(25° settimana - anno 2024)
Citazione del giorno:
Madre Teresa di Calcutta: "Sai quando sei davvero ricco? Quando arrivi a casa, chiudi la porta e tutto quello di cui hai bisogno è già lì."
A chi butta un occhio distratto viene da dire “Le borse USA salgono”. Ma se si guarda con attenzione si vede che a salire è solo un manipolo di titoli Tech, legati al tema AI, mentre il resto ora fa più fatica. Mentre il Nasdaq mette a segno nuovi massimi storici (+0,4%), il Russell lascia sul terreno oltre -1,6% punti percentuali. Lo spread tra i due indici vola. Ciò significa che mentre l’economia domestica USA si sta dirigendo verso un soft landing, gli indici subiscono sempre di più l’impatto delle mega cap. Il Nasdaq equiponderato avrebbe infatti visto un sostanziale pareggio nella performance ed esprimerebbe meglio il concetto di cui sopra. In questo modo gli indici smettono di rappresentare un “valore medio” del mercato. Basta pensare che ci sono ora tre titoli oltre i 3 trillions di dollari di capitalizzazione e che i primi dieci su 500 capitalizzano circa il 40%, mentre con circa 22 titoli si arriva al 50% del paniere, per capire che un indice come l’S&P 500 sta perdendo questo ruolo di rappresentatività. Il 2% delle aziende pesa il 40% e il 4% il 50%. In Europa, invece, la situazione è critica per motivazioni circostanziate. Le borse hanno subito un tonfo significativo, trascinate a ribasso dalle banche (francesi, italiane) e anche da titoli come Stellantis, che sono influenzati dalla situazione politica d’oltralpe. Le elezioni europee e il contesto politico in Francia hanno generato incertezze significative. Questa instabilità politica ha contribuito ad aumentare l'ansia tra gli investitori, portando a vendite massicce di titoli azionari in tutta Europa, in particolare le banche. Lo spread inevitabilmente è tornato a salire sensibilmente perché ora preoccupa anche il debito pubblico francese. Si vendono le banche per proteggersi dal rischio stabilità e dagli investimenti in bonds europei, ad esclusione di quello tedesco, fortemente acquistato venerdì. Le preoccupazioni per la possibilità di tassi alti per tempi più lunghi hanno contribuito alla pressione sui mercati. Parallelamente, l'euro si è ulteriormente indebolito rispetto al dollaro. Questo indebolimento è un riflesso delle preoccupazioni economiche dell'Eurozona e della ricerca di sicurezza da parte degli investitori. In Europa c’è un cashout sull’azionario e, dopo un periodo di benessere, anche i BTP tornano a soffrire rispetto al Bund, con lo spread improvvisamente balzato nuovamente oltre 155 punti base. I titoli asiatici sono scesi a causa delle preoccupazioni per la crisi politica francese che hanno alimentato l'ansia dei mercati globali, mentre gli operatori hanno atteso le decisioni politiche delle principali banche centrali previste per questa settimana. L'indice MSCI Asia-Pacifico ha registrato la flessione maggiore in due settimane, con i titoli giapponesi a guidare il calo. Le azioni di Hong Kong sono salite dopo i dati che mostravano che la spesa al dettaglio cinese aveva battuto le previsioni, poi hanno ridotto i guadagni. I Treasury decennali di riferimento sono scesi e i futures azionari statunitensi sono rimasti invariati. I mercati di Singapore, India e Indonesia sono chiusi per festività. La fuga verso i beni rifugio è avvenuta in concomitanza con l'inasprimento del sentiment di rischio, con un indicatore delle azioni globali che ha registrato il calo maggiore in due settimane, in quanto le elezioni parlamentari lampo in Francia hanno rinnovato l'attenzione degli investitori sulla volatilità politica a livello mondiale. Il biglietto verde è salito. L'euro si è stabilizzato dopo il calo maggiore in due mesi della scorsa settimana. I futures sulle obbligazioni francesi sono scesi. “L'incertezza degli investitori sulle urne si ripresenta, con le ultime due settimane che hanno messo in evidenza i rischi di volatilità nonostante le aspettative di cambiamenti governativi - a partire dal Sudafrica, passando per il Messico e ora per l'Europa con le elezioni francesi a sorpresa”, ha dichiarato Bob Savage, responsabile della strategia e degli approfondimenti sui mercati di BNY Mellon. “Nel prossimo mese, aumentano i timori per il rischio di elezioni lampo in Giappone e Germania, visto il debole sostegno al governo che emerge dai sondaggi”. La PBOC ha mantenuto invariato al 2,5% il tasso di interesse MLF a un anno. Una serie di dati economici chiave sono stati contrastanti. Mentre la spesa al dettaglio di maggio ha battuto le stime, l'espansione industriale è rallentata a maggio, segno che i profondi squilibri della ripresa economica potrebbero attenuarsi almeno un po'. Le azioni degli sviluppatori immobiliari cinesi sono scese dopo che i prezzi delle case sono diminuiti ad