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Pillole di Mercato


(37° settimana - anno 2025)

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Citazione del giorno:

Roosevelt E.: “Le grandi menti discutono di idee; le menti ordinarie discutono di avvenimenti; le menti piccole discutono di persone”

 

Le borse asiatiche hanno mostrato un andamento contrastato, con i principali indici di Giappone, Corea del Sud e Cina continentale in rialzo, mentre Hong Kong e Australia hanno ceduto terreno. L’indice MSCI Asia-Pacifico è rimasto pressoché invariato dopo cinque sedute consecutive di guadagni, mentre i future USA hanno proseguito in rialzo sulla scia del nuovo massimo storico toccato dallo S&P 500 mercoledì. In Giappone i riflettori si sono concentrati su Softbank, salita di circa il 10% ai massimi grazie al balzo della partecipata Arm a New York, mentre tra i chipmaker hanno brillato Taiwan Semiconductor e SK Hynix. Sul fronte obbligazionario i Treasury sono rimasti stabili dopo il rally della vigilia, con rendimenti invariati, così come il dollaro, che si è mantenuto pressoché piatto rispetto alle principali valute, mentre lo yen è rimasto stabile contro il biglietto verde. A dare sostegno al sentiment è arrivato il dato sui prezzi alla produzione negli Stati Uniti, scesi per la prima volta in quattro mesi: il PPI core, depurato da alimentari ed energia, ha segnato –0,1% ad agosto, contro attese per un +0,3%. La revisione al ribasso del mese precedente ha rafforzato l’idea che le imprese stiano cercando di mantenere la competitività senza scaricare subito i costi sui consumatori. Una lettura che alimenta le scommesse su un taglio della Fed già la prossima settimana, anche se per BMO il mezzo punto rimane uno scenario difficile da realizzarsi senza un CPI core debole: gli strategist restano convinti di un taglio da 25 punti base. Neil Dutta (Renaissance Macro) sottolinea che i “colombe” della Fed hanno buoni argomenti, ma i “falchi” potrebbero opporsi ricordando che la disoccupazione resta bassa, le condizioni finanziarie ancora accomodanti e i dazi potrebbero alimentare nuove pressioni sui prezzi. La vera cartina di tornasole sarà il CPI in uscita nelle prossime ore: secondo il consensus dovrebbe segnare +0,3% su base mensile per il secondo mese consecutivo. Una lettura più debole potrebbe riaccendere la discussione su un taglio da 50 punti base, mentre l’attesa resta per un ciclo di allentamenti graduali, con quattro mosse da 25 punti base tra settembre e gennaio 2026, come sottolinea Ulrike Hoffmann-Burchardi di UBS. Per Chris Larkin (E*Trade, Morgan Stanley) il PPI ha già “steso il tappeto rosso” alla Fed, ma la reazione dei mercati dipenderà dall’inflazione di giovedì. In parallelo, la BCE è attesa confermare tassi invariati, mentre sul fronte geopolitico Trump e Modi hanno aperto spiragli per riavviare i negoziati commerciali dopo settimane di tensioni legate a dazi e petrolio russo. In Asia, Alibaba è risalita dopo un avvio debole: il gruppo punta a raccogliere 3,17 miliardi con un’emissione di convertible bond senza cedola, la più grande dell’anno. Sul fronte delle materie prime, l’oro è arretrato leggermente dopo i guadagni della vigilia, mentre il petrolio si è mantenuto stabile dopo tre sedute di rialzo, con gli operatori in attesa delle prossime mosse di Trump sulla Russia e dei potenziali impatti sull’offerta globale. In Europa, il mercato ha invertito la rotta chiudendo in lieve calo: lo STOXX 600 ha terminato a –0,05% a 552,12 punti, penalizzato dal comparto tecnologico (–1,65%) che ha interrotto una serie positiva di cinque giorni, mentre il retail è stato sostenuto dal +6,4% di Inditex, spinta da un miglioramento delle vendite ad agosto. L’indice spagnolo Ibex è salito dell’1,25%, mentre tra i settori hanno brillato anche difesa e aerospazio (+1,44%), alimentati dalle tensioni geopolitiche dopo l’abbattimento di droni russi nello spazio aereo polacco. Tra le singole storie, Nexi ha perso quasi il 10% dopo il taglio di target da parte di Barclays, Associated British Foods (Primark) è crollata del 13,3% dopo l’allarme sulle vendite, mentre Novo Nordisk ha guadagnato il 3,6% nonostante l’annuncio di un taglio del personale per restare competitiva nel settore dei farmaci anti-obesità. In Francia, il CAC 40 ha chiuso in leggero rialzo (+0,15%) dopo la nomina di Sébastien Lecornu a nuovo primo ministro da parte di Macron, ma l’attenzione resta alta in vista della revisione del rating sovrano da parte di Fitch. Il quadro resta quindi sospeso tra aspettative di politica monetaria più accomodante negli USA, un’Europa alle prese con tensioni politiche e fiscali, e mercati che restano sensibili a ogni sorpresa sui dati macro, in particolare sull’inflazione. I market movers di oggi sono: decisione sui tassi di interesse da parte della BCE (attuali 2,15% - aspettative 2,15%), richieste dei sussidi alla disoccupazione, CPI (Inflazione) negli Stati Uniti.

 

IERI

I listini dell’Asia hanno chiuso positivi. Nei singoli paesi lo Shanghai composite +0,27%, China A50 +0,48%, Hang Seng ha chiuso a +1,30%, il Nikkei +0,82%, l’Australia +0,37%, Taiwan ha chiuso a +1,65%, la Corea del Sud Kospi +1,75%, l’indice Indiano Sensex chiuso +0,53%. Il nostro FTSEMib +0,12%, Dax chiuso -0,36% Ftse100 -0,19%, Cac40 +0,15%, Zurigo -0,60%. Lo S&P500 +0,30%, il Nasdaq chiuso +0,03%, il Russell2000 -0,16%. L’oro ha chiuso a 3.666,72 ollari l’oncia, mentre il petrolio ha scambiato a 63,44$ per il wti e 67,27$ per il brent inglese.  Il prezzo del Natural Gas (TTF) quotato sul mercato di Amsterdam è di € 33,370. Lo spread BTP/BUND 84,300. L’indice VIX (il termometro dei mercati cioè la volatilità) chiude a 15,35%. Nel periodo pre-covid si attestava tra il 20% e l’11% e sono i due livelli entro cui vi è tranquillità nei mercati finanziari.

 

PRE-APERTURE

I listini dell’Asia si avviano a chiudere per lo più positivi. Nei singoli paesi lo Shanghai composite +1,07%, China A50 +1,54%, Hang Seng ha chiuso a -0,14%, il Nikkei +0,17%, l’Australia -0,32%, Taiwan ha chiuso a +0,19%, la Corea del Sud Kospi +0,46%, l’indice Indiano Sensex chiuso +0,06%. Al momento in cui scrivo, i mercati europei hanno una previsione di apertura sopra la pari così come gli Stati Uniti. L’oro si attesta a 3.682,00 dollari l’oncia, mentre il petrolio chiude intorno ai valori di 63,67$ per il greggio e 67,49$ per il brent. Infine, il Bitcoin quota 114.076 e l’Ethereum 4.402.

 

Buona giornata.

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