top of page
Immagine del redattoreFederico Caligiuri

Pillole di Mercato

(36° settimana - anno 2023)

Citazione del giorno:

Joel Dicker: "Ci sarà sempre qualcuno che non comprenderà una tua scelta. Ma si sceglie per proseguire, non per essere compresi."


Dopo aver chiuso il mese di agosto in negativo, le azioni statunitensi sono salite questa settimana. L’S&P 500 è balzato del 2,5% e il Nasdaq 100 è salito ancora di più. I trader azionari si stanno scrollando di dosso i costi di finanziamento più alti degli ultimi due decenni. D’altronde, le aziende sono ancora in buona forma per coprire le spese per gli interessi con gli utili. Il rapporto tra le spese per interessi delle società dell’S&P 500 ed i loro utili al lordo di interessi e tasse rimane vicino ai minimi storici. Le aziende statunitensi hanno battuto le stime degli utili del 3% durante il secondo trimestre. I margini sono andati al di sopra delle aspettative nella maggior parte dei settori. Inoltre, le aspettative per l’anno si sono stabilizzate e le revisioni sono diventate positive. Nel mercato obbligazionario gli investitori stanno valutando se i rendimenti dei titoli del Tesoro a breve scadenza abbiano raggiunto il loro picco. I segnali di raffreddamento del mercato del lavoro statunitense hanno spinto gli operatori a scommettere che la Fed abbia finito di aumentare i tassi di interesse. Gli swap mostrano una probabilità inferiore al 50% di un altro aumento quest’anno. I rendimenti dei Treasury a due anni hanno registrato il calo settimanale più grande da aprile, scendendo di oltre 20 punti base. I rendimenti di lungo termine sono leggermente aumentati. Il dollaro ha chiuso la settimana leggermente in rialzo. L’energia ha dominato nel settore delle materie prime. Il petrolio ha avuto la settimana migliore da marzo, con i tagli all’offerta dell’OPEC+ che stanno restringendo il mercato. L'oro è salito per la seconda settimana consecutiva, superando i 1.950 dollari. Le criptovalute, invece, hanno avuto una brutta settimana. Bitcoin è tornato sotto i 26.000 dollari. La Cina stenta ancora nonostante abbia passato una buona settimana di borsa. Essendo la seconda economia più grande del mondo, il rallentamento della Cina ha implicazioni per il resto del mondo. Un’analisi del Fondo monetario internazionale mostra che quando il tasso di crescita dell’economia cinese aumenta di 1 punto percentuale, l’espansione globale viene stimolata di circa 0,3 punti percentuali. Molti paesi, soprattutto quelli asiatici, considerano la Cina il loro più grande mercato di esportazione. Le importazioni cinesi sono diminuite per nove degli ultimi 10 mesi. Africa e Asia sono state le più colpite, con il valore delle loro esportazioni in calo di oltre il 14% nei primi sette mesi di quest’anno. Il calo dei prezzi di materie prime come i combustibili fossili sta colpendo anche il valore delle merci spedite in Cina. Finora, il volume effettivo di materie prime inviate ha retto bene. Ma se il rallentamento dovesse continuare, potrebbero esserci ripercussioni sui minatori in Australia, Sud America e in altre parti del mondo. Aziende come Nike e Caterpillar hanno segnalato un duro colpo ai loro utili a causa del rallentamento della Cina. L’indice MSCI che replica le società globali con la maggiore esposizione alla Cina è crollato del 9,3% ad agosto, quasi il doppio del calo dell’indice più ampio delle azioni mondiali. Le aziende di beni di lusso sono particolarmente vulnerabili a eventuali oscillazioni della domanda cinese. La ripresa del turismo cinese sta richiedendo più tempo del previsto. Fino a poco tempo fa il governo aveva vietato i viaggi di gruppo in molti paesi. Anche dopo la rimozione delle restrizioni alle frontiere, c’è ancora una carenza di voli all’estero. Con il calo dei redditi e il crollo immobiliare, le persone sono meno disposte o in grado di viaggiare. Ciò danneggia soprattutto le nazioni dipendenti dal turismo nel sud-est asiatico. Le difficoltà economiche hanno spinto la valuta cinese a scendere di oltre il 5% nei confronti del dollaro quest’anno. Il deprezzamento dello yuan sta avendo un impatto maggiore sui suoi omologhi in Asia, America Latina e nel blocco dell’Europa centrale e orientale. Il rallentamento della Cina non ha solo aspetti negativi. I prezzi alla produzione del paese sono diminuiti negli ultimi 10 mesi, il che significa che il costo delle merci spedite dal paese è in calo. Questa è una buona notizia per i paesi che hanno a che fare con un’inflazione elevata. Gli economisti di Wells Fargo stimano che un “atterraggio duro” dell’economia cinese ridurrebbe l’inflazione negli Stati Uniti di 0,7 punti percentuali all’1,4% nel 2025. Il prezzo delle merci cinesi nei porti statunitensi è diminuito ogni mese quest’anno. Probabilmente il calo continuerà fino a quando i prezzi di fabbrica non torneranno in territorio positivo. L’agenda macroeconomica che va dal 4 all’8 settembre 2023 sarà caratterizzata dalla pubblicazione di alcune misurazioni importanti per le principali economie europee e per gli Stati Uniti. A catalizzare l’attenzione degli operatori dei mercati finanziari saranno gli indici PMI (servizi e composito) relativi ad agosto, ma non solo. Per gli USA si attendono anche le misurazioni dell’indice ISM dei servizi, ordini alle fabbriche, bilancia commerciale, nuove richieste settimanali sussidi disoccupazione e i dati pubblicati dall’EIA sulle scorte e la produzione greggio. Per l’Eurozona oltre agli indici PMI si attenderà il dato del PIL del secondo trimestre 2023. Guardando ai singoli Paesi del blocco europeo, segnaliamo: la bilancia commerciale, ordini alle fabbriche, produzione industriale e i dati sull’inflazione per la Germania, mentre per l’Italia focus sulle vendite al dettaglio. Segnalo infine che nella giornata di lunedì 4 settembre Wall Street sarà chiusa per festività (Labor Day – Festa dei lavoratori). La Borsa USA sarà regolarmente aperta dal giorno successivo.


