(26° settimana - anno 2024)
Citazione del giorno:
Edgar Allan Poe: "Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte"
Venerdì non è stato un giorno qualunque a Wall Street, con un evento noto come "triple witching". Il triple witching è il momento in cui scadono contemporaneamente tre tipi di contratti derivati: opzioni su azioni, opzioni su indici e futures. Questo fenomeno avviene quattro volte l'anno e ogni volta scuote i mercati. Con una scadenza di opzioni del valore di 5,5 bilioni di dollari, il volume degli scambi ha registrato un'impennata alla chiusura delle contrattazioni. Quasi 18 miliardi di azioni sono passate di mano sulle borse statunitensi, un numero del 55% superiore alla media degli ultimi tre mesi. L'evento ha coinciso con un ribilanciamento degli indici da parte di S&P Dow Jones Indices. In questa occasione, Nvidia ha avuto un ruolo di primo piano. I contratti legati al titolo in scadenza venerdì rappresentavano il secondo maggior valore tra tutti gli asset sottostanti, superato solo dall'S&P 500. Il titolo ha quasi annullato un calo del 5% prima di riscendere di nuovo, perdendo oltre 220 miliardi di valore in due giorni e subendo la sua prima settimana negativa in due mesi. Durante la settimana, il Dow Jones ha sovraperformato mentre il Nasdaq è rimasto indietro, salvato dal grande rialzo di lunedì. Solo i settori utilities e real estate hanno chiuso in calo durante la settimana, mentre il settore energia ha sovraperformato. I rendimenti dei Treasury sono saliti e scesi costantemente per finire la settimana leggermente più alti. Il dollaro ha chiuso leggermente in rialzo, mentre Bitcoin ha subito una settimana difficile con deflussi dagli ETF per cinque giorni consecutivi. L'oro ha performato bene fino ai PMI più “caldi” del previsto di venerdì, che hanno spinto il metallo prezioso in rosso. I futures del petrolio hanno raggiunto il massimo da aprile, nonostante un calo venerdì mentre i contratti venivano rinnovati. La frenesia legata all'intelligenza artificiale, che ha brevemente reso Nvidia la società più preziosa al mondo, ha anche alimentato afflussi record nei fondi tecnologici. Secondo i dati di EPFR Global, circa 8,7 miliardi di dollari sono confluiti nei fondi tecnologici nella settimana fino al 19 giugno. Mentre l'Europa vacilla in mezzo alle turbolenze politiche in Francia, gli investitori cercano esposizione alle tecnologie legate all'IA. È stata un'altra settimana difficile per i dati macroeconomici degli Stati Uniti, con il Bloomberg Economic Surprise Index che è sceso ai livelli più bassi dal febbraio 2019. Tuttavia, questo calo è stato dominato dai dati hard, mentre i dati dei sondaggi (dati soft) sono migliorati rispetto ai minimi di nove anni. L'economia resiste, i tassi di interesse più bassi sono in arrivo e l'intelligenza artificiale promette di creare un'utopia di efficienza aziendale. Nulla sembra poter fermare l'ascesa del mercato azionario, almeno secondo la maggior parte degli esperti di Wall Street. Dopo un anno di previsioni pessimistiche andate male, gli strateghi di Wall Street sono diventati incredibilmente ottimisti nel 2024. E gli investitori globali sono pronti a iniettare fondi nei mercati azionari che continuano a registrare massimi storici. Un sondaggio di Bank of America ha rivelato che il 32% degli investitori crede che le azioni statunitensi saranno le principali beneficiarie di una riallocazione dei fondi in uscita dal mercato monetario. Ma se togliamo dal calcolo le poche grandi aziende tecnologiche che stanno spingendo l'S&P 500 verso nuovi massimi, la situazione appare molto meno rosea. Mentre l'indice marcia di record in record, sempre meno azioni partecipano a