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Pillole di Mercato

(24° settimana - anno 2025)

Citazione del giorno:

Aristotele: “Le persone oneste e intelligenti difficilmente fanno una rivoluzione, perché sono sempre in minoranza”

 

I mercati hanno accolto con ordine il report sul lavoro di maggio. Dopo la pubblicazione dei dati, l’S&P 500 ha superato i 6.000 punti per la prima volta da febbraio, spinto dal comparto tecnologico e dai semiconduttori, con il Nasdaq a seguirne l’impulso. I rendimenti obbligazionari si sono mossi al rialzo lungo tutta la curva, con il biennale tornato sopra il 4%, mentre il dollaro ha mostrato forza. Le aspettative di politica monetaria si sono ricalibrate: gli swap prezzano ora con il 70% di probabilità un taglio dei tassi entro settembre, ma i punti base previsti entro fine anno sono scesi a 43, segno che i dati attuali non giustificano ancora un intervento immediato della Fed. Donald Trump ha nuovamente invocato una riduzione dei tassi di un punto percentuale, puntando il dito contro Powell come principale freno. Dal fronte geopolitico, la riapertura al dialogo con la Cina ha offerto una parziale distensione che i mercati hanno interpretato come elemento stabilizzante, pur mantenendo sullo sfondo le tensioni commerciali. Il contesto macro resta fragile ma coerente, con volatilità contenuta e nessuna svolta in vista. L’euro, nonostante venga spesso presentato come l’unico vero sfidante del dollaro, resta a distanza dal trono valutario globale. Rappresenta il 19,8% delle riserve internazionali, contro un dollaro che domina con oltre il 57%. A pesare è l’assenza di un mercato unico dei capitali: l’offerta europea è frammentata e limitata, con pochi Bund e un mosaico di titoli sovrani disomogenei per rating. L’idea degli Eurobond resta bloccata da veti politici. Anche nei pagamenti internazionali, il dollaro mantiene il predominio: fuori dall’Eurozona, il biglietto verde copre quasi il 60% dei flussi contro il 13% dell’euro. A ciò si aggiungono vantaggi strutturali: mercati profondi, regole chiare, un sistema legale dominante e un apparato militare globale. L’euro, privo di una difesa comune e di una politica estera condivisa, fatica a offrire lo stesso livello di fiducia. Inoltre, l’Europa invecchia e cresce poco, mentre il capitale va dove intravede slancio. Sul fronte americano, il rapporto tra Trump ed Elon Musk si è deteriorato pubblicamente, trasformandosi in un confronto acceso a colpi di tweet. Dopo che Musk ha criticato duramente il piano fiscale repubblicano, Trump ha minacciato di revocare contratti e sussidi alle sue aziende. Le azioni Tesla hanno perso oltre il 14%, spingendo al ribasso anche i fornitori asiatici. Musk, dopo un’escalation di dichiarazioni, ha tentato un dietrofront, suggerendo una tregua. La Casa Bianca avrebbe contattato Musk per attenuare i toni, ma le conseguenze della rottura restano incerte. Sul mercato del lavoro, i numeri di maggio mostrano segnali contrastanti. Gli occupati sono aumentati di 139.000 unità, oltre le attese, ma con revisioni al ribasso per i mesi precedenti: -30.000 ad aprile e -65.000 a marzo. Il tasso di disoccupazione è rimasto al 4,2%, ma la forza lavoro è diminuita di 600.000 persone, e l’occupazione rilevata tramite indagine familiare ha mostrato un calo di 696.000 unità. L’occupazione a tempo pieno ha ceduto 623.000 posti, parzialmente compensati da un aumento nel part-time. Il salario orario medio è cresciuto dello 0,4% nel mese, mantenendo un ritmo annuo del 3,9%. I settori più dinamici sono stati sanità, ospitalità e servizi sociali, mentre il settore pubblico ha registrato un calo. In sintesi, la superficie del mercato del lavoro appare ancora solida, ma sottotraccia emergono segnali di rallentamento che pongono interrogativi sulla tenuta del ciclo. L’agenda macroeconomica che va dal 9 al 13 giugno 2025 sarà caratterizzata dalla pubblicazione di diversi dati macroeconomici importanti riguardanti le principali economie del Vecchio Continente e gli Stati Uniti. Lunedì 9 giugno apre con importanti dati macro dall’Asia, tra cui il PIL giapponese del primo trimestre, l’inflazione cinese e la bilancia commerciale cinese (tutti riferiti a maggio). In Europa attenzione al Sentix di fiducia degli investitori mentre dagli USA arrivano i dati sulle vendite all’ingrosso e le aspettative di inflazione dei consumatori della Fed di New York. Martedì focus sul mercato del lavoro nel Regno Unito: salari, disoccupazione e richieste di sussidi. In Italia, attesa per la produzione industriale di aprile. Mercoledì 11 giornata centrale per i mercati: negli USA esce il dato CPI (inflazione) di maggio, potenzialmente decisivo in vista della riunione Fed. Previsti anche i dati dell’EIA sulle scorte di petrolio e il bilancio federale. Giovedì torna sotto i riflettori il Regno Unito con una serie di dati chiave: PIL, produzione industriale e bilancia commerciale. Negli USA attesi i prezzi alla produzione (PPI) e le nuove richieste di sussidi. Infine, venerdì 13 si chiude con una raffica di dati sull’inflazione europea (maggio) da Germania, Francia, Spagna e Italia, oltre alla bilancia commerciale e alla produzione industriale dell’Eurozona. Dagli USA arriva l’indice di fiducia dei consumatori dell’Università del Michigan (giugno), spesso osservato come indicatore anticipatore dei consumi.

