Pillole di Mercato
- Federico Caligiuri

- 25 set
- Tempo di lettura: 4 min
(39° settimana - anno 2025)

Citazione del giorno:
Aforisma motivazionale: “il desiderio del meglio deve superare la paura del peggio. Ogni giorno”
Dopo due giornate di pausa forzata, il rally di Wall Street sembra pronto a rimettere il piede sull’acceleratore. I future sugli indici americani hanno aperto in lieve rialzo in Asia, segnalando la possibilità che la corsa guidata dall’intelligenza artificiale riprenda il suo slancio. L’S&P 500 e il Nasdaq 100 hanno guadagnato lo 0,1%, mentre le borse asiatiche hanno mostrato un progresso contenuto (+0,2%), con Hong Kong in recupero dopo i disagi causati dal super tifone Ragasa. A guidare i rialzi, ancora una volta, le big del tech e i semiconduttori, con Nvidia e Alibaba in prima linea, simboli di un entusiasmo che continua a trainare i mercati globali. Il rame, protagonista silenzioso di questo momento, resta sui massimi da oltre un anno dopo che Freeport-McMoRan ha dichiarato la forza maggiore sulle forniture dal maxi-giacimento indonesiano di Grasberg. Sul fronte valutario il dollaro ha perso terreno contro le principali divise del G10, mentre i Treasury hanno guadagnato leggermente, con il decennale sceso al 4,13%. Anche il Giappone ha attirato attenzione: l’asta sul bond a 40 anni ha registrato una domanda robusta, segnale che gli investitori continuano a cercare rendimento anche sulle scadenze più lunghe. Il vero banco di prova, però, è atteso venerdì, quando arriverà la lettura dell’indice PCE, la misura preferita dalla Fed per monitorare l’inflazione. Le attese puntano a un +0,2% mensile, in rallentamento rispetto a luglio, ma con un dato annuo stabile al 2,9%. Un’inflazione ancora troppo alta per cantare vittoria, ma abbastanza moderata da concedere alla banca centrale un po’ di margine per tagliare i tassi senza compromettere la sua credibilità. E infatti proprio dai banchieri della Fed arrivano messaggi contraddittori: Mary Daly, presidente della Fed di San Francisco, ha ribadito la necessità di ulteriori tagli, ma con prudenza; Powell, dal canto suo, ha scelto un linguaggio misurato, che ha raffreddato l’entusiasmo dei mercati senza però cambiare la direzione di marcia. Intanto, in Asia, i titoli tecnologici cinesi continuano a sorprendere. Tencent e Alibaba si sono mossi al rialzo, mentre i semiconduttori hanno esteso il rally grazie alle voci di nuove tecnologie nel packaging dei chip ad alta capacità. “Il tema tech e AI resta il vero motore dei mercati regionali”, ha sottolineato Marvin Chen di Bloomberg Intelligence, ricordando che gli investimenti cinesi sono ancora in una fase embrionale rispetto agli Stati Uniti, il che lascia immaginare un ampio potenziale di crescita. Sul fronte corporate, le notizie non mancano. Intel avrebbe avviato contatti con Apple per un ingresso nel capitale, mentre Oracle ha collocato 18 miliardi di dollari di bond investment grade, la seconda maggiore operazione dell’anno, destinata a finanziare la corsa agli investimenti nell’AI. A Hong Kong, Chery Automobile ha debuttato con successo, raccogliendo 1,2 miliardi di dollari, mentre in Europa il lusso ha zavorrato gli indici: LVMH, Hermès e Richemont hanno corretto, compensando solo in parte i guadagni di minerari e difesa. Il quadro europeo resta fragile. L’indice STOXX 600 ha perso lo 0,2%, frenato da healthcare e lusso, nonostante la forza di rame e petrolio, con Anglo American e Rheinmetall sugli scudi. I dati macro non hanno aiutato: in Germania il morale delle imprese è tornato a scendere, segno che la locomotiva europea fatica a ingranare. Il rischio principale, oggi, è quello di un mercato che corre più veloce della realtà. I trader continuano a prezzare almeno un altro taglio dei tassi da qui a dicembre, con probabilità oltre il 90%. Ma se l’inflazione dovesse rallentare meno del previsto o se il mercato del lavoro iniziasse a scricchiolare più del dovuto, l’equilibrio sottile tra crescita e prezzi potrebbe rompersi. In sintesi, i mercati globali vivono una fase di entusiasmo in cui l’intelligenza artificiale è diventata la narrativa dominante. Ma come sempre, sarà l’inflazione a decidere quanto durerà questa festa. E venerdì, con il dato PCE, avremo il prossimo capitolo di questa partita. I market movers di oggi sono: verbale della riunione di politica monetaria da parte della BOJ in Giappone, rapporto della GfK sulla fiducia dei consumatori in Germania, richiesta dei sussidi alla disoccupazione e vendite di case esisitenti negli Stati Uniti.
IERI
I listini dell’Asia hanno chiuso misti. Nei singoli paesi lo Shanghai composite +0,47%, China A50 +0,09%, Hang Seng ha chiuso a +0,89%, il Nikkei +0,06%, l’Australia -1,07%, Taiwan ha chiuso a -0,35%, la Corea del Sud Kospi -0,58%, l’indice Indiano Sensex chiuso -0,30%. Il nostro FTSEMib -0,13%, Dax chiuso +0,23% Ftse100 +0,29%, Cac40 -0,57%, Zurigo -1,01%. Lo S&P500 -0,28%, il Nasdaq chiuso -0,33%, il Russell2000 -0,92%. L’oro ha chiuso a 3.768,10 ollari l’oncia, mentre il petrolio ha scambiato a 64,99$ per il wti e 69,15$ per il brent inglese. Il prezzo del Natural Gas (TTF) quotato sul mercato di Amsterdam è di € 32,000. Lo spread BTP/BUND 84,581. L’indice VIX (il termometro dei mercati cioè la volatilità) chiude a 16,18%. Nel periodo pre-covid si attestava tra il 20% e l’11% e sono i due livelli entro cui vi è tranquillità nei mercati finanziari.
PRE-APERTURE
I listini dell’Asia si avviano a chiudere misti. Nei singoli paesi lo Shanghai composite -0,08%, China A50 +0,71%, Hang Seng ha chiuso a +0,03%, il Nikkei +0,15%, l’Australia +0,01%, Taiwan ha chiuso a -0,46%, la Corea del Sud Kospi -0,21%, l’indice Indiano Sensex chiuso -0,08%. Al momento in cui scrivo, i mercati europei hanno una previsione di apertura debole mentre gli Stati Uniti sono positivi. L’oro si attesta a 3.765,60 dollari l’oncia, mentre il petrolio chiude intorno ai valori di 64,68$ per il greggio e 69,01$ per il brent. Infine, il Bitcoin quota 111.840 e l’Ethereum 4.017.
Buona giornata.
%20(454%20x%2087%20px)%20(454%20x%2094%20px)%20(1).png)
Commenti