(23° settimana - anno 2024)
Citazione del giorno:
Tito Livio: "Se è veramente importante, non è mai l'ultimo tentativo, ma il penultimo."
Questa settimana ha visto una serie di eventi che hanno catturato l'attenzione degli investitori di tutto il mondo. Dagli Stati Uniti, abbiamo assistito a un cambiamento storico nel sistema di regolamento delle transazioni azionarie, a problemi tecnici con i prezzi in tempo reale dell'indice S&P 500 e persino a un verdetto di colpevolezza per l'ex presidente Donald Trump, proprio mentre ci avviciniamo alle elezioni di novembre. L'S&P 500 ha brevemente vacillato sotto la soglia dei 5.200 punti, ma è riuscito a chiudere sopra quel livello venerdì, segnando il miglior mese da febbraio. La strategia del "buy the dip” è emersa in un contesto di rotazione tra tecnologia e altri settori. Le cosiddette “Magnificent Seven” - Nvidia, Apple, Amazon.com, Meta Platforms, Alphabet, Tesla e Microsoft - hanno chiuso in ribasso. Dopo mesi di guadagni consistenti, una correzione non sarebbe scioccante. Un rapporto di Goldman Sachs ha rivelato che l'esposizione degli hedge fund nei confronti dei giganti tecnologici ha raggiunto livelli record. Questa massiccia esposizione potrebbe significare che i fondi sono vulnerabili a eventuali ribassi. Tuttavia, storicamente, un buon inizio d'anno per il mercato azionario statunitense tende a suggerire performance positive nella seconda metà dell'anno. Dal 1950, ci sono stati 21 casi in cui l'S&P 500 è salito di oltre il 10% entro maggio. Solo in due di questi casi l'indice ha chiuso l'anno in ribasso: nel 1987 (con una perdita del 13%) e nel 1986 (con una flessione dello 0,1%). Questo significa che, statisticamente, c'è circa un 90% di probabilità che il mercato continui a salire. Anche i titoli del Tesoro hanno esteso i loro guadagni, segnando il miglior mese del 2024. Il dato sull'indice dei prezzi delle spese per consumi personali (PCE) ha rispettato le aspettative, mostrando l'aumento più contenuto dell'anno. Anche se i dati saranno probabilmente accolti con favore dalla Fed, l’indicatore di base è aumentato ad un tasso annualizzato del 3,5% negli ultimi tre mesi, un segnale che la battaglia contro l'inflazione non è ancora vinta. Secondo uno studio della Fed di Cleveland, l'inflazione potrebbe non tornare al target del 2% fino alla metà del 2027. Ciò è dovuto alla persistenza di alcune forze inflazionistiche, nonostante gli effetti degli shock della pandemia si siano in gran parte risolti. La spesa dei consumatori ha subito un rallentamento a causa della diminuzione dei redditi disponibili reali. Questo potrebbe avere un impatto significativo sulle aziende, che potrebbero dover affrontare un ambiente di spesa più contenuto rispetto all'anno scorso. Un rallentamento della spesa potrebbe ridurre l'inflazione, permettendo così alla Fed di abbassare i tassi di interesse, il che sarebbe positivo per i mercati. Tuttavia, se la spesa e l'economia rallentano troppo rapidamente, i profitti aziendali e i prezzi delle azioni potrebbero diminuire più velocemente di quanto la Fed possa intervenire con i tagli dei tassi. Ad oggi non ci sono segnali di accelerazioni in tal senso. I contratti sugli indici swap suggeriscono un taglio di un quarto di punto da parte della Fed entro dicembre, con una possibilità di un taglio già a settembre. Nel complesso, per il 2024, si prevedono 35 punti base di riduzioni dei tassi. Con le aspettative di tagli della Fed in diminuzione, il dollaro ha registrato la sua prima perdita mensile da dicembre. Anche l'oro e Bitcoin hanno subito ribassi, mentre i prezzi del greggio sono scesi nuovamente, chiudendo la settimana in rosso. Gli anni elettorali sono inevitabilmente influenzati dall'incertezza politica. Normalmente, i mercati non mostrano una forte preferenza per uno specifico partito politico, ma tendono ad apprezzare quando un presidente in carica si candida per un nuovo mandato, come sta avvenendo quest'anno con Biden. Questo avviene perché i leader in carica spesso adottano misure favorevoli all'economia nel tentativo di aumentare le loro possibilità di rielezione. Gli investitori, avversi all'incertezza, preferiscono generalmente la continuità, e questo si riflette nei mercati. Dal 1956, l'S&P 500 è cresciuto ogni