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Pillole di Mercato

(26° settimana - anno 2025)

Citazione del giorno:

Robert Kiyosaki: “La vista è ciò che vedi con gli occhi; la visione è ciò che vedi con la mente”

 

Il dollaro si è indebolito e i rendimenti dei Treasury sono scesi, spinti dalle aspettative che la Federal Reserve possa tagliare i tassi prima del previsto. A innescare questa reazione è stata un’indiscrezione secondo cui il presidente Donald Trump starebbe valutando una nomina anticipata per il successore di Jerome Powell alla guida della banca centrale. L’indice Bloomberg sul dollaro ha perso fino allo 0,4%, toccando il livello più basso da aprile 2022, con cali più marcati nei confronti dello yen giapponese e della valuta di Taiwan. I rendimenti dei titoli del Tesoro sono scesi lungo tutta la curva, con il decennale in calo di due punti base al 4,27%. Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, Trump potrebbe annunciare il nuovo presidente della Fed già tra settembre e ottobre, creando di fatto una figura parallela in grado di orientare le aspettative dei mercati ancor prima dell’insediamento ufficiale. Questo scenario ha rafforzato l’ipotesi che i tassi possano essere tagliati prima di quanto inizialmente previsto. Trump ha più volte espresso il desiderio di tassi più bassi, motivo per cui ci si aspetta che scelga una figura in linea con la sua visione. Secondo alcuni analisti, questa nomina anticipata potrebbe indebolire ulteriormente il dollaro, offrendo un impulso negativo alla valuta statunitense e potenzialmente rafforzando le valute dei mercati emergenti asiatici. Nel frattempo, i mercati azionari in Asia hanno registrato un rialzo moderato, sostenuti dalla performance record di Nvidia che ha spinto il comparto tecnologico. I future sugli indici azionari statunitensi sono rimasti positivi, mentre il prezzo del petrolio è salito per la seconda seduta consecutiva, in un contesto ancora instabile segnato da una tregua fragile in Medio Oriente. Il legame conflittuale tra Trump e la Federal Reserve alimenta l’incertezza sulle prossime mosse di politica monetaria. I dazi introdotti o minacciati rischiano di alimentare l’inflazione, ma gli operatori sperano che la Fed consideri anche l’impatto più ampio su redditi reali e mercato del lavoro. Negli ultimi giorni, alcuni esponenti della banca centrale come Waller e Bowman si sono detti pronti ad allentare la politica già da luglio, a patto che l’inflazione resti sotto controllo. Powell, però, ha mantenuto un tono più cauto: durante un’audizione al Senato ha affermato che è difficile prevedere gli effetti dei dazi e che la Fed non ha fretta di intervenire, sottolineando la necessità di ulteriori dati. Nel complesso, il dollaro ha perso oltre l’8% da inizio anno, penalizzato da un clima di incertezza su dazi e crescita globale. Alcune valute asiatiche, nel frattempo, hanno recuperato fino al 4%. In parallelo, la banca centrale di Hong Kong è intervenuta con acquisti per oltre un miliardo di dollari per sostenere il peg con il dollaro, messo sotto pressione dalle recenti oscillazioni. In Europa, l’ottimismo per il cessate il fuoco tra Israele e Iran ha lasciato spazio a una nuova cautela. L’indice STOXX 600 ha interrotto il rally di martedì, chiudendo in calo dello 0,7% e riflettendo un diffuso clima di consolidamento. Solo pochi settori sono riusciti a contenere le perdite, tra cui quello della difesa, sostenuto dall’impegno NATO ad aumentare la spesa militare. Le principali borse europee hanno chiuso in rosso. La Spagna ha guidato i ribassi con un calo dell’1,6%, mentre Germania, Francia e Regno Unito hanno perso rispettivamente lo 0,6%, 0,8% e 0,5%. I timori restano legati alla sostenibilità della tregua in Medio Oriente e alla scadenza dell’8 luglio per la pausa tariffaria con gli Stati Uniti, su cui l’Unione Europea sta cercando di raggiungere un’intesa. Tra i titoli più rilevanti, spicca la performance positiva di Stellantis, che ha guadagnato il 3% dopo essere stata promossa a “buy” da Jefferies. Nel settore automotive, l’aumento delle vendite di auto in Europa a maggio ha offerto un supporto. In forte rialzo anche Babcock, che ha guadagnato oltre il 10% dopo l’aggiornamento delle sue stime di crescita. I titoli energetici sono rimasti sotto osservazione in vista di una possibile operazione straordinaria tra Shell e BP, secondo quanto riportato dal Wall Street Journal. A Wall Street, infine, la seduta di mercoledì si è chiusa in modo contrastato: Dow in lieve calo, S&P 500 stabile e Nasdaq in rialzo dello 0,3%. Mentre Powell ha ribadito un approccio prudente, l’attenzione resta puntata su inflazione, dazi e il possibile cambio al vertice della Fed. I market movers di oggi sono: rapporto Gfk sulla fiducia dei consumatori in Germania, ordinativi di beni durevole e richieste dei sussidi alla disoccupazione negli Stati Uniti.

 

IERI

I listini dell’Asia hanno chiuso positivi. Nei singoli paesi lo Shanghai composite +0,33%, China A50 +0,09%, Hang Seng ha chiuso a +0,81%, il Nikkei +0,29%, l’Australia +0,11%, Taiwan ha chiuso a +0,97%, la Corea del Sud Kospi -0,03%, l’indice Indiano Sensex +0,66%. Il nostro FTSEMib -0,39%, Dax chiuso -0,61% Ftse100 -0,46%, Cac40 -0,76%, Zurigo -0,90%. Lo S&P500 +0,13%, il Nasdaq +0,31%, il Russell2000 -1,16%. L’oro ha chiuso a 3.343,10 ollari l’oncia, mentre il petrolio ha scambiato a 64,92$ per il wti e 66,43$ per il brent inglese.  Il prezzo del Natural Gas (TTF) quotato sul mercato di Amsterdam è di € 35,375. Lo spread BTP/BUND 94,200. L’indice VIX (il termometro dei mercati cioè la volatilità) chiude a 16,76%. Nel periodo pre-covid si attestava tra il 20% e l’11% e sono i due livelli entro cui vi è tranquillità nei mercati finanziari.

 

PRE-APERTURE

I listini dell’Asia si avviano a chiudere misti. Nei singoli paesi lo Shanghai composite +0,10%, China A50 -0,19%, Hang Seng ha chiuso a -0,64%, il Nikkei +1,41%, l’Australia -0,11%, Taiwan ha chiuso a +0,32%, la Corea del Sud Kospi -1,24%, l’indice Indiano Sensex +0,49%. Al momento in cui scrivo, i mercati europei hanno una previsione di apertura positiva così come gli Stati Uniti. L’oro si attesta a 3.348,12 dollari l’oncia, mentre il petrolio chiude intorno ai valori di 65,21$ per il greggio e 66,76$ per il brent. Infine, il Bitcoin quota 107.818 e l’Ethereum 2.478.

 

Buona giornata.


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