top of page

Pillole di Mercato

(29° settimana - anno 2023)

Citazione del giorno:

Paulo Coelho: "Quando meno ce lo aspettiamo, la vita ci pone davanti una sfida, per provare il nostro coraggio e la nostra volontà di cambiamento."


Il raffreddamento dei dati sull'inflazione ha dominato la price action questa settimana, scatenando una reazione accomodante nelle aspettative sui tassi della Fed. I trader hanno pienamente prezzato un ultimo aumento a luglio, per poi iniziare a scontare un taglio dei tassi a gennaio '24. Questa svolta accomodante ha fatto vacillare il dollaro e salire tutto il resto. Tra i cinque principali fondi negoziati in borsa che seguono azioni, titoli del Tesoro, obbligazioni societarie e materie prime, ciascuno è cresciuto di oltre l'1,7% questa settimana. Nei dati che risalgono a quasi un decennio fa, solo una volta c'è stato un rally più grande: marzo 2020. Nonostante i dati incoraggianti sull’inflazione, i funzionari della Fed continuano a sembrare cauti. Il governatore Christopher Waller ha dichiarato di aspettarsi altri due aumenti dei tassi quest'anno. Il presidente della Fed di Chicago, Austan Goolsbee, ha dichiarato che i recenti dati sui prezzi al consumo sono "promettenti" ma che l’inflazione è ancora al di sopra dell'obiettivo. Tutti gli indici azionari statunitensi sono stati significativamente più alti, con il Dow Jones e l’S&P 500 che hanno registrato guadagni superiori al 2%. Il Nasdaq e le small caps hanno sovraperformato. Gli investitori hanno passato al setaccio i risultati di JPMorgan, Wells Fargo e Citigroup, che hanno battuto facilmente le stime ribassiste degli analisti. I rendimenti dei Treasury sono scesi in modo significativo durante la settimana, con il segmento a lungo termine sottoperformante. Ma venerdì le obbligazioni hanno reagito a un rapporto che ha mostrato che il sentiment dei consumatori è salito ai massimi di quasi due anni. L'estremità breve della curva ha subito il peso maggiore della vendita. Il DXY (Indice del dollaro) è crollato per 5 degli ultimi 6 giorni, registrando il secondo più grande calo settimanale da marzo 2020. Le criptovalute hanno avuto una settimana mista, con una notevole sovraperformance di Ripple sulla scia della sua vittoria contro la SEC. Giovedì Bitcoin ha sfiorato i $ 32.000 per precipitare vicino ai $ 30.000 il giorno dopo. Il petrolio è uscito dal suo range di due mesi, scambiando sopra i $ 77. C’è chi la chiama la mini-bolla dell'intelligenza artificiale ma forse un modo per descrivere il rally che ha portato il Nasdaq al suo migliore semestre di sempre è più un viaggio di andata e ritorno. Lo scorso anno le azioni sono state schiacciate poiché gli investitori hanno seguito la narrativa secondo cui gli aumenti aggressivi della Federal Reserve avrebbero spinto l'economia in recessione. Nel 2023 questa visione è stata riconsiderata. Adesso i due benchmark statunitensi sono quasi esattamente dove erano 18 mesi fa: in calo di circa il 7%. Le proiezioni degli earnings sono molto utili per spiegare l'inversione di tendenza. Dopo la contrazione dell'anno scorso, si prevede che i profitti delle cinque maggiori società dell'S&P 500 (Apple, Microsoft, Alphabet, Amazon.com e Nvidia) aumenteranno del 16% nel trimestre conclusosi a giugno e accelereranno in ciascuno dei prossimi due trimestri. I profitti del resto delle società dell'indice, al contrario, dovrebbero diminuire in media di circa il 9%. Il Nasdaq-100 è trascinato solo da pochi titoli. Le stesse società stanno anche guidando il rally dell'S&P 500. I sette maggiori titoli rappresentano ora il 28% dell'indice, con un valore di mercato combinato di circa $ 10 trilioni. La storia mostra che non è raro che una manciata di aziende rappresenti la maggior parte della creazione di ricchezza del mercato. Meno del 5% delle azioni ha rappresentato la maggior parte del rendimento del mercato nel secolo scorso, secondo una ricerca dell'Arizona State University. Ma la scala dell'attuale concentrazione è davvero notevole. Se usiamo il Wilshire 5000, un indice più ampio del mercato azionario statunitense, l'entità del dominio di alcune società è chiara. Nemmeno la bolla delle dot-com ha visto una tale concentrazione in così pochi nomi. In ogni caso, un rally ristretto non è necessariamente un segnale affidabile di un mercato ribassista in arrivo. L’agenda macroeconomica che va dal 17 al 21 luglio 2023 sarà caratterizzata dalla pubblicazione di alcune misurazioni importanti per le principali economie europee e per gli Stati Uniti. A catalizzare l’attenzione degli operatori dei mercati finanziari saranno i dati dell’inflazione dell’Eurozona, ma non solo. Per gli Stati Uniti si attendono i dati dell’indice manifatturiero dello Stato di New York (NY Empire State Manufacturing Index), vendite al dettaglio, produzione industriale, indice NAHB (misure le prospettive dei costruttori sul mercato immobiliare), permessi costruzione rilasciati, apertura nuovi cantieri edili, scorte e produzione greggio, nuove richieste settimanali sussidi disoccupazione, vendite abitazioni esistenti e l’indice predittivo del Conference Board. Per l’Eurozona segnaliamo inoltre che verrà pubblicato il dato della fiducia dei consumatori. Dati importanti in arrivo anche dalla Gran Bretagna (inflazione, prezzi alla produzione e vendite al dettaglio) e dalla Cina (PIL, produzione industriale, vendite al dettaglio e tasso di disoccupazione).


