Pillole di Mercato
- Federico Caligiuri
- 2 giorni fa
- Tempo di lettura: 4 min
(42° settimana - anno 2025)

Citazione del giorno:
Aleksandr Solzhenitsyn: “Gli essere umani nascono con capacità diverse. Se sono liberi, non sono uguali. E se sono uguali, non sono liberi”
I mercati asiatici hanno aperto la settimana in deciso ribasso, trascinando con sé anche i future di Wall Street, in un clima di nervosismo tornato a dominare la scena dopo l’ennesima escalation commerciale tra Stati Uniti e Cina. L’indice MSCI Asia Pacific perde l’1%, con il Nikkei giapponese in calo di quasi il 3%, mentre i contratti sullo S&P 500 arretrano dello 0,5% e quelli sul Nasdaq 100 dello 0,7%. La frenata arriva dopo che Pechino ha annunciato nuove restrizioni su cinque divisioni statunitensi del gruppo sudcoreano Hanwha Ocean, in risposta alle indagini americane sui settori navale e logistico cinesi. Il ritorno di tensioni tra le due superpotenze ha spinto gli investitori verso i beni rifugio: oro e argento hanno aggiornato nuovi record storici, con il metallo bianco sopra i 52,50 dollari l’oncia, mentre il dollaro è rimasto tonico e i Treasury hanno parzialmente recuperato terreno. Il rischio percepito sui mercati azionari e sulle criptovalute, invece, è tornato a salire: “Il sentiment resta fragile, ha commentato Hebe Chen di Vantage Markets, e la corsa senza precedenti dei metalli preziosi è un segnale chiaro che gli investitori si stanno preparando alla prossima tempesta.” Dietro le oscillazioni di queste sedute si nasconde un movimento più profondo: la cosiddetta “debasement trade”, ovvero la ricerca di protezione contro il deterioramento del valore delle valute fiat e l’aumento dei deficit pubblici. L’episodio di oggi si inserisce in questa narrativa: la Cina, tramite il ministero del commercio, ha confermato di aver imposto le misure in risposta alle restrizioni americane e ha ribadito che continuerà a gestire le esportazioni di terre rare solo tramite autorizzazioni specifiche. Hanwha Ocean ha perso oltre il 3% alla Borsa di Seul, mentre le tensioni hanno riacceso il timore di una nuova “guerra dei dazi”. Solo nel weekend sembrava che la situazione potesse stemperarsi, dopo che Donald Trump aveva lasciato intendere una possibile apertura al dialogo con Xi Jinping. Tuttavia, la retorica più morbida della Casa Bianca è durata poco: il Presidente ha minacciato tariffe fino al 100% sui prodotti cinesi per “contrastare” le nuove restrizioni di Pechino sulle esportazioni di materiali strategici. La Cina, che controlla circa il 70% dell’offerta mondiale di terre rare, ha ricordato di poter usare questa leva per difendere i propri interessi economici. “Il mondo si sta accorgendo che la dipendenza dalle materie prime cinesi è strutturale e che la diversificazione sarà un processo lungo ma inevitabile,” ha osservato Justin Lin, analista di Global X Management a Sydney. Sul fronte aziendale, Google ha annunciato un investimento da oltre 10 miliardi di dollari nel sud dell’India per costruire un data center da 1 gigawatt, una delle scommesse più ambiziose del gruppo in Asia. Rio Tinto ha registrato nel terzo trimestre un aumento del 10% della produzione di rame, mentre Apple lancerà in Cina il nuovo iPhone Air, con tecnologia eSIM-only. In India, l’IPO di LG Electronics ha raccolto una domanda record, la più alta per un’offerta da oltre un miliardo di dollari negli ultimi 17 anni. In Europa, il tono è stato più costruttivo: il pan-europeo Stoxx 600 ha chiuso in