questo rally. Quasi un terzo dei componenti dell'S&P 500 ha toccato un minimo annuale nell'ultimo mese. Le 10 maggiori azioni per capitalizzazione di mercato hanno registrato un guadagno mediano del 17% negli ultimi 3 mesi, mentre il resto ha perso l'1,3%. Questo però non sembra motivo di preoccupazione, con gli investitori che impassibili continuano a puntare forte sui Magnifici Sette. Questi giganti della tecnologia rappresentano il 69% delle scommesse long, uno dei trade più affollati della storia. Insomma, mentre l'ottimismo prevale e il mercato azionario continua a salire, è cruciale restare vigili sui rischi potenziali e monitorare attentamente gli sviluppi economici anche se la storia potrebbe favorire gli ottimisti: i mercati rialzisti durano in media quasi sei anni e l'S&P 500 registra un rendimento del 192% nel periodo. Mentre molte banche centrali mantengono i tassi stabili, la Swiss National Bank (SNB) ha sorpreso tutti con un secondo taglio dei tassi quest'anno, dopo il primo a marzo. Questa mossa è particolarmente interessante perché la Svizzera è rinomata per la sua politica monetaria prudente. Il franco svizzero gioca un ruolo cruciale nella finanza globale e tende a reagire agli eventi esterni. Più le situazioni sembrano preoccupanti nell'Eurozona o negli Stati Uniti, più la stabilità relativa della Svizzera diventa attraente. A differenza di altre banche centrali, la SNB affronta esplicitamente le dinamiche della sua valuta, intervenendo attivamente per mantenerla entro determinati livelli. Questo approccio consente alla SNB di adottare misure più drastiche quando necessario, garantendo allo stesso tempo una stabilità economica che attira investitori e capitali globali. Finalmente, dopo una lunga discesa del franco da inizio anno, le elezioni europee di questo mese hanno motivato gli investitori a cercare sicurezza in Svizzera. Mentre la SNB è in movimento, la Bank of England è rimasta ferma. Nel Regno Unito, l'inflazione è sorprendentemente scesa all'obiettivo del 2%, un risultato che è andato oltre le aspettative per molti versi. Un fattore chiave che impedisce alla BOE di tagliare i tassi è l'inflazione persistente nei servizi. Questa inflazione è strettamente legata ai salari, e nel Regno Unito post-Brexit, la carenza di lavoratori ha aggravato la situazione. La Brexit ha ridotto la disponibilità di manodopera, aumentando la pressione sui salari e, di conseguenza, sui prezzi dei servizi. La decisione della BOE di mantenere i tassi invariati questa settimana è stata definita una "dovish hold", suggerendo che un taglio potrebbe essere all'orizzonte se le condizioni lo permetteranno. Qualcosa di grosso sta accadendo e potrebbe cambiare il modo in cui guardiamo i mercati europei. Sembra folle, ma i rendimenti dei titoli di stato francesi potrebbero presto equivalere a quelli italiani. La situazione finanziaria della seconda economia più grande d’Europa si sta deteriorando e la politica è tutt'altro che stabile. La Francia, insieme all'Italia e ad altre cinque nazioni dell'Eurozona, potrebbe essere sottoposta alle misure UE per deficit eccessivo. Questo potrebbe rendere Parigi un investimento più rischioso rispetto al passato. Gli investitori stanno già esitando a prestare denaro alla Francia, alzando i costi di finanziamento. La differenza tra i rendimenti dei titoli di stato francesi e italiani si è dimezzata negli ultimi otto mesi. Le politiche pro-business di Macron, che hanno attirato banche e gestori di fondi a Parigi, potrebbero essere messe in discussione. Se Marine Le Pen o un'altra forza politica estremista dovesse vincere, potremmo vedere politiche come la rinegoziazione dell'accordo di Schengen e un aumento