(13° settimana - anno 2023)
Citazione del giorno:
Albert Einstein: “Le più felici delle persone non necessariamente hanno il meglio di ogni cosa; soltanto traggono il meglio da ogni cosa che capita sul loro cammino.”
Questa settimana un'inversione nel sell-off di titoli bancari ha stimolato un rimbalzo delle azioni, che hanno guadagnato anche tra le rassicurazioni delle autorità sulla stabilità finanziaria e la crescente speculazione secondo cui i politici dovranno smettere di alzare i tassi. I principali indici azionari sono rimasti ampiamente resilienti, con il Nasdaq in testa. L'S&P 500 ha segnato la sua seconda settimana consecutiva di guadagni. Un indice delle grandi banche statunitensi è salito dopo aver raggiunto il livello più basso da novembre 2020. Venerdì i principali regolatori statunitensi hanno affermato dopo una riunione che, mentre alcune banche sono sotto stress, il sistema finanziario complessivo è ancora solido. Anche in Europa la Lagarde ha cercato di infondere calma. Il costo dell'assicurazione del debito (CDS) di Deutsche Bank contro l'insolvenza è salito alle stelle, facendo crollare le sue azioni. Le mosse improvvise hanno spinto il cancelliere tedesco Olaf Scholz a sostenere pubblicamente l'istituto di credito, definendolo una "banca molto redditizia". Nonostante la carneficina nelle banche europee, gli indici azionari della regione hanno chiuso la settimana in positivo. Mentre le azioni salgono, gli investitori si stanno riversando nella sicurezza del cash al ritmo più veloce dall'inizio della pandemia, secondo gli strateghi di Bank of America Corp. I fondi cash globali hanno registrato afflussi di quasi 143 miliardi di dollari nella settimana fino a mercoledì, i più grandi da marzo 2020. Allo stesso tempo, le attività dei fondi del mercato monetario sono salite a oltre 5,1 trilioni di dollari, il livello più alto mai registrato. I picchi precedenti hanno coinciso con i grandi tagli dei tassi di interesse della Fed del 2008 e del 2020. I trader hanno abbandonato le scommesse secondo cui la Fed aumenterà i tassi di interesse a maggio, riducendo le probabilità a solo il 25%. Il mercato è decisamente più accomodante rispetto al dotplot della Fed per quanto riguarda la posizione dei tassi a fine anno, con una differenza di 150 punti base. E’ stata un’altra settimana turbolenta per le obbligazioni. Il rendimento a 2 anni è crollato al minimo in quasi 7 mesi, al di sotto del 4%. Adesso, si trova di oltre 120 punti base al di sotto del tasso di riferimento della Fed. Nel mentre, la curva dei rendimenti si è fatta notevolmente più ripida. Il dollaro ha cancellato tutto il crollo post-Powell, ma ha chiuso la settimana in ribasso. Le criptovalute sono state leggermente più alte. Rame, petrolio e argento sono tutti saliti mentre il natural gas è crollato. Nonostante il suo appeal, l’oro ha chiuso la settimana sostanzialmente invariato. Dopo le turbolenze nel settore finanziario, alcuni strateghi si aspettavano una pausa o addirittura dei tagli dei tassi. Ma la Fed è rimasta determinata a ripristinare la stabilità dei prezzi, aumentando il suo tasso di riferimento al livello più alto da settembre 2007. Pur avendo preso in considerazione una pausa della loro campagna di inasprimento, i membri del FOMC hanno votato all'unanimità per un aumento di 25 punti base. I politici vedono l'aumento dei prezzi, soprattutto sulla base dei dati recenti, come una minaccia maggiore rispetto alle turbolenze bancarie. La crescita sottostante dei prezzi al consumo ha subito un'accelerazione a febbraio, con gli americani che hanno continuato a risentire dell'aumento degli affitti e dei prezzi vischiosi dei servizi. Va comunque notato il cambiamento del linguaggio utilizzato nella dichiarazione: il comitato è passato dal ritenere appropriati “aumenti continui” del tasso di riferimento, al prevede che “un ulteriore rafforzamento della politica” potrebbe essere appropriato al fine di riportare l’inflazione al target del 2%. Inoltre, i responsabili politici hanno previsto che i tassi chiuderanno il 2023 a circa il 5,1%, invariati rispetto alla stima mediana delle proiezioni di dicembre. Nella sua conferenza stampa, Powell ha sottolineato che il sistema bancario statunitense è solido e ben capitalizzato e che la Fed rimane pronta a utilizzare tutti i suoi strumenti per mantenere la stabilità finanziaria. Ha anche riconosciuto che le recenti turbolenze bancarie probabilmente si tradurranno in condizioni di credito più rigide per le famiglie e le imprese. Ciò influenzerebbe a sua