopoguerra in poi, non si è mai verificato che una correzione profonda a inizio anno fosse seguita nello stesso anno da un nuovo sell-off superiore al 10%.” Anche David Lefkowitz di UBS ritiene che il bull market resti intatto, sostenuto dal binomio crescita degli utili e tagli dei tassi. L’attività dei trader retail conferma la fiducia: secondo Citadel Securities, le richieste di call option hanno superato quelle di put per 24 settimane consecutive, eguagliando il record del 2023. “La convinzione degli investitori individuali nel mercato azionario resta straordinaria,” ha osservato Scott Rubner. Sul fronte societario, le trimestrali hanno dato un tono positivo: United Airlines ha ribadito l’obiettivo di mantenere la redditività grazie alla domanda premium; Bank of America ha beneficiato del ritorno dell’attività M&A; Morgan Stanley ha riportato zero accantonamenti per perdite su crediti, segnale di fiducia nella qualità del portafoglio. Nvidia è stata promossa a “buy” da HSBC, mentre Apple ha presentato i nuovi iPad Pro e MacBook con chip M5 e ha annunciato l’espansione della produzione in Vietnam per ridurre la dipendenza dalla Cina. BlackRock, attraverso il suo fondo infrastrutturale, ha guidato un’acquisizione da 40 miliardi di dollari nel settore dei data center legati all’AI, uno dei deal più rilevanti dell’anno. In Europa, le borse hanno chiuso in rialzo dopo due settimane di debolezza: lo Stoxx 600 ha guadagnato lo 0,7%, trainato dal rimbalzo dei titoli del lusso. Il CAC 40 francese è balzato del 2%, miglior seduta da maggio, grazie al rally di LVMH (+12,2%), Dior (+12%), Kering (+4,8%), Moncler (+4,7%) e Burberry (+3,4%). Il comparto del lusso ha messo a segno il secondo miglior rialzo intraday dell’anno. In calo, invece, i titoli della difesa e dei materiali di base: Renk, Saab e Rheinmetall hanno perso tra il 5% e l’8%, mentre Aurubis è arretrata del 6,5% dopo la cessione di un pacchetto azionario da parte di Salzgitter. Nel complesso, la seduta ha confermato la resilienza dei mercati azionari globali: nonostante la volatilità e i timori di nuove tensioni tra le due superpotenze, l’attenzione degli investitori resta concentrata sugli utili e sulla politica monetaria. Con la Fed pronta a nuovi tagli e un ciclo economico che, pur rallentando, mostra segnali di solidità, la narrativa prevalente resta quella di un mercato disposto a scommettere sulla prosecuzione del bull market, anche se con una volatilità crescente all’orizzonte. I market movers di oggi sono: tasso di disoccupazione in Australia, saldo della bilancia commerciale e produzione industriale in Gran Bretagna, saldo della bilancia commerciale e CPI (inflazione) in Italia, livello delle scorte di greggio e discorsi di alcuni membri del FOMC negli Stati Uniti.
IERI
I listini dell’Asia hanno chiuso positivi. Nei singoli paesi lo Shanghai composite +0,50%, China A50 +0,74%, Hang Seng ha chiuso +1,37%, il Nikkei +1,71%, l’Australia +1,03%, Taiwan +1,34%, la Corea del Sud Kospi +2,57%, l’indice Indiano Sensex +0,55%. Il nostro FTSEMib -0,40%, Dax chiuso -0,23%, Ftse100 -0,30%, Cac40 +1,99%, Zurigo +0,54%. Lo S&P500 +0,40%, il Nasdaq chiuso +0,66%, il Russell2000 +0,97%. L’oro ha chiuso a 4.201,60 dollari l’oncia, mentre il petrolio ha scambiato a 58,27$ per il wti e 61,91$ per il brent inglese. Il prezzo del Natural Gas (TTF) quotato sul mercato di Amsterdam è di € 32,050. Lo spread BTP/BUND 81,160. L’indice VIX (il termometro dei mercati cioè la volatilità) chiude a 20,64%. Nel periodo pre-covid si attestava tra il 20% e l’11% e sono i due livelli entro cui vi è tranquillità nei mercati finanziari.
PRE-APERTURE
I listini dell’Asia si avviano a chiudere per lo più positivi. Nei singoli paesi lo Shanghai composite -0,19%, China A50 +0,27%, Hang Seng ha chiuso -0,78%, il Nikkei +1,19%, l’Australia +0,86%, Taiwan +1,65%, la Corea del Sud Kospi +2,14%, l’indice Indiano Sensex +0,56%. Al momento in cui scrivo, i mercati europei hanno una previsione di apertura debole mentre gli Stati Uniti sono positivi. L’oro si attesta a 4.236,31 dollari l’oncia, mentre il petrolio chiude intorno ai valori di 58,73$ per il greggio e 62,34$ per il brent. Infine, il Bitcoin quota 111.123 e l’Ethereum 4.003.
Buona giornata.
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