delle tasse sulle transazioni finanziarie. Questo potrebbe ridurre l'attrattiva di Parigi come hub finanziario. La situazione in Francia e le sue elezioni anticipate potrebbero quindi alterare gli equilibri di potere e l'attrattiva degli investimenti in tutta l'Eurozona. Se il paese dovesse continuare a vedere un aumento dei suoi costi di finanziamento, potrebbe perdere la sua posizione di secondo mercato più sicuro dopo la Germania. L'Italia, nonostante un debito pubblico maggiore, sta mostrando segnali di miglioramento con un deficit di bilancio previsto in calo e una cooperazione più stabile con Bruxelles. Che il Bel Paese possa emergere come un'opzione più attraente per gli investitori rispetto alla Francia? Anche altri paesi come il Portogallo, che ha fatto progressi significativi dalla crisi del 2011, potrebbero beneficiare di questa nuova dinamica. I rendimenti francesi sono già in linea a quelli del Portogallo. L’agenda macroeconomica che va dal 24 al 28 giugno 2024 sarà caratterizzata da alcuni dati macroeconomici di rilievo per le principali economie del Vecchio Continente e per gli Stati Uniti. A catalizzare l’attenzione degli operatori saranno i dati dell’inflazione (deflatore PCE), il PIL del primo trimestre del 2024 e gli indici di fiducia dei consumatori degli Stati Uniti. Per gli USA si attendono anche i dati dell’indice manifatturiero della Fed di Dallas della Fed Richmond, gli indici manifatturiero e composito della Fed di Kansas City, il Chicago Fed National Activity Index, indice dei prezzi delle case, vendite pendenti di case, vendite di nuove abitazioni, ordini di beni durevoli, bilancia commerciale di beni, nuove richieste di sussidi di disoccupazione, reddito personali, spese personali e il PMI di Chicago. Per l’Eurozona si aspettano alcuni indicatori di fiducia (aziende e consumatori) e per la Germania gli indici IFO, il rapporto sulla fiducia dei consumatori GFK, il report mensile della Bundesbank, le vendite al dettaglio e il tasso di disoccupazione. Dati importanti in arrivo anche dal Giappone: verranno diffusi i verbali della BoJ, mentre lato dati macro si aspettano l’inflazione, tasso di disoccupazione e la produzione industriale.
VENERDI’
I listini dell’Asia hanno chiuso misti. per lo più negativi. Nei singoli paesi lo Shanghai composite -0,3%, China A50 -1,03%, Hang Seng -1,72%, il Nikkei -0,01%, l’Australia +0,18%, Taiwan -0,74%, la Corea del Sud Kospi -0,94%, l’indice Indiano ha chiuso -0,04%. Il nostro FTSEMib +1,37%, Dax chiuso +0,95%, Ftse100 +0,82%, Cac40 +1,34%, Zurigo +0,42%. Il Nasdaq -0,81%, S&P500 -0,25%, il Russell2000 -0,35%. L’oro ha chiuso a 2.334,15 dollari l’oncia, mentre il petrolio ha scambiato a 80,61$ per il wti e 85,09$ per il brent inglese. Il prezzo del Natural Gas quotato sul mercato di Amsterdam è di € 33,950. Lo spread BTP/BUND 149,940. L’indice VIX (il termometro dei mercati cioè la volatilità) chiude a 13,28%. Nel periodo pre-covid si attestava tra il 20% e l’11% e sono i due livelli entro cui vi è tranquillità nei mercati finanziari.
PRE-APERTURE
I listini dell’Asia si avviano a chiudere negativi. Nei singoli paesi lo Shanghai composite -0,65%, China A50 +0,30%, Hang Seng -1,07%, il Nikkei +0,68%, l’Australia -0,72%, Taiwan -1,73%, la Corea del Sud Kospi -0,86%, l’indice Indiano ha chiuso -0,19%. Al momento in cui scrivo i mercati europei hanno una previsione di apertura è negativa così come l’America. L’oro si attesta a 2.336,90 dollari l’oncia, mentre il petrolio chiude intorno ai valori di 80,67 per il greggio e 84,32$ per il brent. Infine, il Bitcoin quota 62.790 e l’Ethereum 3.404.
Buona giornata e buona settimana.
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