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Pillole di Mercato


(40° settimana - anno 2025)

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Citazione del giorno:

F. Faggin: “Le emozioni non sono altro che predizioni”

 

L’oro ha aggiornato i massimi storici sopra 3.865 dollari l’oncia mentre i Treasury hanno mantenuto i guadagni: il mercato fiuta il rischio di uno shutdown federale negli Stati Uniti proprio a ridosso di dati cruciali per capire il passo dei prossimi tagli della Fed. Il metallo giallo corre del 47% da inizio anno — ritmo che non si vedeva dal 1979 — non solo per l’incertezza sul bilancio federale, ma anche per tensioni commerciali globali, dubbi sulla “eccezionalità” USA e aspettative di allentamento monetario. Eppure, in un paradosso ormai familiare, anche l’azionario è sui massimi: dal minimo di aprile i listini sono tornati a correre, spinti dall’IA e dal venir meno del timore dazi sulle big tech. In Asia l’indice regionale sale dello 0,3% e punta al sesto mese consecutivo di rialzi, il filotto più lungo dal 2018. A Hong Kong debutta Zijin Gold International con un balzo intraday fino al 66%, segno di una sete di esposizione diretta al metallo che non accenna a placarsi. Sul fronte tassi, i Treasury restano stabili dopo il rally della vigilia, il dollaro trattiene le perdite, mentre i future europei segnalano un avvio più cauto. L’ombra dello shutdown resta il vero cigno grigio della settimana: il vicepresidente JD Vance ritiene che il blocco sia “in traiettoria” dopo l’ennesimo round infruttuoso con i leader del Congresso. In caso di serrata, molte attività federali verrebbero sospese, i dipendenti “non essenziali” messi in congedo o licenziati e, soprattutto per i mercati, il Bureau of Labor Statistics stopperebbe la pubblicazione dei dati: a rischio immediato i payroll di venerdì e, a seguire, CPI, vendite al dettaglio e nuove costruzioni. Per una Fed che ha messo il lavoro al centro del processo decisionale, l’eventuale buco informativo aumenterebbe l’ansia di policy. È anche per questo che l’oro è diventato l’assicurazione preferita: i massimi sono diventati “banali” a forza di ripetersi, ma la fiammata del 2% da livelli già elevati dice che il mercato sta pagando volentieri un premio in vista di turbolenze. Con la solita simmetria crudele, ciò implica anche il rischio opposto: uno shutdown evitato in extremis potrebbe innescare prese di profitto rapide sul metallo. La Cina aggiunge un controcanto malinconico: la manifattura scivola al sesto mese consecutivo di contrazione, la striscia peggiore dal 2019, mentre i listini domestici si avviano comunque al miglior filotto mensile degli ultimi sette anni — sprint di sentiment più che di fondamentali. In Oceania, la RBA lascia i tassi invariati ma ribadisce il “data dependency”: il dollaro australiano si rafforza e i rendimenti a tre anni risalgono, con il mercato che smussa un po’ le attese di tagli rapidi. A Washington si muove anche la geopolitica: Trump e Netanyahu parlano di un piano in 20 punti per Gaza, ma senza un coinvolgimento diretto di Hamas la traiettoria della pace resta più annunciata che definita. Il quadro corporate aggiunge sapore e polemiche: Electronic Arts accetta il più grande LBO mai visto, con un consorzio che include un veicolo legato a Jared Kushner e il fondo sovrano saudita; Google stacca un assegno da 24,5 milioni per chiudere la disputa sul bando di YouTube post-6 gennaio; Boeing lavora a un nuovo narrow-body successore del 737 MAX; Jefferies firma i migliori ricavi di sempre nel terzo trimestre fiscale grazie a M&A e trading in ripresa. In Europa, il bilancio di giornata è positivo ma fragile: lo Stoxx 600 chiude a +0,2%, sanità e lusso fanno da cuscinetto, banche ed energia arretrano con il greggio in calo del 2%. UCB vola ai massimi storici dopo dati misti di un rivale su un farmaco dermatologico; GSK sale mentre prepara il passaggio di consegne al nuovo CEO; AstraZeneca annuncia il listing diretto sul NYSE; i minerari beneficiano di oro record e rame in recupero. Sotto la superficie, però, tutti guardano a Washington: se lo shutdown scatta e congela i dati del lavoro, la Fed dovrà navigare alla cieca proprio mentre decide la velocità del ciclo di tagli. In assenza di numeri freschi, l’istinto di risk management potrebbe prevalere su mosse aggressive. È qui che si gioca la partita di breve: un accordo last minute ridurrebbe il premio di rischio e potrebbe pesare sull’oro; un blocco prolungato, al contrario, rafforzerebbe la domanda di coperture e rimescolerebbe la curva dei tassi. Per ora, gli operatori restano in posizione: non comprano panico, ma neppure disarmano le difese. E finché il nastro dei dati scorrerà a intermittenza, l’oro continuerà a suonare da metronomo dell’incertezza. I market movers di oggi sono: produzione industriale, indice PMI del settore manifatturiero in Cina, decisione sui tassi di interesse da parte della RBA in Australia (attuale 3,60% - previsione 3,60%), PIL (2° trimestre) in Gran Bretagna, vendite al dettaglio, tasso di disoccupazione e CPI (Inflazione) in Germania, CPI in Italia, rapporto sulla fiducia dei consumatori elaborato dal Conference Board e nuove offerte di lavoro JOLTS negli Stati Uniti.

 

IERI

I listini dell’Asia hanno chiuso per lo più positivi. Nei singoli paesi lo Shanghai composite +0,19%, China A50 +0,27%, Hang Seng ha chiuso a +1,47%, il Nikkei -0,8%, l’Australia +0,76%, Taiwan chiusa per festività, la Corea del Sud Kospi +1,43%, l’indice Indiano Sensex chiuso +0,43%. Il nostro FTSEMib -0,22%, Dax chiuso +0,15% Ftse100 +0,16%, Cac40 +0,13%, Zurigo +0,74%. Lo S&P500 +0,26%, il Nasdaq chiuso +0,47%, il Russell2000 +0,05%. L’oro ha chiuso a 3.855,20 ollari l’oncia, mentre il petrolio ha scambiato a 63,45$ per il wti e 67,09$ per il brent inglese.  Il prezzo del Natural Gas (TTF) quotato sul mercato di Amsterdam è di € 32,000. Lo spread BTP/BUND 85,900. L’indice VIX (il termometro dei mercati cioè la volatilità) chiude a 16,06%. Nel periodo pre-covid si attestava tra il 20% e l’11% e sono i due livelli entro cui vi è tranquillità nei mercati finanziari.

 

PRE-APERTURE

I listini dell’Asia si avviano a chiudere misti. Nei singoli paesi lo Shanghai composite +0,56%, China A50 -0,21%, Hang Seng ha chiuso a +0,15%, il Nikkei +0,06%, l’Australia -0,05%, Taiwan +1,33%, la Corea del Sud Kospi -0,03%, l’indice Indiano Sensex chiuso -0,11%. Al momento in cui scrivo, i mercati europei hanno una previsione di apertura intorno alla parità così come gli Stati Uniti. L’oro si attesta a 3.895,75 dollari l’oncia, mentre il petrolio chiude intorno ai valori di 63,14$ per il greggio e 66,72$ per il brent. Infine, il Bitcoin quota 114.339 e l’Ethereum 4.198.

 

Buona giornata.

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