Pillole di Mercato
- Federico Caligiuri
- 20 giu
- Tempo di lettura: 3 min
(25° settimana - anno 2025)

Maria Luna Gitana: “Tenetevi stretta la vostra parte selvaggia e non permettere a nessuno di addomesticarla. È la vostra parte più vera, quella dove vive la vostra anima”
Le Borse asiatiche hanno chiuso in rialzo e il dollaro si è indebolito, dopo che la Casa Bianca ha annunciato che il presidente Trump deciderà entro due settimane se coinvolgere direttamente gli Stati Uniti in un’azione militare con Israele contro l’Iran. L’indice regionale MSCI ha guadagnato lo 0,5%, con performance positive in Corea del Sud, Hong Kong e Cina. I future sull’S&P 500 hanno perso circa lo 0,2%, dopo il calo dello 0,9% segnato giovedì, in una sessione festiva per i mercati statunitensi. Il Brent è sceso di circa il 2%, limando i guadagni dei giorni precedenti. I Treasury sono rimasti stabili, così come il dollaro, che proseguiva il movimento ribassista iniziato mercoledì. Lo yen si è rafforzato fino a quota 145 per dollaro. Secondo gli analisti, i mercati tendono a non prezzare pienamente il rischio geopolitico finché non si materializza un’escalation evidente. Tuttavia, il nervosismo è aumentato dopo indiscrezioni secondo cui gli Stati Uniti starebbero valutando un attacco imminente all’Iran. La Fed ha rivisto al ribasso le stime di crescita per l’anno e indicato un’inflazione più alta, complicando il quadro per eventuali allentamenti di politica monetaria. Israele ha colpito nuovi siti nucleari iraniani e ha avvertito che le operazioni potrebbero minare il regime di Teheran, mentre si attende la decisione americana sul possibile coinvolgimento diretto. In caso di intervento statunitense, le prospettive sui prezzi del petrolio oscillerebbero tra i 130 e i 150 dollari al barile, secondo Capital Economics, con un impatto che potrebbe costringere le banche centrali a rinviare i tagli ai tassi. In Giappone, l’inflazione ha toccato un massimo di due anni, mentre il governo sta valutando una riduzione delle emissioni di obbligazioni a lungo termine per stabilizzare i mercati. In Thailandia, la situazione politica resta tesa. Le Borse europee sono scese ai minimi di oltre un mese, con lo STOXX 600 in calo per la terza seduta consecutiva (-0,8%), appesantito dalle tensioni geopolitiche e dall’incertezza sulle future mosse della Fed. Il comparto energia ha guadagnato (+0,8%), sostenuto dal rialzo del petrolio, mentre viaggi e tempo libero hanno perso il 2,3% per effetto dei timori legati all’aumento dei costi energetici. Le banche centrali europee restano prudenti: la BoE ha lasciato i tassi invariati, segnalando rischi dal mercato del lavoro e dai prezzi dell’energia. La SNB ha tagliato i tassi a zero, mentre la Norges Bank ha sorpreso con un taglio da 25 punti base. L’indice di volatilità Euro STOXX ha toccato i massimi da fine maggio. Powell ha avvertito che i prezzi dei beni saliranno nei prossimi mesi, complicando ulteriormente il quadro per la Fed. In Europa si teme che i dazi reciproci con gli USA si attestino attorno al 10%. Sul fronte societario, il titolo Stora Enso ha guadagnato quasi il 15% grazie alla notizia di una possibile revisione strategica degli asset forestali in Svezia. In calo i titoli delle società di selezione del personale dopo il profit warning di Hays. I market movers di oggi sono: decisione sui tassi di interesse da parte della PBoC in Cina (attuale 3,50% - aspettative 3,50%), vendite al dettaglio in Gran Bretagna.
IERI
I listini dell’Asia hanno chiuso negativi. Nei singoli paesi lo Shanghai composite -0,71%, China A50 -0,73%, Hang Seng ha chiuso a -1,85%, il Nikkei -0,83%, l’Australia +0,01%, Taiwan ha chiuso a -1,41%, la Corea del Sud Kospi -0,15%, l’indice Indiano Sensex +0,02%. Il nostro FTSEMib -1,21%, Dax chiuso -1,12% Ftse100 -0,58%, Cac40 -1,34%, Zurigo -0,55%. Lo S&P500 chiuso per festività, il Nasdaq chiuso per festività, il Russell2000 chiuso per festività. L’oro ha chiuso a 3.385.06 dollari l’oncia, mentre il petrolio ha scambiato a 74,05$ per il wti e 78,52$ per il brent inglese. Il prezzo del Natural Gas (TTF) quotato sul mercato di Amsterdam è di € 41,510. Lo spread BTP/BUND 102,400. L’indice VIX (il termometro dei mercati cioè la volatilità) chiude a 22,17%. Nel periodo pre-covid si attestava tra il 20% e l’11% e sono i due livelli entro cui vi è tranquillità nei mercati finanziari.
PRE-APERTURE
I listini dell’Asia si avviano a chiudere per lo più positivi. Nei singoli paesi lo Shanghai composite -0,71%, China A50 -0,73%, Hang Seng ha chiuso a +1,23%, il Nikkei -0,04%, l’Australia -0,25%, Taiwan ha chiuso a -0,58%, la Corea del Sud Kospi +1,08%, l’indice Indiano Sensex +0,76%. Al momento in cui scrivo, i mercati europei hanno una previsione di apertura positiva mentre gli Stati Uniti sono negativi. L’oro si attesta a 3.370,97 dollari l’oncia, mentre il petrolio chiude intorno ai valori di 73,98$ per il greggio e 77,21$ per il brent. Infine, il Bitcoin quota 104.346 e l’Ethereum 2.508.
Buona giornata.
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