un ritmo più rapido a maggio, dato che gli sforzi più energici del Paese per sostenere il mercato immobiliare hanno richiesto tempo per rianimare la domanda. Dopo che la Federal Reserve ha ridimensionato le previsioni di allentamento monetario degli Stati Uniti per quest'anno, è probabile che questa settimana i responsabili politici, dal Regno Unito all'Australia, segnalino di non essere ancora abbastanza convinti della disinflazione per iniziare a ridurre i costi di finanziamento. Anche i responsabili delle politiche dei mercati emergenti, tra cui Indonesia e Brasile, potrebbero allontanare le aspettative di taglio dei tassi. Nel fine settimana il presidente della Federal Reserve Bank di Minneapolis, Neel Kashkari, ha dichiarato che la banca centrale può prendere tempo e osservare i dati in arrivo prima di iniziare a tagliare i tassi di interesse, facendo eco alla posizione del presidente della Fed di Cleveland, Loretta Mester, che vede ancora i rischi di inflazione inclinati verso l'alto. Le azioni statunitensi hanno faticato a guadagnare trazione venerdì dopo che un indicatore del sentimento dei consumatori è sceso ai minimi di sette mesi. L'S&P 500 ha chiuso in lieve ribasso, guidato da un calo delle azioni industriali. I titoli tecnologici hanno registrato una performance positiva, con Adobe Inc. in rialzo del 15% grazie alle solide prospettive. Lo Stoxx Europe 600 è sceso dell'1%, mentre l'indice francese CAC 40 ha esteso le perdite a oltre il 6% la scorsa settimana, il massimo da marzo 2022. Questa settimana, i trader osserveranno anche i dati sull'inflazione in Europa e nel Regno Unito, per poter definire le scommesse sulle prospettive della politica monetaria globale. Nel frattempo, sono previsti interventi di alcuni funzionari della Fed, tra cui il presidente della Fed di Dallas Lorie Logan, il presidente della Fed di Chicago Austan Goolsbee e il governatore della Fed Adriana Kugler. Per quanto riguarda le materie prime, il petrolio ha subito una flessione dopo il più grande rialzo settimanale dall'inizio di aprile. L’agenda macroeconomica che va dal 17 al 21 giugno 2024 sarà caratterizzata da alcuni dati macroeconomici di rilievo per le principali economie del Vecchio Continente e per gli Stati Uniti. A catalizzare l’attenzione degli operatori saranno i dati sull’inflazione dell’Eurozona, gli indici PMI (manifatturiero, servizi e composito) e la riunione di politica monetaria della Bank of England, ma non solo). Per gli Stati Uniti si attendono anche l’indice manifatturiero di New York, indice manifatturiero della Fed di Philadelphia, vendite al dettaglio, produzione industriale, indice NAHB (mercato immobiliare), nuove richieste sussidi disoccupazione, permessi di costruzione, nuovi cantieri edili residenziali, vendite abitazioni esistenti, scorte e produzione greggio e l’indice predittivo del Conference Board. Segnalo che mercoledì Wall Street sarà chiusa per festività (Juneteenth). Per l’Eurozona, oltre ai già citati dati sull’inflazione, si attendono le misurazioni sulle retribuzioni relative al primo trimestre del 2024. Per la Germania gli investitori monitoreranno anche gli indici ZEW e i prezzi alla produzione. Oltre alla riunione della BoE, per la Gran Bretagna verranno rilasciati i dati sull’inflazione, prezzi alla produzione e delle vendite al dettaglio.
VENERDI’
I listini dell’Asia hanno chiuso misti. Nei singoli paesi lo Shanghai composite +0,00%, China A50 -0,24%, Hang Seng -0,52%, il Nikkei +0,44%, l’Australia -0,31%, Taiwan +0,62%, la Corea del Sud Kospi +0,35%, l’indice Indiano Sensex +0,13%. Il nostro FTSEMib -2,81%, Dax chiuso -1,34%, Ftse100 -0,21%, Cac40 -2,66%, Zurigo -0,44%. Il Nasdaq +0,15%, S&P500 -0,04%, il Russell2000 -1,61%. L’oro ha chiuso a 2.348,20 dollari l’oncia, mentre il petrolio ha scambiato a 78,47$ per il wti e 82,59$ per il brent inglese. Il prezzo del Natural Gas quotato sul mercato di Amsterdam è di € 35,360. Lo spread BTP/BUND 154,190. L’indice VIX (il termometro dei mercati cioè la volatilità) chiude a 12,66%. Nel periodo pre-covid si attestava tra il 20% e l’11% e sono i due livelli entro cui vi è tranquillità nei mercati finanziari.
PRE-APERTURE
I listini dell’Asia si avviano a chiudere negativi. Nei singoli paesi lo Shanghai composite -0,57%, China A50 -0,30%, Hang Seng +0,08%, il Nikkei -2,15%, l’Australia -0,14%, Taiwan -0,10%, la Corea del Sud Kospi -0,44%, l’indice Indiano chiuso per festività. Al momento in cui scrivo i mercati europei hanno una previsione di apertura positiva mentre l’America è debole. L’oro si attesta a 2.336,95 dollari l’oncia, mentre il petrolio chiude intorno ai valori di 77,78$ per il greggio e 82,34$ per il brent. Infine, il Bitcoin quota 66.372 e l’Ethereum 3.583.
Buona giornata e buona settimana.
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