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Immagine del redattoreFederico Caligiuri

Pillole di Mercato

(40° settimana - anno 2024)

Citazione del giorno:

Warren Buffett: “Il mercato azionario è progettato per trasferire denaro alle persone pazienti”

 

Questa settimana la Cina è tornata prepotentemente al centro della scena finanziaria globale. Il governo di Pechino ha deciso di agire con una serie di misure di stimolo che hanno fatto volare i mercati. L’euforia ha portato le azioni cinesi verso la loro miglior settimana dal lontano 2008. Tra tagli dei tassi, liquidità extra per le banche e un impegno a fermare il crollo dei prezzi immobiliari, la Cina sembra pronta a fare di tutto per sostenere la crescita. E questa volta i mercati sembrano crederci: l’indice CSI 300 delle principali azioni cinesi ha guadagnato quasi il 16% in una settimana. Il banco di prova sarà la Golden Week (questa settimana), una delle festività più importanti per il consumo interno in Cina. Se la spesa dei consumatori sarà forte, la fiducia nella ripresa potrà consolidarsi. Altrimenti, si tornerà a parlare di stagnazione e crisi dei consumi. L’ottimismo generato dai pacchetti di sostegno in Cina ha avuto effetti positivi anche sui mercati europei. L'indice Stoxx 600 ha chiuso la settimana ai livelli più alti degli ultimi quattro mesi, mentre il DAX tedesco ha fatto nuovi massimi storici. Anche gli indici statunitensi hanno chiuso la settimana in territorio positivo, sostenuti dal rinnovato ottimismo per la crescita economica e dalle politiche accomodanti della Fed. L'S&P 500 ha registrato il miglior andamento dei primi tre trimestri dal 1997, con un rialzo del 20% nel 2024, mentre il Nasdaq 100, dominato dai titoli tecnologici, ha fatto ancora meglio. Anche l’indice Russell 2000, che rappresenta le piccole aziende, sembra pronto a concludere il terzo trimestre con una performance positiva. I dati macroeconomici USA hanno contribuito all’ottimismo, con un incremento contenuto dell'indice PCE, la misura preferita dalla Fed per monitorare l'inflazione, e dati positivi sul PIL, che indicano una crescita robusta. Le richieste di sussidi di disoccupazione in calo e un consumatore ancora forte hanno rafforzato la percezione che l’economia statunitense stia attraversando un periodo favorevole. Il dollaro ha continuato la sua discesa per la quarta settimana consecutiva, chiudendo ai minimi dal dicembre 2023. Nel frattempo, l’oro ha vissuto una settimana di forte rialzo, la terza consecutiva, toccando nuovi massimi storici prima di subire un leggero calo verso la fine della settimana. Anche Bitcoin ha continuato la sua ascesa per la terza settimana consecutiva, superando la soglia dei 66.000 dollari venerdì. Il petrolio è sceso durante la settimana. Venerdì, però, i prezzi sono rimbalzati dopo che Israele ha annunciato un attacco al quartier generale di Hezbollah a sud di Beirut. L’oro sta brillando come mai prima d’ora, segnando record su record e attirando l’attenzione di investitori di tutto il mondo. Quest’anno ha superato i 2.700 dollari l’oncia, con un’impennata del 29%, ben oltre la performance dell’indice S&P 500. Ma il metallo giallo non è l’unico protagonista nel mondo dei preziosi. Mentre tutti si concentrano sull’oro, l’argento si sta dimostrando la vera sorpresa del 2024! A differenza dell’oro, l’argento ha un ruolo doppio: è sia un investimento che un metallo industriale. Questa dualità lo rende particolarmente interessante, soprattutto in un contesto economico dove i tagli ai tassi di interesse e le misure di stimolo in Cina stanno dando nuova linfa al settore industriale. L’argento ha guadagnato oltre il 35% dall'inizio dell'anno, portandosi ai massimi da più di un decennio. La Fed ha recentemente ridotto i tassi di interesse di 50 punti base, rendendo meno costoso detenere oro e argento che non offrono rendimenti diretti. Il governo cinese ha annunciato il più grande pacchetto di stimoli dall’era Covid, e questo ha spinto verso l’alto la domanda di metalli industriali, argento incluso. Ma l’argento ha ancora delle carte vincenti. La ripresa degli investimenti nei fondi ETF mostra che gli investitori stanno scommettendo su un ulteriore rialzo. Il rapporto oro/argento, che indica quante once di argento sono necessarie per acquistare un’oncia d’oro, è sceso ai livelli più bassi dall’estate. L’oro continua a essere un bene rifugio di prim’ordine, ma l’argento sta dimostrando di avere un potenziale tutto suo. Gli analisti di Citi prevedono che possa arrivare a 35 dollari entro i prossimi tre mesi e a 38 dollari entro sei-dodici mesi. Gli investitori non sono mai stati così ribassisti sul petrolio. L'atmosfera di pessimismo è alimentata dalle previsioni di un eccesso di offerta il prossimo anno, soprattutto a causa della produzione in aumento fuori dall’alleanza OPEC+. A ciò si aggiunge la preoccupazione per un rallentamento della domanda industriale globale, evidenziata dalle forti scommesse contro i prezzi del diesel. Non è solo questione di previsioni negative. Le dimensioni