VENERDI’

I mercati asiatici hanno chiuso positivamente. Nei singoli paesi lo Shanghai +0,31%, China A50 chiuso +0,09%, Hang Seng +0,45%, il Nikkei ha chiuso a +0,07%, l’Australia +0,86%, Taiwan +1,19%, la Corea del Sud Kospi +1,16%, l’indice Indiano Sensex ha chiuso +0,23%. Il nostro FTSEMib -0,39%, Dax -0,22%, Ftse100 -0,08%, Cac40 +0,06%, Zurigo +0,80%. Il Nasdaq ha chiuso a -0,18%, S&P500 -0,10%, il Russell2000 ha chiuso -1,01%. L’oro ha chiuso a 1.959,30 dollari l’oncia, mentre il petrolio ha scambiato a 75,27$ per il wti e 79,63$ per il brent inglese. Il prezzo del Natural Gas quotato sul mercato di Amsterdam è di € 25,957. Lo spread BTP/BUND ha chiuso a 168,960. L’indice VIX (il termometro dei mercati cioè la volatilità) chiude a 13,34%. Nel periodo pre-covid si attestava tra il 20% e l’11% e sono i due livelli che contraddistinguono la tranquillità dei mercati finanziari.


PRE-APERTURE

I listini dell’Asia si avviano a chiudere in rosso con poche eccezioni. Nei singoli paesi lo Shanghai -1,15%, China A50 chiuso -1,58%, Hang Seng -1,04%, il Nikkei ha chiuso a -0,09%, l’Australia -0,03%, Taiwan +0,17%, la Corea del Sud Kospi -0,48%, l’indice Indiano Sensex ha chiuso +0,18%. Al momento in cui scrivo i mercati europei hanno una previsione di apertura debole così come l’America. L’oro si attesta a 1.958,25 dollari l’oncia, mentre il petrolio chiude intorno ai valori di 74,63$ per il greggio e 79,15$ per il brent. Infine il Bitcoin quota 30.322 e l’Ethereum 1.936.


Buona giornata e buona settimana.



0 visualizzazioni0 commenti

Post correlati

Mostra tutti

コメント


bottom of page