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Pillole di Mercato

(37° settimana - anno 2023)

Citazione del giorno:

Zig Ziglar: "Un singolo pensiero positivo può cambiare tutta la tua giornata."


L’espansione da parte della Cina del divieto sugli iPhone è arrivata proprio mentre i rendimenti obbligazionari erano in rialzo, mettendo in luce l’elevata valutazione del mercato. Tutti gli indici statunitensi hanno chiuso in ribasso. Il benchmark delle small cap è stato il peggiore. I titoli tecnologici sono scesi. Tra questi, Apple e Nvidia hanno entrambe registrato la seconda settimana peggiore dell'anno. La disfatta della tecnologia ha colto alla sprovvista gli investitori. Secondo Bank of America, un fondo attivo a grande capitalizzazione su cinque detiene ora più del 40% del proprio patrimonio nelle cosiddette “Magnifiche Sette", rispetto al 12% dello scorso anno. I titoli energetici hanno dominato la settimana. Insieme alle utilities, sono stati l'unico settore in verde. I rendimenti obbligazionari sono saliti, guidati dal segmento a breve termine. I rendimenti a 2 anni hanno oltrepassato il 5% all'inizio della settimana, per poi riscendere al di sotto di tale livello. Il dollaro ha segnato la sua ottava settimana consecutiva al rialzo, la serie di guadagni più lunga dal 2005. Tutte le principali valute sono scese rispetto al biglietto verde nell’ultimo mese, con i pesi massimi dei mercati emergenti come lo yuan cinese e la rupia indiana che si aggirano vicino ai minimi storici. Le criptovalute hanno avuto una settimana tranquilla. Bitcoin si è mosso in un intervallo ristretto intorno ai 26.000 dollari. Il petrolio è salito verso i 90 dollari, spinto dalle notizie sull’estensione dei tagli volontari alla produzione di Arabia Saudita e Russia. L'oro ha chiuso leggermente in ribasso. Il presidente della Fed di New York, John Williams, ha dichiarato giovedì che la politica monetaria statunitense è “in una buona posizione”, ma i funzionari dovranno analizzare i dati per decidere come procedere sui tassi di interesse. La sua controparte di Dallas, Lorie Logan, ha osservato che saltare un rialzo dei tassi di interesse alla prossima riunione potrebbe essere appropriato, segnalando anche che i tassi potrebbero dover aumentare ulteriormente. Il consenso è per una “pausa hawkish” a settembre, con la Fed che mantiene i tassi stabili mentre segnala la possibilità di un ulteriore aumento quest’anno. Il recente rally del dollaro americano è uno dei più lunghi degli ultimi anni. La forza dell’economia statunitense sta alimentando la speculazione secondo cui la Fed manterrà i tassi di interesse elevati per un lungo periodo di tempo. Questa aspettativa sta attirando denaro negli Stati Uniti poiché gli investitori cercano tassi più alti di quelli che possono ottenere in Europa e Asia. L’indice Bloomberg Dollar Spot, fortemente ponderato rispetto all’euro e allo yen, ha registrato il suo ottavo guadagno settimanale consecutivo, la serie di vittorie più lunga da quando l’indice è iniziato nel gennaio 2005. L’economia statunitense sta accelerando mentre la crescita si raffredda in Europa e Cina. Il divario è stato sottolineato mercoledì, quando l’indice ISM del settore dei servizi per agosto è salito ai massimi di sei mesi, sostenuto da una ripresa dei nuovi ordini e delle assunzioni. A seguito di una serie di rapporti più forti del previsto su tutto, dalla spesa dei consumatori agli investimenti residenziali, gli economisti hanno migliorato le loro previsioni sul prodotto interno lordo. Una stima ampiamente seguita prodotta dalla Fed di Atlanta prevede un’espansione del 5,6% su base annua nel terzo trimestre. Ciò porta gli economisti ad aspettarsi che i funzionari della Fed raddoppieranno le loro proiezioni di crescita per il 2023 e ridurranno le stime per i tagli dei tassi di interesse il prossimo anno. I mercati emergenti asiatici sono i più vulnerabili alla forza del dollaro, dato un differenziale di tasso di interesse molto più alto e una maggiore esposizione a prospettive di crescita più deboli per la Cina. L’agenda macroeconomica che va dall’11 al 15 settembre 2023 sarà caratterizzata dalla pubblicazione di alcune misurazioni importanti per le principali economie europee e per gli Stati Uniti. A catalizzare l’attenzione degli operatori dei mercati finanziari saranno concentrati sulla riunione di politica monetaria della BCE e sulla conferenza stampa del governatore Christine Lagarde, ma anche sui dati dell’inflazione degli Stati Uniti. Per gli USA focus inoltre sulle misurazioni dell’ottimismo delle piccole imprese (NFIB), scorte e produzione greggio, prezzi alla produzione, vendite al dettaglio, nuove richieste sussidi disoccupazione, indice manifatturiero di New York, produzione industriale e sulla fiducia dei consumatori elaborata dall’Università del Michigan. Guardando all’Eurozona, gli investitori monitoreranno i dati degli indici ZEW, produzione industriale e la bilancia commerciale. Per quanto riguarda i singoli Paesi del blocco europeo, per la Germania segnaliamo gli indici ZEW (fiducia dei consumatori), mentre per l’Italia la produzione industriale, inflazione, bilancia commerciale. In Gran Bretagna saranno monitorati i dati del tasso disoccupazione, PIL, produzione industriale e la bilancia commerciale. Occhi anche sui dati macro della Cina che verranno rilasciati venerdì: focus sull’indice dei prezzi delle case, produzione industriale, vendite al dettaglio e sul tasso disoccupazione.


