(48° settimana - anno 2023)
Citazione del giorno:
John Wooden: "Non lasciare che ciò che non puoi fare interferisca con ciò che puoi fare."
La settimana del Thanksgiving ha portato ulteriori guadagni per le azioni statunitensi. L'S&P 500 ha registrato la quarta settimana consecutiva in positivo. L’indice è ora in rialzo di quasi l’8,7% questo mese, uno dei migliori guadagni mai registrati a novembre. Nel frattempo, l'indicatore della “paura” di Wall Street, il VIX, è sceso a 12.46, il minimo da gennaio 2020. Secondo Bank of America, gli investitori si sono riversati in azioni al ritmo più veloce degli ultimi due anni. I fondi azionari globali hanno registrato afflussi di circa 40 miliardi di dollari nelle due settimane fino al 21 novembre. I fondi cash rimangono i vincitori, con incrementi di quasi 1.2 trilioni di dollari finora nel 2023. L’ottimismo sul fatto che la banca centrale riuscirà a portare a termine un atterraggio morbido ha preso il sopravvento. La domanda di strategie di copertura è quasi evaporata. I costi della protezione sono tutti vicini ai minimi di cinque anni. C’è invece un crescente appetito per le obbligazioni spazzatura e le azioni a piccola capitalizzazione. Ad alimentare il tutto c’è la convinzione che la Fed abbia finito di aumentare i tassi di interesse e inizierà a tagliarli nel 2024. L’entusiasmo ha spinto gli hedge fund ad aumentare la loro esposizione alle azioni statunitensi, in particolare quelle tecnologiche. Allo stesso tempo, le aziende di Wall Street si sono impegnate a prevedere ulteriori guadagni. RBC Capital Markets e Bank of America vedono l’S&P 500 salire a un livello record il prossimo anno. Il rally delle obbligazioni globali di questo mese ha mostrato segni di stallo. I titoli del Tesoro statunitensi hanno seguito un calo delle obbligazioni europee causato dalle preoccupazioni per l’aumento dell’offerta. La Germania sospenderà un limite costituzionale al tetto del debito per il quarto anno consecutivo dopo che il governo del Cancelliere Olaf Scholz è stato costretto a una radicale revisione del bilancio. Il dollaro ha chiuso in ribasso mentre Bitcoin ha raggiunto un nuovo massimo ciclico vicino a 38.500 dollari. L'oro è balzato sopra i 2.000 dollari. Il petrolio ha chiuso la settimana in lieve rialzo, dopo 4 settimane di perdite. Gli Stati Uniti si sono presi un weekend lungo per celebrare la loro festività più antica: il Ringraziamento. In termini macroeconomici, ci sono diversi motivi per cui gli americani dovrebbero essere grati. La recessione più attesa della storia non è ancora arrivata. Forse a causa della resilienza dei consumatori o del successo della Federal Reserve nel rallentare l’inflazione. O forse perché i datori di lavoro stanno facendo di tutto per evitare i licenziamenti. Qualunque sia la ragione, il fatto che la recessione non sia ancora arrivata ha aiutato i mercati. La curva dei rendimenti e i leading indicator suggeriscono da tempo che una recessione negli Stati Uniti è imminente. Eppure negli ultimi 16 mesi il prodotto interno lordo calcolato dalla Fed di Atlanta è aumentato. La misura suggerisce che l’economia sta ancora crescendo a un ritmo del 2%. Dopo gli sforzi per combattere l'inflazione, le banche centrali globali stanno facendo inversione di marcia. Un report di Deutsche Bank, che copre 81 banche centrali di tutto il mondo, evidenzia che i tagli dei tassi stanno superando gli aumenti per la prima volta dal 2021. Se l’inflazione rimarrà sufficientemente sotto controllo, è probabile che questa tendenza continuerà il prossimo anno. Finora la chiusura del governo degli Stati Uniti è stata evitata. Il presidente Joe Biden ha firmato un disegno di legge temporaneo per estendere i finanziamenti governativi fino all’inizio del 2024, meno di un giorno prima della scadenza dei finanziamenti esistenti. Sebbene il rischio di una chiusura parziale a gennaio rimanga elevato, gli investitori possono stare tranquilli per le prossime settimane. Per ultimo, ma non per importanza, il prezzo del petrolio è sceso negli ultimi tempi, e così anche il prezzo della benzina. Anche se ciò potrebbe benissimo indicare un indebolimento della domanda e della crescita economica, il calo dei prezzi è comunque positivo per coloro che hanno bisogno di acquistare