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Immagine del redattoreFederico Caligiuri

Pillole di Mercato

(9° settimana - anno 2024)

Citazione del giorno:

Papa Giovanni Paolo II: "Non permettere che le persone arrabbiate con la propria vita, rubino la pace e l’allegria della tua."

 

Dopo che il produttore di chip più prezioso al mondo ha infranto le aspettative con le sue trimestrali mercoledì, nessuno vuole più perdersi il party dell’intelligenza artificiale. I venditori allo scoperto sono totalmente spariti da Wall Street. Lo short interest sui giganti tecnologici è quasi inesistente. Allo stesso tempo, il posizionamento di hedge fund e trader al dettaglio sta diventando sempre più aggressivo e gli obiettivi di prezzo degli analisti sono in aumento. Per i gestori attivi la pressione per cavalcare lo slancio rialzista di indici come l’S&P 500 e il Nasdaq 100, entrambi in rialzo per la quindicesima volta in 17 settimane, sta diventando ogni giorno più intensa. Mentre Nvidia ha rafforzato gli indici principali, i guadagni sono stati guidati ancora una volta da una manciata di azioni. Al rally è quindi mancato un elemento importante: una forte partecipazione. Meno del 70% dei titoli della Borsa di New York hanno registrato un rialzo. Il rally dei colossi tecnologici statunitensi ha suscitato qualche preoccupazione per una potenziale bolla, ma i prezzi si sono mossi di pari passo con le prospettive di profitto. La “Fear of Missing Out” (FOMO) continua a prevalere sulla paura che le valutazioni siano troppo elevate. Il rapporto prezzo-utili del Nasdaq 100 è salito a 30 e il suo multiplo rispetto alle vendite ha raggiunto 5, cifre con pochi precedenti al di fuori della mania delle dot-com della fine degli anni ’90. Il boom dell’intelligenza artificiale ha sostenuto il sentiment azionario in tutto il mondo. L’Euro Stoxx 600 e il Nikkei giapponese hanno raggiunto nuovi massimi storici. Le aspettative di tagli dei tassi hanno continuato a diminuire. Giugno è ora il mese favorito per l'inizio dell’allentamento. L'oro ha chiuso la settimana in rialzo mentre il dollaro è scivolato. Nonostante il solido afflusso netto dagli ETF, Bitcoin è sceso. Il petrolio ha testato i massimi di gennaio prima di scendere. Goldman Sachs Group l’ha definita “il titolo più importante del pianeta terra”. Nessuna azienda ha incarnato l’euforia dell’intelligenza artificiale tanto quanto Nvidia. I suoi chip sono considerati il “gold standard” nel settore dell’intelligenza artificiale. In effetti Nvidia sta riuscendo a dimostrare che esiste valore nell’intelligenza artificiale, continuando a riportare risultati mozzafiato e a prevedere entrate superiori alle stime di Wall Street. Nella corsa all'oro dell'intelligenza artificiale, Bank of America ha paragonato i chip AI di Nvidia a "pale e picconi". Circa un anno fa, le azioni di Nvidia venivano scambiate a poco più di 200 dollari, e la sua capitalizzazione di mercato era bloccata a circa 550 miliardi di dollari. Solo giovedì l’azienda ha aggiunto 277 miliardi di dollari alla sua capitalizzazione di mercato, che ora si avvicina a 2 bilioni di dollari. Il peso di Nvidia negli indici azionari è aumentato e il suo status come indicatore del settore dell’intelligenza artificiale fa sì che la sua direzione offra un’idea della propensione al rischio degli investitori. E’ ben noto che l’interesse degli investitori per l’IA abbia aiutato a spingere al rialzo i Magnifici Sette - il gruppo delle più grandi società tecnologiche del mondo - e il mercato azionario in generale. Dagli Stati Uniti all’Europa e al Giappone, le azioni hanno raggiunto nuovi massimi storici sulla scia degli earnings del produttore di chip. Le azioni globali sono aumentate di quasi il 5% nei primi due mesi dell’anno, ma senza i guadagni legati all’intelligenza artificiale, la performance non è la stessa. Prima del balzo di giovedì, Nvidia rappresentava un quinto dei guadagni dell’indice MSCI World di quest’anno. A questo punto mi chiedo se Nvidia non stia diventando una sorta di leading indicator del mercato azionario. Forse si... L’indice Nikkei 225 ha raggiunto un nuovo massimo storico. Dopo essere quadruplicato negli ultimi dieci anni e aver registrato un aumento del 16% nel 2024, la domanda scottante è se questa pietra miliare segni davvero la rinascita delle azioni giapponesi. Le famose tre frecce della riforma dell'ex premier Shinzo Abe stanno finalmente colpendo i loro obiettivi. Il cambiamento culturale sta avvenendo con aumenti salariali più consistenti, una minore resistenza a fusioni e acquisizioni e un ritorno a un’inflazione stabile. C’è ovviamente una correlazione con la recente corsa del mercato azionario statunitense. Tuttavia, l’aumento del 50% del Nikkei 225 nell’ultimo anno è in gran parte interno e proviene da una valutazione decisamente diversa. Con un rapporto prezzo/utili pari a 16, il Nikkei è comunque un affare rispetto all’S&P 500. Durante la bolla degli anni ‘80, riuscì a raggiungere un prezzo di 70 volte gli utili a termine. Se mai il quadro interno degli Stati Uniti dovesse vacillare, il Giappone rappresenta l’ovvia alternativa per i gestori di fondi in cerca di valore. Il Nikkei 225 è in realtà solo la punta dell'iceberg, poiché è dominato da titoli legati ai chip, tutti in rialzo di oltre il 40% da inizio anno. Il Topix conta 2150 aziende ed è molto più rappresentativo. L’indice è ancora inferiore dell'8,5% al suo massimo storico. Ciononostante non ha avuto problemi, guadagnando il 12,5% quest'anno, guidato prevalentemente dalle grandi banche e dalle case automobilistiche. La sua valutazione è un terzo quella dell’S&P 500. Il denaro a buon mercato è una condizione necessaria perché una bolla si formi. Come sappiamo bene, i tassi di interesse sono i più alti degli ultimi decenni e la Fed si sta preparando ad abbassarli. Nel 2000, ci sono voluti aumenti aggressivi per far scoppiare la bolla delle dot com. Una domanda da porsi è se il comportamento degli investitori stia suggerendo una speculazione eccessiva. Sulla base della rapidità con cui i prezzi delle azioni stanno salendo, il rally odierno impallidisce in confronto al 1999. Ci sono anche relativamente poche prove di un uso eccessivo della leva finanziaria nei mercati finanziari. La formazione delle bolle in genere è accompagnata da un indebitamento elevato e crescente. Ma il debito a margine sulla Borsa di New York è diminuito significativamente nelle ultime settimane con l’impennata del mercato. Ci sono anche relativamente poche prove di un uso eccessivo della leva finanziaria nei mercati finanziari. La formazione delle bolle in genere è accompagnata da un indebitamento elevato e crescente. Ma il debito a margine sulla Borsa di New York è diminuito significativamente nelle ultime settimane con l’impennata del mercato. E le valutazioni? Se paragonato al resto del mondo, il mercato azionario è costoso ma non siamo ancora a livelli estremi. Tuttavia, è importante notare che le azioni sono decisamente care rispetto alle obbligazioni. Il rendimento extra che si ottiene dalle azioni rispetto alle obbligazioni è il più basso degli ultimi due decenni, anche se non si trova ai livelli folli del 1999-2000. Un fattore preoccupante riguarda la concentrazione del mercato. Le 10 maggiori società dell'S&P 500 rappresentano più di un terzo dell'indice. È difficile trarre conclusioni statisticamente valide, ma è degno di nota il fatto che la concentrazione tende ad essere maggiore appena prima dei crolli del mercato. In ogni caso, se il 1999 è il metro di paragone, quella attuale non può ancora essere considerata una bolla. L’agenda macroeconomica che va dal 26 febbraio al 1°marzo 2024 sarà caratterizzata da alcuni dati macroeconomici di rilievo per le principali economie del Vecchio Continente e per gli Stati Uniti. A catalizzare l’attenzione degli operatori di mercato saranno diversi dati importanti, tra i quali gli indici PMI, il PIL degli Stati Uniti relativo al 4° trimestre 2023, il deflatore PCE degli USA e l’inflazione dell’Eurozona, ma non solo. Per gli USA si attendono anche le vendite di case nuove, vendite in corso di abitazioni, indice dei prezzi delle case, PMI di Chicago, indice manifatturiero della Fed di Dallas, Fed di Richmond e quello della Fed di Kansas City, ISM manifatturiero, ordini di beni durevoli, la fiducia dei consumatori elaborata dal Conference Board e dall’Università Michigan, bilancia commerciale di beni, reddito e spese personali e le nuove richieste di sussidi disoccupazione. Per l’Eurozona gli operatori monitoreranno l’inflazione e il tasso di disoccupazione. Guardando ai singoli Paesi del blocco europeo, per la Germania si aspettano il rapporto GFK sul clima dei consumatori tedeschi, vendite al dettaglio, tasso di disoccupazione e l’inflazione.