anno in cui un presidente in carica ha vinto la rielezione. Sorprendentemente, il 2024 si sta delineando come un anno particolarmente positivo per i titoli azionari, nonostante le difficoltà dell'amministrazione Biden. Le performance delle azioni ricordano molto il contesto del 1996, quando Bill Clinton conquistò il suo secondo mandato. Un aspetto interessante è la mancanza di correlazione tra la performance del mercato e la percezione di apertura verso il mercato da parte del presidente. Il 1984, anno della vittoria schiacciante di Ronald Reagan con il suo slogan “Morning in America”, e il 1956, quando vinse Eisenhower, dimostrano che una percezione positiva del presidente non sempre si traduce in buone performance di mercato. Il tasso di crescita medio annuo dell'S&P 500 sotto i presidenti democratici e repubblicani ha raggiunto un rendimento dell'11,4% sotto i presidenti democratici e del 7% sotto i presidenti repubblicani. Questa analisi presenta delle limitazioni: le valutazioni di mercato all'inizio dell'anno sono spesso più rilevanti e altri fattori esterni possono influenzare il mercato, come avvenuto nel 2000 e nel 2008, entrambi anni di crisi economiche che hanno coinciso con l'elezione di nuovi presidenti. Siamo già entrati nella fase cruciale della campagna elettorale, in cui la lotta tra i candidati si fa più intensa e gli elettori iniziano a focalizzarsi. Storicamente, questo periodo è positivo per le azioni. Secondo Ned Davis Research, dal 1950 l'S&P 500 è cresciuto nel 77,8% dei casi tra il 30 aprile e il 31 ottobre durante gli anni elettorali. Con i mercati attualmente vicini a livelli record e con guadagni già significativi, è prudente aspettarsi ulteriori rialzi quest'anno? La risposta non è semplice e dipende da molteplici fattori, inclusi quelli macroeconomici. L’agenda macroeconomica che va dal 3 al 7 giugno2024 sarà caratterizzata da alcuni dati macroeconomici di rilievo per le principali economie del Vecchio Continente e per gli Stati Uniti. A catalizzare l’attenzione degli operatori saranno la riunione di politica monetaria della BCE e la conferenza stampa della presidente Christine Lagarde, i dati sul mercato del lavoro degli Stati Uniti (Non Farm Payrolls, tasso di disoccupazione e salario medio orario) egli indici PMI (manifatturiero, servizi e composito), ma non solo. Per gli Stati Uniti verranno pubblicati anche i dati sull'ISM manifatturiero e dei servizi, beni durevoli, ordini di fabbrica, nuovi lavori JOLTS, occupazione ADP, scorte e produzione di greggio, bilancia commerciale, nuove richieste di sussidi di disoccupazione e le vendite del commercio all’ingrosso. Per quanto riguarda l’Eurozona, focus anche sui prezzi alla produzione, vendite al dettaglio e il PIL del primo trimestre del 2024.
VENERDI’
I listini dell’Asia hanno chiuso positivi. Nei singoli paesi lo Shanghai composite +0,22%, China A50 +0,22%, Hang Seng +0,89%, il Nikkei +1,15%, l’Australia ha chiuso a +0,50%, Taiwan -0,18%, la Corea del Sud Kospi +0,50%, l’indice Indiano Sensex +0,40%. Il nostro FTSEMib +0,13%, Dax chiuso -0,07%, Ftse100 +0,54%, Cac40 +0,18%, Zurigo +1,19%. Il Nasdaq -0,01%, S&P500 +0,80%, il Russell2000 +0,56%. L’oro ha chiuso a 2.363,10 dollari l’oncia, mentre il petrolio ha scambiato a 77,91$ per il wti e 81,94$ per il brent inglese. Il prezzo del Natural Gas quotato sul mercato di Amsterdam è di € 34,690. Lo spread BTP/BUND 132,590. L’indice VIX (il termometro dei mercati cioè la volatilità) chiude a 12,92%. Nel periodo pre-covid si attestava tra il 20% e l’11% e sono i due livelli entro cui vi è tranquillità nei mercati finanziari.
PRE-APERTURE
I listini dell’Asia si avviano a chiudere positivi. Nei singoli paesi lo Shanghai composite -0,51%, China A50 +0,14%, Hang Seng +2,40%, il Nikkei +1,18%, l’Australia ha chiuso a +0,80%, Taiwan +1,88%, la Corea del Sud Kospi +1,90%, l’indice Indiano Sensex +2,90%. Al momento in cui scrivo i mercati europei hanno una previsione di apertura positiva così come l’America. L’oro si attesta a 2.341,00 dollari l’oncia, mentre il petrolio chiude intorno ai valori di 76,95$ per il greggio e 81,03$ per il brent. Infine, il Bitcoin quota 68.549 e l’Ethereum 3.819.
Buona giornata e buona settimana.
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