Pillole di Mercato
- Federico Caligiuri
- 12 minuti fa
- Tempo di lettura: 4 min
(28° settimana - anno 2025)

Citazione del giorno:
Anne Burrell: “Uno dei segreti per avere successo consiste nel fare domande e ascoltare le risposte”
Le borse asiatiche hanno registrato un lieve calo, con gli investitori cauti nel prendere ulteriori rischi dopo che il presidente Donald Trump ha riacceso le tensioni commerciali. Il benchmark regionale ha perso lo 0,3%, segnando il terzo ribasso in quattro sedute. Hong Kong ha chiuso in calo dello 0,9%, penalizzata dal persistere della deflazione industriale in Cina per il 33° mese consecutivo, mentre i prezzi al consumo sono cresciuti inaspettatamente a giugno. In controtendenza, le azioni sulla mainland cinese hanno guadagnato lo 0,3%, avvicinandosi ai massimi da dicembre. Sul fronte obbligazionario, i Treasury americani hanno registrato la quinta seduta consecutiva di ribassi, complice la debole domanda per i titoli a lungo termine in un contesto di aste molto dense questa settimana. Tra le materie prime, i futures sul rame a Londra sono scesi dopo che Trump ha annunciato l'intenzione di applicare un dazio del 50% sulle importazioni. La notizia ha alimentato attese di un aumento dell’offerta sui mercati alternativi, portando il rame a registrare forti oscillazioni: martedì, il metallo aveva toccato un record di rialzo del 17% sul Comex, salvo poi ripiegare oltre il 4% nella seduta successiva. Trump, parlando martedì, ha ribadito la determinazione a procedere con la sua strategia tariffaria aggressiva, dichiarando che non ci saranno ulteriori proroghe sui dazi previsti per agosto e accennando anche a possibili nuove tariffe sui farmaci importati. Questo atteggiamento ha spinto molti investitori a fermarsi in attesa di segnali più concreti, soprattutto dopo aver visto i mercati globali toccare nuovi massimi la scorsa settimana. Molti analisti, come Tony Sycamore di IG Australia, sottolineano come la reazione dei mercati sia stata finora relativamente indifferente, memori della cosiddetta “Liberation Day” di aprile, quando le minacce si tradussero in proroghe e riduzioni delle aliquote effettive. Nel frattempo, Trump ha inviato le prime lettere di avviso a diversi partner commerciali, compresi Corea del Sud e Giappone, indicando nuovi dazi compresi tra il 25% e il 40% per i paesi che non hanno trovato un accordo. Per ora, l'entrata in vigore è rimandata al primo agosto, regalando un’ulteriore finestra di tre settimane per negoziare. In Europa, le borse hanno chiuso in rialzo martedì, spinte dai settori sanitario ed energetico. Lo Stoxx 600 ha guadagnato lo 0,4%, toccando i massimi delle ultime tre settimane, con DAX e CAC 40 in crescita rispettivamente dello 0,5% e 0,4%. In evidenza i titoli energetici, che hanno approfittato del rialzo del petrolio, e i farmaceutici, tra cui Novo Nordisk in progresso del 2%. Il rally è stato alimentato anche dalle rassicurazioni che l’Unione Europea potrebbe evitare i dazi più pesanti di Trump, con Bruxelles pronta a finalizzare un accordo di principio entro il 9 luglio. Nonostante ciò, la tensione resta alta e, come osserva Lukman Otunuga di FXTM, se nelle prossime settimane non si chiuderanno trattative concrete, i mercati potrebbero subire una nuova ondata di volatilità. Tra i titoli europei, Capgemini ha ceduto il 5,6% dopo l’annuncio dell’acquisizione della società americana WNS per 3,3 miliardi di dollari. Negli Stati Uniti, gli indici hanno chiuso poco mossi, con il Dow in leggero calo (-0,3%) e S&P 500 e Nasdaq praticamente invariati. Le prospettive sugli utili europei per il secondo trimestre sono intanto peggiorate, con una previsione media di calo dello 0,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. La stagione delle trimestrali entrerà nel vivo la prossima settimana, quando ASML aprirà le danze tra i big tecnologici. Nel complesso, i mercati globali restano in bilico tra segnali positivi di crescita e timori legati ai dazi e alle tensioni geopolitiche, con gli investitori pronti a reagire a ogni nuovo sviluppo. I market movers di oggi sono: CPI (inflazione) e PPI (producer price index) in Cina, decisione sui tassi di interesse da parte del RBZ in Nuova Zelanda (attuale 3,25% - previsione 3,25%), verbali della riunione del FOMC negli Stati Uniti.
IERI
I listini dell’Asia hanno chiuso per la maggior parte positivi. Nei singoli paesi lo Shanghai composite +0,29%, China A50 +0,69%, Hang Seng ha chiuso a -0,78%, il Nikkei +0,21%, l’Australia -0,34%, Taiwan ha chiuso a -1,01%, la Corea del Sud Kospi +0,61%, l’indice Indiano Sensex +0,03%. Il nostro FTSEMib +0,67%, Dax chiuso +0,50% Ftse100 +0,54%, Cac40 +0,56%, Zurigo +0,08%. Lo S&P500 -0,07%, il Nasdaq +0,03%, il Russell2000 +0,73%. L’oro ha chiuso a 3.312,87 ollari l’oncia, mentre il petrolio ha scambiato a 68,32$ per il wti e 70,13$ per il brent inglese. Il prezzo del Natural Gas (TTF) quotato sul mercato di Amsterdam è di € 34,570. Lo spread BTP/BUND 91,600. L’indice VIX (il termometro dei mercati cioè la volatilità) chiude a 16,84%. Nel periodo pre-covid si attestava tra il 20% e l’11% e sono i due livelli entro cui vi è tranquillità nei mercati finanziari.
PRE-APERTURE
I listini dell’Asia si avviano a chiudere per la maggior parte positivi. Nei singoli paesi lo Shanghai composite +0,61%, China A50 +0,45%, Hang Seng ha chiuso a +0,70%, il Nikkei +0,27%, l’Australia -0,27%, Taiwan ha chiuso a +0,48%, la Corea del Sud Kospi +1,53%, l’indice Indiano Sensex -0,03%. Al momento in cui scrivo, i mercati europei hanno una previsione di apertura intorno alla parità così come gli Stati Uniti. L’oro si attesta a 3.304,31 dollari l’oncia, mentre il petrolio chiude intorno ai valori di 68,19$ per il greggio e 70,02$ per il brent. Infine, il Bitcoin quota 108.562 e l’Ethereum 2.602.
Buona giornata.
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