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Pillole di Mercato

(25° settimana - anno 2025)

Citazione del giorno:

Tarun Tejpal: “Due cose ci salvano nella vita: amare e ridere. Se ne avete una va bene. Se le avete tutte e due siete invincibili”

 

Il petrolio si è mantenuto vicino ai massimi degli ultimi cinque mesi a causa dei timori che l’escalation delle tensioni in Medio Oriente possa portare a un coinvolgimento diretto degli Stati Uniti. In Asia, le Borse hanno mostrato un andamento misto in attesa della riunione di politica monetaria della Federal Reserve. Il greggio WTI ha toccato un rialzo dell’1,1% dopo aver già segnato un +10% nell’ultima settimana, mentre Trump, dal G7 in Alberta, ha chiesto la resa incondizionata dell’Iran e ventilato la possibilità di un attacco diretto. Le dichiarazioni del presidente americano hanno raffreddato l’ottimismo iniziale, facendo scendere i future su azioni USA ed europee, mentre l’oro ha oscillato e il dollaro si è mantenuto stabile dopo il forte rialzo della seduta precedente. I Treasury USA hanno registrato leggere perdite durante la sessione asiatica, ma hanno conservato i guadagni della vigilia, sostenuti dalle tensioni geopolitiche e dai dati macroeconomici statunitensi deludenti, con vendite al dettaglio, produzione industriale e dati sul settore immobiliare in calo. L’indice MSCI Asia Pacific ha ceduto lo 0,1%, con progressi in Giappone e Corea del Sud compensati da cali in Cina e Hong Kong. I future sull’S&P 500, invece, hanno leggermente recuperato dopo la chiusura negativa di Wall Street (-0,8%). L’attenzione degli investitori è ora puntata sulla Fed: ci si attende che i tassi restino invariati per le riunioni di giugno e luglio, ma il mercato prezza ancora quasi due tagli da un quarto di punto entro fine anno, il primo dei quali a ottobre. Intanto, Trump ha ribadito l’intenzione di aumentare i dazi sulle auto per spingere la produzione domestica e ha lasciato intendere che le incertezze legate a dazi, immigrazione e fisco continuano a pesare sulla politica monetaria. Il conflitto tra Israele e Iran, giunto al quinto giorno, rappresenta un ulteriore fattore di incertezza per l’economia globale. Secondo un sondaggio di Bank of America, la maggior parte dei gestori si aspetta che nei prossimi cinque anni le azioni internazionali sovraperformeranno quelle statunitensi, segno che la leadership dei mercati USA potrebbe aver raggiunto il suo picco. Meno di un quarto degli intervistati punta ancora sugli indici americani. In Europa, le tensioni geopolitiche e la prospettiva di un nuovo giro di dazi hanno riportato lo STOXX 600 sui minimi di quasi un mese, in calo dello 0,8%. Il comparto energetico e quello immobiliare sono rimasti in territorio positivo grazie al rialzo del petrolio, mentre i settori bancario e healthcare hanno guidato le perdite. Il DAX tedesco ha ceduto l’1,1% nonostante un miglioramento inatteso della fiducia degli investitori, mentre il resto dei listini europei ha riflesso un atteggiamento cauto in vista delle decisioni della Fed. Le tensioni sullo stretto di Hormuz rappresentano il principale elemento di preoccupazione per i mercati, vista la possibilità che un blocco possa far schizzare ulteriormente i prezzi del greggio. Nonostante ciò, Morgan Stanley ritiene che gli effetti sull’Asia resterebbero limitati finché il petrolio non dovesse superare gli 85 dollari al barile. Nel frattempo, a Bruxelles si cerca di raggiungere un accordo commerciale con Washington prima del termine della moratoria sui dazi previsto per l’8 luglio. In Italia, il CEO di UniCredit ha annunciato un progressivo ridimensionamento della quota detenuta in Generali, mentre Ashtead ha guadagnato oltre il 4% grazie a previsioni positive sui ricavi da noleggio. In sintesi, tra guerra commerciale, tensioni geopolitiche e segnali contrastanti sui dati macro, i mercati globali si muovono con cautela, in attesa delle indicazioni della Fed e di un possibile allentamento delle tensioni in Medio Oriente. I market movers di oggi sono: Saldo della bilancia commerciale in Giappone, CPI (inflazione) nell'Eurozona, permessi di costruzioni rilasciati, richieste dei sussidi alla disoccupazione e decisione sui tassi di interesse da parte della FED negli Stati Uniti (attuale 4,5% - aspettative 4,5%).

 

IERI

I listini dell’Asia hanno chiuso per lo più negativi. Nei singoli paesi lo Shanghai composite -0,09%, China A50 -0,17%, Hang Seng ha chiuso a -0,23%, il Nikkei +0,59%, l’Australia -0,17%, Taiwan ha chiuso a +0,41%, la Corea del Sud Kospi +0,00%, l’indice Indiano Sensex -0,31%. Il nostro FTSEMib -1,36%, Dax chiuso -1,12% Ftse100 -0,46%, Cac40 -0,76%, Zurigo -0,62%. Lo S&P500 -0,84%, il Nasdaq -0,91%, il Russell2000 -1,04%. L’oro ha chiuso a 3.406,90 dollari l’oncia, mentre il petrolio ha scambiato a 73,27$ per il wti e 76,45$ per il brent inglese.  Il prezzo del Natural Gas (TTF) quotato sul mercato di Amsterdam è di € 39,210. Lo spread BTP/BUND 98,100. L’indice VIX (il termometro dei mercati cioè la volatilità) chiude a 21,60%. Nel periodo pre-covid si attestava tra il 20% e l’11% e sono i due livelli entro cui vi è tranquillità nei mercati finanziari.

 

PRE-APERTURE

I listini dell’Asia si avviano a chiudere misti. Nei singoli paesi lo Shanghai composite -0,05%, China A50 +0,10%, Hang Seng ha chiuso a -1,23%, il Nikkei +0,79%, l’Australia -0,09%, Taiwan ha chiuso a +0,23%, la Corea del Sud Kospi +0,54%, l’indice Indiano Sensex -0,08%. Al momento in cui scrivo, i mercati europei hanno una previsione di apertura mista mentre gli Stati Uniti intorno alla parità. L’oro si attesta a 3.411,40 dollari l’oncia, mentre il petrolio chiude intorno ai valori di 72,91$ per il greggio e 76,07$ per il brent. Infine, il Bitcoin quota 107.254 e l’Ethereum 2.591.

 

Buona giornata.


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