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Pillole di Mercato

(51° settimana - anno 2023)

Citazione del giorno:

Brian Tracy: "Esci dalla tua zona di comfort. Solo puoi crescere se sei disposto a sentirti a disagio e arrabbiato quando provi qualcosa di nuovo."

 

Wall Street è andata all-in su azioni e obbligazioni dopo che il presidente Powell ha affermato che la Fed è pronta a passare ai tagli dei tassi. I funzionari politici statunitensi hanno lasciato invariato il tasso di riferimento ma si sono allontanati da ulteriori rialzi dei tassi, prevedendo invece tre tagli per il prossimo anno. Il risultato è stato un aumento di 4 bilioni di dollari del valore complessivo di azioni e obbligazioni solo questa settimana.​ Il Nasdaq e il Dow Jones hanno chiuso ai massimi storici. L'S&P 500 e l’indice tecnologico hanno entrambi registrato la loro settima settimana consecutiva di guadagni, la serie più lunga in sei anni. I titoli a piccola capitalizzazione del Russell 2000 sono saliti di quasi il 6%. I titoli del Tesoro sono avanzati lungo tutta la curva. Il rendimento delle obbligazioni a 10 anni è sceso sotto il 4% per la prima volta da agosto. Gli spread creditizi sono crollati, le valute globali sono aumentate rispetto al dollaro e gli asset dei mercati emergenti sono saliti alle stelle dopo la Fed. Anche i più accaniti tori azionari e obbligazionari sono stati colti di sorpresa dalla svolta accomodante della Fed. Gli investitori e gli analisti di Wall Street hanno trascorso mesi a elaborare strategie su come posizionarsi per il 2024. Il presidente Powell ha distrutto le loro previsioni in pochi minuti. Mentre gli investitori valutano come affrontare il nuovo anno, si sollevano seri interrogativi su quanto carburante sia rimasto ai mercati. Sia le azioni che le obbligazioni sono salite molto, forse troppo, velocemente. L'S&P 500 ha registrato un rally di oltre il 10% in meno di due mesi. I funzionari hanno già iniziato a frenare parte dell’esuberanza, ma senza successo. Venerdì il presidente della Fed di New York John Williams ha definito “prematuro” parlare di un taglio dei tassi a marzo. Il presidente della Fed di Atlanta, Raphael Bostic, ha detto a Reuters che stava pianificando solo due tagli dei tassi di un quarto di punto percentuale nella seconda metà del 2024. L'oro ha restituito parte dei suoi guadagni post-FOMC. Il dollaro invece è sceso a picco. Bitcoin ed Ethereum sono scesi entrambi. Il petrolio è riuscito a chiudere la prima settimana in positivo da ottobre. La Fed non è più in modalità di lotta all’inflazione. Anche se non esclude ulteriori aumenti dei tassi, la banca centrale riconosce il pericolo che la sua politica monetaria possa rimanere restrittiva per troppo tempo. Le discussioni sulla tempistica dei tagli sono inaspettatamente iniziate nell’ultima riunione. Solo due settimane fa, il presidente Powell aveva dichiarato che era prematuro parlare di eventuali riduzioni. Questo rapido cambiamento indica una Fed proattiva e non reattiva. L’indicatore di inflazione preferito dalla Fed (Core PCE) si trova intorno al 2,5% mentre il suo tasso di riferimento è al 5,25%. La differenza è parecchia e quindi la politica sta diventando troppo restrittiva per l’attuale stato delle cose. E’ probabile che la Fed non aspetti che l’indice dei prezzi al consumo scenda al suo target del 2% per iniziare a tagliare i tassi. Un'inversione di rotta, tuttavia, non significa che nel 2024 la politica sarà accomodante. Per scongiurare ogni pericolo, la Fed vorrà assicurarsi che i tassi rimangano leggermente restrittivi. Ciò si capisce dal dot plot, il grafico a punti con il quale i funzionari politici rappresentano la loro visione futura del tasso di riferimento. La previsione mediana stima un tasso del 4,6% nel 2024. In altre parole, i funzionari si aspettano in media 3 tagli dei tassi il prossimo anno. La disinflazione è ampia. Powell ritiene che siano stati raggiunti progressi in tutte le categorie chiave, come i servizi e lo shelter. E i mercati sono fermamente convinti che la Fed abbia vinto l’inflazione, scommettendo su ben 6 tagli dei tassi il prossimo anno. Powell aveva tutte le possibilità del mondo per contrastare il rally degli asset rischiosi, ma non lo ha fatto. Questo Fed Day si è rivelato uno dei migliori degli ultimi 15 anni per i mercati finanziari, sulla base della performance combinata di azioni, titoli di Stato, obbligazioni societarie e materie prime. I mercati in Europa e negli Stati Uniti sembrano un tantino “overstretched”. Il Dow Jones e il Nasdaq hanno segnato massimi storici. L’Euro Stoxx è invece in prossimità del suo livello più alto dal 2001. L’indicatore della paura di Wall Street, il VIX, è scambiato al di sotto di 13 ed è vicino ai minimi pre-pandemici. Non c'è niente che spaventi davvero i mercati. Ma qualcosa potrebbe sorprenderli. Guardando indietro al 1998, quando l’anno è iniziato con un VIX inferiore a 14, si è registrato un picco di volatilità e un calo delle azioni nel primo semestre. Il motivo principale per cui il mercato è diventato così ottimista sta nell’eccessiva fiducia sull’allentamento della Fed. Con pochi eventi macroeconomici importanti attesi per il resto di dicembre, l’S&P 500 potrebbe avere lo slancio per chiudere l’anno eguagliando o superando il suo massimo storico. I fattori stagionali potrebbero fornire un vantaggio: dicembre è stato il terzo miglior mese per l’S&P 500 dal 1950, con la seconda metà del mese generalmente più forte della prima. Per gli orsi sta diventando difficile trovare qualcosa su cui puntare. Tuttavia, molti investitori si chiedono se l'atteggiamento accomodante della Fed sia già stato scontato. L’anno prossimo, l’economia dovrà camminare su una linea sottile per soddisfare la narrativa dei “Riccioli d’oro” di un raffreddamento dell’inflazione abbinato a una crescita ancora resiliente. La Fed ha fornito alle altre banche centrali la copertura ottimale per muoversi in una direzione accomodante. Ma nessuno ha deciso di cogliere l’occasione e di accennare a tassi più bassi in futuro. La Norges Bank ha deciso di aumentare i tassi. La Bank of England ha cercato di smorzare le aspettative di allentamento. E la Banca Centrale Europea ha deciso di accelerare il suo programma di quantitative tightening. Le banche centrali si trovano ad affrontare economie diverse e all’inizio di questa settimana ciò si è tradotto nella convinzione che la BCE avrebbe tagliato i tassi per prima. La crescita europea è molto più debole di quella degli Stati Uniti. Nonostante ciò, i mercati scontano possibilità più o meno identiche di tre tagli dei tassi di 25 punti base entro giugno del prossimo anno. L’agenda macroeconomica che va dal 18 al 22 dicembre 2023 sarà caratterizzata dalla pubblicazione di alcune misurazioni importanti per le principali economie europee e per gli Stati Uniti. A catalizzare l’attenzione degli operatori dei mercati finanziari saranno i dati del Prodotto interno lordo degli Stati Uniti e ai dati dell’inflazione dell’Eurozona, ma non solo. Per gli USA si attendono anche l’indice NAHB (sentiment del mercato immobiliare), permessi di costruzione, nuovi cantieri edili residenziali, gli indici di fiducia dei consumatori elaborati dal Conference Board e dall’Università del Michigan, vendita di case esistenti, scorte e produzione greggio, indice manifatturiero della Fed di Philadelphia, nuove richieste di sussidi di disoccupazione, indice predittivo, indici manifatturiero e composito della Fed di Kansas City, ordini di beni durevoli, indice PCE, reddito e spesa personali e le vendite di case nuove. Focus anche sulla Germania, per la quale saranno monitorati i dati degli indici IFO, prezzi alla produzione e il rapporto GFK sul clima dei consumatori tedeschi.

