Pillole di Mercato
- Federico Caligiuri

- 2 set
- Tempo di lettura: 5 min
(36° settimana - anno 2025)

Citazione del giorno:
Proust M.: “Dobbiamo essere grati alle persone che ci rendono felici. Sono i premurosi giardinieri che fanno fiorire la nostra anima”
Le borse asiatiche hanno registrato un progresso moderato mentre l’oro ha toccato un nuovo record storico, con gli operatori che si stanno posizionando in vista di un possibile taglio dei tassi da parte della Federal Reserve già a settembre. In Giappone e Corea del Sud i listini sono rimbalzati dopo le perdite di lunedì, mentre in Cina e a Hong Kong hanno prevalso le vendite. Il petrolio ha recuperato terreno in attesa della prossima riunione OPEC+, mentre lo yen si è indebolito dello 0,3% sul dollaro dopo che il discorso del vice governatore della Bank of Japan, Ryozo Himino, non ha fornito indicazioni chiare sulla futura direzione dei tassi. L’oro ha superato per la prima volta quota 3.500 dollari l’oncia a New York prima di ridimensionare parte dei guadagni. La curva dei Treasury si è inclinata, con i rendimenti a due anni in lieve rialzo al 3,63% e quelli a trent’anni più alti per il timore che una politica monetaria più espansiva possa alimentare l’inflazione. Sul fronte giapponese i titoli di Stato decennali hanno beneficiato della migliore asta dal 2023. Il rally record di Wall Street affronta ora un test cruciale: nelle prossime tre settimane arriveranno i dati sull’occupazione, l’inflazione e soprattutto la decisione della Fed sui tassi. Il mese di settembre, storicamente il più debole per i mercati americani, si apre con il peso delle tensioni commerciali e con i dubbi sull’indipendenza della banca centrale. Secondo alcuni analisti, la prospettiva di un taglio dei tassi sta spingendo capitali fuori dal dollaro e verso mercati globali, favorendo settori ciclici e sensibili ai tassi come il real estate. Non a caso l’attenzione degli investitori si è concentrata sull’oro, bene rifugio per eccellenza nei momenti di incertezza politica ed economica, che beneficia anche di tassi in calo. La sua forza è stata alimentata dai timori legati alla guerra commerciale lanciata dal presidente Trump e dalle crescenti preoccupazioni per le pressioni esercitate sulla Fed, percepite come una minaccia alla sua indipendenza. Il Cboe Volatility Index resta vicino ai minimi dell’anno, a quota 16, segnalando che il mercato continua a scommettere su bassa volatilità nonostante i listini abbiano corso molto dai minimi di aprile. Alcuni strategist invitano alla prudenza, sottolineando come simili condizioni in passato abbiano spesso preceduto correzioni. Gli appuntamenti chiave si susseguono: venerdì arriveranno i Payrolls, poi l’11 settembre il CPI e il 17 settembre la riunione della Fed con le nuove proiezioni trimestrali. I derivati sui Fed funds prezzano con una probabilità del 90% un taglio già a questo meeting. Secondo Deutsche Bank, la soglia per un rinvio appare molto alta, ma i mercati stanno già scontando oltre 140 punti base di allentamento entro il 2026, livelli che storicamente si sono visti solo in concomitanza di recessioni. Sul fronte commerciale, Trump ha dichiarato che l’India si è detta pronta a ridurre i propri dazi dopo l’imposizione da parte di Washington di tariffe al 50% come punizione per l’acquisto di petrolio russo. In Indonesia le borse hanno rimbalzato dopo che il ministro delle finanze ha promesso un miglioramento delle politiche economiche, contribuendo a raffreddare le tensioni politiche. Tra le corporate, Nestlé ha licenziato l’amministratore delegato Laurent Freixe dopo appena un anno per una relazione sul luogo di lavoro, evento che prolunga l’instabilità ai vertici del colosso alimentare svizzero. Ad Hong Kong, il produttore cinese di condizionatori Aux Electric ha perso terreno al debutto dopo un’IPO da oltre 500 milioni di dollari, mentre New World Development è scesa