(47° settimana - anno 2024)
Citazione del giorno:
Alessandro Magno: "Niente è irrealizzabile per coloro che hanno audacia."
La "Trump mania" sui mercati ha avuto un pit-stop brutale questa settimana. L'S&P 500 ha perso metà dei guadagni post-elettorali, il Russell 2000 delle small cap è crollato del 4% e il Nasdaq ha chiuso la sua peggiore settimana degli ultimi dieci mesi. A guidare il ribasso sono stati i colossi tech, i "Magnifici Sette": Amazon, NVIDIA e Meta hanno perso oltre il 3% ciascuna, mentre Tesla è stata l'unica a resistere. I settori energia e finanza si sono salvati, ma tutto il resto è stato un bagno di sangue. Le sorprese positive dai dati su crescita e inflazione hanno mandato in tilt le aspettative degli investitori, spingendoli a ridimensionare le speranze di un rapido taglio dei tassi da parte della Fed. Jerome Powell ha chiarito che l'economia americana è ancora troppo forte per giustificare mosse accomodanti. Altri esponenti della banca centrale hanno confermato che ogni decisione dipenderà dai prossimi dati. Le politiche fiscali del neo-presidente, per quanto promettenti, alimentano il timore di un'inflazione in salita, il che potrebbe costringere la Fed a mantenere i tassi elevati più a lungo del previsto. Questo, combinato con valutazioni già tiratissime, rende i mercati ancora più fragili. Secondo Bloomberg, i prezzi di azioni e obbligazioni stanno offrendo rendimenti reali tra i più bassi mai registrati rispetto all'inflazione. Intanto, il dollaro continua la sua corsa, segnando sette settimane consecutive di guadagni e raggiungendo i massimi degli ultimi due anni. Bitcoin ha toccato nuovi massimi sopra i 91.000 dollari anche se si sono registrati i primi deflussi dai fondi ETF crypto dal giorno delle elezioni. I prezzi del petrolio sono crollati a 67 dollari al barile e l’oro ha registrato la sua settimana peggiore da giugno 2021. I nuovi dati mostrano che il problema dell'inflazione è in gran parte gestibile ma che non è il momento di abbassare la guardia. L’energia e i beni hanno visto prezzi in lieve calo, mentre il cibo è rimasto relativamente stabile. Il vero grattacapo rimangono i servizi. Anche il settore immobiliare ha registrato un leggero aumento. Il risultato finale è un’inflazione sopra il 3%, un livello ancora troppo alto perché Powell possa dormire sonni tranquilli. Possiamo dire che il calo dell’inflazione registrato nei mesi scorsi si è fermato. Messi insieme i dati suggeriscono che un nuovo taglio dei tassi di 25 punti base a dicembre non è così scontato. Detto questo, i mercati attribuiscono ancora una probabilità del 60% che ciò accada. Lo stesso Powell ha lasciato intendere che la Fed potrebbe essere vicina ad una pausa visto che il percorso dell’inflazione verso l’obiettivo del 2% rimane “a tratti accidentato”. Il ritorno di Trump alla Casa Bianca è senz’altro una variabile da prendere in considerazione, anche se il presidente della Fed ha dichiarato che è troppo presto per valutare l'impatto delle nuove politiche. Gli investitori retail non sono stati gli unici a seguire il "Trump Trade". Il sondaggio mensile di Bank of America tra i principali fund manager globali, infatti, mostra un chiaro cambiamento di prospettiva dopo il voto. Prima dell’elezione, la possibilità di un’economia “no landing” (senza una significativa frenata economica e con tassi d’interesse ancora in crescita) era stimata al 25%. Dopo i risultati, questa probabilità è salita al 33%. Il nuovo scenario ha spinto i gestori di fondi ad aumentare drasticamente la loro esposizione azionaria, portando il peso delle azioni ai livelli più alti degli ultimi 11 anni. Anche i big money pensano che il rischio di un’inflazione più alta stia crescendo. La maggior parte degli investitori era fiduciosa in un calo dell’inflazione globale prima delle elezioni. Ma ora, una piccola maggioranza prevede che l’inflazione aumenterà nel 2025. L’impatto dell’elezione di Trump si è fatto sentire anche a livello geografico. Prima del voto, molti investitori puntavano sullo yen e si aspettavano una debolezza del dollaro. Ora la situazione si è ribaltata: il dollaro è visto come la valuta vincente, mentre l’interesse per l’euro e lo yuan cinese è crollato. Lo stesso vale per il mercato azionario. Prima del voto, la scommessa più popolare era sui mercati globali rispetto a quelli statunitensi, viste le valutazioni più basse. Ma con Trump di nuovo alla guida, il focus è tornato sugli Stati Uniti ed il perché è abbastanza chiaro. Durante