delle posizioni ribassiste sono così estreme da superare persino i livelli raggiunti durante la guerra dei prezzi dell’OPEC all’inizio della pandemia. Il cambiamento nel mercato è profondo: gli investitori tradizionali che utilizzavano il petrolio come copertura contro l’inflazione stanno praticamente scomparendo, lasciando campo libero a quei fondi che seguono le tendenze e si basano su indicatori tecnici piuttosto che su fondamentali economici. Questi fondi, spesso gestiti da algoritmi, stanno prendendo il controllo delle dinamiche di mercato. Parliamo di fondi che usano strategie automatizzate per individuare tendenze e fare trading basandosi su grafici e dati. In pratica, reagiscono agli stessi movimenti di prezzo che contribuiscono a creare, amplificando le oscillazioni. Questa predominanza degli “algo trader” ha creato un ambiente dove nessuno sembra avere più certezze. Le prospettive a lungo termine per il petrolio restano cupe, con le scorte globali che si prevede aumenteranno a 2,73 miliardi di barili entro il 2025, secondo le stime del governo USA. La domanda di carburante, inoltre, sta mostrando segni di cedimento: le raffinerie europee stanno riducendo la produzione e i margini di profitto per la produzione di benzina e diesel negli Stati Uniti sono scesi ai minimi stagionali dall’inizio della pandemia. Non mancano però i possibili catalizzatori per un rimbalzo. Recenti interruzioni nella produzione in Libia, le misure di sostegno economico della Cina e i tagli aggressivi dei tassi di interesse negli Stati Uniti potrebbero fornire il carburante per una ripresa. Anche le tensioni geopolitiche mantengono vivo il rischio di nuove fiammate nei prezzi. Settembre è storicamente un mese difficile per Bitcoin, con una perdita media del 5,9%. Ma quest'anno ha visto un'inversione di rotta grazie ai tagli dei tassi di interesse su scala globale. La criptovaluta regina è salita di oltre il 10%, toccando i 65.000 dollari. Bitcoin mantiene una forte correlazione con le politiche monetarie della Fed, ma anche l'azione delle altre banche centrali ha contribuito al suo slancio. Un ambiente di liquidità abbondante a livello mondiale facilita gli afflussi di capitale verso asset più volatili e speculativi come le criptovalute. Nonostante questo contesto favorevole, il livello dei 65.000 rappresenta una resistenza psicologica e tecnica molto forte. Se il prezzo di Bitcoin non riuscisse a consolidarsi stabilmente sopra i 65.000 dollari, molti trader potrebbero decidere di vendere per proteggere i propri profitti. Al contrario, una rottura convincente di questa soglia potrebbe aprire la strada a nuovi massimi, spingendo il prezzo verso i 70.000 dollari o oltre. L’agenda macroeconomica che va dal 30 settembre al 4 ottobre 2024 sarà caratterizzata da alcuni dati macroeconomici di rilievo per le principali economie del Vecchio Continente e per gli Stati Uniti. A catalizzare l’attenzione degli operatori saranno gli indici PMI, l’inflazione dell’Eurozona e soprattutto i dati sul mercato del lavoro USA. Per gli Stati Uniti si attendono anche le letture del PMI Chicago e sull'indice manifatturiero della Fed di Dallas per settembre. Seguiranno poi altri importanti indicatori come il report ADP sull'occupazione, i dati sui beni durevoli e sugli ordinativi alle fabbriche di agosto, oltre ai già citati dati del mercato del lavoro: Non Farm Payrolls, tasso di disoccupazione e salario orario medio. A livello europeo, l'attenzione sarà rivolta all'inflazione di settembre e ai PMI manifatturiero, dei servizi e composito. Sarà inoltre reso noto il tasso di disoccupazione di agosto, insieme ai prezzi alla produzione relativi allo stesso mese. Guardando ai singoli Paesi, in Germania, il focus sarà sulle vendite al dettaglio di luglio e sull'inflazione di settembre, dati chiave per comprendere l'andamento dei consumi e dei prezzi. Anche i PMI manifatturiero e dei servizi verranno pubblicati, fornendo ulteriori indicazioni sullo stato dell'economia tedesca. Per l’Italia, verranno diffusi vari dati importanti, tra cui la bilancia commerciale non-UE e l'inflazione di settembre, oltre ai PMI manifatturiero, dei servizi e composito, che illustreranno l'andamento delle attività economiche nel Paese. Da non trascurare anche il tasso di disoccupazione relativo e i dati sulle vendite al dettaglio di agosto. Per la Francia, verranno pubblicati i PMI manifatturiero, dei servizi e composito per settembre, oltre alla produzione industriale di agosto. Per quanto riguarda il Regno Unito, sarà pubblicato il dato sul PIL del secondo trimestre. Inoltre, verranno diffusi i PMI manifatturiero e dei servizi, insieme al composito. Per il Giappone si attendono le vendite al dettaglio e la produzione industriale, entrambi relativi al mese di agosto. Oltre a questi, verranno pubblicati gli indici Tankan relativi al terzo trimestre e i vari PMI manifatturieri e dei servizi. Per la Cina, l'attenzione sarà rivolta agli indici PMI NBS e Caixin, sia per il settore manifatturiero che per i servizi, insieme all'indice composito.

