(17° settimana - anno 2024)
Citazione del giorno:
Proverbio cinese: "Chi dà la colpa agli altri, deve ancora fare tanta strada nel suo percorso. Chi dà la colpa a sè stesso, è a metà strada. Chi non dà la colpa nessuno, è già arrivato."
Il grande rally del mercato del 2024 sta mostrando segni di cedimento mentre i tori di Wall Street, una volta inarrestabili, iniziano a incassare i loro guadagni. I rendimenti dei titoli del Tesoro sono in aumento, i falchi della Federal Reserve stanno prendendo il sopravvento e il conflitto in Medio Oriente continua a infiammarsi, spingendo gli investitori a ritirare denaro da azioni e obbligazioni spazzatura al ritmo più veloce degli ultimi dodici mesi. L'indice S&P 500 ha subito sei giorni consecutivi di perdite, la sua peggior serie dal 2022, con un calo totale di aprile che supera il 5%. Il Nasdaq 100 ha visto la sua più grande caduta settimanale da novembre 2022. I colossi tecnologici hanno guidato le perdite, contribuendo significativamente al calo di entrambi gli indici azionari. Gli investitori si trovano a fronteggiare rischi che sembravano gestibili in passato grazie alla solidità degli utili aziendali e alla crescita economica. L'S&P 500 è cresciuto del 16% da quando Hamas ha attaccato Israele e di circa il 20% da quando la Fed ha iniziato ad aumentare i tassi due anni fa. Tuttavia, il grande incremento nei guadagni di mercato ora sembra poter rivelarsi un boomerang per gli asset rischiosi. L'importanza degli squilibri di valutazione si fa sentire di nuovo. Con il sell-off obbligazionario, il rendimento dei titoli del Tesoro a 10 anni è salito sopra il 4,6%, circa 40 punti base al di sopra del cosiddetto rendimento degli utili dell'S&P 500, segnando il divario più sfavorevole per le azioni dal 2002. La recente impennata delle materie prime e i dati economici persistentemente positivi hanno fatto svanire le speranze di una svolta imminente nella politica monetaria. L'approccio cauto della banca centrale ha contribuito a intensificare la pressione di vendita, con riscatti dai fondi azionari che hanno raggiunto 21,1 miliardi di dollari nelle ultime due settimane, il massimo da dicembre 2022. Il dollaro si è rafforzato per la seconda settimana consecutiva, raggiungendo il suo livello più alto da inizio novembre 2023. Negli ultimi tre mesi, i rendimenti obbligazionari hanno registrato un aumento costante e, nonostante ciò, il mercato azionario ha dimostrato una notevole resilienza. Tuttavia, recenti sviluppi hanno introdotto una certa dose di incertezza. Ora la possibilità di tagli ai tassi nel 2024 appare meno probabile, con una netta riduzione delle aspettative: da sei tagli a una chance del 50% di realizzare due tagli. Questo rappresenta un cambiamento significativo, che non può essere completamente attribuito ai dati. Il mercato azionario ha cambiato direzione lo scorso ottobre, quando la comunicazione della Fed è diventata decisamente più accomodante. A dicembre, Powell ha enfatizzato la sua preferenza per iniziare i tagli prima che l'inflazione raggiungesse il target ufficiale del 2%. Questo ha segnato un cambiamento radicale nel modo in cui la Fed ha dichiarato di voler rispondere ai dati, ovvero una modifica nella sua "funzione di reazione". È stato proprio questo annuncio, e non i dati in sé, a catalizzare il decollo del mercato azionario in quel momento. Il “pivot” della Fed ha allentato le condizioni finanziarie, complicando il processo di riduzione dell'inflazione. Secondo l'indice della Fed di Chicago, le condizioni sono attualmente più flessibili rispetto all'inizio del 2022, quando i tassi erano effettivamente a zero. A dire il vero, l'indice mostra che, da quando si è verificato lo shock dei lockdown dovuti alla pandemia, le condizioni non sono mai state particolarmente restrittive. Sostenere con convinzione che i mercati dovrebbero aspettarsi dei tagli diventa arduo. I mercati hanno dato il massimo nel periodo in cui la Fed strizzava loro l'occhio. La tendenza verso una riduzione dei tassi era evidente e diretta verso il basso. Ora, questa direzione non è più così chiara, così come non lo è la reazione della Fed. I tassi di interesse contano ancora! Nel frattempo, Bitcoin si è avvicinato all'halving di sabato con una flessione, risentendo nuovamente dell'instabilità geopolitica, ma ha mostrato segni di recupero dopo aver testato la soglia dei 60.000 dollari. Nonostante gli attacchi in Medio Oriente, i prezzi del petrolio hanno chiuso in ribasso per la seconda settimana consecutiva. L'oro, per contro, ha stabilito un nuovo massimo storico. I prezzi delle materie prime dipingono un quadro inequivocabile: l'economia globale sta guadagnando slancio. L'ampio indice delle materie prime di Bloomberg mostra una tendenza diffusa tra diverse categorie. Il rame, in particolare, sta guidando il rally. È particolarmente interessante osservare che, dopo un quarto di secolo in cui i movimenti del rame sono stati attribuiti alla Cina, l'attuale rialzo non è spiegabile solo con la domanda proveniente dalla seconda economia più grande del mondo. Gli investitori che osservano da vicino le riserve dello Shanghai Exchange