(24° settimana - anno 2024)
Citazione del giorno:
Henri Bergson: "Il sesto senso andrebbe usato per primo"
La settimana si è conclusa con dati economici più deboli del previsto, culminando nel rapporto sulle buste paga del BLS, che ha portato l'indice Economic Macro Surprise degli Stati Uniti al suo punto più basso dai tempi dell'introduzione della Bidenomics. Il solido rapporto sull’occupazione statunitense ha scosso il più grande mercato obbligazionario del mondo, spingendo i trader a rivedere le loro previsioni sui tagli dei tassi della Federal Reserve. La svendita dei titoli del Tesoro ha spinto i rendimenti al rialzo di oltre 10 punti base. Inizialmente, i trader di swap avevano aumentato le scommesse sui tagli dei tassi, incoraggiati dalla decisione della Bank of Canada di allentare la politica monetaria e dalle aspettative di un taglio da parte della Banca Centrale Europea, confermato giovedì. Tuttavia, ora i mercati non prevedono più una riduzione dei tassi della Fed prima di dicembre. Le azioni hanno terminato la settimana pressoché invariate. L’S&P 500 si è mantenuto vicino ai massimi storici, mentre il Nasdaq ha registrato una performance superiore. Al contrario, le small cap sono state duramente colpite. L’oro è sceso, mentre il dollaro ha registrato un’impennata, tornando ai massimi mensili. Anche le criptovalute hanno subito una battuta d’arresto, con Bitcoin che, dopo aver testato i 72.000 dollari, è crollato trovando supporto a 69.000 dollari. I recenti dati sull’occupazione evidenziano un mercato del lavoro che continua a sfidare le aspettative, attenuando l’impatto dei tassi di interesse elevati sull’economia. Questa resilienza rischia di mantenere alte le pressioni inflazionistiche, rafforzando probabilmente l’approccio prudente della Fed. Questo rapporto è uno degli ultimi dati significativi che i funzionari della Fed analizzeranno prima della decisione sui tassi di mercoledì prossimo, quando si prevede che manterranno i costi di finanziamento ai massimi degli ultimi due decenni. Con la Fed che dovrebbe rimanere in attesa, il focus della riunione sarà sulla nuova sintesi delle proiezioni economiche e sul dot plot. Christine Lagarde inizialmente non voleva ridurre i tassi prima della Fed e della Bank of England, ma alla fine ha scelto di farlo. Giovedì, la BCE ha abbassato il tasso di deposito chiave di un quarto di punto, portandolo al 3,75%. Ma non è stata la sola. Anche il Canada ha deciso di abbassare i tassi, diventando la prima nazione del G7 ad allentare la politica monetaria. Perché queste due banche centrali si sono potute permettere di prendere questa decisione? Innanzitutto, c'è la questione dell'inflazione. Le aspettative di inflazione nella zona euro erano schizzate alle stelle con la crisi energetica all'inizio del 2022, ma ora si trovano in prossimità del target del 2%. Il picco inflazionistico in Europa era dovuto principalmente all'aumento dei prezzi del gas naturale e la situazione sembra essersi normalizzata. In Canada l'inflazione ha toccato un minimo triennale del 2,7% in aprile, rimanendo sotto il 3% per quattro mesi consecutivi. Parlando di crescita economica, in Europa è lenta ma sta andando comunque in una direzione positiva. Il settore manifatturiero è ancora in difficoltà ma si sta riprendendo, come mostra l’indice PMI. L'economia canadese, come ha spiegato il governatore Macklem, sta operando in una situazione di eccesso di offerta, il che significa che la quantità di beni prodotti supera la domanda. La crescita economica nel primo trimestre è stata più lenta del previsto, con un tasso annualizzato dell'1,7%. Nel frattempo, nell’economia "Goldilocks" degli Stati Uniti, una imminente lettura dell'inflazione potrebbe spingere i politici della Fed verso un taglio a settembre. Sembra alquanto improbabile che la Fed apporti modifiche nella riunione del 12 giugno. Similmente, si prevede che la Bank of England manterrà i tassi al massimo di 16 anni del 5,25% nella riunione del 20 giugno. Settembre è ora visto come la data più probabile per l'inizio dell'allentamento. I tagli dei tassi di interesse da parte della BCE e della BOC questa settimana segnalano che l'allentamento monetario è in corso nelle principali economie mondiali, nonostante la cautela su quando altre seguiranno l'esempio. Dopo il ciclo di rialzi dei tassi più aggressivo delle ultime decadi, ecco dove si trovano le principali banche centrali globali: