Pillole di Mercato
- Federico Caligiuri
- 10 ott 2023
- Tempo di lettura: 4 min
(41° settimana - anno 2023)

Citazione del giorno:
Arthur Ashe: "Inizia da dove sei. Usa quello che hai. Fai quello che sei capace di fare."
Il petrolio è sceso dopo aver registrato il massimo degli ultimi sei mesi, quando Israele ha dichiarato che la sua rappresaglia contro gli attacchi del gruppo militante Hamas nel fine settimana è "solo iniziata", aumentando la prospettiva di una nuova instabilità in Medio Oriente. Il West Texas Intermediate è sceso sotto gli 86 dollari al barile dopo un'impennata del 4,3% lunedì, mentre i mercati hanno reagito ai combattimenti iniziati sabato e che hanno riacceso un conflitto con ampie ripercussioni in tutta la regione. Israele ha annunciato la più grande mobilitazione di sempre, con oltre 300.000 riservisti dell'esercito, mentre attacca Gaza dall'aria e dal mare, con il Primo Ministro Benjamin Netanyahu che giura di "cambiare il Medio Oriente". Hamas ha minacciato di giustiziare gli ostaggi. Il conflitto ha aumentato la volatilità del petrolio, dopo le forti oscillazioni dell'ultimo mese, quando le preoccupazioni economiche hanno pesato sul rally sostenuto dai tagli all'offerta da parte di Arabia Saudita e Russia. I Treasury sono saliti e le azioni in Asia sono avanzate dopo che i commenti dei funzionari della Federal Reserve hanno alimentato le speculazioni sulla possibilità che la banca centrale statunitense rimanga ferma fino alla fine dell'anno. Il rendimento del Treasury a due anni, sensibile alle politiche, è sceso al massimo da fine agosto, mentre il benchmark a 10 anni ha registrato il miglior giorno da marzo. I trader hanno incrementato le scommesse sul fatto che il ciclo di inasprimento degli Stati Uniti sia quasi terminato, mentre il nervosismo per la guerra tra Israele e Hamas ha aumentato la domanda di beni rifugio. L'indice MSCI Asia-Pacifico ha registrato il maggior guadagno degli ultimi tre mesi, mentre i futures azionari europei e statunitensi sono saliti. I movimenti avvengono mentre gli investitori stanno ancora valutando il potenziale impatto del conflitto tra Israele e Hamas. Il vicepresidente della Fed Philip Jefferson ha dichiarato lunedì che i funzionari potrebbero "procedere con cautela" in seguito al recente aumento dei rendimenti del Tesoro, e il presidente della Fed Bank of Dallas Lorie Logan ha affermato che l'impennata dei tassi a lungo termine potrebbe significare una minore necessità di ulteriori inasprimenti. Il fatto che il mercato non si sia fatto prendere dal panico per i combattimenti tra Hamas e Israele è un sollievo per gli investitori. Alla fine della scorsa settimana, gli operatori avevano aumentato le scommesse su un altro rialzo della Fed quest'anno, grazie ai dati che mostravano un'inaspettata impennata dell'occupazione statunitense a settembre. Lunedì la situazione è cambiata: i funzionari della banca centrale hanno ridimensionato le speculazioni su un altro aumento dei tassi nel 2023. Il dollaro si è stabilizzato dopo un'avanzata precedente, mentre le probabilità di un'altra stretta da parte della Fed si sono attenuate. Il biglietto verde è stato scambiato all'interno di un range ristretto rispetto alle altre valute. Le tensioni in Medio Oriente sono state in grado di far fronte alla crisi. Tuttavia, la sitiuazione potrebbero aggravarsi ulteriormente dopo che il Financial Times ha riportato che un alto generale statunitense ha avvertito l'Iran di "non farsi coinvolgere" nel conflitto tra Israele e Hamas. In Asia, la società immobiliare cinese, Country Garden Holdings Co., ha avvertito che sta per andare incontro alla sua prima insolvenza e che potrebbe essere destinato a una ristrutturazione che sarebbe una delle più grandi della nazione. I titoli europei sono stati messi sotto pressione lunedì dagli scontri militari in Medio Oriente che hanno scatenato una corsa ai beni rifugio come le obbligazioni e l'oro, facendo salire i prezzi del petrolio di oltre il 3%. L'indice paneuropeo STOXX 600 ha registrato un calo dello 0,3%, guidato dai titoli dei rivenditori al dettaglio e dei viaggi e del tempo libero. Gli investitori globali sono diventati avversi al rischio a causa degli scontri tra Israele e il gruppo islamista palestinese Hamas, che hanno aggravato l'incertezza politica nella regione e aumentato le preoccupazioni per l'approvvigionamento di petrolio. Per il momento potrebbe prevalere uno stato d'animo di risk-off, almeno fino a quando la portata del conflitto non sarà più chiara. L'indice energetico è balzato del 2,9% grazie ai prezzi del petrolio, che sono saliti di oltre il 3% sopra gli 85 dollari al barile, mantenendo il mercato più ampio sotto pressione per i timori di un'inflazione elevata. I market movers di oggi sono: produzione industriale in Italia, discorsi di vari membri del FOMC negli Stati Uniti.
IERI
I mercati asiatici hanno chiuso deboli, con diversi listini chiusi per festività. Nei singoli paesi lo Shanghai composite -0,55%, China A50 -1,50%, Hang Seng chiuso per festività, il Nikkei chiuso per festività, l’Australia +0,18%, Taiwan chiuso per festività, la Corea del Sud Kospi chiuso per festività, l’indice Indiano Sensex -0,36%. Il nostro FTSEMib -0,46%, Dax -0,67%, Ftse100 -0,03%, Cac40 -0,55%, Zurigo -0,14%. Il Nasdaq ha chiuso a +0,39%, S&P500 +0,63%, il Russell2000 +0,61%. L’oro ha chiuso a 1.864,30 dollari l’oncia, mentre il petrolio ha scambiato a 86,38$ per il wti e 88,15$ per il brent inglese. Il prezzo del Natural Gas quotato sul mercato di Amsterdam è di € 43,05. Lo spread BTP/BUND ha chiuso a 210,05. L’indice VIX (il termometro dei mercati cioè la volatilità) chiude a 17,70%. Nel periodo pre-covid si attestava tra il 20% e l’11% e sono i due livelli che contraddistinguono la tranquillità dei mercati finanziari.
PRE-APERTURE
I listini dell’Asia si avviano a chiudere quasi tutti positivi. Nei singoli paesi lo Shanghai composite -0,58%, China A50 -0,20%, Hang Seng ha chiuso a +0,94%, il Nikkei +2,65%, l’Australia +1,01%, Taiwan chiuso per festività, la Corea del Sud Kospi -0,06%, l’indice Indiano Sensex +0,57%. Al momento in cui scrivo i mercati europei hanno una previsione di apertura positiva così come l’America. L’oro si attesta a 1.874,65 dollari l’oncia, mentre il petrolio chiude intorno ai valori di 85,95$ per il greggio e 87,73$ per il brent. Infine il Bitcoin quota 27.597 e l’Ethereum 1.584.
Buona giornata.
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