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Pillole di Mercato

(6° settimana - anno 2025)

Citazione del giorno:

Ferzan Ozpetek: "Nessuno è entrato invano nella tua vita, o è una prova oppure è un dono"

 

Il mercato è in balia di una tempesta di notizie: la Cina scuote il settore tech con un modello IA low-cost, Trump rilancia sui dazi e la Federal Reserve torna a mettere pressione ai trader ossessionati dall’inflazione. I principali indici di Wall Street hanno chiuso in ribasso. Le vendite si sono intensificate venerdì dopo che la Casa Bianca ha confermato l’entrata in vigore dei nuovi dazi su Messico, Canada e Cina a partire da sabato. Nel mirino finiranno presto acciaio, alluminio, petrolio, gas, farmaci e semiconduttori. Anche l’Europa potrebbe ricevere il suo 'regalino' a breve. I mercati hanno accusato il colpo. L’S&P 500 ha cancellato in un soffio un rialzo vicino all’1%, mentre il dollaro ha chiuso la miglior settimana da novembre. Il dollaro canadese ha perso l’1,2% e il peso messicano più del 3%. La startup cinese DeepSeek è stata il vero detonatore della volatilità questa settimana, ma per gli esperti il suo impatto sulle big tech USA sarà più un sussurro che un terremoto. Nel frattempo, il pubblico retail si è scatenato: 8,1 miliardi di dollari sono stati versati nel mercato azionario americano questa settimana, il massimo degli ultimi due anni. Più della metà di questa cifra è finita negli ETF, mentre i titoli singoli hanno raccolto 3,5 miliardi. Dal fronte macro, il PCE, il dato sull’inflazione preferito dalla Fed, ha mostrato un’accelerazione a dicembre, ma in linea con le previsioni. Nella riunione di questa settimana, la Fed ha deciso di mantenere invariati i tassi di interesse, dopo averli ridotti di un punto percentuale da settembre. La crescita economica resta solida, ma l’inflazione continua a essere un rebus per la banca centrale. I rendimenti dei Treasury a 10 anni sono saliti al 4,54%, con un picco al 4,58% dopo l’annuncio dei dazi. Sui mercati delle materie prime, Bitcoin è sceso a 102.000 dollari (nel week end è sceso fino a 96.000$), l’oro ha toccato un nuovo record e il petrolio ha perso il 2,8%. Fino a qualche settimana fa, nessuno ne aveva mai sentito parlare. Oggi DeepSeek è sulle prime pagine dei giornali. Cos’ha fatto per attirare così tanta attenzione? Ha semplicemente dimostrato che si può addestrare un modello IA con costi ridotti rispetto a quelli sostenuti dai giganti tecnologici occidentali. Inizialmente, si pensava che il modello DeepSeek R1 fosse stato addestrato con soli 5,5 milioni di dollari. In realtà, quel budget si riferiva solo a DeepSeek-V3, una versione precedente che ha fatto da base per lo sviluppo del più avanzato R1. Il costo totale del progetto è stato di centinaia di milioni. Sempre meglio dei miliardi spesi da Big Tech! Senza entrare nelle dinamiche che hanno permesso a DeepSeek di risparmiare sui costi di calcolo, diciamo solo che il team ha usato le GPU Nvidia H800, una versione ridotta rispetto alle più potenti H100 che sono invece soggette alle restrizioni all’export USA verso la Cina. Questo vuol dire che le sanzioni USA potrebbero non essere efficaci nel rallentare lo sviluppo IA cinese. Iper-sensibile com’è alle novità nel settore dell’intelligenza artificiale, il mercato è crollato. Nvidia ha bruciato 589 miliardi di dollari in un solo giorno. La paura è che i suoi clienti possano non aver più bisogno di acquistare così tante GPU costose. Se un’azienda può allenare un modello potente spendendo molto meno in hardware, significa che la crescita esponenziale delle vendite di Nvidia potrebbe rallentare. DeepSeek non elimina la domanda di Nvidia, ma dimostra che le sue GPU si possono sfruttare molto meglio. DeepSeek si posiziona al terzo posto tra i modelli IA. Allora chi dovrebbe preoccuparsi di più di DeepSeek? OpenAI: il suo modello di business si basa sulla vendita di accesso ai suoi modelli avanzati di ragionamento (come ChatGPT). L’azienda mantiene il funzionamento interno dei suoi modelli chiuso e proprietario. Al contrario, DeepSeek permette a sviluppatori e aziende di studiare, modificare e usare il suo modello senza restrizioni. Anthropic: il team dietro Claude non ha ancora rilasciato un vero modello di ragionamento avanzato. Se DeepSeek R1 diventa lo standard nel settore, Anthropic potrebbe perdere terreno prima ancora di competere seriamente. Meta: dominava il settore delle IA open source con Llama, ma DeepSeek sembra già averlo superato. L’innovazione IA è estremamente veloce: il vantaggio di oggi potrebbe scomparire domani. Non basta innovare per primi, bisogna anche saper mantenere il vantaggio! La Banca Centrale Europea ha abbassato i tassi di 25 punti base. Nessuna sorpresa, lo si sapeva già. Christine Lagarde, presidente della BCE, ha cercato di non far rumore nella sua conferenza stampa, ma la giornata era già stata segnata da dati sul PIL deludenti per la Germania e l’Eurozona. Le preoccupazioni sui deficit fiscali di diversi paesi europei, con la Francia in testa, avrebbero normalmente spinto i rendimenti obbligazionari al rialzo. Ma la crescita economica debole ha rafforzato la convinzione tra gli investitori che la BCE dovrà continuare a tagliare i tassi, facendo