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Pillole di Mercato

(27° settimana - anno 2025)

Citazione del giorno:

Proverbio popolare: “Un’ora prima delle 9:00 ne vale due dopo le 17:00”

 

La 26ª settimana del 2025 si chiude con un clima di cauto ottimismo sui mercati globali, dopo giorni caratterizzati da volatilità, tensioni geopolitiche e dati macroeconomici contrastanti. Le principali borse mondiali hanno proseguito il recupero: l’S&P 500 ha toccato nuovi massimi storici, trainato dal settore tecnologico e dalla rinnovata fiducia nelle politiche monetarie. Il Nasdaq 100, spinto dal rally di Nvidia e delle big tech, ha consolidato la sua leadership, mentre l’Europa si è mossa in territorio positivo grazie al rimbalzo dei titoli ciclici e industriali. Il DAX di Francoforte e il CAC 40 di Parigi hanno chiuso con progressi superiori all’1%, sostenuti anche da nuove misure fiscali tedesche e da un contesto meno teso sul fronte energetico. In Asia, l'indice MSCI Asia Pacific ha archiviato la settimana in crescita, aiutato dalla tenuta dei mercati giapponesi e dalla ripresa parziale delle piazze cinesi, pur restando in un contesto fragile. In Giappone, l'inflazione di Tokyo è rallentata per la prima volta in quattro mesi, alimentando ipotesi di una politica monetaria ancora accomodante. In Cina, i profitti industriali di maggio hanno mostrato un calo marcato, segnale delle difficoltà che il Paese continua ad affrontare tra pressione deflazionistica e impatto dei dazi americani. Sul fronte macroeconomico statunitense, i dati del PIL rivisti al ribasso e la crescita modesta dei consumi nel primo trimestre hanno rafforzato l’aspettativa di un primo taglio dei tassi già a settembre. Il presidente della Fed Powell ha confermato un approccio “paziente”, ma ha lasciato aperta la porta a interventi qualora l'inflazione restasse contenuta e il mercato del lavoro mostrasse segni di raffreddamento. Anche la salita delle richieste di sussidi di disoccupazione ha contribuito ad alimentare questa narrativa. Sul piano geopolitico, il cessate il fuoco tra Israele e Iran sembra reggere, favorendo un ritorno di fiducia. Tuttavia, restano i timori di nuove tensioni in Medio Oriente, che potrebbero destabilizzare rapidamente gli equilibri. Sul fronte commerciale, gli sviluppi positivi tra Stati Uniti e Cina, con un’intesa preliminare confermata dal segretario al Commercio Lutnick, hanno offerto ulteriore sostegno ai listini. Il cambio euro-dollaro ha chiuso la settimana sopra 1,17, ai massimi da quasi un anno, grazie alla combinazione di dollaro debole e crescente interesse verso l’euro, sostenuto da dati macro in miglioramento nell’area euro e aspettative di minore divergenza tra le politiche monetarie delle due sponde dell’Atlantico. La risalita dei Treasury ha continuato: i rendimenti a 10 anni USA hanno ceduto terreno e si sono portati a 4,27 %, zavorrati dall’ottimismo sui tagli Fed. I rendimenti sul quinquennale hanno lasciato intravedere sconti su un ciclo monetario già in svolta. Tra le materie prime, il petrolio ha ripreso fiato dopo le tensioni dei giorni scorsi, con il Brent che si è stabilizzato intorno a 77 dollari al barile. L’oro ha chiuso per la seconda settimana consecutiva in rosso scendendo a 3.297 dollari l’oncia, penalizzato da un rinnovato appetito per il rischio. Sul fronte industriale, il rame si è mosso verso nuovi massimi, sostenuto da timori di carenza e da nuove tariffe imminenti. Il Bitcoin ha chiuso la settimana con un rialzo vicino al 5%, attestandosi poco sopra 108.000 dollari, in un contesto di crescente domanda da parte degli investitori istituzionali e di rinnovato interesse verso gli asset alternativi. Sul piano societario, da segnalare i rialzi di Carnival dopo la revisione al rialzo delle stime di utile e l’exploit di Alstom in Europa grazie a nuovi contratti ferroviari. In Asia, invece, i titoli tecnologici cinesi hanno beneficiato di un leggero allentamento delle pressioni normative. Guardando alla prossima settimana, gli occhi saranno puntati, sui dati sull’inflazione europea e sulle prime indicazioni legate al termine della pausa tariffaria USA del 9 luglio. Il mercato valuterà anche la tenuta del fragile equilibrio geopolitico in Medio Oriente e l’evoluzione dei flussi verso asset difensivi. In questo contesto, il messaggio è chiaro: restare vigili, senza perdere di vista il quadro macro e la possibilità di improvvisi colpi di scena. L’agenda macroeconomica che va dal 30 giugno al 4 luglio 2025 sarà caratterizzata dalla pubblicazione di diversi dati macroeconomici importanti riguardanti le principali economie del Vecchio Continente e gli Stati Uniti. Lunedì 30 giugno, il focus sarà inizialmente sull’Asia, con la produzione industriale giapponese e i PMI ufficiali cinesi di giugno. In Europa si attendono dati significativi, tra cui il PIL del Regno Unito, le vendite al dettaglio in Germania, l’inflazione in Italia e Germania, e la bilancia commerciale italiana. Nel pomeriggio, dagli Stati Uniti giungeranno l’indice PMI Chicago e l’indice manifatturiero della Fed di Dallas. Prende inoltre il via il Forum della BCE a Sintra, che durerà fino a mercoledì 2 luglio. Martedì 1 luglio sarà scandito dai PMI manifatturieri finali di giugno per Spagna, Italia, Francia, Germania e Eurozona. La giornata sarà importante anche per i dati giapponesi (indici Tankan) e per i PMI cinesi Caixin. In agenda anche l’inflazione dell’Eurozona, il tasso di disoccupazione tedesco, e in chiusura, dagli USA, l’ISM manifatturiero e il numero di nuovi posti di lavoro JOLTS. Mercoledì 2 luglio, la scena sarà occupata dai dati sul mercato del lavoro. In Europa si attendono i tassi di disoccupazione di Spagna, Italia e dell’intera area euro, mentre negli Stati Uniti si guarda all’occupazione ADP, che anticipa il più atteso report sui Non Farm Payrolls del giorno seguente. Giovedì 3 luglio, giornata di chiusura anticipata per i mercati statunitensi, sarà in ogni caso estremamente densa di dati: oltre ai PMI servizi e compositi in uscita per le principali economie europee e asiatiche, saranno pubblicati negli Stati Uniti il tasso di disoccupazione di giugno, i salari orari medi, le buste paga del settore non agricolo, i beni durevoli, il saldo della bilancia commerciale, e l’ISM non manifatturiero. Venerdì 4 luglio, con i mercati statunitensi chiusi per festività, l’attenzione tornerà sull’Europa: in programma gli ordini alle fabbriche in Germania, le vendite al dettaglio italiane, e i prezzi alla produzione dell’Eurozona.

