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Pillole di Mercato

(6° settimana - anno 2023)

I trader azionari che si aspettavano un intervento di Jerome Powell contro il forte rally che ha portato a un allentamento delle condizioni finanziarie non hanno avuto successo, e il mercato ha trovato un incoraggiamento a salire. Le parole pronunciate martedì dal capo della Federal Reserve non sono state molto diverse da quelle pronunciate la settimana scorsa. Powell ha sostanzialmente sottolineato che la disinflazione è iniziata, che la strada è ancora lunga e che probabilmente saranno necessari ulteriori rialzi se il mercato del lavoro rimarrà forte. Quando gli è stato chiesto se avrebbe aumentato i tassi di 50 punti base a febbraio, anziché di 25 punti base come hanno fatto i funzionari, Powell ha esitato. L'aspetto importante è che Powell ha avuto la possibilità di segnalare un cambiamento verso una posizione più aggressiva e non l'ha colta. Nel breve termine, la Fed continuerà probabilmente a fare uno (o forse due) ulteriori rialzi prima di tornare in modalità attesa. L'indice S&P 500 ha interrotto uno scivolone di due giorni, guidato soprattutto da condizioni di ipercomprato. Il Nasdaq 100, è salito di oltre il 2%, con i giganti Microsoft Corp. e Alphabet Inc., società madre di Google, che hanno registrato un'impennata. Il dollaro è sceso insieme ai rendimenti dei Treasury a due anni, più sensibili alle imminenti mosse della Fed. Martedì scorso, il presidente della Fed Bank of Minneapolis, Neel Kashkari, ha dichiarato che il solido rapporto sul mercato del lavoro di gennaio dimostra che la banca centrale statunitense dovrà continuare ad aumentare i tassi. In questo momento sono ancora intorno al 5,4%. La scorsa settimana la Fed ha alzato il suo parametro di riferimento a un intervallo compreso tra il 4,5% e il 4,75%. Per gli investitori che temono che i prezzi delle azioni vengano colpiti dalla contrazione degli utili societari, c'è una piccola buona notizia: il calo finora sembra ampiamente scontato. Con i risultati del quarto trimestre di oltre la metà delle società dello S&P 500 già pubblicati, gli utili per azione sono scesi del 2,8% rispetto all'anno precedente. Si tratta di un calo inferiore al 3,3% previsto prima dell'inizio della stagione degli utili. Il calo inferiore a quello previsto suggerisce che la contrazione degli utili non sta iniziando in modo così negativo come si temeva un tempo, dando sostegno alle valutazioni dei prezzi delle azioni. Il rapporto prezzo-utili del Nasdaq è salito a 24, il livello più alto da aprile, spinto dalla scommessa che l'inflazione abbia raggiunto il suo picco e che la Fed si muoverà presto. La mossa è in contrasto con il rendimento del Treasury decennale protetto dall'inflazione, che rimane alto per il timore che un mercato del lavoro vivace e dati economici più forti del previsto mantengano la pressione sulla Fed affinché rimanga falco. Le azioni europee hanno guadagnato poco martedì, aiutate da alcune notizie positive sugli utili, anche se gli investitori sono diventati sempre più nervosi sulla possibilità che i tassi di interesse rimangano più alti a lungo, in attesa dei commenti del presidente della Federal Reserve Jerome Powell. L'indice paneuropeo STOXX 600 ha chiuso in rialzo dello 0,2%. L'indice dell'energia è stato il principale settore a guadagnare, con un aumento del 3,0%. Il sottoindice delle banche è salito dell'1,2%. Le perdite dei titoli industriali e dei titoli dei beni di consumo come Nestle e Unilever hanno limitato il rialzo dello STOXX 600. Gli investitori attendono le dichiarazioni dei responsabili politici della Banca Centrale Europea (BCE), Peter Kazimir e Klaas Knot, previste nel corso della giornata. Un sondaggio della BCE di martedì ha mostrato che le aspettative di inflazione della zona euro sono aumentate di nuovo a dicembre. Le altre notizie sugli utili della regione sono state contrastanti. Sul fronte dei dati economici, la produzione industriale tedesca è scesa più del previsto a dicembre. I market movers di oggi sono: vendite al dettaglio in Italia.


IERI

I mercati asiatici hanno chiuso misti. Nei singoli paesi lo Shanghai +0,15%, China A50 +0,13%, Hang Seng +0,53%, il Nikkei -0,09%, l’Australia -0,46%, Taiwan +0,05%, la Corea del Sud Kospi +0,42%, l’indice Indiano Sensex -0,21%. Il nostro FTSEMib +0,36%, Dax -0,16%, Ftse100 +0,37%, Cac40 -0,07%, Zurigo -0,44%. Il Nasdaq +1,90%, S&P500 +1,29%, il Russell2000 +0,79%. L’oro ha chiuso a 1.887,05 dollari l’oncia, mentre il petrolio ha scambiato a 77,42$ per il wti 83,82$ per il brent inglese. Il prezzo del Natural Gas quotato sul mercato di Amsterdam è di € 54,500. Lo spread BTP/BUND ha chiuso a 177,700 L’indice VIX (il termometro dei mercati cioè la volatilità) chiude a 18,66%. Nel periodo pre-covid si attestava tra il 20% e l’11% e sono i due livelli che contraddistinguono la tranquillità dei mercati finanziari.


PRE-APERTURE

I listini dell’Asia si avviano a chiudere misti. Nei singoli paesi lo Shanghai -0,27%, China A50 -0,27%, Hang Seng +0,12%, il Nikkei -0,31%, l’Australia +0,35%, Taiwan +1,41%, la Corea del Sud Kospi +0,42%, l’indice Indiano Sensex +0,56%. Al momento in cui scrivo i mercati europei hanno una previsione di apertura forte mentre l’America è positiva. L’oro si attesta a 1.890,05 dollari l’oncia, mentre il petrolio chiude intorno ai valori di 77,40$ per il greggio e 83,80$ per il brent. Infine il Bitcoin quota 23.232 e l’Ethereum 1.676.


James Watkins: “Non è grazie alla sua forza che un fiume fora una roccia. E’ grazie alla sua tenacia.”


Buona giornata.

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