così crollare i rendimenti. Nel frattempo, dall’altra parte dell’Atlantico, i rendimenti negli Stati Uniti sono aumentati molto più rapidamente rispetto all’Europa, soprattutto da ottobre, quando i mercati hanno iniziato a credere in un ritorno di Trump alla Casa Bianca. Questo divario transatlantico tra i tassi ha esercitato una pressione aggiuntiva sull’euro. A settembre si pensava che il tasso della Fed sarebbe stato un punto percentuale sopra quello della BCE a metà 2025. Ora il divario è raddoppiato. Due punti percentuali di differenza sono tanti, e i capitali si muovono di conseguenza. I mercati pensano che la BCE porterà i tassi al 2% entro la fine del 2025. Lagarde continua a dire che la politica monetaria della BCE è ancora restrittiva. Ma i numeri raccontano una storia diversa. Il sondaggio trimestrale sui prestiti bancari suggerisce che le condizioni sono più favorevoli rispetto alla maggior parte del periodo successivo alla crisi finanziaria globale del 2007. Gli standard di concessione del credito si sono inaspriti dopo le elezioni USA, ma rimangono flessibili. Tutto tranquillo anche sul fronte del credito: lo spread tra le obbligazioni societarie europee e i Treasury USA è ai minimi dal 2021. Gli spread di credito indicano che le condizioni finanziarie non sono particolarmente restrittive. Sempre più investitori ritengono che la crescita debole e l’inflazione in calo lasceranno alla BCE poche alternative: dovrà abbassare i tassi ben al di sotto del famoso livello neutrale, quello in cui la politica monetaria non è né restrittiva né accomodante. Questo scenario, alla fine, potrebbe rivelarsi positivo per gli asset di rischio europei. Dopo le promesse fatte durante la campagna elettorale, Trump passa ai fatti. Il primo ordine esecutivo sulle crypto ha lo scopo di istituire un gruppo di lavoro sulla loro regolamentazione. L'obiettivo più ambizioso è valutare la creazione di una riserva strategica di Bitcoin, un’idea che manda in tilt l’industria e infiamma il dibattito tra economisti e investitori. L’America di Trump vuole Bitcoin, non dollari digitali controllati dalla Fed. Il presidente ha infatti chiuso la porta alla CBDC, la valuta digitale della banca centrale, che per i puristi delle crypto è sinonimo di controllo statale. Fino a poco tempo fa, la SEC era il nemico numero uno del settore. Sotto la guida di Gary Gensler, le crypto hanno vissuto un assedio normativo. Ma Gensler ha lasciato il posto prima ancora che Trump tornasse al potere. Con il nuovo presidente, Paul Atkins, la SEC non perde tempo: via la SAB 121, la regola che impediva alle banche di custodire criptovalute per conto dei clienti. Ora anche le istituzioni tradizionali possono gestire asset digitali. Con una SEC più accomodante, i colossi della finanza cercano di accaparrarsi la fetta più grossa. Decine le nuove richieste di ETF crypto. Alcune più tradizionali, altre decisamente audaci, come un ETF a leva sulla meme coin MELANIA, in omaggio alla First Lady. Ma la vera frenesia è sui Bitcoin ETF spot. Nasdaq e altre borse chiedono di introdurre le redenzioni in-kind, un cambiamento che consentirebbe di riscattare le quote degli ETF direttamente in Bitcoin reali. Se approvato, potrebbe cambiare radicalmente il mercato, riducendo il rischio di manipolazione e avvicinando Bitcoin allo status di asset istituzionale. BTC è vicino ai massimi storici, l’entusiasmo è alle stelle e gli investitori sono in fermento. Ma la storia insegna che l’euforia non dura per sempre. L’agenda macroeconomica che va dal 3 al 7 febbraio 2025 sarà caratterizzata da alcuni dati macroeconomici di rilievo per le principali economie del Vecchio Continente e per gli Stati Uniti. A catalizzare l’attenzione degli operatori saranno i dati del mercato del lavoro (Non Farm Payrolls, tasso di disoccupazione e salari orari medi) degli USA, gli indici PMI (manifatturiero, servizi e composito) e gli indici ISM (manifatturiero e dei servizi), ma non solo. Per gli Stati Uniti si attendono anche altri dati macro come ordini di beni durevoli, ordini alle fabbriche, nuovi lavori JOLTS, occupazione ADP, bilancia commerciale, dati dell’EIA sulle scorte e la produzione greggio, nuove richieste di sussidi di disoccupazione e la fiducia dei consumatori elaborata dall’Università del Michigan. Guardando al Vecchio Continente, per l'Eurozona gli operatori monitoreranno anche l’inflazione, i prezzi alla produzione e le vendite al dettaglio. Per quanto riguarda i singoli Paesi del blocco europeo, per la Germania verranno diffusi anche i dati degli ordini alle fabbriche, produzione industriale e la bilancia commerciale. Per l'Italia gli operatori monitoreranno i dati dell’inflazione e le vendite al dettaglio. Per la Spagna e la Francia occhi anche sui dati della produzione industriale. Passando al Regno Unito, il focus degli investitori sarà rivolto alla riunione di politica monetaria della Bank of England, mentre fronte dati macro l’attenzione sarà – oltre che sugli indici PMI – anche sull’indice dei prezzi delle abitazioni Halifax. Infine, per la Cina e il Giappone verranno diffusi gli indici PMI e ricordiamo inoltre che le Borse cinesi saranno chiuse fino al 4 febbraio compreso per la celebrazione del Capodanno lunare.