Svizzera, Svezia, Canada e EU hanno tagliato i tassi, mentre UK, USA, Nuova Zelanda, Australia, Cina e Norvegia no. Il Giappone li ha alzati. Il 2024 è stato definito l'"anno delle elezioni", con ben 40 paesi che andranno alle urne, rappresentando circa il 40% del prodotto interno lordo mondiale e il 25% della popolazione mondiale. Le previsioni spesso indovinano i risultati principali, ma falliscono nel cogliere i dettagli più sottili. In Messico, gli analisti avevano previsto correttamente la vittoria di Sheinbaum alla presidenza, ma avevano sottovalutato la possibilità che il suo partito, Morena, ottenesse la maggioranza in congresso. Quando questa possibilità si è quasi concretizzata, il peso, la valuta con le migliori performance fino a fine maggio, ha perso il 5% in due giorni di negoziazione. In India, i sondaggi avevano sovrastimato drasticamente la vittoria di Narendra Modi. Quando è diventato chiaro che il suo partito aveva perso la maggioranza in parlamento, il mercato azionario è crollato, facendo scendere l'indice NSE Nifty 50 di quasi il 6%. Nel frattempo, i sondaggi per le elezioni del 4 luglio nel Regno Unito suggeriscono una vittoria per il partito laburista dell'opposizione. Gli investitori hanno avuto quasi due anni per prepararsi, ma le stime sulla dimensione della vittoria variano ampiamente. Negli Stati Uniti, alcuni trader stanno già accumulando azioni di aziende che potrebbero prosperare sotto un'eventuale presidenza Trump, scommettendo contro quelle che ne soffrirebbero, come le società di energie rinnovabili. Mentre i mercati cercano di navigare tra le insidie di questo anno elettorale turbolento, una cosa è certa: fare affidamento esclusivo sui sondaggi è come camminare su una corda sospesa. La volatilità politica è destinata a scuotere i mercati globali. Meglio prepararsi per l'inaspettato. Perché, alla fine, il vero gioco d'azzardo è ignorare i rischi nascosti dietro ogni voto. L’agenda macroeconomica che va dal 10 al 14 giugno 2024 sarà caratterizzata da alcuni dati macroeconomici di rilievo per le principali economie del Vecchio Continente e per gli Stati Uniti. A catalizzare l’attenzione degli operatori saranno i dati sull’inflazione USA, la riunione della Federal Reserve e la conseguente conferenza stampa del governatore Jerome Powell (mercoledì 12). Per gli Stati Uniti si attendono anche l’indice NFIB (indice di fiducia delle piccole e medie imprese), prezzi alla produzione, nuove richieste di sussidi di disoccupazione e la fiducia dei consumatori dell’Università del Michigan. Per l’Eurozona si attendono i dati della fiducia degli investitori Sentix, produzione industriale e la bilancia commerciale. Dati importanti in arrivo anche dalla Gran Bretagna, dove si aspettano i dati sul mercato del lavoro, PIL mensile, produzione industriale e la bilancia commerciale.
VENERDI’
I listini dell’Asia hanno chiuso misti. Nei singoli paesi lo Shanghai composite -0,39%, China A50 -1,13%, Hang Seng -0,57%, il Nikkei -0,33%, l’Australia ha chiuso a +0,41%, Taiwan -0,20%, la Corea del Sud Kospi +0,91%, l’indice Indiano Sensex +0,41%. Il nostro FTSEMib -0,50%, Dax chiuso -0,52%, Ftse100 -0,48%, Cac40 -0,48%, Zurigo +0,15%. Il Nasdaq -0,25%, S&P500 -0,11%, il Russell2000 -1,12%. L’oro ha chiuso a 2.311,20 dollari l’oncia, mentre il petrolio ha scambiato a 75,38$ per il wti e 79,44$ per il brent inglese. Il prezzo del Natural Gas quotato sul mercato di Amsterdam è di € 33,109. Lo spread BTP/BUND 130,040. L’indice VIX (il termometro dei mercati cioè la volatilità) chiude a 12,22%. Nel periodo pre-covid si attestava tra il 20% e l’11% e sono i due livelli entro cui vi è tranquillità nei mercati finanziari.
PRE-APERTURE
I listini dell’Asia si avviano a chiudere positivi con diversi mercati chiusi per festività. Nei singoli paesi lo Shanghai composite chiusa per festività, China A50 chiusa per festività, Hang Seng chiusa per festività, il Nikkei +1,00%, l’Australia chiusa per festività, Taiwan chiusa per festività, la Corea del Sud Kospi -0,25%, l’indice Indiano Sensex +0,03%. Al momento in cui scrivo i mercati europei hanno una previsione di apertura negativa mentre l’America è debole. L’oro si attesta a 2.311,15 dollari l’oncia, mentre il petrolio chiude intorno ai valori di 75,75$ per il greggio e 79,86$ per il brent. Infine, il Bitcoin quota 69.651 e l’Ethereum 3.690.
Buona giornata e buona settimana.
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