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Pillole di Mercato

(23° settimana - anno 2025)

Citazione del giorno:

Cristoforetti S.: “Tante volte un ostacolo è solo un messaggio che la vita ti dà. Devi trovare un’altra strada, ma non vuol dire che non puoi arrivare a destinazione”

 

Le borse asiatiche hanno chiuso con un lieve rialzo, con un indice regionale in crescita dello 0,1%, interrompendo così una serie negativa di tre sedute consecutive. Gli investitori restano in attesa di novità sui negoziati commerciali tra Stati Uniti e Cina, dopo che Washington ha sollecitato un confronto diretto tra il presidente Donald Trump e il leader cinese Xi Jinping. A Hong Kong, i titoli cinesi hanno registrato performance positive, sostenuti dalle attese di ulteriori misure di stimolo, soprattutto dopo il calo inatteso dell’attività manifatturiera a maggio. I rendimenti dei Treasury sono rimasti stabili, mentre l’asta di titoli di Stato giapponesi a 10 anni ha mostrato una domanda superiore alla media dell’ultimo anno. In Europa, la settimana è iniziata con il piede sbagliato: l’indice STOXX 600 ha perso lo 0,1% lunedì, dopo un guadagno di circa il 4% nel mese di maggio. I mercati europei hanno risentito dell’annuncio, arrivato a mercati chiusi venerdì, dell’intenzione di Trump di raddoppiare al 50% i dazi su acciaio e alluminio importati. L’Unione Europea ha risposto dichiarandosi pronta a misure di ritorsione. I titoli del settore siderurgico, come ArcelorMittal e Aperam, hanno contenuto le perdite e chiuso poco sotto la parità. Diversa la reazione per il comparto automobilistico, il più penalizzato, con un calo del 2,1%. Stellantis ha perso il 5% a Milano, mentre Mercedes-Benz, BMW e Volkswagen hanno ceduto tra l’1,9% e il 2,7%. Anche i titoli del lusso, molto esposti all’export globale, hanno sofferto, con un calo dello 0,8% per l’indice di settore. L’indice della volatilità è salito del 4,3%, toccando i massimi di una settimana, segno di un mercato in modalità di avversione al rischio. Secondo diversi analisti, tuttavia, l’effetto delle dichiarazioni politiche si sta progressivamente attenuando, man mano che gli operatori imparano a gestire l’instabilità. Dal fronte macroeconomico, l’attività manifatturiera dell’Eurozona ha mostrato segnali di stabilizzazione nel mese di maggio, ma la Germania continua a essere il Paese più debole tra le grandi economie dell’area, con un indice PMI a 48,3 punti. Il DAX tedesco ha chiuso in calo dello 0,3%. In controtendenza il settore energetico, che ha guadagnato l’1,4% grazie all’aumento del prezzo del petrolio, sostenuto dalla decisione dell’OPEC+ di limitare l’aumento della produzione per luglio a livelli inferiori alle attese. Nel Regno Unito, alcuni titoli della difesa sono saliti dopo la notizia dell’ampliamento della flotta di sottomarini nucleari: Babcock ha guadagnato l’8,2% e QinetiQ il 4,5%. Gli investitori hanno infine parzialmente ignorato l’annuncio di Trump sui dazi, ormai abituati alla retorica del presidente. In Polonia, i mercati sono rimasti stabili dopo l’elezione del candidato d’opposizione Karol Nawrocki, che ha sconfitto il governo centrista pro-Europa. Tra i titoli in evidenza, i gruppi media come Publicis e WPP hanno perso rispettivamente il 3,8% e il 2,8% dopo che il Wall Street Journal ha riportato l’intenzione di Meta di automatizzare completamente la creazione di inserzioni pubblicitarie con l’intelligenza artificiale entro la fine del prossimo anno. Sanofi ha annunciato l’acquisizione della statunitense Blueprint Medicines per circa 9,1 miliardi di dollari, pagando 129 dollari per azione. Il titolo del gruppo farmaceutico francese ha perso l’1,8%. Gli occhi sono ora puntati sulla riunione della Banca Centrale Europea prevista per giovedì: i mercati monetari prezzano quasi completamente un taglio dei tassi di 25 punti base. Nel frattempo, il dollaro si è rafforzato contro tutte le principali valute del G10, con l’indice Bloomberg in crescita dello 0,2%, mentre i futures azionari statunitensi sono scesi dello 0,4%, segnalando che l’ottimismo di lunedì potrebbe non ripetersi. Nonostante l’elevata volatilità, i mercati hanno recuperato dai minimi di aprile e un indice globale delle borse si avvicina ai massimi storici. Gli investitori monitorano con attenzione l’evoluzione dello scontro commerciale tra Stati Uniti e Cina, con l’attenzione puntata sulla possibilità che Trump e Xi si parlino direttamente per ridurre le tensioni. Le due potenze si accusano a vicenda di aver violato l’accordo raggiunto a maggio. Secondo Kevin Hassett, consigliere economico di Trump, la Casa Bianca prevede una telefonata tra i due leader già questa settimana, ma la Cina non ha confermato ufficialmente l’intenzione di partecipare al dialogo. Lo yuan offshore è salito, avvicinandosi al valore della controparte onshore. Secondo molti osservatori, la volatilità è destinata a rimanere elevata finché non sarà chiaro l’esito della questione commerciale. Lunedì Trump ha anche intensificato gli sforzi per far approvare la sua maxi-riforma fiscale, facendo pressione sui senatori repubblicani, divisi tra richieste dei moderati e degli ultraconservatori. La proposta, già approvata dalla Camera per un solo voto, rischia di incontrare ostacoli al Senato. Sul fronte geopolitico, Russia e Ucraina hanno concluso a Istanbul un secondo round di colloqui, senza avvicinarsi a un accordo per porre fine alla guerra, ma con l’obiettivo di avviare un nuovo scambio di prigionieri. In ambito materie prime, il petrolio è salito per il secondo giorno consecutivo, sostenuto da un dollaro più debole e dalle tensioni geopolitiche che riducono la possibilità di un aumento dell’offerta da parte di Russia e Iran. L’oro ha perso lo 0,4%, penalizzato da un momentaneo ritorno al rischio, anche se resta sostenuto come bene rifugio in un contesto incerto. I market movers di oggi sono: indice PMI manifatturiero Caixin in Cina, CPI (inflazione) e tasso di disoccupazione nell’Eurozona, nuove offerte di lavoro Jolts negli Stati Uniti.