 

VENERDI’

I listini dell’Asia hanno chiuso positivi. Nei singoli paesi lo Shanghai composite +0,55%, China A50 +0,03%, Hang Seng +0,14%, il Nikkei chiuso per festività, l’Australia ha chiuso +0,43%, Taiwan +0,19%, la Corea del Sud Kospi +0,13%, l’indice Indiano Sensex ha chiuso +0,08 %. Il nostro FTSEMib +1,07%, Dax +0,28%, Ftse100 +0,28%, Cac40 +0,70%, Zurigo +0,97%. Il Nasdaq -0,28%, S&P500 +0,03%, il Russell2000 +0,14%. L’oro ha chiuso a 2.045,25 dollari l’oncia, mentre il petrolio ha scambiato a 76,56$ per il wti e 81,69$ per il brent inglese.  Il prezzo del Natural Gas quotato sul mercato di Amsterdam è di € 23,485. Lo spread BTP/BUND ha chiuso a 141,780. L’indice VIX (il termometro dei mercati cioè la volatilità) chiude a 13,75%. Nel periodo pre-covid si attestava tra il 20% e l’11% e sono i due livelli che contraddistinguono la tranquillità dei mercati finanziari.


PRE-APERTURE

I listini dell’Asia si avviano a chiudere quasi tutti in negativo. Nei singoli paesi lo Shanghai composite -0,75%%, China A50 -1,77%%, Hang Seng -0,55%, il Nikkei chiuso +0,28%, l’Australia ha chiuso +0,12%, Taiwan +0,31%, la Corea del Sud Kospi -0,77%, l’indice Indiano Sensex ha chiuso -0,49%. Al momento in cui scrivo i mercati europei hanno una previsione di apertura negativa così come l’America. L’oro si attesta a 2.042,70 dollari l’oncia, mentre il petrolio chiude intorno ai valori di 76,27$ per il greggio e 80,61$ per il brent. Infine il Bitcoin quota 51.505 e l’Ethereum 3.103.


Buona giornata e buona settimana.









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