per valutare la forza della domanda cinese avranno notato che l’andamento delle scorte non è coerente con un aumento della domanda cinese di rame. Mentre i prezzi di materiali come il minerale di ferro e l'acciaio, per i quali la Cina rappresenta la principale fonte di domanda, stanno crollando, un vasto e diversificato insieme di altre materie prime sta registrando aumenti. Questo suggerisce che la ripresa dei prezzi non è principalmente trainata dalla Cina. Probabilmente, l’economia globale è più forte di quanto le persone si aspettassero. La capacità del rame di agire come barometro economico non è infallibile, ma offre comunque spunti interessanti sul recente aumento dei rendimenti obbligazionari. I prezzi del rame confermano che la lotta contro l'inflazione è tutt'altro che conclusa. L’aumento generalizzato delle materie prime potrebbe rendere più difficile allentare la politica monetaria rispetto a quanto inizialmente previsto. Durante una tavola rotonda con Tiff Macklem, governatore della Bank of Canada, Powell ha illustrato un quadro economico dove la mancanza di ulteriori progressi sull'inflazione suggerisce che i tassi di interesse potrebbero rimanere alti più a lungo del previsto. Se le pressioni inflazionistiche persistono, ha dichiarato Powell, la Fed manterrà i tassi stabili "per tutto il tempo necessario". Questa prospettiva ha avuto un impatto diretto sul dollaro, mandando onde d'urto attraverso il mercato del Forex. La forza del dollaro sta avendo un impatto profondo non solo sulle principali valute ma anche nei mercati emergenti. L'Asia, in particolare, sta sentendo il peso di questa dinamica. In Giappone, lo yen si avvicina pericolosamente a 155 per il dollaro, sollevando questioni sulla sostenibilità della sua politica monetaria corrente. La Cina è dovuta intervenire per gestire lo yuan, che ha raggiunto il minimo di cinque mesi rispetto al dollaro. La situazione è simile in altre parti dell'Asia, dove la fragilità delle monete locali ha costretto la BanK of Korea e la banca centrale indonesiana a intervenire con decisione per sostenere il valore delle loro valute. L'approccio cauto della Fed, sebbene necessario per controllare l'inflazione domestica, porta con sé significative implicazioni internazionali. Il mantenimento di un dollaro forte, sebbene vantaggioso per gli Stati Uniti nel breve termine, presenta sfide e responsabilità globali. Il mondo finanziario rimane in attesa, osservando come la Fed naviga questa complessa dinamica, sperando in una gestione prudente che possa mitigare il rischio di un caos valutario esteso. L’agenda macroeconomica che va dal 22al 26 aprile2024 sarà caratterizzata da alcuni dati macroeconomici di rilievo per le principali economie del Vecchio Continente e per gli Stati Uniti. A catalizzare l’attenzione degli operatori di mercato saranno gli indici PMI (manifatturiero, servizi e composito), il PIL del primo trimestre del 2024 degli Stati Uniti e il defllatore PCE. Per gli USA si attendono anche le misurazioni del Chicago Fed National Activity Index, vendite case nuove, indice manifatturiero Fed Richmond, indici manifatturiero e composito Fed Kansas City, ordini beni durevoli, scorte e produzione greggio, bilancia commerciale di beni, nuove richieste di sussidi di disoccupazione, vendita di abitazioni in corso, indice PCE, reddito e spesa personali e la fiducia dei consumatori dell’Università del Michigan. Guardando al Vecchio Continente, per l’Eurozona si attende la fiducia dei consumatori, mentre per la Germania gli indici IFO e il rapporto GFK sul clima dei consumatori.
VENERDI’
I listini dell’Asia hanno chiuso negativi. Nei singoli paesi lo Shanghai composite -0,36%, China A50 -0,85%, Hang Seng ha chiuso a -1,38%, il Nikkei ha chiuso a -2,20%, l’Australia ha chiuso -1,15%, Taiwan -3,62%, la Corea del Sud Kospi -1,73%, l’indice Indiano Sensex -0,58%. Il nostro FTSEMib +0,04%, Dax -0,53%, Ftse100 +0,24%, Cac40 ha chiuso -0,01%, Zurigo +0,59%. Il Nasdaq -2,05%, S&P500 -0,88%, il Russell2000 +0,24%. L’oro ha chiuso a 2.405,10 dollari l’oncia, mentre il petrolio ha scambiato a 83,31$ per il wti e 87,21$ per il brent inglese. Il prezzo del Natural Gas quotato sul mercato di Amsterdam è di € 30,695. Lo spread BTP/BUND ha chiuso a 133,570. L’indice VIX (il termometro dei mercati cioè la volatilità) chiude a 18,71%. Nel periodo pre-covid si attestava tra il 20% e l’11% e sono i due livelli che contraddistinguono la tranquillità dei mercati finanziari.
PRE-APERTURE
I listini dell’Asia si avviano a chiudere positivi, con la Cina continentale in rosso. Nei singoli paesi lo Shanghai composite -0,47%, China A50 -0,02%, Hang Seng ha chiuso a +1,74%, il Nikkei ha chiuso a +0,58%, l’Australia ha chiuso +0,94%, Taiwan -0,20%, la Corea del Sud Kospi +1,05%, l’indice Indiano Sensex +0,34%. Al momento in cui scrivo i mercati europei hanno una previsione di apertura positiva così come l’America. L’oro si attesta a 2.382,50 dollari l’oncia, mentre il petrolio chiude intorno ai valori di 81,53$ per il greggio e 86,58$ per il brent. Infine il Bitcoin quota 65.814 e l’Ethereum 3.197.
Buona giornata e buona settimana.
Kommentare