carburante. Il rally obbligazionario non durerà a meno che l’economia non rallenti drasticamente. Negli ultimi tre anni, i titoli del Tesoro hanno messo in atto diversi falsi rimbalzi per poi bruciare coloro che avevano scommesso in grande su un'inversione. Un altro rally ha preso piede all’inizio di questo mese, dopo che la Fed ha mantenuto i tassi di interesse stabili e ha segnalato che il ciclo di aumenti potrebbe finalmente essere finito. Ma il tipo di rally obbligazionario che di solito scoppia quando la Fed inizia a tagliare i tassi per rilanciare la crescita dovrà aspettare. Anche se il prossimo anno la Fed potrebbe iniziare ad allentare la politica monetaria per renderla meno restrittiva, è improbabile che si orienti verso un abbassamento significativo dei tassi a meno che il mercato del lavoro non mostri segnali di deterioramento e l’inflazione non si avvicini al suo obiettivo del 2%. Il tasso di disoccupazione a ottobre è salito al 3,9% - il massimo in quasi due anni - ma rimane forte rispetto agli standard storici. Dovremmo assistere a un peggioramento piuttosto grave delle condizioni finanziarie per vedere profondi tagli dei tassi. L’inflazione rappresenta ancora un problema e i tassi potrebbero dover rimanere “più alti, più a lungo”. Probabilmente vedremo ancora molta volatilità anziché una nuova tendenza. L’agenda macroeconomica che va dal 27 novembre al 1° dicembre 2023 sarà caratterizzata dalla pubblicazione di alcune misurazioni importanti per le principali economie europee e per gli Stati Uniti. A catalizzare l’attenzione degli operatori dei mercati finanziari saranno i dati dell’inflazione dell’Eurozona e degli Stati Uniti (PCE), sul PIL USA del terzo trimestre 2023, ma anche sugli indici PMI manifatturiero. Per gli Stati Uniti focus anche sulle vendite di nuove abitazioni, indice dei prezzi delle case, fiducia dei consumatori elaborata dal Conference Board, indice manifatturiero della Fed di Richmond e della Fed di Dallas, PMI Chicago, ISM manifatturiero, PIL del terzo trimestre 2023, bilancia commerciale di beni, dati dell’EIA sulle scorte e produzione di greggio, reddito e spesa personali, nuove richieste settimanali di sussidi di disoccupazione e sulle vendite di abitazioni in corso. Guardando al Vecchio Continente, per l’Eurozona si aspettano anche alcuni indicatori di fiducia e il tasso di disoccupazione. Per quanto riguarda le singole economie del blocco europeo, per la Germania si attendono le misurazioni del rapporto Gfk su clima consumatori tedeschi, inflazione e il tasso di disoccupazione; mentre per l’Italia i prezzi alla produzione, indicatori di fiducia, vendite industriali, tasso di disoccupazione, inflazione e il PIL del terzo trimestre 2023.
VENERDI’
I mercati asiatici, venerdì hanno chiuso in negativo. Nei singoli paesi lo Shanghai composite -0,73%, China A50 -0,51%, Hang Seng ha chiuso a -1,77%, il Nikkei ha chiuso a +0,54% l’Australia +0,17%, Taiwan -0,04%, la Corea del Sud Kospi -0,66%, l’indice Indiano Sensex +0,06%. Il nostro FTSEMib +0,67%, Dax +0,22%, Ftse100 +0,06%, Cac40 +0,20%, Zurigo +0,26%. Il Nasdaq -0,11%, S&P500 +0,06%, il Russell2000 +0,56%. L’oro ha chiuso a 2003,70 dollari l’oncia, mentre il petrolio ha scambiato a 75,17$ per il wti e 80,48$ per il brent inglese. Il prezzo del Natural Gas quotato sul mercato di Amsterdam è di € 46,657 Lo spread BTP/BUND ha chiuso a 170,590. L’indice VIX (il termometro dei mercati cioè la volatilità) chiude a 12,46%. Nel periodo pre-covid si attestava tra il 20% e l’11% e sono i due livelli che contraddistinguono la tranquillità dei mercati finanziari.
PRE-APERTURE
I listini dell’Asia si avviano a chiudere negativi. Nei singoli paesi lo Shanghai composite -0,29%, China A50 -1,17%, Hang Seng ha chiuso a -0,34%, il Nikkei ha chiuso a -0,62% l’Australia -0,76%, Taiwan -0,87%, la Corea del Sud Kospi -0,04%, l’indice Indiano Sensex -0,07%. Al momento in cui scrivo i mercati europei hanno una previsione di apertura negativa così come l’America. L’oro si attesta a 2.012,50 dollari l’oncia, mentre il petrolio chiude intorno ai valori di 74,99$ per il greggio e 79,98$ per il brent. Infine il Bitcoin quota 37.384 e l’Ethereum 2.053.
Buona giornata e buona settimana.
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