Pillole di Mercato
- Federico Caligiuri
- 23 mag
- Tempo di lettura: 6 min
(21° settimana - anno 2025)

Citazione del giorno:
Franz Kafka: “Distruggiti per conoscerti, costruisciti per sorprenderti, l’importante non è essere, ma trasformarsi”
Le borse asiatiche hanno registrato un rimbalzo grazie a un rinnovato appetito per il rischio, portando l’indice regionale verso la sesta settimana consecutiva di rialzi, mentre i Treasury statunitensi si sono stabilizzati con l’attenuarsi delle preoccupazioni sulla politica fiscale degli Stati Uniti. L’indice MSCI Asia Pacific è salito dello 0,6%, mentre i future sull’S&P 500 sono avanzati dello 0,1%. Anche i contratti sui titoli europei sono risultati in crescita. Il rendimento del Treasury a 30 anni si è mantenuto stabile al 5,04%. L’indice Bloomberg Dollar Spot è sceso dello 0,2%, con una perdita settimanale dell’1,2%, il calo più marcato delle ultime sei settimane. I mercati obbligazionari in questi giorni hanno riflesso le preoccupazioni degli investitori per la salute fiscale degli Stati Uniti, accentuate dal recente declassamento del rating del debito sovrano da parte di Moody’s. Questo downgrade ha interrotto una fase di relativa calma nei mercati, arrivata dopo un mese di forti turbolenze causate dall’offensiva tariffaria dell’amministrazione Trump. Nonostante ciò, i listini azionari statunitensi erano risaliti fino a sfiorare i livelli di mercato rialzista. Secondo Thomas Taw, responsabile della strategia d’investimento per l’Asia Pacifico presso BlackRock Asset Management, il mercato obbligazionario sta lanciando segnali chiari, mentre quello azionario sembra ignorarli. Intervistato da Bloomberg Television, ha sottolineato che le misure introdotte – dal disegno di legge fiscale ai dazi – sono tutte tendenzialmente inflazionistiche. Il rimbalzo dei Treasury di giovedì è arrivato dopo un’ondata di vendite legata ai timori sull’impennata del debito pubblico. Gli investitori temono che il disegno di legge fiscale voluto da Trump, appena approvato dalla Camera, possa far lievitare ulteriormente il già elevato disavanzo statunitense. Il rendimento dei bond trentennali, tornato sopra il 5% mercoledì, è stato interpretato come un segnale inequivocabile da parte dei creditori del Paese riguardo alla necessità di maggiore disciplina fiscale. Gli strateghi di JPMorgan Chase, in una nota firmata da Jay Barry, Jason Hunter e Phoebe White, hanno scritto che è stata un’altra settimana significativa per il mercato dei Treasury. Pur indicando il downgrade di Moody’s come causa immediata, ritengono che fosse ormai un fatto inevitabile. Un miglioramento del sentiment sul fronte commerciale ha favorito anche i mercati asiatici. Pechino e Washington hanno mantenuto i contatti ad alto livello, con una telefonata tra funzionari senior che segnala la volontà di entrambe le parti di mantenere aperto il dialogo, dopo la tregua raggiunta a inizio mese. Il principale negoziatore commerciale del Giappone, Ryosei Akazawa, è partito venerdì per gli Stati Uniti per un terzo ciclo di colloqui, con l’obiettivo di evitare un accordo che non tuteli il settore automobilistico giapponese. Secondo Josh Gilbert, analista di mercato presso eToro a Sydney, il sentiment degli investitori è migliorato sensibilmente nell’ultimo mese. I mercati sembrano ormai guardare oltre le tensioni commerciali, con la sensazione prevalente che il peggio della tempesta tariffaria sia alle spalle. In Giappone, l’indice chiave dell’inflazione ha accelerato al ritmo più veloce degli ultimi due anni, spinto dai rincari nel settore alimentare ed energetico. I prezzi al consumo, esclusi gli alimentari freschi, sono aumentati del 3,5% su base annua ad aprile, in crescita rispetto al +3,2% del mese precedente. Lo yen si è leggermente rafforzato. Nel frattempo, il governatore della Federal Reserve Christopher Waller ha dichiarato che la banca centrale potrebbe tagliare i tassi d’interesse nella seconda metà del 2025, qualora i dazi introdotti dall’amministrazione Trump si stabilizzassero intorno al 10%. Se si riuscisse a ridurre le tariffe fino a quel livello entro luglio, ha detto Waller durante un intervento su Fox Business, si potrebbero creare le condizioni per un secondo semestre favorevole. Harry Wang, fondatore e CEO di Linear Capital, ha osservato come si stia delineando un completo disaccoppiamento tra Stati Uniti e Cina nel settore tecnologico, illustrando la sua strategia d’investimento nel comparto tech cinese. In una decisione separata, la Corte Suprema degli Stati Uniti ha tutelato l’indipendenza della Federal Reserve respingendo i tentativi del presidente Trump di rimuovere alti funzionari delle agenzie federali indipendenti, contribuendo così a rassicurare i mercati sul fatto che Jerome Powell non sarà rimosso dalla guida della Fed. Sul fronte delle materie prime, l’oro si avvia verso il maggior guadagno settimanale da oltre un mese, mentre il petrolio si appresta a chiudere la prima settimana in calo dopo tre rialzi consecutivi. L’OPEC+ sta valutando un nuovo aumento consistente della produzione, che rischierebbe