(27° settimana - anno 2024)
Citazione del giorno:
B. Russell: “La causa fondamentale dei problemi è che gli stupidi sono strasicuri mentre gli intelligenti sono pieni di dubbi”
I mercati hanno concluso un trimestre solido con un finale turbolento, con gli investitori che navigano tra volatilità e cautela. L'attenzione è tutta sulla corsa presidenziale negli Stati Uniti e sulle imminenti elezioni in Francia. Dopo un infuocato dibattito tra Joe Biden e Donald Trump, i trader hanno iniziato a riorganizzare le loro posizioni. Biden ha mostrato incertezze, dando a Trump una spinta nelle sue possibilità di rielezione. Questo ha portato a rialzi nei settori del petrolio e delle assicurazioni sanitarie, mentre i titoli delle energie rinnovabili e della cannabis sono crollati. Ma la politica non è l'unico protagonista della scena. L'indice delle sorprese economiche degli Stati Uniti ha registrato il peggior inizio d'anno dal 2018, segnalando che i dati macroeconomici hanno deluso pesantemente nella prima metà del 2024. Anche se questa settimana la fiducia dei consumatori è calata meno del previsto, l'inflazione PCE si sta avvicinando all'obiettivo della Fed. Nel frattempo, la spesa dei consumatori e i redditi hanno finalmente iniziato a salire dopo mesi fiacchi. Questi dati alimentano l'ipotesi di imminenti tagli dei tassi da parte della Fed. All'inizio dell'anno, le aspettative di taglio dei tassi per il 2024 erano a 160 punti base, ma ora siamo scesi a soli 45. L'attenzione si sposta ora sui dati dei nonfarm payroll della prossima settimana, che daranno una nuova fotografia del mercato del lavoro. Nella prima metà dell’anno, il settore tecnologico ha dominato, con l'S&P 500 e il Nasdaq in forte rialzo, mentre il Dow Jones e le small cap sono rimasti indietro. L'S&P ha guadagnato il 15%, segnando il miglior primo semestre in un anno elettorale dal 1976. Giugno è stato un mese particolare, caratterizzato da una partecipazione al rally estremamente scarsa, con le azioni che sono salite esclusivamente grazie ai Magnifici 7. Tuttavia, la storia ci insegna che una forte prima metà dell'anno tende a portare rendimenti superiori alla media nella seconda metà. L'andamento dell'S&P 500 nella seconda metà dell'anno mostra che, storicamente, i guadagni medi sono più elevati in anni con una prima metà positiva. Anche i rendimenti sono saliti significativamente nel primo semestre, con un incremento uniforme di circa 46-50 punti base su tutta la curva. Il dollaro ha avuto il suo secondo semestre più forte dal 2013, con un grande balzo a giugno mentre lo yen crollava. E non dimentichiamo Bitcoin, che ha avuto uno dei migliori inizi d'anno della sua storia, chiudendo il primo semestre con un rally del 40%. Anche l'oro ha brillato, con un incremento del 13% YTD, il secondo miglior risultato dal 2016, nonostante le ultime sei settimane abbiano visto una fase di consolidamento. Il petrolio, grazie a un aumento del premio per il rischio geopolitico a giugno, ha registrato un primo semestre robusto. E così, tra alti e bassi, il mercato ci ha regalato un inizio anno pieno di sorprese. Con l'incertezza politica che continua a giocare un ruolo chiave e dati economici in evoluzione, non ci resta che vedere come si svilupperà la seconda metà del 2024. Chi può dire cosa ci riserveranno i prossimi sei mesi? Una cosa è certa: il viaggio sarà tutt'altro che noioso. Le elezioni presidenziali USA stanno entrando nel vivo e gli investitori potrebbero doversi preparare alla volatilità. Ma quale sarà il loro impatto sui mercati? Guardiamo alla storia per rispondere. Negli anni elettorali, il mercato azionario statunitense ha tendenzialmente performato bene. Dal 1926 al 2023, l'83% degli anni elettorali ha registrato guadagni, rispetto al 70% degli anni non elettorali. Dal 1928 al 2020, l'S&P 500 ha registrato perdite significative solo in anni elettorali caratterizzati da eventi economici straordinari