 

IERI

I listini dell’Asia hanno chiuso negativi. Nei singoli paesi lo Shanghai composite chiusa per festività, China A50 chiusa per festività, Hang Seng ha chiuso a -1,78%, il Nikkei -1,33%, l’Australia -0,26%, Taiwan ha chiuso a 1-54%, la Corea del Sud Kospi -0,20%, l’indice Indiano Sensex -0,52%. Il nostro FTSEMib -0,26%, Dax chiuso -0,21% Ftse100 +0,02%, Cac40 -0,19%, Zurigo -0,10%. Lo S&P500 +0,41%, il Nasdaq +0,67%, il Russell2000 +0,23%. L’oro ha chiuso a 3.405,20 dollari l’oncia, mentre il petrolio ha scambiato a 63,14$ per il wti e 65,21$ per il brent inglese.  Il prezzo del Natural Gas (TTF) quotato sul mercato di Amsterdam è di € 34,985. Lo spread BTP/BUND 98,100. L’indice VIX (il termometro dei mercati cioè la volatilità) chiude a 18,57%. Nel periodo pre-covid si attestava tra il 20% e l’11% e sono i due livelli entro cui vi è tranquillità nei mercati finanziari.

 

PRE-APERTURE

I listini dell’Asia si avviano a chiudere positivi. Nei singoli paesi lo Shanghai composite +0,48%, China A50 +0,66%, Hang Seng ha chiuso a +1,11%, il Nikkei +0,07%, l’Australia +0,42%, Taiwan ha chiuso a 1-54%, la Corea del Sud Kospi chiusa per festività, l’indice Indiano Sensex -0,24%. Al momento in cui scrivo, i mercati europei hanno una previsione di apertura debole mentre gli Stati Uniti sono negativi. L’oro si attesta a 3.386,95 dollari l’oncia, mentre il petrolio chiude intorno ai valori di 62,81$ per il greggio e 64,85$ per il brent. Infine, il Bitcoin quota 105.282 e l’Ethereum 2.597.

 

Buona giornata.


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