il primo mandato di Trump, il mercato azionario statunitense ha sovraperformato rispetto al resto del mondo. Con Bitcoin che supera i 90.000 dollari, come potremmo non parlare di crypto questa settimana? Trump ha promesso un approccio radicalmente diverso. Tra le sue proposte ci sono l’introduzione di un framework più amichevole per regolamentare il settore, la creazione di una "riserva strategica" di Bitcoin e la trasformazione degli USA nel centro globale delle criptovalute. Il nuovo presidente ha lasciato intendere che potrebbe emettere ordini esecutivi per risolvere i problemi di accesso bancario per le aziende crypto, un nodo che ha complicato la vita di molte imprese del settore negli ultimi anni. Il nuovo Congresso, composto da una maggioranza repubblicana, potrebbe anche accelerare l’approvazione di leggi che offrano una maggiore chiarezza normativa. Tra le priorità c’è la nomina di un presidente della SEC favorevole alle criptovalute. Gary Gensler, il presidente uscente, ha dedicato i suoi ultimi giorni a proporre regole più rigide. Una delle figure chiave in questo nuovo scenario potrebbe essere Hester Peirce, ribattezzata "Crypto Mom" dagli appassionati del settore. Con una probabile nomina a guida della SEC sotto l’amministrazione Trump, Peirce potrebbe agevolare l’implementazione di politiche più favorevoli alle criptovalute. L’ondata di entusiasmo ha portato il mercato delle crypto a superare il valore complessivo di 3.000 miliardi di dollari, un traguardo che non si vedeva dai tempi degli stimoli economici della pandemia. Alcuni analisti pensano che Bitcoin possa presto raggiungere i 100.000 dollari. E' l’inizio di una nuova era per le crypto? L’agenda macroeconomica che va dal 18 al 22 novembre 2024 sarà caratterizzata da alcuni dati macroeconomici di rilievo per le principali economie del Vecchio Continente e per gli Stati Uniti. A catalizzare l’attenzione degli operatori saranno la trimestrale di NVIDIA, l’inflazione dell’Eurozona e gli indici PMI (manifatturiero, servizi e composito), ma non solo. Per gli Stati Uniti si attendono anche le misurazioni dell'indice NAHB (mercato immobiliare), i permessi di costruzione, i nuovi cantieri edili residenziali, le scorte e la produzione di greggio, l'indice manifatturiero della Fed di Philadelphia, le nuove richieste di sussidi di disoccupazione, le vendite di abitazioni esistenti, l'indice predittivo del Conference Board, l'indice manifatturiero e composito del Kansas City e la fiducia dei consumatori dell'Università del Michigan. Per l'Eurozona sono previsti anche i dati della bilancia commerciale e la fiducia dei consumatori. In Germania si attendono anche i prezzi alla produzione e il PIL del terzo trimestre. Per il Regno Unito sono in calendario anche i dati sull'inflazione, i prezzi alla produzione, le vendite al dettaglio. In Giappone verranno pubblicati i dati sulla bilancia commerciale e l'inflazione, mentre in Cina è attesa la riunione della PboC.
VENERDI’
I listini dell’Asia hanno chiuso misti. Nei singoli paesi lo Shanghai composite -0,99%, China A50 ha chiuso a -0,71%, Hang Seng +0,17%, il Nikkei +0,35%, l’Australia +0,74%, Taiwan +0,12%, la Corea del Sud Kospi +0,09%, l’indice Indiano Sensex ha chiuso a -0,01%. Il nostro FTSEMib -0,48%, Dax chiuso -0,27%, Ftse100 -0,09%, Cac40 -0,58%, Zurigo -1,33%. Il Nasdaq -2,24%, S&P500 -1,32%, il Russell2000 -1,42%. L’oro ha chiuso a 2.564,70 dollari l’oncia, mentre il petrolio ha scambiato a 66,97$ per il wti e 71,06$ per il brent inglese. Il prezzo del Natural Gas quotato sul mercato di Amsterdam è di € 46,551. Lo spread BTP/BUND 120,600. L’indice VIX (il termometro dei mercati cioè la volatilità) chiude a 16,14%. Nel periodo pre-covid si attestava tra il 20% e l’11% e sono i due livelli entro cui vi è tranquillità nei mercati finanziari.
PRE-APERTURE
I listini dell’Asia si avviano a chiudere misti. Nei singoli paesi lo Shanghai composite -0,28%, China A50 ha chiuso a +0,69%, Hang Seng +0,46%, il Nikkei -1,13%, l’Australia +0,18%, Taiwan -0,86%, la Corea del Sud Kospi +1,76%, l’indice Indiano Sensex ha chiuso a -0,58%. Al momento in cui scrivo i mercati europei hanno una previsione di apertura intorno alla parità mentre l’America è positiva. L’oro si attesta a 2.588,40 dollari l’oncia, mentre il petrolio chiude intorno ai valori di 66,95$ per il greggio e 71,11$ per il brent. Infine, il Bitcoin quota 90.732 e l’Ethereum 3.123.
Buona giornata e buona settimana.
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