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Pillole di Mercato

(23° settimana - anno 2025)

Citazione del giorno:

Shaw G. Bernard: “Sia l’ottimista che il pessimista danno il loro contributo alla società. L’ottimista inventa l’aeroplano, il pessimista il paracadute”

 

I mercati asiatici si sono mossi in modo contenuto, con gli investitori riluttanti ad assumere posizioni rischiose in attesa dei dati sui salari statunitensi previsti per venerdì. L’indice regionale ha virato in territorio negativo, appesantito dal calo dei listini giapponesi dopo che un’asta di titoli trentennali del governo ha mostrato una domanda inferiore alla media. A fine seduta è ritornato nuovamente in positivo confermando la sua mancanza di direzione precisa. Il rendimento dei Treasury USA a 10 anni è salito di 2 punti base. Mercoledì i rendimenti obbligazionari avevano registrato un calo su tutta la curva, in seguito a dati che evidenziavano una contrazione nel settore dei servizi e un rallentamento nell’occupazione privata. Il dollaro si è indebolito rispetto a tutte le principali valute del G10 durante le contrattazioni asiatiche. Gli investitori restano perlopiù alla finestra, in attesa di segnali macroeconomici dagli Stati Uniti che possano fornire indicazioni sulla direzione dei mercati. L’attività economica americana ha mostrato segnali di lieve indebolimento nelle ultime settimane, a causa delle incertezze legate ai dazi, sebbene un indice globale delle azioni abbia toccato un nuovo massimo storico mercoledì, alimentato dalla speranza che il peggio sia passato dopo l’annuncio “Liberation Day” del presidente Trump due mesi fa. Secondo alcuni gestori, la volatilità si è fatta meno intensa da allora, anche per effetto di una certa “fatica da Trump” che ha portato i mercati a reagire meno bruscamente alle sue dichiarazioni. L’indice ISM sui servizi è sceso leggermente sotto la soglia dei 50 punti, segnalando una lieve contrazione, mentre le buste paga nel settore privato sono cresciute al ritmo più lento degli ultimi due anni. I dati di venerdì sul mercato del lavoro forniranno indicazioni più chiare. Mercoledì i rendimenti a due e dieci anni hanno toccato i livelli più bassi da inizio maggio. Secondo Lombard Odier, questa debolezza nei dati reali potrebbe essere vista come una delusione, anche se apre spazio a un allentamento monetario da parte della Fed. Tuttavia, i miglioramenti già incorporati nei prezzi delle azioni e degli spread creditizi potrebbero essere messi in discussione. I contratti swap sui tassi della Fed hanno prezzato con maggiore probabilità due tagli entro fine anno, a ottobre e dicembre, con una possibilità superiore al 90% di una mossa già a settembre. Oggi è attesa anche la decisione della BCE sui tassi. In Cina, l’attività del settore dei servizi è cresciuta a maggio, segnalando una certa stabilizzazione dell’economia domestica, sebbene l’inasprimento dei dazi USA minacci la domanda estera. In Giappone, l’asta sui bond trentennali ha registrato la domanda più debole dal 2023, aumentando la pressione sul governo affinché riveda le strategie di emissione. Già alla fine del mese scorso le aste sui titoli a 20 e 40 anni avevano mostrato un interesse in calo, sollevando dubbi sulla sostenibilità delle emissioni a lungo termine. Alcuni analisti suggeriscono che il Ministero delle Finanze giapponese dovrebbe cessare le emissioni oltre i 30 anni, vista la scarsa domanda. In Europa, i listini hanno chiuso in rialzo, sostenuti dalla notizia dell’approvazione, da parte del governo tedesco, di un pacchetto di stimolo fiscale da 46 miliardi di euro destinato a rilanciare la crescita. Il piano rappresenta il primo passo di una serie di misure volte a evitare che l’economia entri per il terzo anno consecutivo in recessione. I recenti sondaggi hanno mostrato che l’attività economica dell’area euro è appena tornata in territorio positivo, mentre il settore dei servizi tedesco ha registrato la contrazione più marcata degli ultimi due anni. Il DAX ha chiuso in rialzo dello 0,8%, vicino ai massimi storici, mentre l’indice CAC francese ha guadagnato lo 0,5%. Più modesti i progressi dell’indice FTSE britannico (+0,2%), mentre l’IBEX spagnolo ha perso lo 0,2%. Lo STOXX 600 ha chiuso in aumento dello 0,5%, dopo aver toccato un massimo di una settimana. Nonostante il tono positivo, permane una certa cautela per la decisione americana di raddoppiare i dazi su acciaio e alluminio, che aggiunge tensione in vista della scadenza imposta da Washington ai partner commerciali per presentare proposte alternative. I negoziati tra Stati Uniti e Cina, attesi in settimana, contribuiscono a rendere lo scenario ancora più incerto. L’attesa per la decisione sui tassi da parte della BCE resta elevata, con un taglio di 25 punti base ampiamente previsto. Secondo Swissquote Bank, il rallentamento dell’inflazione e il ciclo di tagli ormai in corso offrono supporto alle valutazioni dello STOXX 600, anche se difficilmente si potranno replicare le performance delle big tech americane. A Wall Street, gli indici hanno chiuso in rialzo grazie all’andamento positivo dei titoli tecnologici. In Europa, il settore tech è stato il migliore, seguito da alimentari e bevande, quest’ultimo sostenuto dal +6,4% di Campari. Airbus ha guadagnato il 2,2% dopo indiscrezioni su un possibile maxiordine da parte di compagnie aeree cinesi. STMicroelectronics ha registrato un balzo dell’11,1% grazie alle dichiarazioni dell’amministratore delegato, che ha parlato di segnali di ripresa. In controtendenza B&M, in calo del 14,7% dopo risultati annuali deludenti e vendite inferiori alle attese nel mercato britannico. I market movers di oggi sono: saldo della bilancia commerciale in Australia, ordini delle fabbriche in Germania, vendite al dettaglio in Italia, decisione sui tassi di interesse da parte della BCE nell’Eurozona (attuali 2,25% - aspettative 2,00%), saldo della bilancia commerciale e richieste dei sussidi alla disoccupazione negli Stati Uniti.