VENERDI’

I mercati asiatici hanno chiuso positivi. Nei singoli paesi lo Shanghai +0,23%, China A50 chiuso +0,77%, Hang Seng chiusa per festività, il Nikkei ha chiuso a +0,61%, l’Australia -0,33%, Taiwan +0,26%, la Corea del Sud Kospi +0,27%, l’indice Indiano Sensex ha chiuso +0,24%. Il nostro FTSEMib -0,63%, Dax -0,67%, Ftse100 +0,34%, Cac40 -0,27%, Zurigo -0,46%. Il Nasdaq ha chiuso a -0,02%, S&P500 +0,18%, il Russell2000 ha chiuso +1,11%. L’oro ha chiuso a 1.966,85 dollari l’oncia, mentre il petrolio ha scambiato a 85,93$ per il wti e 88,83$ per il brent inglese. Il prezzo del Natural Gas quotato sul mercato di Amsterdam è di € 35,617. Lo spread BTP/BUND ha chiuso a 167,350. L’indice VIX (il termometro dei mercati cioè la volatilità) chiude a 13,09%. Nel periodo pre-covid si attestava tra il 20% e l’11% e sono i due livelli che contraddistinguono la tranquillità dei mercati finanziari.


PRE-APERTURE

I listini dell’Asia si avviano a chiudere positivi. Nei singoli paesi lo Shanghai +1,05%, China A50 chiuso +1,54%, Hang Seng +2,45%, il Nikkei ha chiuso a +0,44%, l’Australia +0,51%, Taiwan +0,71%, la Corea del Sud Kospi +0,54%, l’indice Indiano Sensex ha chiuso -0,04%. Al momento in cui scrivo i mercati europei hanno una previsione di apertura sopra la parità mentre l’America è chiusa per festività. L’oro si attesta a 1.971,25 dollari l’oncia, mentre il petrolio chiude intorno ai valori di 85,62$ per il greggio e 88,58$ per il brent. Infine il Bitcoin quota 25.965 e l’Ethereum 1.637.


Buona giornata e buona settimana.



2 visualizzazioni0 commenti

Post correlati

Mostra tutti

Comments


bottom of page