 

VENERDI’

I mercati asiatici hanno chiuso positivi. Nei singoli paesi lo Shanghai composite -0,52%, China A50 -0,11%, Hang Seng ha chiuso a +2,54%, il Nikkei ha chiuso a +0,93% l’Australia +0,88%, Taiwan +0,75%, la Corea del Sud Kospi +0,76%, l’indice Indiano Sensex +0,65%. Il nostro FTSEMib +0,05%, Dax -0,00%, Ftse100 -0,95%, Cac40 +0,28%, Zurigo -0,16%. Il Nasdaq +0,35%, S&P500 -0,01%, il Russell2000 -0,77%. L’oro ha chiuso a 2.035,70 dollari l’oncia, mentre il petrolio ha scambiato a 71,78$ per il wti e 76,55$ per il brent inglese. Il prezzo del Natural Gas quotato sul mercato di Amsterdam è di € 33,189. Lo spread BTP/BUND ha chiuso a 178,980. L’indice VIX (il termometro dei mercati cioè la volatilità) chiude a 12,28%. Nel periodo pre-covid si attestava tra il 20% e l’11% e sono i due livelli che contraddistinguono la tranquillità dei mercati finanziari.

 

PRE-APERTURE

I listini dell’Asia si avviano a chiudere negativi. Nei singoli paesi lo Shanghai composite -0,40%, China A50 -0,06%, Hang Seng ha chiuso a -0,98%, il Nikkei ha chiuso a -0,64% l’Australia -0,22%, Taiwan -0,12%, la Corea del Sud Kospi +0,13%, l’indice Indiano Sensex -0,01%. Al momento in cui scrivo i mercati europei hanno una previsione di apertura negativa mentre l’America è positiva. L’oro si attesta a 2.037,35 dollari l’oncia, mentre il petrolio chiude intorno ai valori di 72,58$ per il greggio e 77,38$ per il brent. Infine il Bitcoin quota 41.152 e l’Ethereum 2.178.

 

Buona giornata e buona settimana.









 




































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