Pillole di Mercato
- Federico Caligiuri
- 7 mag
- Tempo di lettura: 5 min
(19° settimana - anno 2025)

Citazione del giorno:
Andrea Giuliodori: “La disciplina è non sentirsi al 100% ogni giorno, ma dare comunque ogni giorno il 100% di quello che ci sentiamo”
I futures sugli indici azionari sono saliti grazie ai piani per nuovi negoziati commerciali tra Cina e Stati Uniti, che hanno alimentato l’ottimismo degli investitori sulle prospettive di un allentamento delle tensioni tra le due maggiori economie del mondo. I contratti futures sull’S&P 500 e sul Nasdaq 100 sono aumentati entrambi dello 0,6% in seguito alla notizia che i funzionari statunitensi e cinesi si incontreranno questa settimana in Svizzera. Anche le azioni europee si preparavano a una seduta positiva, dopo che i titoli asiatici avevano guadagnato lo 0,1%, riducendo però i precedenti guadagni dello 0,7%, in scia alla decisione della Cina di tagliare i tassi di interesse per stimolare l’economia. Il dollaro si è rafforzato, interrompendo una serie negativa di tre giorni, mentre l’oro ha perso l’1,4%. La rupia indiana si è indebolita dello 0,2% e le azioni a Mumbai sono scese dello 0,1%, con gli investitori che hanno guardato oltre gli scontri militari tra India e Pakistan per concentrarsi sui colloqui commerciali. Intanto, martedì scorso, India e Regno Unito hanno firmato un accordo commerciale definito di portata storica, mentre il principale indice azionario pakistano è crollato di oltre il 6%. L’incontro tra Stati Uniti e Cina sarà il primo dialogo commerciale ufficiale tra i due Paesi da quando, lo scorso mese, il presidente Donald Trump ha annunciato un’ondata di dazi, molti dei quali diretti proprio contro la Cina. Sebbene questo possibile disgelo abbia concesso ai mercati una tregua temporanea in vista della decisione sui tassi della Federal Reserve prevista per oggi, ulteriori progressi dipenderanno dai risultati effettivi delle trattative. Charu Chanana, chief investment strategist di Saxo Markets, ha dichiarato che, sebbene l’atmosfera sia più distesa, è ancora troppo presto per attendersi progressi concreti, considerata la complessità dei temi sul tavolo. I colloqui attesi potrebbero incoraggiare gli investitori, desiderosi di una riduzione delle tariffe che stanno minacciando di paralizzare il commercio bilaterale. Trump ha introdotto dazi fino al 145% su molte importazioni cinesi, e Pechino ha risposto con tariffe del 125% su beni americani. Queste misure hanno portato numerose aziende a ritirare le loro guidance sugli utili, facendo lievitare i prezzi di beni comuni come abbigliamento e giocattoli. Martedì, Trump ha dichiarato che sarà lui a stabilire i livelli tariffari e le concessioni per i partner commerciali che vorranno evitare nuovi dazi, facendo così apparire meno probabile un vero negoziato di tipo “do ut des”. Il Segretario al Tesoro USA, Scott Bessent, ha affermato che le tariffe attuali non sono sostenibili. I colloqui previsti per il fine settimana si focalizzeranno più sulla distensione che su un accordo complessivo, ma rappresentano un primo passo per ridurre le tensioni. Aidan Yao, strategist di Amundi Investment Institute, ha sottolineato come la pressione esterna stia iniziando a calare, auspicando che i negoziati portino a una riduzione tangibile delle tariffe. Sul fronte geopolitico, l’India ha dichiarato di aver condotto attacchi mirati contro il Pakistan, in risposta a un attacco avvenuto in Kashmir che ha causato la morte di 26 persone. Il Pakistan, da parte sua, ha affermato di aver abbattuto cinque aerei indiani. Mentre gli investitori osservano con attenzione gli sviluppi, rimane centrale la questione commerciale globale. Jenny Johnson, CEO di Franklin Templeton, ha parlato dell’interconnessione tra tariffe, tasse e deregolamentazione, prevedendo un taglio dei tassi da parte della Fed entro l’anno. Nel frattempo, le azioni di Hong Kong hanno guadagnato lo 0,5%, ridimensionando però un rialzo intraday che aveva toccato il 2,4%, dopo l’abbassamento dei tassi deciso da Pechino. La People’s Bank of China ha ridotto il tasso di riacquisto a sette giorni all’1,4%, e il governatore Pan Gongsheng ha annunciato anche un taglio del coefficiente di riserva obbligatoria di mezzo punto percentuale, senza però indicare una data precisa