 

VENERDI’

I listini dell’Asia hanno chiuso positivi ad eccezione della Cina. Nei singoli paesi lo Shanghai composite -0,03%, China A50 -0,15%, Hang Seng ha chiuso a -0,09%, il Nikkei +0,50%, l’Australia -0,05%, Taiwan ha chiuso a -0,14%, la Corea del Sud Kospi +1,49%, l’indice Indiano Sensex +0,56%. Il nostro FTSEMib +0,55%, Dax chiuso -0,08% Ftse100 +0,30%, Cac40 +0,19%, Zurigo +0,39%. Lo S&P500 +1,03%, il Nasdaq +1,20%, il Russell2000 +1,66%. L’oro ha chiuso a 3.346,60 dollari l’oncia, mentre il petrolio ha scambiato a 64,58$ per il wti e 66,47$ per il brent inglese.  Il prezzo del Natural Gas (TTF) quotato sul mercato di Amsterdam è di € 36,251. Lo spread BTP/BUND 94,300. L’indice VIX (il termometro dei mercati cioè la volatilità) chiude a 16,77%. Nel periodo pre-covid si attestava tra il 20% e l’11% e sono i due livelli entro cui vi è tranquillità nei mercati finanziari.

 

PRE-APERTURE

I listini dell’Asia si avviano a chiudere positivi. Nei singoli paesi lo Shanghai composite +0,25%, China A50 -0,30%, Hang Seng ha chiuso a +1,04%, il Nikkei +0,86%, l’Australia chiusa per festività, Taiwan ha chiuso a +0,53%, la Corea del Sud Kospi +1,46%, l’indice Indiano Sensex +0,44%. Al momento in cui scrivo, i mercati europei hanno una previsione di apertura negativa così come gli Stati Uniti. L’oro si attesta a 3.330,42 dollari l’oncia, mentre il petrolio chiude intorno ai valori di 64,54$ per il greggio e 66,40$ per il brent. Infine, il Bitcoin quota 105.491 e l’Ethereum 2.489.

 

Buona giornata e buona settimana.


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