 

VENERDI’

I listini dell’Asia hanno chiuso per lo più positivi. Nei singoli paesi lo Shanghai composite +2,54%, China A50 chiuso +3,10%, Hang Seng +1,90%, il Nikkei ha chiuso a +2,12%, l’Australia +0,06%, Taiwan -0,16%, la Corea del Sud Kospi -0,60%, l’indice Indiano ha chiuso +0,01%. Il nostro FTSEMib +0,92%, Dax chiuso +1,22%, Ftse100 +0,43%, Cac40 +0,64%, Zurigo +0,20%. Il Nasdaq -0,39%, S&P500 -0,13%, il Russell2000 +067%. L’oro ha chiuso a 2.668,10 dollari l’oncia, mentre il petrolio ha scambiato a 68,18$ per il wti e 71,54$ per il brent inglese.  Il prezzo del Natural Gas quotato sul mercato di Amsterdam è di € 38,114. Lo spread BTP/BUND 131,200. L’indice VIX (il termometro dei mercati cioè la volatilità) chiude a 16,96%. Nel periodo pre-covid si attestava tra il 20% e l’11% e sono i due livelli entro cui vi è tranquillità nei mercati finanziari.

 

PRE-APERTURE

I listini dell’Asia si avviano a chiudere negativi, crollo del Giappone, fortissima la Cina. Nei singoli paesi lo Shanghai composite +7,59%, China A50 chiuso +5,91%, Hang Seng +3,90%, il Nikkei ha chiuso a -4,89%, l’Australia +0,52%, Taiwan -1,87%, la Corea del Sud Kospi -1,35%, l’indice Indiano ha chiuso -0,96%. Al momento in cui scrivo i mercati europei hanno una previsione di apertura positiva mentre l’America è negativa. L’oro si attesta a 2.679,05 dollari l’oncia, mentre il petrolio chiude intorno ai valori di 68,86$ per il greggio e 72,28$ per il brent. Infine, il Bitcoin quota 64.508 e l’Ethereum 2.631.

 

Buona giornata e buona settimana.



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