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Pillole di Mercato


(37° settimana - anno 2025)

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Citazione del giorno:

Brady T.: “la verità è che non devi essere speciale. Devi solo essere ciò che la maggior parte delle persone non è: costante, determinato e disposto a darti da fare”

 

Le azioni statunitensi hanno aggiornato i massimi storici sull’onda delle aspettative di un taglio dei tassi da parte della Federal Reserve per contrastare l’indebolimento dell’occupazione, mentre gli operatori si preparano a dati d’inflazione che metteranno alla prova questa convinzione: nell’S&P 500 la maggior parte dei titoli ha chiuso in calo ma l’indice è salito grazie ai progressi dei big tech (con la sola eccezione di Apple, –1,5% dopo la presentazione dell’iPhone 17, incluso il modello più sottile già atteso); in after-hours, Oracle è balzata grazie a un forte incremento delle prenotazioni, i bond hanno interrotto un rally di quattro sedute e il petrolio è avanzato dopo un attacco israeliano in Qatar che ha riacceso i timori di escalation in Medio Oriente; sulla scia di nuovi segnali di raffreddamento del mercato del lavoro, gli investitori attendono i dati su prezzi alla produzione e al consumo che orienteranno la riunione della Fed della prossima settimana e la traiettoria dell’allentamento fino a fine 2025, con i mercati monetari che sfiorano la piena scommessa su tre tagli quest’anno e un’asticella quindi elevata per PPI e CPI: un’inflazione peggiore del previsto complicherebbe le scelte in un momento in cui aumenta la pressione per allentare i tassi, osserva Stephen Kates (Bankrate), mentre per Chris Zaccarelli (Northlight) un mercato del lavoro in peggioramento facilita i tagli ma può raffreddare il rally e, se il CPI mostrasse una tendenza al rialzo, riaccenderebbe il timore di “stagflazione”; per BMO (Ian Lyngen, Vail Hartman) il taglio da 25 punti base è lo scenario base salvo un crollo inatteso dell’inflazione che potrebbe aprire a 50, con i dati di agosto più rilevanti per capire dove finirà il ciclo di easing che non per come inizierà; nel frattempo, una revisione preliminare del BLS indica che la crescita dei salariati fino a marzo è stata sovrastimata e verrebbe tagliata di 911 mila unità (–0,6%), segnale ulteriore di rallentamento che Jamie Dimon interpreta come prova di un’economia in indebolimento (recessione o semplice frenata resta da vedere), mentre Jeff Roach (LPL) si attende la ripresa ufficiale dei tagli già al prossimo meeting e Krishna Guha (Evercore) parla di impatto moderatamente “dovish” che rafforza la probabilità — non la certezza — di tre mosse a settembre, ottobre e dicembre; per Gary Schlossberg (Wells Fargo) la debolezza occupazionale va letta accanto a liquidità abbondante, rally azionario e probabili tagli Fed, coerente con una “soft patch” più che con un rallentamento prolungato, e per Omar Aguilar (Schwab) un quarto di punto sarebbe lo scenario più favorevole per gli asset, mentre lo “status quo” deluderebbe e un taglio da 50 pb potrebbe allarmare sullo stato dell’economia; il CPI core di agosto è atteso a +0,3% m/m per il secondo mese, con gli economisti pronti a misurare il pass-through dei dazi ai consumatori (per ora molte aziende hanno evitato rincari per difendere i volumi), e le opzioni sull’S&P 500 prezzano un movimento contenuto di circa ±0,6% dopo il dato, ben sotto l’1% medio realizzato nell’ultimo anno; anche con un’inflazione più alta del previsto, la Fed taglierebbe comunque la prossima settimana, sostiene Chris Kampitsis (Barnum), poiché l’attenzione è ora più sul mercato del lavoro che sui prezzi; sul fronte societario Nvidia prepara un nuovo prodotto per carichi IA più esigenti come generazione video e sviluppo software, Google Cloud conta fino a 106 miliardi di impegni contrattuali da evadere, JPMorgan vede il trading del terzo trimestre crescere a “high teens” a/a, Boeing ha consegnato 57 aerei ad agosto (miglior agosto dal 2018), United Airlines registra un rimbalzo del business travel con trend positivo fino a fine 2025, UnitedHealth prevede la maggior parte degli assicurati Medicare Advantage in piani altamente rating con bonus, Humana scende su timori di criteri bonus più severi, Goldman Sachs ottiene da Shell un mandato da 40 miliardi per la gestione dei fondi pensione, Nebius decolla in borsa dopo un accordo infrastrutturale IA fino a 19,4 miliardi con Microsoft, Anglo American acquisisce Teck Resources creando un gruppo da oltre 50 miliardi, American Express ha aumentato del 16% l’accettazione globale in 12 mesi, Exxon e Chevron restano ottimiste sulla domanda cinese di GNL anche in caso di nuovo gasdotto russo, Lazard rafforza la presenza ad Abu Dhabi, Airbus conferma l’obiettivo di 820 consegne compatibilmente con la fornitura di motori, Novartis compra Tourmaline Bio per circa 1,4 miliardi e Kering promette riduzione del debito e taglio dei costi per rilanciare Gucci; in Europa lo STOXX 600 ha chiuso quasi invariato (+0,09% a 552,56) con le materie di base in rialzo di circa l’1,3% spinte dall’annuncio di Anglo American–Teck (titolo +8,7%, outlook S&P portato a positivo, Glencore +5,1%), mentre il CAC 40 +0,2% ha risentito di una maggiore tensione sui titoli di stato: lo spread OAT-Bund decennale si è allargato di ~7 pb dopo la caduta del governo Bayrou, con rischio di downgrade (Fitch avvia le revisioni il 12 settembre) e necessità di un nuovo premier capace di unire il Parlamento per il budget e la riduzione del deficit; petroliferi europei +1,3% seguendo il rialzo del greggio dopo l’attacco in Qatar, finanziari –0,9% dopo il rimbalzo della seduta precedente, in Italia MPS +6,3% e Mediobanca +5,9% su progressi nell’OPA, Novartis –0,2% dopo l’accordo su Tourmaline, media +1% con Universal Music +2,1% (upgrade Citi a “Buy”), Saab –2,4% dopo avvio di copertura “underweight” di Barclays; lo sguardo di breve resta puntato sui dati USA e sulla riunione della BCE di questa settimana, con la prima chiamata sull’inflazione americana che chiarirà quanto spazio reale abbia la Fed per confermare il percorso di allentamento già ampiamente prezzato dai mercati. I market movers di oggi sono: CPI (inflazione) e PPI (indice dei prezzi alla produzione) in Cina, produzione industriale in Italia, PPI (indice dei prezzi alla produzione) e scorte di petrolio negli Stati Uniti.