volta i risultati economici e aiuterebbe la banca centrale ad abbassare l’inflazione. Tuttavia, è troppo presto per valutare l’impatto. Secondo Powell, le debolezze della Silicon Valley Bank non sono presenti nel sistema bancario in generale. L’istituto di credito era un outlier sia in termini di percentuale di depositi non assicurati che di partecipazione al rischio di duration. I trader di obbligazioni pensano che l’impatto delle turbolenze nel sistema bancario sull'economia statunitense sarà notevole e costringerà la Fed ad invertire la sua rotta iniziando a tagliare i tassi d’interesse già quest’anno. Il mercato si aspetta al massimo un altro aumento di 25 punti base a maggio e un tasso di circa tre quarti di punto al di sotto del livello attuale alla fine del 2023. Si tratta di una drammatica inversione di tendenza rispetto a poche settimane fa, quando gli indicatori di inflazione più caldi del previsto facevano parlare di un benchmark che arrivava addirittura al 6%. Il nuovo calo dei rendimenti a breve termine ha innescato un irripidimento della curva, il tipo di reazione che tende a prendere slancio quando la Fed si prepara a mettere in pausa un ciclo di inasprimento. I rendimenti a 30 anni sono di nuovo superiori ai rendimenti a 5 anni. Questo spread sta guidando la fase di normalizzazione della curva dei Treasury. Secondo il mercato obbligazionario una recessione è certa. Questo è il messaggio dello spread della curva dei rendimenti che Powell ha evidenziato un anno fa come il migliore per anticipare i problemi economici negli Stati Uniti. Nel frattempo, la volatilità implicita delle obbligazioni misurata dall'indice MOVE è salita ai massimi dalla fine del 2008, durante l'apice della crisi finanziaria globale. L’agenda macroeconomica che va dal 27 al 31 marzo 2023 sarà caratterizzata dalla pubblicazione di alcune misurazioni importanti per le principali economie europee e per gli Stati Uniti. A catalizzare l’attenzione degli operatori dei mercati finanziari saranno i dati dell’inflazione dell’Eurozona e le misurazioni della fiducia dei consumatori degli Stati Uniti (Conference Board e Università del Michigan). Per il Vecchio Continente si attendono inoltre alcuni indicatori di fiducia e il tasso di disoccupazione. Guardando ai singoli Paesi del blocco europeo, per la Germania si attendono gli indici IFO, rapporto GFK sulla fiducia dei consumatori tedeschi, inflazione e le vendite al dettaglio. Per l’Italia focus su alcuni indicatori di fiducia, bilancia commerciale, tasso di disoccupazione, prezzi alla produzione, inflazione e le vendite industriali. Per gli USA gli investitori monitoreranno anche i dati dell’indice dei prezzi delle case, indice manifatturiero della Fed di Richmond, PMI Chicago, vendite in corso di abitazioni, scorte e produzione di greggio, PIL del quarto trimestre del 2022, nuove richieste settimanali di sussidi di disoccupazione, reddito e spesa personali e il PCE core, dato, quest'ultimo, molto attenzionato da parte della FED.
VENERDI’
I mercati asiatici hanno chiuso in negativo, con Taiwan unica in verde. Nei singoli paesi lo Shanghai -0,61%, China A50 -0,64%, Hang Seng -0,70%, il Nikkei -0,19%, l’Australia -0,19%, Taiwan +0,32%, la Corea del Sud Kospi -0,41%, l’indice Indiano Sensex ha chiuso a -0,11%. Il nostro FTSEMib -2,23%, Dax -1,66%, Ftse100 -1,26%, Cac40 -1,74%, Zurigo -0,79%. Il Nasdaq +0,31%, S&P500 +0,56%, il Russell2000 +0,85%. L’oro ha chiuso a 2.001,70 dollari l’oncia, mentre il petrolio ha scambiato a 69,26$ per il wti 74,59$ per il brent inglese. Il prezzo del Natural Gas quotato sul mercato di Amsterdam è di € 41,094. Lo spread BTP/BUND ha chiuso a 182,620. L’indice VIX (il termometro dei mercati cioè la volatilità) chiude a 21,74%. Nel periodo pre-covid si attestava tra il 20% e l’11% e sono i due livelli che contraddistinguono la tranquillità dei mercati finanziari.
PRE-APERTURE
I listini dell’Asia si avviano a chiudere misti. Nei singoli paesi lo Shanghai -0,75%, China A50 -0,94%, Hang Seng -0,89%, il Nikkei +0,46%, l’Australia +0,10%, Taiwan -0,37%, la Corea del Sud Kospi -0,20%, l’indice Indiano Sensex ha chiuso a +0,50%. Al momento in cui scrivo i mercati europei hanno una previsione di apertura è positiva mentre l’America è in marcato rialzo. L’oro si attesta a 1.993,60 dollari l’oncia, mentre il petrolio chiude intorno ai valori di 69,34$ per il greggio e 74,62$ per il brent. Infine il Bitcoin quota 27.944 e l’Ethereum 1.767.
Buona giornata e buona settimana.
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