di inondare un mercato già atteso in eccesso di offerta nei prossimi mesi. Le borse europee sono scese giovedì, appesantite dai timori sulla sostenibilità fiscale degli Stati Uniti che hanno mantenuto elevati i rendimenti dei Treasury, mentre nuovi dati che mostrano una debole attività economica nell’area euro hanno ulteriormente peggiorato il clima. L’indice paneuropeo STOXX 600 ha chiuso in calo dello 0,6%, segnando la sua peggior performance giornaliera dall’inizio di aprile e allontanandosi dai massimi di due mesi toccati all’inizio della settimana. Gli investitori continuano a confrontarsi con lo stallo nei negoziati commerciali e con l’ambizioso piano di tagli fiscali del presidente statunitense Donald Trump, che ha alimentato i timori per l’aumento del debito pubblico americano e spinto al rialzo i rendimenti obbligazionari. Iain Barnes, Chief Investment Officer di Netwealth, ha sottolineato come ci sia una certa apprensione legata alla dimensione strutturale del deficit statunitense, che contribuisce a un quadro incerto per la crescita economica e a una prospettiva di peggioramento dei conti pubblici. Il rendimento del Treasury decennale statunitense si è mantenuto vicino ai massimi degli ultimi tre mesi, in un contesto in cui la Camera dei Rappresentanti ha approvato la legge sui tagli fiscali di Trump, con implicazioni potenzialmente significative per il debito federale. In scia agli Stati Uniti, anche i rendimenti dei titoli tedeschi a lungo termine hanno toccato un massimo di due mesi, mentre quelli dell’area euro hanno registrato aumenti più contenuti, contribuendo a esercitare pressioni al ribasso sulle azioni. A peggiorare ulteriormente il sentiment, il dato preliminare dell’indice composito dei direttori agli acquisti (PMI) dell’area euro, elaborato da HCOB, è sceso a 49,5 a maggio rispetto al 50,4 di aprile, scendendo sotto la soglia dei 50 punti che separa espansione e contrazione. Il settore dei servizi, dominante nell’economia del blocco, ha mostrato una contrazione più marcata della domanda, segno evidente dell’impatto che i dazi statunitensi stanno avendo sull’economia europea. Tutti i settori rappresentati nello STOXX 600 hanno chiuso in calo, con i beni personali e per la casa e il comparto auto tra i più penalizzati. Secondo Barnes, i mercati avevano registrato buone performance nelle settimane precedenti e stanno ora effettuando una sorta di verifica sulla sostenibilità del rally, mancando al momento nuove notizie positive in grado di sostenerlo. I titoli chimici sono rimasti sostanzialmente stabili, grazie al balzo di oltre il 30% registrato da Johnson Matthey, dopo che la società chimica britannica ha annunciato la vendita di una sua divisione a Honeywell International per 1,8 miliardi di sterline, pari a circa 2,4 miliardi di dollari, inclusi i debiti. Si è trattato del maggiore rialzo percentuale giornaliero nella storia del titolo, che ha così guidato la classifica dei guadagni all’interno dello STOXX 600. Sul fronte opposto, Embracer, casa madre del marchio Tomb Raider, ha perso il 17% finendo in fondo all’indice, dopo aver previsto una crescita dei ricavi solo marginale e utili sostanzialmente invariati per l’anno fiscale 2025/26. L’azienda ha inoltre comunicato che almeno uno dei suoi nove giochi di punta (AAA), previsti nei due anni fiscali successivi, sarà rinviato. I market movers di oggi sono: vendite al dettaglio in Nuova Zelanda, Gran Bretagna e Canada, PIL 1° trimestre in Germania, vendite di nuove abitazioni negli Stati Uniti.
IERI
I listini dell’Asia hanno chiuso positivi. Nei singoli paesi lo Shanghai composite +0,31%, China A50 +0,96%, Hang Seng ha chiuso a +0,49%, il Nikkei -0,30%, l’Australia +0,58%, Taiwan ha chiuso a -0,72%, la Corea del Sud Kospi +1,02%, l’indice Indiano Sensex +0,87%. Il nostro FTSEMib -0,71%, Dax chiuso -0,51% Ftse100 ha chiuso -0,54%, Cac40 -0,58%, Zurigo -0,95%. Lo S&P500 -0,04%, il Nasdaq +0,28%, il Russell2000 –0,05%. L’oro ha chiuso a 3.295,00 dollari l’oncia, mentre il petrolio ha scambiato a 61,20$ per il wti e 64,44$ per il brent inglese. Il prezzo del Natural Gas (TTF) quotato sul mercato di Amsterdam è di € 36,380. Lo spread BTP/BUND 100,800. L’indice VIX (il termometro dei mercati cioè la volatilità) chiude a 20,28%. Nel periodo pre-covid si attestava tra il 20% e l’11% e sono i due livelli entro cui vi è tranquillità nei mercati finanziari.
PRE-APERTURE
I listini dell’Asia si avviano a chiudere positivi. Nei singoli paesi lo Shanghai composite +0,31%, China A50 +0,96%, Hang Seng ha chiuso a +0,49%, il Nikkei -0,30%, l’Australia +0,58%, Taiwan ha chiuso a -0,72%, la Corea del Sud Kospi +1,02%, l’indice Indiano Sensex +0,87%. Al momento in cui scrivo, i mercati europei hanno una previsione di apertura debole mentre gli Stati Uniti sono intorno alla parità. L’oro si attesta a 3.314,77 dollari l’oncia, mentre il petrolio chiude intorno ai valori di 60,76$ per il greggio e 64,02$ per il brent. Infine, il Bitcoin quota 110.871 e l’Ethereum 2.705.
Buona giornata e buon fine settimana.
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