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Pillole di Mercato

(31° settimana - anno 2025)

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Citazione del giorno:

Di Domizio A.: “Per mentire basta la paura, è per la verità che ci vuole coraggio”

 

I mercati azionari asiatici hanno chiuso in calo per la terza seduta consecutiva, segnalando un rallentamento della spinta positiva generata dai recenti accordi commerciali e una crescente prudenza da parte degli investitori, in una settimana dominata da appuntamenti macroeconomici e risultati societari cruciali. L’indice MSCI Asia-Pacifico ha perso lo 0,8%, trascinato soprattutto dalle perdite a Hong Kong. Il dollaro si è mantenuto stabile dopo il rialzo più marcato dal mese di maggio, mentre i future sull’S&P 500 sono saliti dello 0,1% e quelli sull’Europa dello 0,2%. L’euro ha proseguito la sua discesa dopo il crollo più deciso degli ultimi due mesi. L’ottimismo per gli accordi tariffari si sta attenuando, mentre l’attenzione si concentra su una serie di dati chiave, in particolare sul mercato del lavoro, inflazione e attività economica generale. Gli occhi sono puntati sulla decisione della Federal Reserve di mercoledì, dove è atteso un mantenimento dei tassi, seguita poi dalle trimestrali di quattro big tecnologiche. Gli analisti di mercato, come Nick Twidale di ATFX Global Markets, sottolineano come l’attenzione si stia spostando sugli “hard data”, ora che si comincia a intravedere maggiore chiarezza sul fronte commerciale. Le capitali europee hanno difeso l’accordo commerciale raggiunto con Trump, ma dal fronte industriale – in particolare in Germania – emergono timori: l’intesa rischia di penalizzare la competitività dell’industria automobilistica. Il ministro olandese del commercio estero ha definito l’accordo “non ideale”, auspicando la prosecuzione dei negoziati. Secondo il mercato, l’accordo ha deluso chi sperava in una completa abolizione dei dazi, stabilendo invece un’aliquota generalizzata al 15% sulle esportazioni UE verso gli Stati Uniti, in netto rialzo rispetto ai livelli pre-2025, spesso inferiori al 3%. Anche se più bassa rispetto alla minaccia iniziale del 30%, la nuova tariffa rappresenta un colpo rilevante per l’industria e potrebbe generare nuove pressioni inflazionistiche. Nel frattempo, a Washington si sono tenuti due giorni di colloqui tra Stati Uniti e Cina per prolungare la tregua tariffaria in scadenza a metà agosto. Un accordo definitivo resta incerto, mentre con l’India la trattativa è ancora in fase preliminare. Trump ha inoltre ordinato la ripresa delle trattative commerciali con Thailandia e Cambogia, a seguito della cessazione dei conflitti armati lungo i confini. Negli Stati Uniti, il focus sarà sul meeting della Fed, che si svolge in contemporanea con la pubblicazione di dati fondamentali su PIL, occupazione e inflazione core. È un evento raro che dati tanto rilevanti coincidano con una riunione del FOMC, e i mercati attendono segnali più concreti sull’orientamento della politica monetaria. Powell e i colleghi affronteranno decisioni cruciali in un contesto di forte pressione politica, evoluzioni nelle relazioni commerciali globali e segnali contrastanti dal ciclo economico. Secondo Marc Franklin di Manulife Investment Management, la Fed ha ormai abbracciato un approccio pienamente “data dependent” e i prossimi dati sul lavoro potrebbero risultare decisivi. In Giappone, l’asta di titoli governativi a due anni ha registrato la domanda più alta da ottobre, con rendimenti attrattivi che si avvicinano ai livelli massimi dal 2008. Sempre in Giappone, gli operatori attendono le decisioni della Bank of Japan, che potrebbe sorprendere il mercato con modifiche alla sua storica politica ultra-espansiva. Sul fronte delle materie prime, il petrolio ha oscillato in risposta alle pressioni di Trump su Mosca affinché raggiunga una tregua rapida con Kiev, minacciando altrimenti nuove sanzioni. Secondo Fidelity International, l’oro potrebbe raggiungere i 4.000 dollari l’oncia entro la fine del 2026, in caso di ribassi dei tassi da parte della Fed, indebolimento del dollaro e aumento delle riserve auree delle banche centrali. Tra le notizie societarie, le azioni legate all’assistenza all’infanzia in Cina hanno guadagnato terreno grazie a nuovi sussidi statali per stimolare la natalità. Al contrario, Singapore Airlines ha perso il 10% dopo una trimestrale deludente. In Europa, l’indice STOXX 600 – salito inizialmente dell’1% grazie all’accordo con gli Stati Uniti – ha poi chiuso in ribasso dello 0,2%, frenato dalle preoccupazioni sull’impatto reale dell’intesa. Il settore automobilistico ha perso l’1,7% mentre quello difensivo ha ceduto l’1,3%, anche a causa dell’impegno UE ad acquistare materiale militare statunitense senza dettagli precisi sull’ammontare. I titoli dei produttori di alcolici come Pernod Ricard e Anheuser-Busch hanno lasciato sul terreno oltre il 3,5%, penalizzati dall’assenza di una clausola specifica nel nuovo accordo commerciale. Sul fronte tecnologico, ASML ha guadagnato quasi il 5%, alimentando il rally dell’intero comparto (+0,6%), grazie alle aspettative che il settore dei semiconduttori possa essere escluso dal nuovo regime tariffario. L’indice STOXX ha guadagnato circa il 19% dai minimi di aprile e si trova ora a meno del 2,5% dai massimi storici di marzo. Alcuni analisti, come Anthi Tsouvali di UBS Wealth, ritengono che sul breve termine le azioni statunitensi abbiano più margine di crescita rispetto a quelle europee, pur mantenendo una visione neutrale di lungo periodo. L’energia ha registrato un rialzo dell’1,1%, sostenuta dal recupero del petrolio dopo l’accordo commerciale. Negli Stati Uniti, l’S&P 500 ha registrato la sesta chiusura record consecutiva, mentre il Nasdaq ha guadagnato un ulteriore 0,3%. Il Dow Jones è rimasto sostanzialmente piatto. Gli investitori si preparano a una settimana densa di eventi potenzialmente dirompenti: decisioni di politica monetaria da parte di Federal Reserve e Bank of Japan, pubblicazione delle trimestrali delle Big Tech del gruppo Magnificent Seven (Apple, Microsoft e altre), e la scadenza dell’ultimatum del 1° agosto per l’implementazione delle nuove tariffe. Un mix esplosivo che potrebbe imprimere una nuova direzione ai mercati globali. I market movers di oggi sono: nuove offerte di lavoro JOLTS e indice di fiducia dei consumatori elaborato dal Conference Board.

