(25° settimana - anno 2023)
Citazione del giorno:
Anonimo: "Le strade dritte non hanno mai prodotto piloti esperti."
Un rally azionario apparentemente inarrestabile, alimentato dall'ossessione di Wall Street per tutto ciò che riguarda l'intelligenza artificiale, ha vacillato venerdì. Con la scadenza di 4,2 trilioni di dollari in contratti di opzioni legati a azioni e indici, i trader hanno tolto alcune chips dal tavolo in vista delle festività statunitensi di lunedì. L'impatto dei derivati sul trading di questa settimana è stato così significativo che, a un certo punto, il VIX si è mosso insieme all'S&P 500. Nonostante il calo di venerdì, l'S&P 500 ha chiuso la settimana in rialzo del 2,4%, il suo più grande guadagno settimanale da marzo e il quinto consecutivo. Gli orsi sono stati schiacciati dopo che la posizione short netta sui futures Emini S&P ha raggiunto un record alla fine di maggio. Tra la FOMO e le crescenti preoccupazioni per un mercato ipercomprato, le azioni statunitensi hanno registrato afflussi di circa 22 miliardi di dollari nella settimana fino al 14 giugno, mentre le obbligazioni hanno registrato 6,7 miliardi di dollari di aggiunte, secondo i dati EPFR Global. Il dollaro ha concluso la sua settimana peggiore da gennaio. Il petrolio ha spinto oltre i $ 70. Allo stesso tempo, l'oro e l'argento sono saliti più in alto dopo essere stati bastonati nei giorni scorsi. E persino Bitcoin ha finalmente ricevuto un'offerta un giorno dopo la notizia che il più grande gestore patrimoniale del mondo, Blackrock, aveva presentato domanda per un ETF spot su Bitcoin. Una settimana cruciale nel calendario monetario ha lasciato i mercati finanziari a scontare il colpo che l'incessante inasprimento può infliggere. Segnalando lo scetticismo sul fatto che i politici possano evitare una recessione, i rendimenti dei titoli a 10 anni statunitensi e tedeschi sono scambiati ben al di sotto di quelli dei titoli a due anni. Il pericolo percepito è che l’impegno delle banche centrali schiaccerà le economie e costringerà a rapide inversioni politiche mentre la crescita dei prezzi al consumo crolla. La BCE conosce fin troppo bene questa minaccia, avendo già interrotto due campagne di rialzo dei tassi. Un promemoria dei pericoli è arrivato giovedì, quando la Nuova Zelanda, uno dei primi protagonisti dell’inasprimento globale, ha dichiarato che la produzione è diminuita nel quarto trimestre del 2022 e nel primo di quest'anno. Le banche centrali collettivamente sembrano ritenere che tassi più elevati siano ancora giustificati anche se le loro economie si stanno indebolendo. Il Canada e l'Australia hanno entrambi sorpreso gli investitori la scorsa settimana riprendendo l'inasprimento di fronte alle ostinate pressioni sui prezzi. Le loro curve dei rendimenti si sono invertite giovedì per la prima volta dalla crisi finanziaria globale. La BCE ha indicato un aumento a luglio come “molto probabile”, una settimana dopo che i dati hanno mostrato che l’area dell’euro è già entrata in una lieve recessione. Gli operatori del mercato monetario vedono una probabilità di un tasso terminale della BCE del 4% entro ottobre, un massimo storico. Lagarde ha riconosciuto che gli aumenti precedenti si stanno riflettendo nelle condizioni di finanziamento e gradualmente in tutta l'economia, ma ha avvertito che le pressioni salariali stanno diventando sempre più pericolose. Forse il pericolo più grande a questo punto è che, concentrandosi su indicatori economici in ritardo, la BCE inasprisca eccessivamente. L’agenda macroeconomica che va dal 19 al 23 giugno 2023 sarà caratterizzata dalla pubblicazione di alcune misurazioni importanti per le principali economie europee e per gli Stati Uniti. A catalizzare l’attenzione degli operatori dei mercati finanziari saranno la riunione di politica monetaria della Bank of England e gli indici PMI (manifatturiero, servizi e composito) di giugno. Per l’Eurozona si attende inoltre la misurazione della fiducia dei consumatori, mentre per la Germania anche i prezzi alla produzione. Fronte statunitense si attendono l’indice NAHB (indicatore del mercato immobiliare residenziale), permessi costruzione, vendite abitazioni esistenti, Chicago Fed National Activity Index, nuove richieste sussidi disoccupazione, indice predittivo e gli indici manifatturiero e composito della Fed di Kansas City. Per la Gran Bretagna focus sui dati dell’inflazione e le vendite al dettaglio. Ricordo che Wall Street oggi sarà chiusa per festività (Juneteenth), mentre in Cina la Borsa sarà chiusa giovedì e venerdì (Dragon Boat Festival).
VENERDI'
I mercati asiatici hanno chiuso positivi. Nei singoli paesi lo Shanghai +0,10%, China A50 +0,54%, Hang Seng +0,87%, il Nikkei ha chiuso a +0,43%, l’Australia +0,26%, Taiwan +0,40%, la Corea del Sud Kospi -0,27%, l’indice Indiano Sensex ha chiuso +0,02%. Il nostro FTSEMib +0,47%, Dax +0,41%, Ftse100 +0,19%, Cac40 +1,34%, Zurigo +0,74%. Il Nasdaq -0,68%, S&P500 -0,37%, il Russell2000 +0,73%. L’oro ha chiuso a 1.970,45 dollari l’oncia, mentre il petrolio ha scambiato a 71,44$ per il wti e 76,26$ per il brent inglese. Il prezzo del Natural Gas quotato sul mercato di Amsterdam è di € 35,008. Lo spread BTP/BUND ha chiuso a 148,590. L’indice VIX (il termometro dei mercati cioè la volatilità) chiude a 13,54%. Nel periodo pre-covid si attestava tra il 20% e l’11% e sono i due livelli che contraddistinguono la tranquillità dei mercati finanziari.
PRE-APERTURE
I listini dell’Asia si avviano a chiudere in negativo con la sola Australia in verde. Nei singoli paesi lo Shanghai -0,56%, China A50 -1,60%, Hang Seng -1,45%, il Nikkei ha chiuso a -1,17%, l’Australia +0,51%, Taiwan -0,03%, la Corea del Sud Kospi -0,88%, l’indice Indiano Sensex ha chiuso -0,08%. Al momento in cui scrivo i mercati europei hanno una previsione di apertura sotto la parità mentre l’America è chiusa per festività. L’oro si attesta a 1.969,00 dollari l’oncia, mentre il petrolio chiude intorno ai valori di 70,95$ per il greggio e 75,52$ per il brent. Infine il Bitcoin quota 26.434 e l’Ethereum 1.724.
Buona giornata e buona settimana.
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