come la Grande Depressione (1932), la Seconda Guerra Mondiale (1940), la bolla delle dotcom (2000) e la crisi finanziaria globale (2008). Gli analisti avvertono che l’impatto delle elezioni USA sui mercati potrebbe essere significativo nel 2024, con la possibilità che i risultati rimangano incerti fino all’ultimo minuto. Con il voto per corrispondenza che potrebbe ritardare i risultati definitivi, c’è la possibilità che non si conosca il vincitore per giorni, se non settimane. Gli investitori devono prepararsi alle implicazioni di una possibile vittoria di Joe Biden o Donald Trump, poiché ciascun candidato ha politiche diverse che potrebbero avere impatti distinti su settori chiave dell'economia. Se Biden dovesse vincere le elezioni, potremmo aspettarci un forte sostegno alle energie rinnovabili. Ecco i settori che potrebbero trarre vantaggio: Energia pulita: le politiche verdi favoriscono veicoli elettrici e infrastrutture sostenibili. Solare: le iniziative per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili possono portare a investimenti significativi in aziende che producono pannelli solari. Cannabis: le politiche democratiche sono più favorevoli alla legalizzazione e regolamentazione di questa industria. D'altro canto, una vittoria di Trump potrebbe favorire i seguenti settori: Energia tradizionale: Le aziende produttrici di petrolio, gas naturale e carbone potrebbero beneficiare delle politiche pro-petrolio di Trump. Difesa: la spesa per la difesa è una priorità per i repubblicani. Criptovalute: l’ex presidente ha recentemente sottolineato l’importanza di Bitcoin e altri asset digitali nella sua campagna elettorale. L’agenda macroeconomica che va dal 1° al 5 luglio2024 sarà caratterizzata da alcuni dati macroeconomici di rilievo per le principali economie del Vecchio Continente e per gli Stati Uniti. A catalizzare l’attenzione degli operatori saranno i dati sul mercato del lavoro degli Stati Uniti (Non Farm Payrolls, tasso di disoccupazione e salario orario medio), l’inflazione dell’Eurozona e gli indici PMI (manifatturiero, servizi e composito). Per gli Stati Uniti si attendono anche i dati dell’ISM manifatturiero e dei servizi, nuovi lavori JOLTS, occupazione ADP, nuove richieste di sussidi di disoccupazione, bilancia commerciale, beni durevoli e gli ordinativi alle fabbriche. Per l’Eurozona si attende anche il tasso di disoccupazione e le vendite al dettaglio.
VENERDI’
I listini dell’Asia hanno chiuso quasi tutti negativi. Nei singoli paesi lo Shanghai composite -0,56%, China A50 -0,45%, Hang Seng -1,97%, il Nikkei -0,95%, l’Australia -0,71%, Taiwan -0,49%, la Corea del Sud Kospi -0,37%, l’indice Indiano ha chiuso +0,15%. Il nostro FTSEMib -0,10%, Dax chiuso +0,13%, Ftse100 -0,19%, Cac40 -0,68%, Zurigo -0,15%. Il Nasdaq -0,76%, S&P500 -0,41%, il Russell2000 +0,46%. L’oro ha chiuso a 2.336,90 dollari l’oncia, mentre il petrolio ha scambiato a 81,46$ per il wti e 84,84$ per il brent inglese. Il prezzo del Natural Gas quotato sul mercato di Amsterdam è di € 34,505. Lo spread BTP/BUND 150,250. L’indice VIX (il termometro dei mercati cioè la volatilità) chiude a 12,44%. Nel periodo pre-covid si attestava tra il 20% e l’11% e sono i due livelli entro cui vi è tranquillità nei mercati finanziari.
PRE-APERTURE
I listini dell’Asia si avviano a chiudere per lo più positivi. Nei singoli paesi lo Shanghai composite +0,28%, China A50 -0,25%, Hang Seng +0,03%, il Nikkei +0,10%, l’Australia +0,40%, Taiwan +0,17%, la Corea del Sud Kospi +0,09%, l’indice Indiano ha chiuso +0,19%. Al momento in cui scrivo i mercati europei hanno una previsione di apertura è positiva così come l’America. L’oro si attesta a 2.333,70 dollari l’oncia, mentre il petrolio chiude intorno ai valori di 81,88$ per il greggio e 85,35$ per il brent. Infine, il Bitcoin quota 63.212 e l’Ethereum 3.482.
Buona giornata e buona settimana.
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