(6° settimana - anno 2023)
Wall Street non è riuscita a trovare molte ragioni per continuare a salire in un contesto di rendimenti obbligazionari più elevati, di parole da falco della Fed e di un'ondata di rialzi generati dagli investitori retail, spesso considerati come un indicatore contrarian. L'S&P 500 ha annullato un rally di quasi l'1%. I trader di opzioni hanno continuato a puntare su un tasso massimo della Federal Reserve del 6%, quasi un punto percentuale in più rispetto al consenso. Il rendimento a due anni ha sfiorato il 4,5% e in precedenza si è spinto al di sopra del tasso a 10 anni con il margine più ampio dall'inizio degli anni '80, segno di una fiducia sempre più bassa nella capacità dell'economia di sopportare ulteriori inasprimenti. Il presidente della Fed Bank of Richmond, Thomas Barkin, ha dichiarato che è importante continuare ad aumentare i tassi per contenere l'inflazione. I dati sulle richieste di disoccupazione hanno rafforzato l'idea di un mercato del lavoro caldo che indica una politica restrittiva, mentre i tassi ipotecari sono aumentati per la prima volta in più di un mese. Il mercato si chiede se sia possibile per la Fed mantenere la linea di demarcazione per fare ciò che si propone di fare, perché è un lavoro molto difficile: rallentare l'economia attraverso l'aumento dei tassi d'interesse e allo stesso tempo evitare di scivolare in una grave recessione. In mezzo a tante incertezze, alcuni analisti vedono spazio per un consolidamento, soprattutto dopo un'impennata che ha portato le azioni vicino a livelli di ipercomprato. L'ultimo sondaggio dell'American Association of Individual Investors ha mostrato che gli investitori retail statunitensi sono diventati rialzisti per la prima volta da aprile, con uno livello che è salito a 12,5 da -4,7 della settimana precedente. La percentuale di investitori con una visione ribassista per i prossimi sei mesi è scesa al 25%, il minimo dal novembre 2021. Le azioni europee sono salite per la terza sessione consecutiva giovedì, grazie al raffreddamento dell'inflazione in Germania e a una serie di utili positivi che hanno compensato le preoccupazioni per i commenti da falco dei principali responsabili politici della banca centrale e hanno attenuato i timori di una forte recessione. L'indice paneuropeo STOXX 600 ha chiuso in rialzo dello 0,6%, dopo aver toccato un massimo di quasi un anno all'inizio della sessione. I titoli industriali hanno dato il maggior impulso all'indice, sostenuti da un guadagno del 6,7% di Siemens dopo che il costruttore di treni e software industriali ha riportato utili migliori del previsto e ha alzato le previsioni di vendita e di profitto per l'intero anno. AstraZeneca Plc è salita del 4,1% dopo che il produttore britannico di farmaci ha previsto una crescita nel 2023 e oltre. Mercoledì i funzionari della Fed statunitense hanno lasciato intendere che sono in programma altri rialzi dei tassi per raffreddare ulteriormente l'inflazione, mentre membri della Banca Centrale Europea (BCE) come Luis de Guindos e Klaas Knot hanno sottolineato la necessità di una maggiore stretta. Anche se le banche centrali hanno inviato un messaggio un po' più falco, sembra che gli investitori azionari guardino con più favore a una minore probabilità di recessione nel 2023. Stiamo assistendo a declassamenti degli utili, ma forse non così forti come in precedenti contesti recessivi. I rendimenti dei titoli di Stato dell'Eurozona sono scesi giovedì dopo quattro giorni di rialzi, in quanto i dati hanno mostrato che i prezzi al consumo tedeschi, armonizzati per il confronto con gli altri Paesi dell'Unione Europea, sono aumentati a gennaio di un 9,2% su base annua, meno di quanto previsto. Il DAX tedesco è salito dello 0,7%, chiudendo al livello più alto in quasi un anno. Delle 93 società dello STOXX 600 che hanno comunicato gli utili finora, più della metà ha battuto le aspettative del mercato, secondo i dati Refinitiv di martedì. I segnali di ripresa economica e gli utili societari migliori del previsto hanno aiutato i titoli europei a sovraperformare le loro controparti statunitensi quest'anno. Lo STOXX 600 ha guadagnato circa l'8,8% quest'anno, più del 7,5% dell'indice di riferimento statunitense S&P 500. I market movers di oggi sono: indice dei prezzi al consumo e alla produzione (CPI-PPI) in Cina, PIL 4° trimestre e produzione industriale in Gran Bretagna, produzione industriale in Italia, indice di fiducia dei consumatori elaborato dall’Università del Michigan negli Stati Uniti.
IERI
I mercati asiatici hanno chiuso negativamente ad eccezione della Cina. Nei singoli paesi lo Shanghai +1,07%, China A50 +0,90%, Hang Seng +1,26%, il Nikkei -0,01%, l’Australia -0,53%, Taiwan -0,12%, la Corea del Sud Kospi -0,08%, l’indice Indiano Sensex +0,06%. Il nostro FTSEMib +1,15%, Dax +0,79%, Ftse100 +0,41%, Cac40 +1,24%, Zurigo -0,21%. Il Nasdaq -1,02%, S&P500 -0,87%, il Russell2000 -1,63%. L’oro ha chiuso a 1.873,30 dollari l’oncia, mentre il petrolio ha scambiato a 77,66$ per il wti 84,09$ per il brent inglese. Il prezzo del Natural Gas quotato sul mercato di Amsterdam è di € 53,000. Lo spread BTP/BUND ha chiuso a 173,370. L’indice VIX (il termometro dei mercati cioè la volatilità) chiude a 20,76%. Nel periodo pre-covid si attestava tra il 20% e l’11% e sono i due livelli che contraddistinguono la tranquillità dei mercati finanziari.
PRE-APERTURE
I listini dell’Asia si avviano a chiudere negativi ad esclusione del Giappone. Nei singoli paesi lo Shanghai -0,32%, China A50 -0,76%, Hang Seng -1,97%, il Nikkei +0,31%, l’Australia -0,76%, Taiwan -0,08%, la Corea del Sud Kospi -0,48%, l’indice Indiano Sensex -0,24%. Al momento in cui scrivo i mercati europei hanno una previsione di apertura negativa così come l’America. L’oro si attesta a 1.868,95 dollari l’oncia, mentre il petrolio chiude intorno ai valori di 77,83$ per il greggio e 84,33$ per il brent. Infine il Bitcoin quota 21.877 e l’Ethereum 1.548.
Abhimanyu Mukherjee: “Gran parte della nostra felicità dipende dal modo in cui scegliamo di guardare il mondo.”
Buona giornata e buon fine settimana.
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