per l’entrata in vigore. Secondo Sat Duhra di Janus Henderson Investors, l’impatto reale delle misure sarà limitato, ma serviranno a sostenere la liquidità e i mercati. Tuttavia, le trattative commerciali restano il vero punto focale. Gli investitori restano in attesa della decisione della Federal Reserve, prevista per oggi, con molti operatori che si aspettano una posizione attendista. Nonostante le pressioni di Trump per una ripresa dei tagli ai tassi, i funzionari della banca centrale USA sembrano voler valutare prima l’impatto effettivo delle politiche commerciali sulla crescita. Le borse tedesche hanno ridotto le perdite martedì dopo che Friedrich Merz è stato eletto cancelliere alla seconda votazione, superando un inaspettato scivolone iniziale. Il DAX ha chiuso in calo dello 0,5%, dopo aver perso fino al 2% in giornata, penalizzato dalle incertezze politiche e dai timori legati ai dazi. Teeuwe Mevissen di Rabobank ha commentato che si tratta di una situazione anomala per la Germania, nota per la sua stabilità istituzionale. Anche lo STOXX 600 paneuropeo ha interrotto una striscia vincente di 10 giorni, chiudendo in ribasso dello 0,2%. L’incertezza sulle politiche tariffarie americane ha pesato sul comparto sanitario, col sottoindice europeo in calo dell’1% e le azioni della danese Novo Nordisk in discesa del 4%, dopo che Trump ha annunciato nuove tariffe sui farmaci e una tassa del 100% sui film stranieri. Mevissen ha ribadito che “l’incertezza è il nemico numero uno dei mercati finanziari”, e le recenti mosse della Casa Bianca ne sono la prova. Nonostante tutto, permane un cauto ottimismo sull’esito dei colloqui tra Cina e Stati Uniti, anche grazie alla disponibilità di Pechino a valutare l’offerta americana per un dialogo sui dazi. Un recente sondaggio ha mostrato che l’economia della zona euro continua a espandersi, seppure a un ritmo più lento, con una domanda in calo e un settore dei servizi quasi stagnante, segno che la ripresa resta fragile. La Fed dovrebbe lasciare i tassi invariati questa settimana, ma grande attenzione sarà rivolta ai commenti dei policy maker sull’impatto delle tensioni commerciali. Anche la Banca d’Inghilterra è attesa a breve con una decisione sui tassi. Secondo LSEG I/B/E/S, le società europee dovrebbero registrare una crescita degli utili dello 0,4% nel primo trimestre, in miglioramento rispetto al calo dell’1,7% previsto appena una settimana fa. I market movers di oggi sono: coefficiente di riserva obbligatoria richiesta dalla PboC alle Banche in Cina, ordini delle fabbriche in Germania, vendite al dettaglio nell’Eurozona, decisione sui tassi di interesse da parte della FED (attuale 4,50% – aspettative 4,5%) begli Stati Uniti.
IERI
I listini dell’Asia hanno chiuso negativi ad esclusione della Cina. Nei singoli paesi lo Shanghai composite +0,94%, China A50 +0,53%, Hang Seng ha chiuso a +0,57%, il Nikkei chiuso per festività, l’Australia -0,05%, Taiwan ha chiuso a -0,05%, la Corea del Sud Kospi chiuso per festività, l’indice Indiano Sensex -0,24%. Il nostro FTSEMib +0,22%, Dax chiuso -0,41% Ftse100 ha chiuso +0,01%, Cac40 -0,40%, Zurigo -0,07%. Lo S&P500 -0,77%, il Nasdaq -0,87%, il Russell2000 -1,05%. L’oro ha chiuso a 3.422,80 dollari l’oncia, mentre il petrolio ha scambiato a 59,09$ per il wti e 62,15$ per il brent inglese. Il prezzo del Natural Gas (TTF) quotato sul mercato di Amsterdam è di € 34,930. Lo spread BTP/BUND 108,450. L’indice VIX (il termometro dei mercati cioè la volatilità) chiude a 24,76%. Nel periodo pre-covid si attestava tra il 20% e l’11% e sono i due livelli entro cui vi è tranquillità nei mercati finanziari.
PRE-APERTURE
I listini dell’Asia si avviano a chiudere positivi. Nei singoli paesi lo Shanghai composite +0,54%, China A50 +0,71%, Hang Seng ha chiuso a +0,57%, il Nikkei +1,02%, l’Australia +0,49%, Taiwan ha chiuso a -0,29%, la Corea del Sud Kospi +0,40%, l’indice Indiano Sensex -0,11%. Al momento in cui scrivo, i mercati europei hanno una previsione di apertura positiva così come gli Stati Uniti. L’oro si attesta a 3.393,15 dollari l’oncia, mentre il petrolio chiude intorno ai valori di 59,73$ per il greggio e 62,73$ per il brent. Infine, il Bitcoin quota 96.485 e l’Ethereum 1.829.
Buona giornata.
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