 

IERI

I listini dell’Asia hanno chiuso misti. Nei singoli paesi lo Shanghai composite -0,62%, China A50 -0,28%, Hang Seng ha chiuso a +0,66%, il Nikkei -0,29%, l’Australia -0,75%, Taiwan ha chiuso a +1,06%, la Corea del Sud Kospi +0,86%, l’indice Indiano Sensex chiuso +0,22%. Il nostro FTSEMib +0,68%, Dax chiuso -0,37% Ftse100 +0,23%, Cac40 +0,19%, Zurigo -0,23%. Lo S&P500 +0,27%, il Nasdaq chiuso +0,37%, il Russell2000 -0,55%. L’oro ha chiuso a 3.682,20 ollari l’oncia, mentre il petrolio ha scambiato a 62,26$ per il wti e 66,02$ per il brent inglese.  Il prezzo del Natural Gas (TTF) quotato sul mercato di Amsterdam è di € 32,675. Lo spread BTP/BUND 85,090. L’indice VIX (il termometro dei mercati cioè la volatilità) chiude a 15,04%. Nel periodo pre-covid si attestava tra il 20% e l’11% e sono i due livelli entro cui vi è tranquillità nei mercati finanziari.

 

PRE-APERTURE

I listini dell’Asia si avviano a chiudere positivi. Nei singoli paesi lo Shanghai composite +0,27%, China A50 +0,48%, Hang Seng ha chiuso a +1,30%, il Nikkei +0,82%, l’Australia +0,37%, Taiwan ha chiuso a +1,65%, la Corea del Sud Kospi +1,75%, l’indice Indiano Sensex chiuso +0,53%. Al momento in cui scrivo, i mercati europei hanno una previsione di apertura sopra la pari così come gli Stati Uniti. L’oro si attesta a 3.681,02 dollari l’oncia, mentre il petrolio chiude intorno ai valori di 62,63$ per il greggio e 66,39$ per il brent. Infine, il Bitcoin quota 111.6100 e l’Ethereum 4.313.

 

Buona giornata.


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