fino al 4% dopo aver dichiarato di non aver ricevuto proposte di finanziamento. In Giappone il CEO di Suntory, Takeshi Niinami, ha rassegnato le dimissioni. In Europa, gli indici hanno chiuso in lieve rialzo grazie al settore difesa, spinto dalle dichiarazioni della presidente della Commissione europea von der Leyen, che ha parlato di piani per inviare truppe in Ucraina come parte delle garanzie di sicurezza post-conflitto. Il comparto è balzato del 2,1% con rialzi per Rolls-Royce, Rheinmetall e Hensoldt, mentre BAE Systems ha beneficiato di una commessa norvegese da oltre 10 miliardi di sterline. Novo Nordisk ha guadagnato quasi il 2% dopo che uno studio ha confermato i benefici cardiovascolari del farmaco anti-obesità Wegovy, superiori a quelli delle terapie concorrenti di Eli Lilly. Questo ha dato slancio all’indice healthcare europeo, mentre il listino danese ha tratto beneficio anche dal progresso di Zealand Pharma. Il rialzo complessivo è stato limitato dall’aumento dei rendimenti dei titoli di Stato a lungo termine, con il trentennale tedesco salito ai massimi da 14 anni al 3,38%. Le utilities, spesso viste come proxy obbligazionari, hanno perso quasi l’1%. Sul fronte legale, una corte d’appello statunitense ha dichiarato illegittima la maggior parte dei dazi di Trump, lasciandoli tuttavia in vigore fino a metà ottobre per consentire ulteriori ricorsi. Trump ha già annunciato che porterà il caso alla Corte Suprema, mentre Bruxelles ha trovato un accordo con Washington e la Svizzera resta in trattativa. Goldman Sachs ha alzato il target a 12 mesi per lo STOXX 600 da 570 a 580 punti. Tra i titoli in evidenza Orsted, salita del 3,5% grazie al sostegno di Equinor al suo aumento di capitale da 9,4 miliardi, e il settore auto europeo, in progresso dello 0,6% dopo che i dati hanno mostrato un incremento delle immatricolazioni del 5,9% a luglio. Sul fronte macro, l’attività manifatturiera dell’area euro è tornata a crescere ad agosto per la prima volta dal 2022, grazie al rafforzamento della domanda interna. Intanto gli investitori attendono i dati sul lavoro statunitense di questa settimana, che potrebbero orientare in modo decisivo le prossime mosse della Federal Reserve. I market movers di oggi sono: CPI (Inflazione) nell’Eurozona, indice PMI del settore manifatturiero negli Stati Uniti.
IERI
I listini dell’Asia hanno chiuso misti. Nei singoli paesi lo Shanghai composite +0,23%, China A50 -0,71%, Hang Seng ha chiuso a +1,89%, il Nikkei -0,14%, l’Australia -0,29%, Taiwan ha chiuso a -0,82%, la Corea del Sud Kospi -1,36%, l’indice Indiano Sensex chiuso +0,32%. Il nostro FTSEMib +0,51%, Dax chiuso +0,57% Ftse100 +0,10%, Cac40 +0,05%, Zurigo -0,29%. Lo S&P500 chiuso per festività, il Nasdaq chiuso per festività, il Russell2000 chiuso per festività. L’oro ha chiuso a 3.545,50 ollari l’oncia, mentre il petrolio ha scambiato a 64,01$ per il wti e 68,15$ per il brent inglese. Il prezzo del Natural Gas (TTF) quotato sul mercato di Amsterdam è di € 32,340. Lo spread BTP/BUND 89,240. L’indice VIX (il termometro dei mercati cioè la volatilità) chiude a 16,12%. Nel periodo pre-covid si attestava tra il 20% e l’11% e sono i due livelli entro cui vi è tranquillità nei mercati finanziari.
PRE-APERTURE
I listini dell’Asia si avviano a chiudere per lo più negativi. Nei singoli paesi lo Shanghai composite -1,10%, China A50 +0,30%, Hang Seng ha chiuso a -0,68%, il Nikkei -0,20%, l’Australia -0,27%, Taiwan ha chiuso a -0,04%, la Corea del Sud Kospi +0,76%, l’indice Indiano Sensex chiuso +0,34%. Al momento in cui scrivo, i mercati europei hanno una previsione di apertura negativa così come gli Stati Uniti. L’oro si attesta a 3.565,55 dollari l’oncia, mentre il petrolio chiude intorno ai valori di 64,61$ per il greggio e 68,41$ per il brent. Infine, il Bitcoin quota 110.127 e l’Ethereum 4.379.
Buona giornata.
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