 

VENERDI’

I listini dell’Asia hanno chiuso per lo più negativi. Nei singoli paesi lo Shanghai composite -0,31%, China A50 -0,06%, Hang Seng ha chiuso a -0,20%, il Nikkei +1,40%, l’Australia -0,12%, Taiwan ha chiuso a -0,16%, la Corea del Sud Kospi -1,08%, l’indice Indiano Sensex +0,05%. Il nostro FTSEMib +0,99%, Dax chiuso +1,62% Ftse100 +0,72%, Cac40 +1,68%, Zurigo +0,84%. Lo S&P500 +0,52%, il Nasdaq +0,52%, il Russell2000 +0,02%. L’oro ha chiuso a 3.302,30 ollari l’oncia, mentre il petrolio ha scambiato a 65,52$ per il wti e 66,80$ per il brent inglese.  Il prezzo del Natural Gas (TTF) quotato sul mercato di Amsterdam è di € 33,087. Lo spread BTP/BUND 90,800. L’indice VIX (il termometro dei mercati cioè la volatilità) chiude a 16,32%. Nel periodo pre-covid si attestava tra il 20% e l’11% e sono i due livelli entro cui vi è tranquillità nei mercati finanziari.

 

PRE-APERTURE

I listini dell’Asia si avviano a chiudere misti. Nei singoli paesi lo Shanghai composite +0,46%, China A50 -0,19%, Hang Seng ha chiuso a -0,20%, il Nikkei +0,82%, l’Australia +0,52%, Taiwan ha chiuso a -0,45%, la Corea del Sud Kospi +0,60%, l’indice Indiano Sensex -0,31%. Al momento in cui scrivo, i mercati europei hanno una previsione di apertura positiva così come gli Stati Uniti. L’oro si attesta a 3.299,31 dollari l’oncia, mentre il petrolio chiude intorno ai valori di 65,27$ per il greggio e 66,66$ per il brent. Infine, il Bitcoin quota 108.367 e l’Ethereum 2.500.

 

Buona giornata e buona settimana.


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