 

IERI

I listini dell’Asia hanno chiuso positivi. Nei singoli paesi lo Shanghai composite +0,40%, China A50 +0,25%, Hang Seng ha chiuso a +0,77%, il Nikkei +0,81%, l’Australia +0,78%, Taiwan ha chiuso a +2,07%, la Corea del Sud Kospi +2,54%, l’indice Indiano Sensex +0,20%. Il nostro FTSEMib +0,04%, Dax chiuso +0,71% Ftse100 +0,16%, Cac40 +0,53%, Zurigo +0,54%. Lo S&P500 +0,01%, il Nasdaq +0,32%, il Russell2000 -0,25%. L’oro ha chiuso a 3.395,55 dollari l’oncia, mentre il petrolio ha scambiato a 62,88$ per il wti e 64,91$ per il brent inglese.  Il prezzo del Natural Gas (TTF) quotato sul mercato di Amsterdam è di € 35,685. Lo spread BTP/BUND 98,400. L’indice VIX (il termometro dei mercati cioè la volatilità) chiude a 17,60%. Nel periodo pre-covid si attestava tra il 20% e l’11% e sono i due livelli entro cui vi è tranquillità nei mercati finanziari.

 

PRE-APERTURE

I listini dell’Asia si avviano a chiudere per lo più positivi. Nei singoli paesi lo Shanghai composite +0,02%, China A50 +0,07%, Hang Seng ha chiuso a +0,57%, il Nikkei -0,45%, l’Australia -0,09%, Taiwan ha chiuso a +2,07%, la Corea del Sud Kospi +0,94%, l’indice Indiano Sensex +0,41%. Al momento in cui scrivo, i mercati europei hanno una previsione di apertura positiva mentre gli Stati Uniti sono leggermente negativi. L’oro si attesta a 3.390,64 dollari l’oncia, mentre il petrolio chiude intorno ai valori di 62,57$ per il greggio e 64,69$ per il brent. Infine, il Bitcoin quota 105.119 e l’Ethereum 2.626.

 

Buona giornata.


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