 

IERI

I listini dell’Asia hanno chiuso misti. Nei singoli paesi lo Shanghai composite +0,05%, China A50 -0,13%, Hang Seng ha chiuso a +0,42%, il Nikkei -0,99%, l’Australia +0,33%, Taiwan ha chiuso a +0,26%, la Corea del Sud Kospi +0,15%, l’indice Indiano Sensex +0,08%. Il nostro FTSEMib +0,01%, Dax chiuso -1,02% Ftse100 -0,43%, Cac40 -0,43%, Zurigo -0,22%. Lo S&P500 +0,02%, il Nasdaq +0,33%, il Russell2000 -0,19%. L’oro ha chiuso a 3.366,80 ollari l’oncia, mentre il petrolio ha scambiato a 66,71$ per il wti e 69,32$ per il brent inglese.  Il prezzo del Natural Gas (TTF) quotato sul mercato di Amsterdam è di € 33,120. Lo spread BTP/BUND 84,600. L’indice VIX (il termometro dei mercati cioè la volatilità) chiude a 15,03%. Nel periodo pre-covid si attestava tra il 20% e l’11% e sono i due livelli entro cui vi è tranquillità nei mercati finanziari.

 

PRE-APERTURE

I listini dell’Asia si avviano a chiudere per lo più negativi. Nei singoli paesi lo Shanghai composite -0,03%, China A50 -0,15%, Hang Seng ha chiuso a -1,02%, il Nikkei -1,01%, l’Australia -0,01%, Taiwan ha chiuso a -1,03%, la Corea del Sud Kospi +0,52%, l’indice Indiano Sensex -0,26%. Al momento in cui scrivo, i mercati europei hanno una previsione di apertura positiva così come gli Stati Uniti. L’oro si attesta a 3.371,90 dollari l’oncia, mentre il petrolio chiude intorno ai valori di 66,57$ per il greggio e 69,22$ per il brent. Infine, il Bitcoin quota 118.613 e l’Ethereum 3.790.

 

Buona giornata.

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