Pillole di Mercato
- Federico Caligiuri
- 12 giu
- Tempo di lettura: 4 min
(24° settimana - anno 2025)

Citazione del giorno:
Citazione popolare: “L’obiettivo è essere costanti, non perfetti”
I future sugli indici azionari statunitensi sono scesi, così come il dollaro, dopo che Donald Trump ha annunciato l’intenzione di fissare unilateralmente nuovi dazi entro due settimane, riaccendendo le tensioni commerciali. In risposta, i beni rifugio come Treasury e oro hanno guadagnato terreno. I contratti sullo S&P 500 e sul Nasdaq 100 hanno perso lo 0,3%, mentre l’indice del dollaro è sceso dello 0,3%, toccando il livello più basso da luglio 2023. Lo yen e il franco svizzero si sono rafforzati. L’oro ha guadagnato lo 0,5%. Le borse asiatiche hanno registrato un lieve rialzo dello 0,1%, mentre il petrolio è sceso dello 0,4% dopo una precedente impennata legata alle tensioni in Medio Oriente. I Treasury hanno prolungato il rally della seduta precedente, favorito da dati sull’inflazione inferiori alle attese (2,4% contro un’attesa di 2,5%) e da una forte domanda all’asta decennale. Ora l’attenzione si sposta sull’emissione a trent’anni. L’ultima minaccia tariffaria arriva appena un giorno dopo che Washington e Pechino avevano lasciato intendere progressi nei colloqui. Alcuni osservatori interpretano le dichiarazioni di Trump come una strategia per accelerare le trattative, anche se resta da vedere se passerà davvero all’azione. Nel frattempo, l’indice MSCI All Country World ha toccato nuovi massimi (in USD), proseguendo il recupero dai minimi di aprile, proprio da quando Trump aveva annunciato le tariffe più alte degli ultimi cento anni. Il presidente ha ribadito che gli Stati Uniti invieranno lettere ai partner commerciali con le nuove condizioni da accettare o rifiutare, in un approccio sempre più assertivo. Il dollaro è stato già sotto pressione per effetto di un’inflazione USA più debole del previsto, che ha spinto i mercati a prezzare due tagli dei tassi Fed da 25 punti base ciascuno entro l’anno. Il sentiment resta fragile per via delle tensioni geopolitiche e dell’incertezza commerciale. Trump ha anche dichiarato che l’accordo con la Cina è stato completato, con Pechino che fornirà magneti e terre rare e gli USA che consentiranno l’ingresso degli studenti cinesi nelle università. Le tariffe esistenti saranno mantenute a un livello più basso. Tuttavia, l’approccio poco chiaro del presidente ha aumentato l’incertezza nei mercati. Il petrolio WTI è salito fino a 69 dollari al barile, spinto dalle minacce dell’Iran di colpire basi americane se le trattative sul nucleare fallissero. Gli USA hanno autorizzato parte del personale diplomatico a lasciare l’Iraq. In Europa, le borse hanno invertito i guadagni iniziali e chiuso in calo, con lo STOXX 600 in ribasso dello 0,3%, segnando il terzo giorno consecutivo negativo. L’accordo di massima tra USA e Cina è stato accolto con freddezza, in quanto ritenuto privo di novità sostanziali rispetto agli impegni già presi a maggio. Secondo fonti della Casa Bianca, il nuovo assetto tariffario prevede da parte USA un dazio medio del 55% sui beni cinesi, diviso in tre componenti: 10% reciproco, 20% legato al fentanyl e 25% preesistente; la Cina risponderà con un 10% uniforme. Gli investitori avevano sperato in un’intesa più incisiva. L’indice di riferimento europeo resta comunque solo il 2% sotto i massimi di febbraio. Il contesto resta incerto, con l’Europa che beneficia marginalmente della rotazione da asset statunitensi ma è ora frenata dalle politiche imprevedibili di Trump. I titoli legati alla difesa e al settore finanziario hanno perso terreno, con UBS in calo di quasi il 5% per effetto delle ipotesi di un nuovo requisito patrimoniale da 26 miliardi. Migliore il comparto energetico, sostenuto dal rincaro del greggio. Nel settore sanitario si è distinta Novo Nordisk, in rialzo del 6% dopo la notizia di un interesse da parte di un hedge fund attivista. Anche AstraZeneca e Sanofi hanno guadagnato terreno. Nel Regno Unito il FTSE 100 ha chiuso in lieve rialzo (+0,1%), mentre il FTSE 250 è salito dello 0,2%. Il nuovo piano decennale da 39 miliardi di sterline per l’edilizia popolare annunciato dal ministro delle finanze ha spinto i titoli immobiliari come Bellway e Vistry. In calo invece il retail europeo, penalizzato dal -4,4% di Inditex che ha deluso le attese sui ricavi del primo trimestre. I market movers di oggi sono: saldo bilancia commerciale e produzione industriale in Gran Bretagna, richieste dei sussidi alla disoccupazione e PPI (indice dei prezzi alla produzione) negli Stati Uniti.
IERI
I listini dell’Asia hanno chiuso ben intonati. Nei singoli paesi lo Shanghai composite +0,61%, China A50 +0,88%, Hang Seng ha chiuso a +0,96%, il Nikkei +0,57 %, l’Australia +0,14%, Taiwan ha chiuso a +2,10%, la Corea del Sud Kospi +1,13%, l’indice Indiano Sensex +0,11%. Il nostro FTSEMib -0,07%, Dax chiuso -0,05% Ftse100 +0,13%, Cac40 -0,36%, Zurigo -0,11%. Lo S&P500 -0,27%, il Nasdaq -0,50%, il Russell2000 -0,38%. L’oro ha chiuso a 3.369,05 dollari l’oncia, mentre il petrolio ha scambiato a 67,86$ per il wti e 69,49$ per il brent inglese. Il prezzo del Natural Gas (TTF) quotato sul mercato di Amsterdam è di € 36,00. Lo spread BTP/BUND 92,800. L’indice VIX (il termometro dei mercati cioè la volatilità) chiude a 17,26%. Nel periodo pre-covid si attestava tra il 20% e l’11% e sono i due livelli entro cui vi è tranquillità nei mercati finanziari.
PRE-APERTURE
I listini dell’Asia si avviano a chiudere per lo più negativi. Nei singoli paesi lo Shanghai composite +0,09%, China A50 -0,07%, Hang Seng ha chiuso a -0,60%, il Nikkei -0,64%, l’Australia -0,06%, Taiwan ha chiuso a -0,83%, la Corea del Sud Kospi +0,73%, l’indice Indiano Sensex -0,27%. Al momento in cui scrivo, i mercati europei hanno una previsione di apertura negativa così come gli Stati Uniti. L’oro si attesta a 3.389,60 dollari l’oncia, mentre il petrolio chiude intorno ai valori di 67,91$ per il greggio e 69,45$ per il brent. Infine, il Bitcoin quota 107.642 e l’Ethereum 2.754.
Buona giornata.
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