rialzo dello 0,4%, spinto dai titoli minerari (+3%) dopo il tonfo di venerdì. Il FTSE 100 di Londra ha guadagnato lo 0,2%, il DAX tedesco lo 0,6%, il FTSE MIB lo 0,4% e il CAC 40 francese lo 0,2%, nonostante la persistente incertezza politica a Parigi. Tra i protagonisti, Fresnillo è volata del 9%, Aurubis del 2,4% e Anglo American del 4,1%, sostenute dal rally dei metalli industriali e dalle tensioni commerciali che potrebbero ridisegnare le catene globali dell’approvvigionamento. Anche ASML ha guadagnato terreno (+3,7%) dopo che il governo olandese ha assunto il controllo della cinese Nexperia per rafforzare la sicurezza dell’approvvigionamento di semiconduttori in Europa. A Londra, Lloyds ha chiuso in rialzo dello 0,9% dopo aver accantonato altri 800 milioni di sterline per risarcimenti legati allo scandalo del credito auto, mentre Ferrari ha perso oltre il 4% sulla scia delle delusioni sugli obiettivi di redditività di lungo termine. Renault, Mercedes e Stellantis, invece, hanno chiuso in rialzo nonostante le indagini legali in corso nel Regno Unito per presunta manipolazione delle emissioni dei motori diesel. AstraZeneca ha perso lo 0,5% dopo aver raggiunto un accordo con Washington sui prezzi dei farmaci in cambio della sospensione di alcune tariffe. In Francia, il premier rieletto Sébastien Lecornu ha annunciato il nuovo governo, con Roland Lescure alle Finanze, e si prepara a presentare entro la settimana la nuova legge di bilancio voluta da Macron. Nel complesso, la seduta di lunedì ha mostrato un quadro contrastato: Europa moderatamente ottimista, Asia in forte tensione e Wall Street pronta ad aprire in rosso. Un equilibrio fragile, sospeso tra diplomazia, tariffe e oro ai massimi, la fotografia di mercati che, dopo mesi di euforia, tornano a interrogarsi sulla solidità del rally globale. I market movers di oggi sono: tasso di disoccupazione in Gran Bretagna, CPI (inflazione) e indice ZEW delle condizioni economiche in Germania.
IERI
I listini dell’Asia hanno chiuso negativi. Nei singoli paesi lo Shanghai composite -0,96%, China A50 -1,72%, Hang Seng ha chiuso -2,76%, il Nikkei chiuso per festività, l’Australia -0,84%, Taiwan -1,71%, la Corea del Sud Kospi -1,44%, l’indice Indiano Sensex -0,27%. Il nostro FTSEMib +0,29%, Dax chiuso +0,55%, Ftse100 +0,16%, Cac40 +0,21%, Zurigo +0,05%. Lo S&P500 +1,55%, il Nasdaq chiuso +2,21%, il Russell2000 +2,62%. L’oro ha chiuso a 4.125,32 dollari l’oncia, mentre il petrolio ha scambiato a 59,68$ per il wti e 63,50$ per il brent inglese. Il prezzo del Natural Gas (TTF) quotato sul mercato di Amsterdam è di € 31,380. Lo spread BTP/BUND 82,590. L’indice VIX (il termometro dei mercati cioè la volatilità) chiude a 19,01%. Nel periodo pre-covid si attestava tra il 20% e l’11% e sono i due livelli entro cui vi è tranquillità nei mercati finanziari.
PRE-APERTURE
I listini dell’Asia si avviano a chiudere per lo più negativi. Nei singoli paesi lo Shanghai composite -0,29%, China A50 +0,27%, Hang Seng ha chiuso -1,30%, il Nikkei -2,66%, l’Australia +0,16%, Taiwan -0,42%, la Corea del Sud Kospi -0,75%, l’indice Indiano Sensex -0,20%. Al momento in cui scrivo, i mercati europei hanno una previsione di apertura negativa così come gli Stati Uniti. L’oro si attesta a 4.179,60 dollari l’oncia, mentre il petrolio chiude intorno ai valori di 59,49$ per il greggio e 63,32$ per il brent. Infine, il Bitcoin quota 113.092 e l’Ethereum 4.103.
Buona giornata.
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