 

VENERDI’

I listini dell’Asia hanno chiuso positivi ma con diversi mercati della regione chiusi per festività. Nei singoli paesi lo Shanghai composite chiuso per festività, China A50 chiuso per festività, Hang Seng chiuso per festività, il Nikkei chiuso +0,34%, l’Australia +0,45%, Taiwan chiusa per festività, la Corea del Sud Kospi -0,77%, l’indice Indiano Sensex ha chiuso a +0,63%. Il nostro FTSEMib +0,12%, Dax chiuso +0,02%, Ftse100 +0,31%, Cac40 +0,11%, Zurigo -0,06%. Lo S&P500 -0,50%, il Nasdaq -0,28%, il Russell2000 -0,86%. L’oro ha chiuso a 2.835,00 dollari l’oncia, mentre il petrolio ha scambiato a 72,53$ per il wti e 75,67$ per il brent inglese.  Il prezzo del Natural Gas (TTF) quotato sul mercato di Amsterdam è di € 53,237. Lo spread BTP/BUND 109,450. L’indice VIX (il termometro dei mercati cioè la volatilità) chiude a 16,43%. Nel periodo pre-covid si attestava tra il 20% e l’11% e sono i due livelli entro cui vi è tranquillità nei mercati finanziari.

 

PRE-APERTURE

I listini dell’Asia si avviano a chiudere piuttosto negativi con la Cina continentale ancora chiusa per festività. Nei singoli paesi lo Shanghai composite chiuso per festività, China A50 chiuso per festività, Hang Seng chiuso per festività, il Nikkei chiuso -2,78%, l’Australia -1,79%, Taiwan -3,53%, la Corea del Sud Kospi -2,55%, l’indice Indiano Sensex ha chiuso a -0,69%. Al momento in cui scrivo i mercati europei hanno una previsione di apertura in forte ribasso così come gli Stati Uniti. L’oro si attesta a 2.815,84 dollari l’oncia, mentre il petrolio chiude intorno ai valori di 73,87$ per il greggio e 76,42$ per il brent. Infine, il Bitcoin quota 94.127 e l’Ethereum 2.512.

 

Buona giornata e buona settimana.




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