VENERDI’

I mercati asiatici hanno chiuso negativi ad eccezione dell’India. Nei singoli paesi lo Shanghai -0,44%, China A50 chiuso -0,97%, Hang Seng -1,34%, il Nikkei ha chiuso a -1,47%, l’Australia -0,46%, Taiwan -0,13%, la Corea del Sud Kospi -0,67%, l’indice Indiano Sensex ha chiuso +0,29%. Il nostro FTSEMib +0,28%, Dax +0,14%, Ftse100 +0,49%, Cac40 +0,62%, Zurigo -0,41%. Il Nasdaq ha chiuso a +0,09%, S&P500 +0,14%, il Russell2000 -0,23%. L’oro ha chiuso a 1.942,60 dollari l’oncia, mentre il petrolio ha scambiato a 87,23$ per il wti e 90,44$ per il brent inglese. Il prezzo del Natural Gas quotato sul mercato di Amsterdam è di € 34,56. Lo spread BTP/BUND ha chiuso a 173,09. L’indice VIX (il termometro dei mercati cioè la volatilità) chiude a 13,84%. Nel periodo pre-covid si attestava tra il 20% e l’11% e sono i due livelli che contraddistinguono la tranquillità dei mercati finanziari.


PRE-APERTURE

I listini dell’Asia si avviano a chiudere quasi tutti positivi. Nei singoli paesi lo Shanghai +0,57%, China A50 chiuso +0,28%, Hang Seng -1,46%, il Nikkei ha chiuso a -0,55%, l’Australia +0,22%, Taiwan -0,72%, la Corea del Sud Kospi +0,26%, l’indice Indiano Sensex ha chiuso +0,49%. Al momento in cui scrivo i mercati europei hanno una previsione di apertura debole ma positiva così come l’America. L’oro si attesta a 1.949,75 dollari l’oncia, mentre il petrolio chiude intorno ai valori di 87,08$ per il greggio e 90,52$ per il brent. Infine il Bitcoin quota 25.779 e l’Ethereum 1.611.


Buona giornata e buona settimana.




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